Nota informativa Importante dell’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) e dell’Agenzia Europea dei medicinali (EMA) sui rischi connessi ad errori di calcolo del dosaggio dell’idarubicina.
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In data 25 Ottobre 2018 è stata pubblicata sul portale dell’AIFA una Nota Informativa Importante circa le istruzioni per gli Operatori Sanitari al fine di evitare potenziali errori di calcolo del dosaggi dell’idarubicina.
L’idarubicina è un antibiotico citotossico appartenente alla famiglia delle antracicline ed è indicato per per il trattamento di prima linea dell’induzione della remissione di bambini con leucemia mieloide acuta (LMA) non trattati in precedenza. È, inoltre, indicato negli adulti e nei bambini per il trattamento della recidiva di leucemia linfoblastica acuta (LLA) come trattamento di seconda linea.
L’idarubicina in quanto antraciclina DNA intercalante, interagisce con l’enzima topoisomerasi II e ha un effetto inibitorio sulla sintesi dell’acido nucleico.
La Nota Informtiva Importante deriva da una misura di minimizzazione del rischio messa in atto al fine di evitare errori dovuti all’erroneo calcolo del dosaggio del medicinale quando quest’ultimo deve essere ricostituito al fine di essere somministrato al paziente. In particolare, può accadere che l’idarubicina cloridrato sia erroneamente preparata effettuando il calcolo delle quantità considerando la base libera (idarubicina) piuttosto che la forma salificata della sostanza (idarubicina cloridrato). Tale errore porta ad un sovradosaggio di circa il 7%.
Un sovradosaggio di idarubicina può provocare, infatti, tossicità. In particolare, può indurre tossicità miocardica acuta entro 24 ore e grave mielosoppressione entro 1-2 settimane. La tossicità cardiaca dell’idarubicina e, più in generale delle antracicline, può presentarsi anche diversi mesi dopo il sovradosaggio. È stato ipotizzato che la cardiotossicità doxorubicina-dipendente si verifica attraverso la produzione di ROS (Reactive Oxygen Species) e probabilmente l'accumulo di ferro a livello cellulare. In particolare, un recente studio [1] ha evidenziato che la cardiotossicità si sviluppa attraverso l'accumulo preferenziale di ferro all'interno dei mitocondri determinando un aumento sia di ferro mitocondriale che dei livelli cellulari di ROS.
AIFA, in collaborazione con le Aziende Titolari dell’Autorizzazione all’Immissione in commercio di idarubicina cloridrato ha diramato, pertanto, agli operatori sanitari coinvolti nell’utilizzo di tale farmaco la seguente nota:
$1· Questa comunicazione contiene informazioni per gli Operatori Sanitari al fine di evitare possibili errori di calcolo del dosaggio con l’idarubicina cloridrato, per tutte le formulazioni iniettabili di idarubicina cloridrato (polvere per soluzione iniettabile per uso endovenoso, soluzione iniettabile per uso endovenoso, concentrato per soluzione per infusione).
$1· I calcoli per la ricostituzione dell’idarubicina cloridrato effettuati considerando la base libera del principio attivo (idarubicina) possono portare ad un sovradosaggio. Gli Operatori Sanitari devono sempre eseguire i calcoli per la ricostituzione del medicinale tenendo in considerazione la forma salificata “idarubicina cloridrato”.
$1· Al fine di minimizzare ulteriormente il rischio di errori nel calcolo del dosaggio, i Titolari dell’Autorizzazione all’Immissione in Commercio di medicinali a base di idarubicina cloridrato aggiorneranno il Riassunto delle Caratteristiche del Prodotto (RCP) riportando “idarubicina cloridrato” negli opportuni paragrafi.
AIFA, inoltre, coglie l’occasione per ricordare a tutti gli Operatori Sanitari l’importanza della segnalazione delle sospette reazioni avverse da farmaci, quale strumento indispensabile per confermare un rapporto beneficio rischio favorevole nelle reali condizioni di impiego.