Comunicato stampa dell’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) in merito alla rivalutazione dei farmaci Corlentor®/Procoralan® (ivabradina).

In data 08/05/2014, l’AIFA, in accordo con l’Agenzia Europea dei Medicinali (EMA), ha emanato una nota informativa sulla rivalutazione di Corlentor®/Procoralan®. Tali farmaci sono stati autorizzati all’immissione in commercio nell’Unione Europea il 25 ottobre 2005. 
L’ivabradina è indicata in adulti nel trattamento sintomatico dell’angina pectoris cronica stabile, con coronaropatia, ritmo sinusale normale e frequenza cardiaca > 60 bpm; nell’insufficienza cardiaca cronica di classe da II a IV (classificazione NYHA) con disfunzione sistolica, ritmo sinusale normale ma con frequenza cardiaca ≥ 75 bpm.
L’ivabradina è un farmaco che, inibendo in modo specifico la corrente cardiaca pacemaker (If), riduce la depolarizzazione diastolica spontanea del nodo seno-atriale e la frequenza cardiaca. Data la specificità d’azione, non presenta effetti sulla conduzione intra–atriale, atrioventricolare o intraventricolare, né sulla contrattilità miocardica o sulla ripolarizzazione ventricolare. L’ivabradina, inoltre, può agire sulla corrente Ih della retina, determinando una ridotta risposta agli stimoli luminosi intensi. Tale evento può portare, in alcuni casi particolari (es. rapidi cambiamenti della luminosità), a un aumento della luminosità transitoria in un’area limitata del campo visivo (fosfeni). La rivalutazione di tali farmaci è stata avviata su richiesta della Commissione Europea, ai sensi dell’Articolo 20 del Regolamento (CE) N° 726/2004, ed è stata condotta dal Comitato di Valutazione dei Rischi per la Farmacovigilanza (PRAC). Recentemente, è stato riconosciuto che la frequenza cardiaca (HR) è un fattore di rischio indipendente per la mortalità cardiovascolare. A tal proposito, per valutare i soli effetti della frequenza cardiaca sulla mortalità, è stato utilizzato il trattamento farmacologico con ivabradina (1).  In particolare, nello studio BEAUTIFUL è stata analizzata l’efficacia dell’ivabradina in una popolazione di pazienti che presentavano coronaropatia stabile e disfunzione ventricolare (asintomatica o paucisintomatica). In questo contesto il farmaco non ha mostrato evidenze nel ridurre l’endpoint combinato ma si è limitato a ridurre gli endpoint ischemici nei pazienti con frequenza cardiaca a riposo pretrattamento ≥70 bpm, dimostrando una riduzione del rischio di morte cardiovascolare, ospedalizzazione per infarto miocardico, scompenso cardiaco del 24% (P = 0,048) e del rischio di infarto miocardico del 42% (P = 0,022) (2). Il limite del suddetto studio è stato la valutazione, in un unico studio clinico, degli effetti dell’ivabradina in pazienti con due distinti profili fisiopatologici (coronaropatia e disfunzione ventricolare). Pertanto, allo scopo di valutare separatamente i due profili fisiopatologici, sono stati condotti successivamente due studi clinici, lo studio SHIFT (disfunzione ventricolare) e SIGNIFY (coronaropatia). La rivalutazione da parte del PRAC è conseguente ai risultati dello studio clinico SIGNIFY, che ha valutato il tasso di eventi cardiovascolari (infarto) di Corlentor®/Procoralan® vs placebo in pazienti con coronaropatia. La dose di farmaco massima somministrata nello studio è stata di 10 mg due volte al giorno, mentre nella normale pratica clinica la dose massima consigliata è di 7,5 mg due volte al giorno. I risultati dello studio hanno evidenziato un piccolo ma significativo aumento del rischio di morte cardiovascolare e di infarto miocardico in un sottogruppo di pazienti con angina sintomatica. Dato che la revisione di tali farmaci è ancora in corso, l’AIFA raccomanda ai pazienti di rivolgersi per qualsiasi dubbio al proprio medico o farmacista.  In conclusione, il PRAC fornirà una serie di raccomandazioni che verranno trasmesse al Comitato per i Medicinali ad Uso Umano (CHMP) che adotterà una decisione finale.

 

Siti di riferimento:

http://www.agenziafarmaco.gov.it/

http://www.ema.europa.eu/ema/

Bibliografia

1. Ferrari R. A step further with ivabradine: SIGNIfY (Study assessInG the morbidity–mortality beNefits of the If inhibitor ivabradine in patients with coronarY artery disease). European Heart Journal Supplements. 2009;11:D19–D27.

2. Fox K, Ford I, et al. BEAUTIFUL Investigators. Effect of ivabradine on cardiovascular outcomes in patients with stable coronary artery diseaseand left-ventricular systolic dysfunction with limiting angina: a subgroup analysis of the randomized, controlled BEAUTIFUL trial.

   

  

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