EMERGENZA COVID-19: EMA formula un parere sull’uso di Paxlovid (nirmatrelvir e ritonavir) per il trattamento di COVID-19
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In data 16/12/2021, il Comitato per i Medicinali per Uso Umano (CHMP) dell'EMA ha formulato un parere sull'uso di Paxlovid (nirmatrelvir/ritonavir), medicinale antivirale orale sviluppato da Pfizer, per il trattamento di COVID-19 [1].
Paxlovid è un antivirale che riduce la capacità di SARS-CoV-2 di replicarsi nell’organismo bloccando l’attività di un enzima (proteasi SARS-CoV-2-3CL) necessario per la replicazione del virus. Il medicinale contiene anche una dose ridotta di ritonavir (un inibitore della proteasi), che rallenta la degradazione di PF-07321332 (nirmatrelvir), permettendogli di rimanere più a lungo nell'organismo. Si prevede che questo medicinale ridurrà la necessità di ricovero ospedaliero nei pazienti con COVID-19.
Paxlovid non è ancora stato autorizzato nell’Unione Europea, ma il parere dell’EMA può supportare le autorità nazionali nella decisione di utilizzarlo precocemente prima della sua autorizzazione all’immissione in commercio, se si dovessero presentare situazioni di uso di emergenza, alla luce dell’aumento dei tassi di infezione e decessi da COVID-19 in tutta l’UE. Le condizioni proposte da EMA e che saranno pubblicate a breve sul sito web dell’Agenzia, indicano che paxlovid:
- può essere utilizzato per il trattamento di adulti con COVID-19 che non necessitano di ossigenoterapia supplementare e che sono ad alto rischio di progredire verso la forma grave della malattia;
- deve essere somministrato entro 5 giorni dall’inizio dei sintomi ovvero il prima possibile dopo la diagnosi di COVID-19;
- i due principi attivi, PF-07321332 e ritonavir, disponibili in compresse separate, devono essere assunti insieme due volte al giorno per 5 giorni;
- non deve essere usato con alcuni specifici medicinali, riportati nelle condizioni d’uso proposte;
- non deve essere somministrato in pazienti con funzionalità renale o epatica gravemente ridotta;
- non è raccomandato durante la gravidanza e l’allattamento materno, che deve essere interrotto, sulla base di studi di laboratorio sugli animali che suggeriscono che dosi elevate di Paxlovid possono avere un impatto sulla crescita del feto.
Il parere dell’Agenzia si basa sui risultati intermedi dello studio EPIC-HR (Evaluation of Protease Inhibition for COVID-19 in High-Risk Patients), randomizzato, in doppio cieco, che ha confrontato l’effetto di Paxlovid con quello di un trattamento fittizio (placebo) nei pazienti non ricoverati in ospedale e non vaccinati, affetti da COVID-19 da lieve a moderata, che presentavano almeno una condizione di base che li esponeva al rischio di malattia grave.
I dati dello studio hanno mostrato una riduzione del rischio di ospedalizzazione o decesso per qualsiasi causa dell’89% entro tre giorni dall'insorgenza dei sintomi (endpoint primario) e dell’88% entro cinque giorni dall'insorgenza dei sintomi (endpoint secondario) [2]. Durante il periodo di studio, ogni paziente è stato randomizzato (1:1) a ricevere Paxlovid o placebo per via orale ogni 12 ore per cinque giorni. Lo 0,8% dei pazienti che hanno ricevuto Paxlovid è stato ricoverato entro 28 giorni dall’inizio del trattamento (3/389 ospedalizzati senza decessi), rispetto al 7,0% dei pazienti che hanno ricevuto il placebo e sono stati ricoverati o sono deceduti (27/385 ospedalizzati con 7 decessi successivi). Riduzioni simili nell’ospedalizzazione o morte correlata a COVID-19 sono state osservate anche in pazienti trattati entro cinque giorni dall'insorgenza dei sintomi; circa l’1% dei pazienti che hanno ricevuto Paxlovid è stato ricoverato in ospedale entro 28 giorni dall’inizio del trattamento (6/607 ospedalizzati senza decessi), rispetto al 6,7% dei pazienti che hanno ricevuto il placebo (41/612 ospedalizzati con 10 decessi successivi) [3, 4].
La revisione dei dati sul profilo di sicurezza ha evidenziato che gli effetti indesiderati più comunemente riportati durante il trattamento e fino a 34 giorni dopo l'ultima dose di Paxlovid sono stati disgeusia, diarrea e vomito.
Il 13 dicembre 2021 è stata avviata una rolling review (revisione ciclica) più completa prima della presentazione di una eventuale domanda di autorizzazione all'immissione in commercio (AIC). L’EMA valuterà tutti i dati su Paxlovid non appena saranno disponibili. In aggiunta, valuterà se il medicinale rispetta gli usuali standard di efficacia, sicurezza e qualità. La rolling review proseguirà fino a quando non saranno disponibili prove sufficienti per supportare una domanda formale di AIC da parte dell’azienda.
Se autorizzato o approvato, Paxlovid sarà somministrato alla dose di 300 mg (due compresse da 150 mg) di nirmatrelvir con una compressa da 100 mg di ritonavir, somministrata due volte al giorno per cinque giorni. Una confezione contiene cinque blister di Paxlovid che forniscono tutte le dosi necessarie per un ciclo di trattamento completo di cinque giorni [2].
Bibliografia
1. EMA issues advice on use of Paxlovid (PF-07321332 and ritonavir) for the treatment of COVID-19. Disponibile al link: https://www.ema.europa.eu/en/news/ema-issues-advice-use-paxlovid-pf-07321332-ritonavir-treatment-covid-19
2. Pfizer Announces Additional Phase 2/3 Study Results Confirming Robust Efficacy of Novel COVID-19 Oral Antiviral Treatment Candidate in Reducing Risk of Hospitalization or Death. Disponibile al link: https://www.pfizer.com/news/press-release/press-release-detail/pfizer-announces-additional-phase-23-study-results
3. Pfizer’s Novel COVID-19 Oral Antiviral Treatment Candidate Reduced Risk of Hospitalization or Death by 89% in Interim Analysis of Phase 2/3 EPIC-HR Study. Disponibile al link: https://www.pfizer.com/news/press-release/press-release-detail/pfizers-novel-covid-19-oral-antiviral-treatment-candidate
4. Clinicaltrials.gov (NCT04960202). EPIC-HR: Study of Oral PF-07321332/Ritonavir Compared With Placebo in Nonhospitalized High Risk Adults With COVID-19. Disponibile al link: https://clinicaltrials.gov/ct2/show/NCT04960202?term=EPIC+HR&draw=2&rank=1