EMERGENZA COVID-19: AIFA pubblica il dodicesimo report sulla sorveglianza dei vaccini anti COVID-19

In data 27 luglio 2022, l’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) ha pubblicato il dodicesimo report sulle attività di sorveglianza dei vaccini anti COVID-19 autorizzati in Italia e somministrati tra il 27/12/2020 ed il 26/06/2022 [1]. Nel periodo di analisi sono state riportate nel database italiano di farmacovigilanza (Rete Nazionale di Farmacovigilanza, RNF) 137.899 segnalazioni di eventi avversi successivi alla vaccinazione con vaccini anti-COVID19 (Comirnaty: N = 91.468, 65,4%; Spikevax: N =20.572, 24,7%; Vaxzevria: N = 24.002, 8,8%; Vaccino Janssen: N =1.755, 1,1%; Nuvaxovid: N=134; 0,03%) su un totale di 138.199.076 dosi somministrate (Comirnaty 66,3%, Vaxzevria 17,4%, Spikevax 14,9%, Jcovden 1,3%, Nuvaxovid 0,1%). Al 26/06/2022 indipendentemente dal tipo di vaccino e dalla dose somministrata, sono state inserite 100 segnalazioni ogni 100.000 dosi somministrate. Le segnalazioni inserite in RNF riguardano soprattutto Comirnaty, che è stato il vaccino più utilizzato, e in minor misura Spikevax, mentre Vaxzevria, Jcovden (ex-COVID-19 Vaccino Janssen) e Nuvaxovid risultano meno utilizzati.

Dal mese di marzo sono in corso le somministrazioni della 4ª dose di vaccino per alcune categorie fragili. Di queste sono state somministrate circa 1,2 milioni di dosi, in relazione alle quali sono presenti in RNF solo 65 segnalazioni di sospette reazioni avverse.

L’età media delle persone che hanno manifestato un evento avverso è 46,9 anni; il tasso di segnalazione è maggiore nelle fasce di età comprese tra i 20 e i 60 anni, per poi diminuire nelle fasce d’età più avanzate e nei giovanissimi, con un tasso di segnalazione inferiore dopo la 2ª dose e ancora più basso dopo la 3ª dose. L’ andamento si riscontra anche per le seconde dosi booster (4ª dose).

Come descritto nel report, nel periodo in esame, il 69% delle segnalazioni riguarda il sesso femminile (tasso di segnalazione di 135/100.000 dosi somministrate) e il 30% il sesso maschile (61/100.000 dosi somministrate), nonostante l’esposizione sia pressoché sovrapponibile fra i sessi (51% delle dosi somministrate nel sesso femminile e 49% nel sesso maschile), tale differenza si mantiene pressoché costante nelle varie classi di età.

Inoltre, dall’analisi dei dati si evidenzia che circa il 62% delle segnalazioni proviene da operatori sanitari, prevalentemente medici e farmacisti (rispettivamente il 34,4% e il 15,4%), mentre si registra un lieve aumento della segnalazione da parte del paziente/cittadino (38% rispetto al 37,6% riportata precedentemente). Il 93% circa di queste segnalazioni è di tipo spontaneo.

La maggior parte delle segnalazioni (N=81,8%; 112.739) inserite al 26/06/2022 è riferita a eventi avversi non gravi, con un tasso di segnalazione pari a 82/100.000 dosi somministrate, mentre il 18,1% (N=24.992) riguarda eventi avversi gravi, con un tasso di segnalazione di 18 eventi gravi ogni 100.000 dosi somministrate, indipendentemente dal tipo di vaccino, dalla dose somministrata e dal possibile ruolo causale della vaccinazione. Nelle restanti 168 segnalazioni (0,1%) la gravità non è stata riportata. A prescindere dalla gravità, la maggior parte delle segnalazioni riporta come esito “risoluzione completa” o “miglioramento” già al momento della segnalazione.

Indipendentemente dal vaccino, dalla dose e dalla tipologia di evento, la reazione è insorta nella maggior parte dei casi (70% circa) nella stessa giornata della vaccinazione o il giorno successivo e più raramente nelle prime 48 ore dopo la vaccinazione.

La correlazione tra vaccinazione e insorgenza dell’evento avverso è stata valutata attraverso l’applicazione dell’algoritmo dei vaccini redatto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). Il nesso di causalità è stato inserito nel 92% (22.992/24.992) delle segnalazioni di eventi avversi gravi, ed è risultato correlabile alla vaccinazione nel 32,6% di tutte le segnalazioni gravi valutate (7.506/22.992), indeterminato nel 38,4% (8.836/22.992) e non correlabile nel 23,1% (5.321/22.992). Il 5,8% (1.329/22.992) delle segnalazioni valutate è inclassificabile, per mancanza di informazioni sufficienti.

Complessivamente, sono state riportate 916 segnalazioni gravi con esito fatale, indicato al momento della segnalazione o come informazione ottenuta successivamente nel follow-up, con tasso di 0,66 su 100.000 dosi somministrate. Il 46% dei casi (n. 420) riguarda donne, il 53% uomini (n. 487) mentre l’1% (9 schede) non riporta questo dato. L’età media è di 79 anni e nel 70,9% dei casi il tempo intercorrente tra la somministrazione e il decesso è compreso tra 0 e 14 giorni. Solo 29 casi di decesso (3,8%) sui 772 valutati tramite l’applicazione dell’algoritmo OMS, sono risultati correlabili (circa 0,2 casi ogni milione di dosi somministrate), di cui 27 sono stati già descritti nei Rapporti precedenti. Le rimanenti 2 segnalazioni si riferiscono ad un paziente 83enne, deceduto a causa di complicanze legate al COVID-19, per vaccinazione inefficace; e ad un paziente 94enne, che dopo 3ª dose segnalava malessere generale diarrea, stanchezza, mal di schiena, astenia il cui decesso è avvenuto 3 mesi dopo per deterioramento delle condizioni di salute generali.

Infine, relativamente al tipo di evento, le sospette reazioni avverse sono state raggruppate in base alla Classificazione per Organi e Sistemi (System Organ Class, SOC). Per tutti e cinque i vaccini, gli eventi avversi maggiormente segnalati appartengono alla SOC “Patologie generali e condizioni relative alla sede di iniezione” (soprattutto reazioni nel sito di inoculazione, febbre e stanchezza/astenia), seguita da quelli appartenenti alle “Patologie del sistema nervoso” (cefalea, parestesie), “Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo” (mialgie, artralgie) e “Patologie gastrointestinali” (nausea, vomito e diarrea).

L’unico vaccino autorizzato nel periodo di analisi considerato per la vaccinazione dei i bambini di età compresa fra 5 e 11 anni in Italia è Comirnaty. A tale scopo, viene utilizzato un dosaggio pari a 1/3 della dose dell’adulto e il ciclo primario consiste in 2 dosi somministrate a distanza di almeno 3 settimane. Al 26/06/2022 risultano inserite complessivamente 471 segnalazioni per il vaccino Comirnaty nella fascia di età 5-11 anni, con un tasso di segnalazione di circa 18 casi ogni 100.000 dosi, in assenza di una particolare distribuzione per sesso. Il 95% circa di queste segnalazioni è attribuito alla 1ª dose e il 5% circa alla 2ª. La maggior parte delle segnalazioni inserite è riferita ad eventi avversi non gravi (88% circa), mentre il 12% dei casi è stato definito come grave. L’esito “risoluzione completa della reazione avversa” è stato riportato in circa il 61% dei casi e “miglioramento” in circa il 19% dei casi. Non sono presenti segnalazioni di decesso in questa fascia di età. Gli eventi avversi più frequentemente segnalati per il vaccino Comirnaty, indipendentemente dalla gravità e dal nesso di causalità, sono stati dolore in sede di iniezione, cefalea, febbre e stanchezza.

Riferimenti bibliografici

1. Agenzia Italiana del Farmaco. Dodicesimo Rapporto sulla Sorveglianza dei vaccini COVID-19. Disponibile al link https://www.aifa.gov.it/documents/20142/1315190/Rapporto_sorveglianza_vaccini_COVID-19_12.pdf

   

  

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