DIVIETO DI SPERIMENTAZIONE ANIMALE PER I PRODOTTI COSMETICI.
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Lidia Sautebin - Dipartimento di Farmacia (ex Dip.to di Farmacologia Sperimentale), Università di Napoli Federico II.
L’11 marzo 2013 è entrato in vigore, in tutti i Paesi dell’Unione Europea, il divieto assoluto di vendere o importare prodotti e ingredienti cosmetici testati sugli animali, come previsto dal Regolamento Europeo 1223/2009*.
Sino al 10 marzo 2013, infatti, è stata in vigore una deroga per la commercializzazione di prodotti cosmetici contenenti ingredienti testati sugli animali in studi di tossicità (tossicità da uso ripetuto, tossicità riproduttiva e tossicocinetica) svolti al di fuori dei paesi dell’UE. Tale deroga è stata necessaria poiché, per questi test di tossicità particolarmente complessi, non erano ancora stati individuati metodi alternativi, riconosciuti dal mondo scientifico e validati da parte di Ecvam, Centro europeo per la convalida di metodi alternativi.
La Normativa Europea sui cosmetici (recepita anche dalla legge italiana) ha imposto in questi anni un graduale divieto dei test animali per scopi cosmetici e, con l’adeguamento normativo del 2003 (settima modifica alla Direttiva 76/768/CEE del luglio 1976), ha stabilito:
• il divieto immediato per tutti quei test per i quali esistevano metodi alternativi convalidati e accettati;
• da settembre 2004 il divieto di testare i prodotti cosmetici finiti sugli animali nel territorio dell’Unione Europea (in realtà, una pratica che non veniva più usata dagli anni ’80);
• da marzo 2009 il divieto di testare sugli animali ingredienti cosmetici nel territorio dell’ UE (Testing Ban);
• da marzo 2009 il divieto di commercializzare nell’Unione Europea prodotti cosmetici la cui formulazione finale fosse stata oggetto di sperimentazione animale oppure contenenti ingredienti testati su animali (Marketing ban).
L’impegno dell’industria cosmetica nella messa a punto di metodi alternativi alla sperimentazione animale si può far risalire agli inizi degli anni ’80. Gli studi condotti, in particolare, hanno permesso di contribuire alla realizzazione di metodi alternativi per testare sostanze chimiche in quattro aree specifiche e rilevanti per la cosmetica: corrosione cutanea, fototossicità, assorbimento cutaneo ed irritazione cutanea.
Le industrie cosmetiche europee, per il periodo 2007-2014, hanno investito nella ricerca 37 milioni di euro consentendo così di rispettare la deadline del 2009 prevista dalla Direttiva sui cosmetici e permettendo anche ad altri comparti industriali di utilizzare i test alternativi sviluppati.
Oggi la quasi totalità delle valutazioni di sicurezza sui cosmetici è eseguita utilizzando dati generati in precedenza o informazioni ottenute attraverso metodi che non richiedono l’impiego di animali.
Nonostante la grande importanza dei metodi alternativi, l’entrata in vigore del divieto assoluto di sperimentazione animale ha comportato un certo disappunto nel mondo delle industrie.
Maurizio Crippa, Direttore Generale di Unipro** e Bertil Heerink, Direttore Generale di Cosmetics Europe***, infatti, pur sottolineando l’importanza dei metodi alternativi e il loro impegno nella ricerca, hanno affermato che, adottando il bando senza condizioni, la Commissione Europea limiterà le potenzialità di innovazione dell’industria, in particolare delle piccole e medie imprese. Essi hanno sottolineato che la cosmesi è un settore chiave in Europa che necessita di una strategia di crescita e innovazione.
La Commissione Europea, d’altro canto, ha confermato l’impegno a rispettare il termine fissato, nel 2003, dal Consiglio e dal Parlamento Europeo.
Tonio Borg, Commissario Europeo responsabile per la salute e la politica dei consumatori, ha dichiarato che l'entrata in vigore del divieto completo di commercializzazione di tali cosmetici costituisce un segnale importante del valore che l'Europa attribuisce al benessere degli animali. Egli ha sottolineato, inoltre, che la Commissione Europea continuerà a sostenere lo sviluppo di metodi alternativi e a dialogare con i paesi terzi per convincerli a seguire l'Europa sulla stessa strada. Per l'Europa, infatti, si tratta di un'occasione importante di dare un esempio d’innovazione responsabile nel settore dei prodotti cosmetici senza scendere a compromessi sulla sicurezza dei consumatori.
La Commissione, inoltre, ha esaminato attentamente le ripercussioni del divieto di commercializzazione e ha ritenuto che esistano motivi imperativi a favore della sua imposizione. Questo punto di vista corrisponde a quello di molti cittadini europei, profondamente convinti che lo sviluppo di prodotti cosmetici non giustifichi i test sugli animali.
* Il Regolamento europeo sui prodotti cosmetici 1223/2009, che dall’11 luglio 2013, sostituirà l’attuale Direttiva 76/768/CEE e tutte le leggi nazionali in materia cosmetica, diventando un unico riferimento normativo per tutti i Paesi dell’UE.
** Associazione Italiana delle Imprese Cosmetiche.
*** The European Cosmetic Association.
L’11 marzo 2013 è entrato in vigore, in tutti i Paesi dell’Unione Europea, il divieto assoluto di vendere o importare prodotti e ingredienti cosmetici testati sugli animali, come previsto dal Regolamento Europeo 1223/2009*.
Sino al 10 marzo 2013, infatti, è stata in vigore una deroga per la commercializzazione di prodotti cosmetici contenenti ingredienti testati sugli animali in studi di tossicità (tossicità da uso ripetuto, tossicità riproduttiva e tossicocinetica) svolti al di fuori dei paesi dell’UE. Tale deroga è stata necessaria poiché, per questi test di tossicità particolarmente complessi, non erano ancora stati individuati metodi alternativi, riconosciuti dal mondo scientifico e validati da parte di Ecvam, Centro europeo per la convalida di metodi alternativi.
La Normativa Europea sui cosmetici (recepita anche dalla legge italiana) ha imposto in questi anni un graduale divieto dei test animali per scopi cosmetici e, con l’adeguamento normativo del 2003 (settima modifica alla Direttiva 76/768/CEE del luglio 1976), ha stabilito:
• il divieto immediato per tutti quei test per i quali esistevano metodi alternativi convalidati e accettati;
• da settembre 2004 il divieto di testare i prodotti cosmetici finiti sugli animali nel territorio dell’Unione Europea (in realtà, una pratica che non veniva più usata dagli anni ’80);
• da marzo 2009 il divieto di testare sugli animali ingredienti cosmetici nel territorio dell’ UE (Testing Ban);
• da marzo 2009 il divieto di commercializzare nell’Unione Europea prodotti cosmetici la cui formulazione finale fosse stata oggetto di sperimentazione animale oppure contenenti ingredienti testati su animali (Marketing ban).
L’impegno dell’industria cosmetica nella messa a punto di metodi alternativi alla sperimentazione animale si può far risalire agli inizi degli anni ’80. Gli studi condotti, in particolare, hanno permesso di contribuire alla realizzazione di metodi alternativi per testare sostanze chimiche in quattro aree specifiche e rilevanti per la cosmetica: corrosione cutanea, fototossicità, assorbimento cutaneo ed irritazione cutanea.
Le industrie cosmetiche europee, per il periodo 2007-2014, hanno investito nella ricerca 37 milioni di euro consentendo così di rispettare la deadline del 2009 prevista dalla Direttiva sui cosmetici e permettendo anche ad altri comparti industriali di utilizzare i test alternativi sviluppati.
Oggi la quasi totalità delle valutazioni di sicurezza sui cosmetici è eseguita utilizzando dati generati in precedenza o informazioni ottenute attraverso metodi che non richiedono l’impiego di animali.
Nonostante la grande importanza dei metodi alternativi, l’entrata in vigore del divieto assoluto di sperimentazione animale ha comportato un certo disappunto nel mondo delle industrie.
Maurizio Crippa, Direttore Generale di Unipro** e Bertil Heerink, Direttore Generale di Cosmetics Europe***, infatti, pur sottolineando l’importanza dei metodi alternativi e il loro impegno nella ricerca, hanno affermato che, adottando il bando senza condizioni, la Commissione Europea limiterà le potenzialità di innovazione dell’industria, in particolare delle piccole e medie imprese. Essi hanno sottolineato che la cosmesi è un settore chiave in Europa che necessita di una strategia di crescita e innovazione.
La Commissione Europea, d’altro canto, ha confermato l’impegno a rispettare il termine fissato, nel 2003, dal Consiglio e dal Parlamento Europeo.
Tonio Borg, Commissario Europeo responsabile per la salute e la politica dei consumatori, ha dichiarato che l'entrata in vigore del divieto completo di commercializzazione di tali cosmetici costituisce un segnale importante del valore che l'Europa attribuisce al benessere degli animali. Egli ha sottolineato, inoltre, che la Commissione Europea continuerà a sostenere lo sviluppo di metodi alternativi e a dialogare con i paesi terzi per convincerli a seguire l'Europa sulla stessa strada. Per l'Europa, infatti, si tratta di un'occasione importante di dare un esempio d’innovazione responsabile nel settore dei prodotti cosmetici senza scendere a compromessi sulla sicurezza dei consumatori.
La Commissione, inoltre, ha esaminato attentamente le ripercussioni del divieto di commercializzazione e ha ritenuto che esistano motivi imperativi a favore della sua imposizione. Questo punto di vista corrisponde a quello di molti cittadini europei, profondamente convinti che lo sviluppo di prodotti cosmetici non giustifichi i test sugli animali.
* Il Regolamento europeo sui prodotti cosmetici 1223/2009, che dall’11 luglio 2013, sostituirà l’attuale Direttiva 76/768/CEE e tutte le leggi nazionali in materia cosmetica, diventando un unico riferimento normativo per tutti i Paesi dell’UE.
** Associazione Italiana delle Imprese Cosmetiche.
*** The European Cosmetic Association.