COMITATO SCIENTIFICO PER LA SICUREZZA DEI CONSUMATORI: RICHIESTA DI OPINIONI SCIENTIFICHE SU ALCUNE SOSTANZE IMPIEGATE NEI PRODOTTI COSMETICI.
- Dettagli
- Categoria principale: Notizie
Lidia Sautebin - Dipartimento di Farmacia (ex Dip.to di Farmacologia Sperimentale), Università di Napoli Federico II.
Recentemente, è stato richiesto allo Scientific Committee on Consumer Safety (SCCS, Comitato Scientifico per la Sicurezza dei Consumatori, CSSC) di esprimere la propria opinione in merito all’uso dei:
Parabeni
Premessa
I parabeni, riportati nell’Allegato VI voce 12 (Elenco dei conservanti che possono essere contenuti nei prodotti cosmetici) della Direttiva 76/768/CEE, sono attualmente autorizzati come conservanti ad una concentrazione massima dello 0,4% se usati singolarmente, o dello 0,8% se usati come una miscela di esteri. Diverse sostanze sono incluse in questa voce, ma quelli più comunemente usati sono: metil-, etil-, propil-, butil-, isopropil- ed isobutil-parabene.
Dal 2005, queste sostanze sono state valutate dai successivi comitati scientifici in una serie di occasioni. A marzo 2011, il Comitato Scientifico per la Sicurezza dei Consumatori, (SCCS/1348/10) ha ritenuto che:
- Il metilparabene e l’etilparabene erano sicuri, se utilizzati entro le concentrazioni massime autorizzate;
- Il butilparabene e il propilparabene erano sicuri, se la somma delle loro concentrazioni singole non superava lo 0,19%.
- Per quanto riguarda l’isopropilparabene, l’isobutilparabene, il fenilparabene, il benzilparabene e il pentilparabene, non si è potuto valutare il rischio per la salute dell’uomo per mancanza di dati.
Il 21 marzo 2011 la Danimarca ha notificato alla Commissione di aver vietato il propil- e il butil-parabene, le loro isoforme ed i sali, presenti nei prodotti cosmetici per i bambini fino a tre anni di età. Il 10 ottobre 2011 il CSSC ha adottato un chiarimento riguardo al suo precedente parere alla luce della clausola danese. Il Comitato (SCCS/1446/11) ha concluso che:
- Per i prodotti cosmetici contenenti parabeni, escludendo i prodotti specifici per la zona del pannolino, non vi era alcun problema di sicurezza nei bambini.
- Per i prodotti cosmetici senza risciacquo destinati ad essere applicati sulla zona pannolino e, nel caso di bambini di età inferiore a sei mesi, non si poteva escludere un possibile pericolo dovuto sia al metabolismo immaturo che alla possibile presenza di pelle danneggiata in questa area.
Nel marzo 2012, uno Stato Membro ha presentato al Working Group sui prodotti cosmetici, i risultati di uno studio sulla tossicità riproduttiva del propilparabene. Lo studio non ha mostrato effetti sui parametri riproduttivi, quindi non ha confermato le conclusioni degli studi precedenti che puntavano verso effetti negativi sulla riproduzione.
Opinione SCCS/1514/13
In questa richiesta d’opinione le domande poste al Comitato erano:
1. Sulla base dei dati scientifici forniti, il Comitato ritiene che i suoi pareri del 2010 (SCCS/1348) e del 2011 (SCCS/1446) sul propilparabene, quando è usato come conservante nei prodotti cosmetici, destinati ad adulti e bambini, debbano essere aggiornati?
2. Sulla base dei dati scientifici forniti, il Comitato ritiene che i suoi pareri del 2010 (SCCS/1348) e del 2011 (SCCS/1446) sul butilparabene, quando è usato come conservante nei prodotti cosmetici, destinati ad adulti e bambini, debbano essere aggiornati?
3. Diversi Stati Membri hanno messo in evidenza che, nonostante la raccomandazione della Commissione di evitare l’esposizione al sole dei bambini sotto i tre anni, tuttavia i bambini vengono esposti e protetti dagli effetti dannosi della luce solare attraverso l’uso di filtri solari. Si chiede quindi al CSSC di tener conto nella propria valutazione delle informazioni disponibili riguardo all’esposizione ai filtri solari, soprattutto per quanto riguarda i bambini al di sotto dei tre anni.
La risposta complessiva del Comitato alla prima e alla seconda domanda è stata:
I dati recenti confermano che la tossicocinetica dei parabeni nei ratti differisce notevolmente da quella nell’uomo. Le preoccupazioni del SCCP/CSSC espresse in precedenza e ribadite nei pareri recenti rimangono invariate e rinsaldate, dopo la valutazione degli studi recentemente sottoposti al CSSC riguardanti sia la tossicità riproduttiva che la tossicocinetica del propilparabene. Gli stessi dati sono stati estrapolati per la valutazione del rischio di esposizione al butilparabene.
I dati aggiuntivi presentati non eliminano le preoccupazioni espresse nei pareri precedenti sulla rilevanza del modello del ratto per la valutazione del rischio dei parabeni. Sebbene esistano dati tossicologici sui parabeni nei ratti, non è stata fornita alcuna prova adeguata per l’uso sicuro del propil- o del butil-parabene nei cosmetici. Per questi motivi, il CSSC ribadisce le sue precedenti conclusioni e la richiesta di un miglioramento dei dati, in particolare:
a) sull’esposizione delle persone, compresi i bambini, al propil- e al butil-parabene presenti nei prodotti cosmetici;
b) sulla tossicocinetica del propil- e del butil-parabene nell’uomo.
La risposta del Comitato alla terza domanda è stata:
Il CSSC ha esaminato i dati disponibili sull’esposizione dell’uomo alle creme solari per i neonati di 3 mesi, per i bambini fino all’età di 10 anni e per gli adulti. Il CSSC è del parere che l’utilizzo giornaliero di 18 g per persona di creme solari durante i periodi dell’anno in cui vi è esposizione solare, rappresenti una reale quantità che garantisce protezione per neonati, bambini ed adulti. Il CSSC sottolinea la necessità di non esporre alla luce diretta del sole i bambini fino a 6 mesi di età, ma di esporli solo se protetti dalla luce solare mediante l’uso di mezzi appropriati come l’abbigliamento adeguato, l’ombra ecc. Se sono seguite queste misure, i filtri solari verranno applicati solo in zone della pelle che non sono protette dai vestiti.
Zinc pyritione
Premessa
Lo Zinco piritione (ZPT) (CAS 13463-41-7, UE 236-671-3), con il nome chimico Bis[(2- pyridyl-1-oxo)-thio]zinc, è stato introdotto come conservante nella Direttiva dei Cosmetici 82/368/CEE. E’ stato autorizzato come conservante alla concentrazione massima dello 0,5%, con la seguente limitazione “Autorizzato nei prodotti eliminati dopo risciacquo, vietato nei prodotti per l’igiene orale”. Nel 1984 (17/12/1984) il Comitato Scientifico di Cosmetologia (SCC) ha concluso nel suo parere XI/389/84 di regolare l’uso dello zinco piritione nei preparati per la cura dei capelli, che non vengono eliminati dopo l’uso: “Il Comitato nota che l’uso dello zinco piritione è consentito come conservante nei prodotti eliminati con risciacquo ad una concentrazione massima dello 0,5% nel prodotto finito. Il Comitato constata che la sostanza è altamente tossica, e non può essere d’accordo nel raccomandare qualsiasi estensione del suo utilizzo a meno che con si dimostri che l’assorbimento percutaneo nell’uomo non si verifichi attraverso la pelle normale, né in condizioni d’infiammazione o abrasione”.
Nel luglio 2000 è stata presentata la Submission I per lo zinco piritione dal Colipa (European Cosmetics Toiletry and Perfumery Association).
Il 17 dicembre 2002, lo Scientific Committee on Cosmetic Products and Non-food products (SCCNFP, Comitato Scientifico per i Prodotti Cosmetici e Non Alimentari, CSPCNA) ha espresso un parere (SCCNFP/0671/03) con la seguente conclusione: “Il SCCNFP è del parere che lo zinco piritione non pone alcun rischio per la salute quando utilizzato:
• non come conservante nei cosmetici che hanno bisogno del risciacquo, e in prodotti per la cura dei capelli senza risciacquo ad una concentrazione massima dell’1,0% e dello 0,1% rispettivamente;
• come conservante in prodotti per la cura dei capelli con risciacquo ad una concentrazione massima dell’1,0%.
Lo Zinco piritione non deve essere usato nei prodotti per l’igiene orale”.
Lo Zinco piritione è attualmente regolato come conservante nei prodotti con risciacquo (esclusi i prodotti per l’igiene orale) in una concentrazione fino allo 0,5% in generale, e fino all’1,0% nei prodotti per capelli (AllegatoVI/1,8). Inoltre lo zinco piritione è consentito anche in una concentrazione fino allo 0,1% nei prodotti per capelli senza risciacquo (allegato III / 1, 101).
La Submission II, presentata dal Colipa, conteneva un aggiornamento della Submission I, richiedente un’estensione della concentrazione autorizzata dall’1,0% al 2,0% nei prodotti per la cura dei capelli antiforfora e con risciacquo.
Opinione SCCS/1512/13
In questa richiesta d’opinione la domanda posta al Comitato era:
1. Sulla base dei dati scientifici forniti, il CSSC ritiene che lo zinco piritione, se usato in una concentrazione fino al 2,0% come agente anti-forfora, in prodotti per la cura dei capelli con risciacquo, è sicuro per il consumatore?
La risposta del Comitato è stata:
Il CSSC conferma il parere precedente (SCCNFP/0671/03) sull’uso sicuro dello zinco piritione come conservante nei cosmetici, come prodotto per la cura dei capelli con risciacquo ad una concentrazione massima dell’1,0%, mentre non lo ritiene sicuro ad una concentrazione fino al 2,0% come agente antiforfora in prodotti per la cura dei capelli con risciacquo.
Questa conclusione è basata sul fatto che è stato ottenuto un MOS al di sotto di 100 sulla base delle informazioni disponibili. I dati forniti dal richiedente sono insufficienti per consentire una valutazione del rischio basata sul modello PBPK.
Non è stata considerata l’esposizione complessiva allo zinco piritione da fonti non cosmetiche.
3-Benzylidene camphor
Premessa
Il 3-Benzylidene camphor, sostanza utilizzata come filtro UV dal nome chimico 3-benzylidenebornan-2-one, è stato sottoposto per la prima volta all’attenzione del Colipa (l’attuale Cosmetics Europe) nel 1988 (Submission I).
Il 21 gennaio 1998, durante il plenario, lo Scientific Committee on Cosmetic Products (SCCP, Comitato Scientifico per i Prodotti Cosmetici, CSPC) ha adottato un’opinione (1374/1998) sul 3-Benzylidene camphor.
Il 3-Benzylidene camphor, riportato nell’Allegato VII parte 1 voce 19 (Elenco dei filtri UV autorizzati nei prodotti cosmetici) della Direttiva 76/768/CEE sui prodotti cosmetici, è attualmente autorizzato ad una concentrazione massima del 2%.
Nell’ottobre 2011 le autorità francesi hanno notificato alla Commissione che, il 24 agosto 2011 l’Agence Française de Sécurité Sanitaire des Produits de Santé (AFSSAPS), l’attuale Agence Nationale de Sécurité du Médicament et des Produits de Santé (ANSM, Agenzia Nazionale per la Sicurezza dei Medicinali e dei Prodotti Sanitari)), ha adottato una decisione, pubblicata il 17 settembre 2011 sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica francese. La decisione adottata vieta come misura di salvaguardia, in accordo con le disposizioni dell’articolo 12 della Direttiva 76/768/CEE, la fabbricazione, l’importazione, l’esportazione, la distribuzione all’ingrosso, l’immissione sul mercato a titolo gratuito o in cambio di denaro, la conservazione a fini di vendita o distribuzione gratuita e l’uso di prodotti cosmetici contenenti 3-Benzylidene camphor (CAS: 15087-24-8). Nel report, l’Agenzia afferma che la descrizione del rischio associato all’uso di questa sostanza è considerata incompleta. In aggiunta, la dose senza effetto avverso osservabile (NOAEL) e la velocità di assorbimento cutaneo utilizzata dall’AFSSAPS nonché la valutazione del rischio si traduce in un insufficiente margine di sicurezza per garantire la sicurezza dei consumatori in accordo con le Linee Guida del CSSC.
Infine, negli studi pubblicati nella letteratura scientifica poiché sono stati osservati effetti sul sistema endocrino, allo stato attuale delle conoscenze le autorità francesi ritengono che non sia possibile concludere che non vi è alcun rischio per l’uomo.
Opinione SCCS/1513/13
In questa richiesta d’opinione le domande poste al Comitato erano:
1. Sulla base dei dati scientifici forniti, il Comitato ritiene sicuro l’uso del 3-Benzylidene camphor nei filtri UV ad una concentrazione massima del 2% nei prodotti cosmetici?
2. Il CSSC ha ulteriori preoccupazioni scientifiche per quanto riguarda l’utilizzo del 3-Benzylidene camphor come filtro UV nei prodotti cosmetici, tenendo conto delle sue potenziali proprietà d’interferente endocrino?
La risposta complessiva del Comitato è stata:
A causa del MOS minore di 100, il CSSC ritiene che l’uso del 3-benzilidene-camphor come filtro UV nei prodotti cosmetici in una concentrazione superiore al 2,0% non risulti essere sicuro.
Per quanto riguarda le potenziali proprietà d’interferente endocrino del 3-BC, sono stati riportati in vitro molteplici attività ormonali: effetti estrogenici, anti-estrogenici e anti-androgenici. In vivo, l’espressione dei geni bersaglio (ERa, ERp, SRC-1 e PR(recettore del progesterone)) ha dimostrato di essere alterata sia nei maschi che nelle femmine dei ratti a dosi più basse rispetto al NOAEL, utilizzato per calcolare il MOS. A causa di alcune lacune negli studi, i risultati devono essere confermati.
Hydroxyanthraquinone aminopropyl methyl morpholinium methylsulfate
Premessa
L’Hydroxyanthraquinone aminopropyl methyl morpholinium methylsulfate è stato sottoposto per la prima volta all’attenzione del CSSC dal Colipa (l’attuale Cosmetics Europe) nel giugno 2003 (Submission I).
La Submission II è stata presentata dal Colipa nel luglio 2004.
Il 15 marzo 2005, durante il 3° meeting plenario, lo Scientific Committee on Cosmetic Products (SCCP, Comitato Scientifico per i Prodotti Cosmetici, CSPC) ha stabilito con l’opinione (SCCP/0875/03, finale) che:
L’SCCP ritiene che le informazioni fornite siano insufficienti per valutare l’utilizzo sicuro della sostanza. Prima di ogni altra considerazione, sono richieste le seguenti informazioni da luglio 2005:
- natura/descrizione delle impurezze;
- contenuti di Nitrosammine.
Questo colorante per capelli come molti altri è un sensibilizzante per la pelle”.
La Submission III è stata presentata dal Colipa nel luglio 2005. Secondo la precedente Submission, la sostanza è utilizzata in formulazioni dirette per tinture di capelli ad una concentrazione massima dello 0,5%.
La Submission III presenta dati scientifici aggiornati sulla sostanza sopra menzionata in linea con il secondo step della strategia per la valutazione delle tinture per capelli (http://europa.eu.int/comm/enterprise/cosmetics/doc/hairdyestrategyinternet.pdf) nei limiti della Direttiva dei Cosmetici 76/768/CEE.
Opinione SCCS/1505/13
In questa richiesta d’opinione le domande poste al Comitato erano:
1. Sulla base dei nuovi dati scientifici forniti, il Comitato ritiene sicuro l’uso dell’Hydroxyanthraquinone aminopropyl methyl morpholinium methylsulfate nelle formulazioni delle tinture di tipo non ossidativo ad una concentrazione massima dello 0,5%?
2. Il Comitato raccomanda ulteriori restrizioni per quanto riguarda l’uso dell’Hydroxyanthraquinone aminopropyl methyl morpholinium methylsulfate in qualche formulazione di tinture per capelli di tipo non ossidativo?
La risposta complessiva del Comitato è stata:
Il Comitato è del parere che l’utilizzo dell’Hydroxyanthraquinone aminopropyl methyl morpholinium methylsulfate ad una concentrazione massima dello 0,5% in formulazioni di tinture per capelli di tipo non ossidativo non costituisca alcun rischio per la salute del consumatore, a parte il suo potere sensibilizzante.
L’Hydroxyanthraquinone aminopropyl methyl morpholinium methylsulfate è un’ammina secondaria, e quindi come tale è soggetta a nitrosazione. Esso non deve essere utilizzato in combinazione con agenti nitrosanti. Il contenuto di nitrosammine deve essere minore di 50 ppb.
Questo colorante per capelli è un forte sensibilizzante per la pelle.