Nota informativa AIFA importante su Caprelsa ® (vandetanib) riguardante la restrizione dell'indicazione terapeutica.
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In data 14/12/2022 è stata pubblicata sul portale web dell’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) una Nota Informativa Importante (NII) relativa ad una nuova limitazione d’impiego del farmaco Caprelsa® (vandetanib). Secondo quanto riportato in tale NII vandetanib non deve essere somministrato a pazienti nei nei quali lo stato della mutazione riarrangiata durante la trasfezione (RET) non è noto o è negativo.
Il vandetanib è un inibitore del recettore-2 per il fattore di crescita vascolare endoteliale (VEGFR-2), del recettore per il fattore di crescita epidermico (EGFR) e del RET tirosin chinasico, che ha ottenuto nel 2012 l’autorizzazione all’immissione in commercio (AIC) condizionata per il trattamento del carcinoma midollare della tiroide (MTC) aggressivo e sintomatico, non asportabile chirurgicamente, localmente avanzato o metastatico [1]. L’attenzione adesso è rivolta verso i pazienti che possono ottenere il massimo beneficio in seguito alla somministrazione di Caprelsa, minimizzando gli effetti indesiderati.
A tal riguardo Sanofi, in accordo con l'Agenzia Europea per i Medicinali (EMA) e AIFA, intende sottolineare che Caprelsa® non deve essere somministrato a pazienti nei quali lo stato della mutazione RET non è noto o risulta negativo.
Tale limitazione è stata approvata in seguito alla revisione dei dati forniti dallo studio randomizzato D4500C00058, condotto in doppio cieco, placebo-controllato e dallo studio osservazionale OBS14778, i quali hanno evidenziato un'attività insufficiente di vandetanib in pazienti senza mutazioni RET identificate. Nello Studio 58, il test per la mutazione RET è stato eseguito tramite l’impiego di Amplification Refractory Mutation System (ARMS) basata su polymerase chain reaction (PCR) per la mutazione M918T RET. Sulla base del seguente test è emerso che 187 pazienti presentavano una mutazione M918T RET documentata e 79 pazienti non presentavano alcuna mutazione del gene M918T RET oppure presentavano una mutazione non nota o negativa.
I risultati in accordo allo stato RET (positivo, non noto e con definizione negativa della mutazione M918T RET) hanno mostrato che il tasso di risposta obiettiva era decisamente a favore dei soggetti presentanti una mutazione positiva del gene M918T RET (52%) rispetto ai pazienti che hanno evidenziato una mutazione non nota o negativa del gene in questione (35%) [2].
Successivamente è stata effettuata una rianalisi dei 79 pazienti che presentavano una mutazione non nota ed è emerso che 69 avevano un campione di tessuto sufficiente per consentire una nuova analisi: fra questi 52/69 presentavano la mutazione M918T, mentre in 17/69 pazienti non è stata rilevata alcuna mutazione RET. I pazienti presentanti la mutazione di RET sono stati raggruppati con i 187 pazienti risultati precedentemente positivi alla mutazione RET, portando a un numero totale di 239 pazienti mutanti di RET (172 trattati con vandetanib e 67 trattati con placebo). Dei 17 pazienti negativi alla mutazione RET, 11 sono stati trattati con vandetanib e 6 con placebo.
Il tasso di risposta globale (overall response rate, ORR) è stato del 51,7% nel gruppo vandetanib rispetto al 14,9% nel gruppo placebo nei pazienti con una mutazione RET. A 2 anni, il 55,7% dei pazienti positivi alla mutazione RET trattati con vandetanib non ha avuto progressione della malattia rispetto al 14,9% dei pazienti positivi alla mutazione RET trattati con placebo.
A 2 anni, il 90% dei pazienti negativi alla mutazione RET trattati con vandetanib non ha avuto progressione della malattia rispetto al 50% dei pazienti negativi alla mutazione RET trattati con placebo [2].
Allo studio 58 è succeduto lo studio OBS14778 in cui 97 pazienti sono stati sottoposti a screening e 79 erano valutabili per l’efficacia. L'ORR è stato del 5,0% per i pazienti con mutazione RET negativa e del 41,8% per i pazienti con mutazione RET positiva. Quando è stata utilizzata la revisione centrale in cieco per i pazienti RET negativi inclusi nello Studio 58, l'ORR era del 9,5%.
Sulla base di questi risultati nella nota informativa AIFA si riporta che:
- vandetanib deve essere somministrato solo se è riscontrabile la presenza della mutazione M918T RET attraverso un test convalidato.
- si raccomanda agli operatori sanitari di sospendere il trattamento con vandetanib nei casi in cui la mutazione RET non è nota o negativa e virare sul miglior trattamento possibile per il paziente.
Alla luce di quanto esposto, saranno aggiornati anche gli stampati del prodotto medicinale [3].
L’AIFA, infine, coglie l’occasione per ricordare a tutti gli Operatori Sanitari l’importanza della segnalazione delle sospette reazioni avverse da farmaci, quale strumento indispensabile per confermare un rapporto beneficio/rischio favorevole nelle reali condizioni di impiego.
Riferimenti
1. Tsang, V. H., Robinson, B. G., & Learoyd, D. L. (2016). The safety of vandetanib for the treatment of thyroid cancer. Expert opinion on drug safety, 15(8), 1107–1113. https://doi.org/10.1080/14740338.2016.1201060
2. CAPRELSA EMA Riassunto delle Caratteristiche del Prodotto (Sezione 5.1-Tabella 4- disponibile al seguente indirizzo: https://ec.europa.eu/health/documents/community-register/2022/20221128157315/anx_157315_it.pdf
3. https://www.ema.europa.eu/en/documents/product-information/caprelsa-epar-product-information_it.pdf