Comunicato stampa dell’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) in merito all’aumento del consumo di antidolorifici oppioidi.
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In data 30/01/2015, l’AIFA, in accordo con l’Agenzia Europea dei Medicinali (EMA), ha emanato una nota informativa relativamente all’aumento del consumo di antidolorifici oppioidi, soprattutto nelle donne in gravidanza.
Gli alcaloidi naturali dell’oppio sono la morfina, l’idromorfone, l’ossicodone, la codeina, il tramadolo e il tapendazolo; essi sono indicati per il trattamento degli stati dolorosi acuti e cronici di media e grave intensità, in particolare per i dolori di origine oncologica, i dolori conseguenti a interventi diagnostici e chirurgici e i dolori osteoarticolari. La codeina, inoltre, viene utilizzata come sedativo per la tosse.
La morfina è un agonista dei recettori oppioidi k, µ, e δ localizzati nel sistema nervoso centrale e nel plesso mesenterico della parete addominale. I suoi effetti principali si manifestano sul sistema nervoso centrale con analgesia, depressione respiratoria, cambiamenti d'umore e obnubilamento mentale. L’ossicodone è un agonista oppioide completo con azione simile alla morfina. Presenta, infatti, affinità per i recettori k, µ e δ del cervello e del midollo spinale. L’idromorfone è principalmente un agonista dei recettori μ, con una debole affinità per i recettori κ. Il tramadolo, invece, è un agonista puro non selettivo dei recettori µ, δ, e k, anche se presenta maggior affinità per i recettori µ. Diversamente dalla morfina, il tramadolo non induce depressione respiratoria, quando somministrato nell’intervallo di dosi analgesiche. Infine, il tapentadolo è un potente analgesico che, oltre ad avere attività agonista sui recettori oppioidi, è in grado di inibire la ricaptazione della noradrenalina.
Ad oggi, è stato evidenziato un incremento del consumo di antidolorifici da 2,1 dosi giornaliere per mille abitanti nel 2005 a 7,3 nel 2013; nello specifico, il consumo di oppioidi è aumentato da 1,1 dosi giornaliere per mille abitanti a 5,2. Il trend di aumento del consumo degli analgesici oppioidi si è registrato anche in Italia, dove i dati dell’ultimo Rapporto OsMed hanno confermato un aumento della loro prescrizione. I Rapporti Nazionali OsMed sono annuali, periodici e permettono di descrivere i dati relativi all’uso dei farmaci in Italia in termini di spesa, volume e tipologia. L’incremento della prescrizione di analgesici oppioidi per il trattamento del dolore rientra nell’ambito del percorso intrapreso dall’Italia a tutela del diritto del cittadino ad accedere alle cure palliative e alla terapia del dolore (in accordo con quanto stabilito della legge 38/2010); tuttavia, questo ampliamento normativo ha comportato un uso non sempre appropriato di questa classe di farmaci.
Considerato il crescente utilizzo di farmaci oppioidi, inoltre, particolare attenzione va riservata al loro uso in donne in età fertile. Un rapporto statunitense del Center for Disease and Prevention ha messo in evidenza che più di un terzo delle donne in età riproduttiva ha ricevuto almeno una prescrizione all’anno di antidolorifico oppioide, nel periodo compreso tra il 2008 e il 2012; il principale problema correlato a tale utilizzo riguarda il fatto che alcune donne possono assumere tali farmaci senza essere a conoscenza dello stato di gravidanza, esponendo quindi il feto a potenziali rischi. Alcuni studi sul consumo di oppiacei in gravidanza hanno, infatti, evidenziato la comparsa di possibili complicazioni durante lo sviluppo fetale, come difetti del tubo neurale, difetti cardiaci congeniti, gastroschisi e sindrome da astinenza neonatale (1,2).
Sulla base di queste evidenze, l’AIFA raccomanda una prescrizione responsabile da parte del medico curante e la divulgazione di informazioni corrette per le donne in gravidanza sulla tipologia di analgesici da assumere in caso di necessità. In particolare, il farmaco di riferimento rimane il paracetamolo; in caso di inefficacia di quest’ultimo, si consiglia l’utilizzo di acido acetilsalicilico, ibuprofene o indometacina.
Siti di riferimento:
http://www.agenziafarmaco.gov.it/
http://www.ema.europa.eu/ema/
Bibliografia
1. Stanhope TJ. Chronic opioid use during pregnancy: maternal and fetal implications. Clin Perinatol. 2013;40(3):337-50.
2. Kocherlakota P. Neonatal abstinence syndrome. Pediatrics. 2014 Aug;134(2):e547-61.