Aggiornamento delle linee guida sul rilevamento e sulla gestione dell’ipertensione resistente.

In data 17 Settembre 2018, l’American Heart Association (AHA) ha aggiornato le linee guida per il rilevamento e la gestione dell’ipertensione resistente.

L'ipertensione è il principale fattore di rischio al mondo per le malattie cardiovascolari, ictus, disabilità e morte.

Nonostante negli ultimi 30 anni vi sia stato un costante miglioramento nella cura e nel trattamento dell’ipertensione arteriosa, una grande percentuale di adulti ipertesi non riescono ad ottenere un adeguato controllo della pressione arteriosa.

L’ipertensione resistente (RH) è definita come una pressione sanguigna elevata (>140/90 mm/Hg nella popolazione generale di pazienti con ipertensione arteriosa e ≥130/80 mmHg nei pazienti con diabete mellito o nefropatia) nonostante l'uso concomitante di 3 classi di farmaci antipertensivi uno dei quali deve essere un diuretico.

Nel documento diffuso dall’AHA si enfatizza il ruolo dello stile di vita come parte centrale del trattamento. Infatti, numerose sono le condizione che possono influenzare i livelli di pressione: obesità, ipertrofia ventricolare sinistra, albuminuria, diabete mellito, CKD e apnea ostruttiva del sonno (OSA). In particolare, la proporzione di pazienti che soffre di RH e apnea notturna risulta elevato (60-84%). Inoltre, è stato osservato che anche i pazienti che soffrono di disturbi del sonno (durata più breve e risvegli frequenti) manifestano ipertensione resistente. Ciò è probabilmente dovuto ad una attivazione del sistema simpatico e del sistema renina-angiotensina che interferiscono con il corretto controllo della pressione arteriosa.

L’AHA, inoltre, ricorda l’importanza di chiedere al paziente se effettua terapie concomitanti in quanto molti farmaci possono determinare un aumento della pressione arteriosa quali ad esempio farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS) e contraccettivi orali.

Altro fattore importante da prendere in considerazione è l’“effetto camice bianco”. È stato, infatti, osservato che quando la pressione viene misurata dal medico, piùttosto che dall’infermiere, la pressione risulta più elevata, come se la figura del clinico generasse una sensazione di ansia e/o timore e quindi uno sbalzo di pressione. Sarebbe, qundi, opportuno misurare la pressione attraverso dispositivi che effettuano da 3 a 6 misurazioni consecutive, di modo da poter ottenere un dato più preciso circa i valori pressori.

Oltre allo stile di vita, risulta fondamentale anche una dieta povera di sodio. Numerosi studi hanno, infatti confermato che i pazienti che fanno elevato consumo di sodio sono maggiormente esposti al rischio di ipertensione resistente.

Al fine di trattare con successo l’RH, oltre all’ablazione del nervo renale e alla terapia di attivazione barorecettoriale, sono stati esplorati nuovi dispositivi sperimentali. Questi includono la creazione di un’anastomosi arterovenosa centrale, un dispositivo renale endovascolare per denervazione renale endovascolare e la stimolazione del nervo mediano che utilizza una tecnica di elettroagopuntura per ridurre il deflusso simpatico.

In conclusione, la ricerca e lo sviluppo futuri sono incoraggiati affinchè metodi sempre più efficaci possano essere applicabili a pazienti refrattari alla terapia farmacologica o che hanno difficoltà a tollerare farmaci efficaci [1].

Bibliografia

$11.      Robert M. Carey et al. Resistant Hypertension: Detection, Evaluation, and Management: A Scientific Statement From the American Heart Association. 13 Sep 2018Hypertension. 2018;0:HYP.0000000000000084.

   

  

cerca