Farmacovigilanza
Topiramato in gravidanza e disturbi del neurosviluppo: il PRAC raccomanda nuove misure per evitare l’esposizione al topiramato in gravidanza.
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In data 01 settembre 2023, in seguito ad una revisione dei dati di sicurezza recentemente conclusa, sono state pubblicate sui portali web dell’Agenzia Europea dei Medicinali (EMA) e dell’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) le nuove misure per evitare l’esposizione al topiramato durante la gravidanza fornite dal Comitato per la sicurezza dell’EMA (PRAC) [1, 2].
Il topiramato è un farmaco, autorizzato in Europa per la prima volta nel 2000, che risulta ad oggi indicato per il trattamento dell’epilessia e per la prevenzione dell’emicrania. In alcuni paesi dell’Unione Europea, tale medicinale viene utilizzato anche in combinazione con la fentermina per la riduzione del peso [1].
Sebbene l’esatto meccanismo d’azione risulta ad oggi non completamente chiarito, sono stati identificati diverse proprietà di tale farmaco che possono contribuire alla sua efficacia antiepilettica [3]. In particolare, il topiramato è risultato capace di bloccare sia i canali Na+ voltaggio-dipendenti che i canali Ca2+ voltaggio-dipendenti (di tipo L), di potenziare i sistemi inibitori mediati dal GABA e di antagonizzare i recettori di aminoacidi eccitatori [4].
È ben noto che tale farmaco, quando assunto in gravidanza, attraversi la placenta e risulti associato ad un rischio 3 volte maggiore di malformazioni congenite (in particolare labio/palatoschisi, ipospadia e anomalie a carico di vari apparati dell'organismo) e a ritardo della crescita fetale. Infatti, tra i neonati esposti in grembo a tale farmaco è stata riscontrata una maggiore prevalenza di basso peso alla nascita (<2,500 kilogrammi) e di neonati piccoli per età gestazionale (SGA (Small for Gestational Age), definito come peso alla nascita al di sotto del 10° percentile corretto per la loro età gestazionale, stratificato per sesso) [3].
Recentemente, due studi pubblicati nel 2022 e nel 2023 sulla rivista scientifica internazionale JAMA Neurology hanno suggerito un rischio da due a tre volte maggiore di disturbi dello sviluppo neurologico per i bambini nati da madri con epilessia e che sono stati esposti al topiramato nel grembo materno rispetto ai bambini nati da madri con epilessia che non assumevano farmaci antiepilettici. I disturbi del neurosviluppo includevano in particolare disturbi dello spettro autistico, disabilità intellettiva o disturbo da deficit di attenzione e iperattività (ADHD) [5,6]. Contrariamente, un terzo studio non ha evidenziato un aumento del rischio di tali esiti nei bambini nati da madri esposte a topiramato in gravidanza rispetto ai bambini nati da donne con epilessia che non assumevano farmaci antiepilettici [7].
Questi tre recenti studi osservazionali sono stati inclusi nella revisione di sicurezza condotta dal PRAC, iniziata a settembre 2022. A conclusione di tale revisione, il PRAC ha confermato un possibile aumento del rischio di disturbi del neurosviluppo nei bambini esposti in utero al topiramato, indicando ulteriori restrizioni all'uso del topiramato e un nuovo programma di prevenzione della gravidanza da attuare per evitare l’esposizione al farmaco in utero.
Si riportano di seguito, le raccomandazioni fornite dal PRAC in merito all’uso del topiramato in donne in gravidanza e in età fertile [1].
- Nella prevenzione dell’emicraniae come trattamento per il controllo del peso, il topiramato è controindicato durante la gravidanza.
Il topiramato deve essere interrotto se la paziente inizia una gravidanza o sta pianificando una gravidanza.
Le pazienti in età fertile devono utilizzare un metodo contraccettivo altamente efficace durante il trattamento e per almeno 4 settimane dopo l’interruzione del trattamento con topiramato. - Nel trattamento dell’epilessia, il topiramato è controindicato durante la gravidanza a meno che non esista un trattamento alternativo adeguato.
Il topiramato è controindicato anche nelle donne in età fertile affette da epilessia che non utilizzano metodi contraccettivi altamente efficaci. L'unica eccezione è una donna per la quale non esiste un'alternativa adeguata ma che sta pianificando una gravidanza e che è stata pienamente informata sui rischi derivanti dall'assunzione di topiramato durante la gravidanza. - Indipendentemente dall’indicazione, il topiramato deve essere usato nelle donne in età fertile solo quando sono soddisfatte le seguenti condizioni del programma di prevenzione della gravidanza:
- un test di gravidanza prima di iniziare il trattamento;
- consulenza sui rischi del trattamento con topiramato e sulla necessità di una contraccezione altamente efficace durante il trattamento;
- una revisione del trattamento in corso almeno una volta all'anno mediante la compilazione di un modulo di sensibilizzazione sui rischi.
Per confermare che sono state adottate le misure appropriate, i pazienti e i prescrittori dovranno compilare questo modulo all'inizio del trattamento e ad ogni revisione annuale, verificando se la paziente sta pianificando una gravidanza o è rimasta incinta durante il trattamneto. È necessario garantire che il paziente sia pienamente informato e abbia compreso i rischi e le misure da adottare [1].
Riferimenti bibliografici e sitografici
[1] https://www.ema.europa.eu/en/medicines/human/referrals/topiramate#key-facts-section
[3] Riassunto delle Caratteristiche del Prodotto – Topamax. Disponibile al link https://farmaci.agenziafarmaco.gov.it/aifa/servlet/PdfDownloadServlet?pdfFileName=footer_001445_032023_RCP.pdf&sys=m0b1l3
[4] F. Rossi, V. Cuomo, C. Riccardi. Farmacologia. Principi di base e applicazioni terapeutiche. Edizioni Minerva Medica, 2023
[5] Bjørk M, Zoega H, Leinonen MK, et al. Associazione tra esposizione prenatale ai farmaci anticonvulsivanti e rischio di autismo e disabilità intellettiva. JAMA Neurol. 2022 1 luglio;79(7):672-681. doi: 10.1001/jamaneurol.2022.1269.
[6] Dreier JW, Bjørk M, Alvestad S, et al. Esposizione prenatale ai farmaci anticonvulsivanti e incidenza di disturbi psichiatrici ad esordio nell'infanzia e nell'adolescenza. JAMA Neurol. 2023 1 giugno;80(6):568-577. doi: 10.1001/jamaneurol.2023.0674.
[7] Hernandez-Diaz S, Straub L, Bateman B, et al. Topiramato durante la gravidanza e il rischio di disturbi dello sviluppo neurologico nei bambini. In: ABSTRACTS of ICPE 2022, 38a conferenza internazionale sulla farmacoepidemiologia e la gestione del rischio terapeutico (ICPE), Copenhagen, Danimarca, 26–28 agosto 2022. Pharmacoepidemiol Drug Saf, 2022; 31 Suppl 2:3-678.
Nota Informativa Importante AIFA: aumento del rischio di tubercolosi nei pazienti trattati con Gavreto® (pralsetinib)
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In data 16/06/2023, è stata pubblicata sul portale dell’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA), in accordo con l’Agenzia Europea per i medicinali (EMA), una Nota Informativa Importante (NII), su un aumentato rischio di tubercolosi, principalmente extrapolmonare, nei pazienti trattati con pralsetinib [1].
Nell’Unione Europea, pralsetinib (principio attivo della specialità medicinale Gavreto®) è indicato in monoterapia per il trattamento di pazienti adulti con cancro del polmone non a piccole cellule (NSCLC) in stadio avanzato positivo per la fusione del gene REarranged during Transfection (RET), non precedentemente trattati con un inibitore di RET.
In particolare, pralsetinib è un potente inibitore della protein-chinasi, diretto selettivamente contro le fusioni oncogeniche di RET (KIF5B-RET e CCDC6-RET) che, nel NSCLC, rappresentano uno dei principali driver oncogeni [2].
Un’analisi globale sui dati di sicurezza disponibili sul farmaco Gavreto® ha evidenziato 9 casi di tubercolosi tra i pazienti trattati con pralsetinib. Sette di questi casi sono stati registrati in regioni dove la malattia è endemica. Tale evento ha interessato pazienti con o senza storia nota pregressa di tubercolosi. Nella maggior parte dei casi si trattava di tubercolosi extrapolmonare, come tubercolosi linfonodale, peritoneale o renale.
Nello studio clinico ARROW, uno dei primi ad essere effettuato su pralsetinib, sono stati reclutati 528 pazienti, di cui 281 con NSCLC in stadio avanzato. Complessivamente nell’ambito di tale studio sono stati segnalati 4 casi di tubercolosi (0,8%) di qualsiasi entità e 1 solo caso (0,2%) di grado 3-4. Pertanto, la frequenza di insorgenza della tubercolosi è non comune (da ≥ 1.000 a < 1/100).
Alla luce di ciò, prima di iniziare il trattamento con pralsetinib, i pazienti devono essere valutati per tubercolosi attiva ed inattiva “latente”, al fine di avviare una eventuale terapia anti-micobatterica prima di iniziare il trattamento con Gavreto®. Inoltre, è sconsigliata la co-somministrazione di pralsetinib con forti induttori del CYP3A4, come rifabutina o rifampicina, che possono ridurre le concentrazioni plasmatiche di pralsetinib con conseguente diminuzione dell’efficacia. Se la co-somministrazione non può essere evitata, la dose di pralsetinib deve essere aumentata.
Attualmente è in corso un aggiornamento delle informazioni riportate sugli stampati del prodotto (Riassunto delle Caratteristiche del Prodotto e Foglietto Illustrativo) per includere il rischio di tubercolosi e raccomandazioni in merito all’analisi e il trattamento.
In conclusione, l’AIFA incoraggia medici ed operatori sanitaria a segnalare qualsiasi sospetta reazione avversa associata all’utilizzo di Gavreto® al fine di continuare a monitore il profilo di sicurezza di questo farmaco.
Bibliografia
1. Nota Informativa Importante. GAVRETO (pralsetinib): aumento del rischio di tubercolosi e misure per minimizzare questo rischio. Disponibile al link: https://www.aifa.gov.it/documents/20142/1804929/2023.06.16_NII_Gavreto_pralsetinib_IT.pdf
2. Riassunto delle caratteristiche del prodotto di Gavreto: Disponibile al link: https://farmaci.agenziafarmaco.gov.it/aifa/servlet/PdfDownloadServlet?pdfFileName=footer_004768_049771_RCP.pdf&retry=0&sys=m0b1l3
Farmaci anti-HIV e gravidanza: uno studio conferma l’efficacia e la sicurezza di dolutegravir e tenofovir alafenamide fumarato nelle pazienti gestanti.
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L’HIV è un virus a RNA appartenente alla famiglia dei retrovirus in grado di provocare immunodepressione agendo a livello dei linfociti T di tipo CD4. L'HIV si trasmette tramite rapporti sessuali non protetti e contatto con il sangue. È stata dimostrata, inoltre, una possibile trasmissione tra madre e bambino durante la gravidanza, il parto e l'allattamento al seno [1, 2].
Negli ultimi anni, per contrastare la tendenza del virus HIV a mutare è stata prevista come strategia terapeutica la somministrazione contemporanea di più farmaci antiretrovirali (terapia combinata).
Nel 2018 le linee guida dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) hanno sostituito efavirenz (EFV) con dolutegravir (DTG), potente inibitore dell'integrasi, per il trattamento di prima linea dell’HIV negli adulti, anche in gravidanza. Inoltre, l'OMS ha raccomandato l’impiego di tenofovir disoproxil fumarato (TDF), insieme alla lamivudina o emtricitabina (FTC) come componente della terapia antiretrovirale di prima linea. Anche tenofovir alafenamide fumarato (TAF) è stato raccomandato nei regimi di trattamento dell'HIV di prima linea a livello globale dopo aver mostrato pari efficacia al TDF nel trattamento dell'HIV, con una minore tossicità renale e ossea e costi di produzione inferiori.
Secondo i dati dell'OMS ogni anno sono circa 1,3 milioni le donne affette da HIV-1 che rimangono incinte in tutto il mondo [1]. Durante la gravidanza la terapia antiretrovirale è fondamentale, sia per la salute materna che per la prevenzione della trasmissione della malattia nel bambino. Sfortunatamente, i dati di efficacia e sicurezza in gravidanza sono scarsi per la maggior parte degli antiretrovirali.
Sulla rivista scientifica Lancet sono stati pubblicati i risultati dello studio IMPAACT 2010/VESTED, condotto allo scopo di confrontare l'efficacia virologica e la sicurezza di differenti regimi terapeutici antiretrovirali per il trattamento dell’HIV in gravidanza [3].
In particolare, tale studio aveva l’obiettivo di valutare l’efficacia e la sicurezza dei tre possibili regimi antiretrovirali iniziati in gravidanza: dolutegravir + emtricitabina / tenofovir alafenamide fumarato (DTG+FTC/TAF), dolutegravir + emtricitabina/ tenofovir disoproxil fumarato (DTG+FTC/TDF) e efavirenz/ emtricitabina/ tenofovir disoproxil fumarato (EFV/FTC/TDF).
Per questo studio di fase 3, multinazionale, randomizzato, in aperto, a partire dal 2018 sono state arruolate un totale di 643 donne con infezione da HIV e in gravidanza, provenienti da un totale di nove Stati (Botswana, Brasile, India, Sud Africa, Tanzania, Tailandia, Uganda, Usa e Zimbabwe). Le pazienti, in un range gestazionale compreso fra le 14 e le 28 settimane di gravidanza, sono state randomizzate in rapporto 1:1:1 per ricevere una delle seguenti combinazioni farmacologiche: DTG+FTC/TAF, DTG+FTC/TFD o EFV/FTC/TDF.
Le caratteristiche mediane delle pazienti all’arruolamento erano 22 settimane di gestazione, carica virale (HIV RNA) di 903 copie/ml e conta dei CD4 circolanti di 466 cellule/μl. Dai risultati è emerso che al momento del parto, le donne dei gruppi di trattamento con dolutegravir (n=395, 98%) avevano mostrato una soppressione virale significativamente più elevata rispetto alle donne in trattamento con efavirenz (n=182; 91%; p=0,005). Inoltre, un numero significativamente inferiore di partecipanti nel gruppo DTG+FTC/TAF (dolutegravir, emtricitabina e tenofovir alafenamide fumarato) ha avuto un esito avverso composito della gravidanza rispetto a quelli nel gruppo DTG+FTC/TDF (dolutegravir, emtricitabina e tenofovir disoproxil fumarato) (p=0,043) o il gruppo EFV/FTC/TDF (efavirenz, emtricitabina e tenofovir disoproxil fumarato) (p=0,047). La proporzione di partecipanti o neonati con eventi avversi di grado 3 o superiore non differiva tra i tre gruppi. La percentuale di partecipanti che hanno avuto un parto pretermine è stata significativamente inferiore nel gruppo DTG+FTC/TAF (dolutegravir, emtricitabina e tenofovir alafenamide fumarato) rispetto al gruppo EFV/FTC/TDF (efavirenz, emtricitabina e tenofovir disoproxil fumarato) (p=0,023). La mortalità neonatale è stata significativamente più alta nel gruppo EFV/FTC/TDF (efavirenz, emtricitabina e tenofovir disoproxil fumarato) rispetto al gruppo DTG+FTC/TAF (dolutegravir, emtricitabina e tenofovir alafenamide fumarato) (p=0,19) o il gruppo DTG+FTC/TDF (dolutegravir, emtricitabina e tenofovir disoproxil fumarato) (p=0,050).
In definitiva, i risultati di questo studio pubblicato su Lancet supportano l'uso di DTG e TAF in gravidanza. Infatti, regimi terapeutici contenenti dolutegravir (DTG+FTC/TAF e DTG+FTC/TDF), hanno mostrato un'efficacia virologica superiore al momento del parto rispetto alla combinazione EFV/FTC/TDF. Inoltre, DTG+FTC/TAF è stato associato ad una più bassa frequenza di eventi avversi correlati alla gravidanza e di morte neonatale [3].
RIFERIMENTI
$11. Infezione da Hiv e Aids – Disponibile al link: https://www.epicentro.iss.it/aids/
$12. Mother-to-child transmission of HIV disponibile al link: https://www.who.int/teams/global-hiv-hepatitis-and-stis-programmes/hiv/prevention/mother-to-child-transmission-of-hiv
$13. Lockman, S., Brummel, S. S., Ziemba, L., Stranix-Chibanda, L., McCarthy, K., Coletti, A., Jean-Philippe, P., Johnston, B., Krotje, C., Fairlie, L., Hoffman, R. M., Sax, P. E., Moyo, S., Chakhtoura, N., Stringer, J. S., Masheto, G., Korutaro, V., Cassim, H., Mmbaga, B. T., João, E., … IMPAACT 2010/VESTED Study Team and Investigators (2021). Efficacy and safety of dolutegravir with emtricitabine and tenofovir alafenamide fumarate or tenofovir disoproxil fumarate, and efavirenz, emtricitabine, and tenofovir disoproxil fumarate HIV antiretroviral therapy regimens started in pregnancy (IMPAACT 2010/VESTED): a multicentre, open-label, randomised, controlled, phase 3 trial. Lancet (London, England), 397(10281), 1276–1292. https://doi.org/10.1016/S0140-6736(21)00314-7
Introdotte limitazioni d’uso dei medicinali contenenti salbutamolo e ipratropio bromuro in combinazione a dose fissa: non più indicati al di sotto dei 18 anni.
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In data 05/07/2023, è stato pubblicato dall’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) un comunicato in merito alle limitazioni d’uso dei medicinali contenenti salbutamolo e ipratropio bromuro in combinazione a dose fissa (0,375% + 0,075%), non più indicati nei pazienti pediatrici [1]. Seppur con meccanismi diversi, entrambi i due principi attivi svolgono attività antibroncospastica, inducendo quindi il rilassamento della muscolatura liscia bronchiale, favorendo, così, il passaggio dell’aria nei polmoni.
Il salbutamolo risulta particolarmente efficace per il rapido sollievo dai sintomi asmatici [2], mentre l’aggiunta di ipratropio può essere presa in considerazione in una seconda fase del trattamento, per trattare episodi di gravi riacutizzazioni, ad una dose che deve essere adattata alle esigenze individuali di ciascun paziente [3]. Alla luce di ciò, questa associazione veniva utilizzata per trattare le difficoltà respiratorie causate da asma bronchiale e broncopatia ostruttiva con componente asmatica sia negli adulti che nei bambini.
Tuttavia in seguito ad una revisione dei dati disponibili di efficacia e sicurezza, è stato rivelato un incremento delle reazioni avverse, spesso gravi, dovute ad errori terapeutici, soprattutto nella popolazione pediatrica [1]. È noto, infatti, che in caso di sovradosaggio possono manifestarsi, in forma transitoria, tremori, aumento della frequenza cardiaca, tachipnea e acidosi metabolica [2].
Ciò ha condotto, alla limitazione d’uso dei prodotti medicinali a base di tale associazione soltanto alla popolazione adulta, escludendone l’utilizzo nei pazienti di età inferiore ai 18 anni (bambini e adolescenti).
Tuttavia, resta la possibilità per i pazienti pediatrici che ne necessitano di essere trattati con i due principi attivi separati, utilizzando i medicinali monoterapici disponibili. Questo consentirà di effettuare il più corretto aggiustamento della posologia, in accordo alle caratteristiche del singolo paziente.
Pertanto, è stato disposto l’aggiornamento delle indicazioni terapeutiche nonché delle informazioni contenute nel Riassunto delle Caratteristiche del Prodotto (RCP) e nel Foglio Illustrativo di tutti i medicinali a base della combinazione fissa salbutamolo e ipratropio bromuro.
Referenze
$1 1. Nota Informativa Importante AIFA. Disponibile al link: https://www.aifa.gov.it/en/-/modifica-di-indicazioni-e-popolazione-autorizzata-dei-medicinali-a-base-dell-associazione-fissa-fdc
$1 2. Riassunto Caratteristiche del Prodotto BREVA0,375% + 0,075%. Disponibile al link: https://farmaci.agenziafarmaco.gov.it/aifa/servlet/PdfDownloadServlet?pdfFileName=footer_000124_024154_RCP.pdf&sys=m0b1l3
$1 3. Riassunto Caratteristiche del Prodotto Salbutamolo Sandoz. Disponibile al link: https://farmaci.agenziafarmaco.gov.it/aifa/servlet/PdfDownloadServlet?pdfFileName=footer_001392_039221_RCP.pdf&sys=m0b1l3
$1 4. Riassunto Caratteristiche del Prodotto IPRAXA. Disponibile al link: https://farmaci.agenziafarmaco.gov.it/aifa/servlet/PdfDownloadServlet?pdfFileName=footer_000813_039465_RCP.pdf&sys=m0b1l3
Adolescenti e dermatite atopica : upadacitinib si conferma efficace e sicuro
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In data 05/04/2023 è stata emanata una determina (n. DG/63/2023) dall’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) volta all’aggiornamento della scheda di prescrizione cartacea per i farmaci JAKinibitori (abrocitinib, upadacitinib) nel trattamento della dermatite atopica.
Questa è una malattia complessa e multifattoriale che può interessare diverse parti del corpo, tra cui il collo, gomiti, ginocchia, mani, piedi, viso e cuoio capelluto. Il prurito forte e incessante può avere un notevole impatto sulla qualità di vita dei pazienti affetti da dermatite atopica, causando difficoltà di concentrazione, perdita di sonno, stanchezza e difficoltà lavorative [1].
Upadacitinib, il principio attivo della specialità medicinale Rinvoq®, è un farmaco immunosoppressore, ossia che riduce l’attività del sistema immunitario. In particolare, agisce da inibitore selettivo e reversibile di alcuni enzimi intracellulari noti come Janus chinasi (JAK), che sono coinvolti nella via di segnalazione delle citochine, svolgendo ruoli chiave nel controllo della risposta immunitaria.
Per questa ragione Rinvoq® è indicato per il trattamento di numero patologie di natura immunitaria, quali artrite reumatoide o psoriasica, spondiloartrite assiale o anchilosante, malattia di Crohn, colite ulcerosa e, appunto, dermatite atopica.
In particolare, come emerge dal Rapporto Pubblico Europeo di Valutazione (EPAR) pubblicato sul sito web dell’Agenzia Europea dei Medicinali (EMA), l’upadacitinib può essere somministrato, per via orale, ad adulti e adolescenti a partire dai 12 anni di età che presentano una dermatite atopica da moderata a grave [2].
A supporto di ciò, in data 13/04/2023, è stato pubblicato un articolo sulla rivista scientifica internazionale Jama Dermatology il cui obiettivo è stato quello di valutare l’efficacia e la sicurezza di upadacitinib per il trattamento della dermatite atopica da moderata a grave, anche negli adolescenti, descritte da 3 studi multicentrici di fase 3 randomizzati, controllati, in doppio cieco (MEASURE UP 1, MEASURE UP 2 e AD UP). Nello specifico, l’analisi è stata condotta su 562 adolescenti di cui 189 sono stati randomizzati negli studi MEASURE UP 1, 180 in MEASURE UP 2 e 183 in AD UP. Ai partecipanti veniva somministrato per via orale, una volta al giorno, upadacitinib 15mg o 30 mg, versus solo placebo (MEASURE UP 1 e MEASURE UP 2) o corticosteroidi topici (AD UP) per 16 settimane.
In MEASURE UP 1, MEASURE UP 2 e AD Up, rispettivamente, il 95% degli adolescenti hanno ottenuto un miglioramento di almeno il 75% nell'Eczema Area and Severity Index alla settimana 16 con upadacitinib 15 mg e upadacitinib 30 mg rispetto al placebo.
Allo stesso modo, una percentuale maggiore di adolescenti trattati con upadacitinib ha ottenuto un punteggio Investigator Global Assessment for Atopic Dermatitis di 0 o 1 alla settimana 16 e miglioramenti nella qualità della vita con upadacitinib rispetto al placebo. Upadacitinib è stato generalmente ben tollerato negli adolescenti.
Upadacitinib ha dimostrato un miglioramento clinicamente e statisticamente significativo dei parametri relativi all’estensione, intensità e gravità dei segni e sintomi della dermatite atopica (EASI-75; IGA 0/1, % BSA, SCORAD), nonché di quelli relativi ai sintomi maggiormente impattanti, quali il prurito, e la qualità della vita correlata alla salute in una percentuale maggiore di adolescenti rispetto al placebo [3].
Le reazioni avverse più comunemente riportate (³ 2% dei pazienti) con upadacitinib 15 mg o 30 mg sono state infezione delle vie respiratorie superiori (25,4%), acne (15,1%), herpes simplex (8,4%), cefalea (6,3%), innalzamento dei livelli di CPK (5,5%), tosse (3,2%), follicolite (3,2%), dolore addominale (2,9%), nausea (2,7%), neutropenia (2,3%), piressia (2,1%) e influenza (2,1%).
La data della prima autorizzazione di tale farmaco in Europa risale al 16 Dicembre 2019 e nonostante i risultati ottenuti siano stati ben accolti si attendono i dati sulla sicurezza a lungo termine.
Riferimenti bibliografici
[1] Eichenfield, L. F., Tom, W. L., Chamlin, S. L., Feldman, S. R., Hanifin, J. M., Simpson, E. L., Berger, T. G., Bergman, J. N., Cohen, D. E., Cooper, K. D., Cordoro, K. M., Davis, D. M., Krol, A., Margolis, D. J., Paller, A. S., Schwarzenberger, K., Silverman, R. A., Williams, H. C., Elmets, C. A., Block, J., … Sidbury, R. (2014). Guidelines of care for the management of atopic dermatitis: section 1. Diagnosis and assessment of atopic dermatitis. Journal of the American Academy of Dermatology, 70(2), 338–351. https://doi.org/10.1016/j.jaad.2013.10.010
[2] https://www.ema.europa.eu/en/documents/overview/rinvoq-epar-medicine-overview_it-0.pdf
[3]Paller, A. S., Ladizinski, B., Mendes-Bastos, P., Siegfried, E., Soong, W., Prajapati, V. H., Lio, P., Thyssen, J. P., Simpson, E. L., Platt, A. M., Raymundo, E. M., Liu, J., Calimlim, B. M., Huang, X., Gu, Y., Hu, X., Yang, Y., Su, J. C., Zheng, M., Yamamoto-Hanada, K., … Irvine, A. D. (2023). Efficacy and Safety of Upadacitinib Treatment in Adolescents With Moderate-to-Severe Atopic Dermatitis: Analysis of the Measure Up 1, Measure Up 2, and AD Up Randomized Clinical Trials. JAMA dermatology, e230391. Advance online publication. https://doi.org/10.1001/jamadermatol.2023.0391
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