Carcinoma del polmone ALK-positivo
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In data 09/09/2017, durante il congresso della European Society for Medical Oncology (ESMO) che si è tenuto a Madrid, sono stati presentati i risultati di uno studio di Fase III che ha dimostrato come alectinib riduca, in maniera statisticamente significativa, il rischio di progressione o morte nell’85% dei pazienti affetti da carcinoma avanzato non a piccole cellule del polmone (NSCLC)(1).
Nei paesi occidentali il tumore polmonare è, a tutt’oggi, il più diffuso tra le neoplasie maligne ed è la più frequente causa di morte per cancro sia nell’uomo che nella donna. Il principale fattore di rischio è rappresentato dal fumo di sigaretta.Al momento della diagnosi l’età media dei pazienti e di 60 anni e circa un terzo presenta malattia in stadio III.
I tumori del polmone sono classificati in a piccole cellule (SCLC) e non a piccole cellule (NSCLC). Quelli NSCLC sono più frequenti e rappresentano l’85% del totale. All’interno di questo gruppo vi sono numerosi sottotipi caratterizzati da mutazioni geniche verso cui si sta orientando la ricerca (target therapy).
La mutazione del recettore del fattore di crescita epidermico (EGFR) si riscontra nel 10-15% dei pazienti caucasici con NSCLC; al contrario, il riarrangiamento genico di ALK, chinasi del linfoma anaplastico (conosciuta anche come recettore tirosin-chinasico ALK, ALK tyrosine kinase receptor) definisce una sottopopolazione equivalente al 2-7% dei NSCLC con distinti aspetti clinico-patologici. I pazienti con neoplasia ALK+ traggono beneficio da trattamenti in grado di inibirne selettivamente il meccanismo patogenetico. Attualmente il trattamento più efficace per il NSCLC ALK+ è crizotinib. Analogamente a quanto riscontrabile nei pazienti con mutazione di EGFR, in pazienti trattati con crizotinib si instaura resistenza, che riconosce diversi meccanismi. Alectinib, approvato in monoterapia, è stato sviluppato per il trattamento di pazienti con progressione di malattia, resistenti o intolleranti a crizotinib.
Lo studio in questione (ALUR) è un studio di fase III randomizzato, multicentrico, aperto, che ha valutato efficacia e sicurezza di alectinib vs la chemioterapia standard (pemetrexed o docetaxel) in pazienti con NSCLC ALK+ precedentemente trattati con chemioterapia a base di platino e crizotinib. I pazienti sono stati randomizzati 2:1 a ricevere alectinib o il trattamento standard. L’endpoint primario dello studio è stato la valutazione della sopravvivenza libera da malattia (PFS). Gli endpoints secondari hanno valutato la sopravvivenza globale (OS), il tasso di risposta globale (ORR) in pazienti con metastasi cerebrali e il tempo mediano di progressione delle stesse. Lo studio ha arruolato 107 pazienti in 15 paesi. Alectinib ha ridotto significativamente il rischio di progressione o morte dell’85% vs il trattamento di confronto (HR= 0,15, IC 95%: 0,08-0,29, p<0,001). La PFS è stata di 9,6 mesi (IC 95%; 6,9-12,2) vs 1,4 mesi (IC 95%; 1,3-1,6) di coloro che hanno ricevuto il trattamento di confronto. Il PFS mediano valutato da un comitato di revisione indipendente (IRC) è stato di 7,1 mesi per i pazienti che hanno ricevuto alectinib vs 1,6 mesi dei pazienti del braccio di controllo (HR = 0,32, 95% CI 0,17-0,59, p <0,001).
Per quanto riguarda il profilo di tollerabilità, le reazioni avverse (ADRs) di qualunque grado si sono verificate nel 77,1% dei pazienti trattati. Le più frequenti sono state: nausea, vomito, diarrea, aumento degli enzimi epatici, anemia e fotosensibilità. Le ADRs di grado 3-5 sono state del 27,1%; è stato segnalato un caso con esito fatale nel braccio di controllo.
Bibliografia
1)https://www.pharmastar.it/news/oncoemato/carcinoma-polmonare-alk-positivo-alectinib-riducerischio-di-progressione-e-morte-studio-alur--24752