EMERGENZA COVID-19: ECDC ribadisce obiettivi e strategie della campagna vaccinale anti COVID-19
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Ad oggi, 30/04/2021, i casi confermati di malattia COVID-19 sono 149.910.744, di cui 51.419.852 in Europa, per un totale di 3.155.168 decessi. L’Italia, con 3.994.894 casi, è al terzo posto in Europa, preceduta da Francia e Regno Unito e all’ottavo a livello globale per numeri di casi confermati [1]. A dicembre 2020 è stato autorizzato il primo vaccino indicato per la profilassi di COVID-19, dando il via ad una campagna vaccinale globale [2]. In tutto il mondo, sono state somministrate un totale di 1.011.457.859 dosi di vaccino antiCOVID-19 al 29/04/2021 [1]. Vista l’estesa campagna vaccinale senza precedenti e l’elevata richiesta di vaccini a fronte di un numero limitato di dosi disponibili, molte nazioni hanno deciso di ritardare la somministrazione della seconda dose, in modo tale da sottoporre ad almeno una singola dose un numero di individui più ampio possibile. L’European Centre for Disease Prevention and Control (ECDC), in un recente editoriale, ha ribadito i quattro obiettivi primari della vaccinazione di massa. raggiungibili solo attraverso specifiche strategie:
Ridurre la pressione sul Sistema Sanitario: la pressione sul Sistema Sanitario è dovuta all’elevato tasso di ospedalizzazione e ricovero, in particolare in terapia intensiva, e al considerevole numero di decessi correlati a COVID-19. Dal momento che la maggior parte dei ricoveri e dei decessi riguarda individui adulti e anziani, la vaccinazione a partire da questa classe della popolazione rappresenta una valida strategia per raggiungere tale obiettivo. Infatti, una protezione efficace contro COVID-19 porterà a una diminuzione sostanziale dell’ospedalizzazione e dei decessi, con conseguente riduzione della pressione sui Sistemi Sanitari. Tuttavia, tale strategia da sola non è sufficiente a ridurre i problemi sociali e sanitari e, se non implementata e associata ad altri interventi non farmaceutici, non potrebbe ridurre la trasmissione e la malattia, in particolare in gruppo di popolazione particolarmente a rischio.
Ridurre la gravità e la mortalità complessive di COVID-19: a prescindere dall’età, esistono diversi fattori di rischio di evoluzione di COVID-19 a forme più gravi. Inoltre, la comparsa di nuove varianti, più aggressive e a più rapida trasmissione, pone a rischio di incremento di ospedalizzazione e decesso anche tra i soggetti più giovani e sani. Tali individui, socialmente più attivi, nonostante siano meno a rischio di forme gravi di malattia, sono maggiormente esposti a SARS-CoV-2 e possono quindi contribuire alla trasmissione della malattia e al numero complessivo di ospedalizzazioni e decessi. Stratificando la vaccinazione per fasce d’età, partendo dai più anziani fino ad arrivare gradualmente ai soggetti più giovani, dando però priorità alle fasce di popolazione più a rischio a prescindere dall’età, si potrebbe massimizzare l’impatto della vaccinazione, con conseguente riduzione della gravità della malattia. Fino a quando la maggior parte dei giovani adulti non sarà vaccinata, le misure non farmaceutiche di contenimento della malattia dovranno rimanere in atto.
Riaprire la società: per raggiungere tale obiettivo è necessario avere un elevato numero di vaccini disponibili. Una valida strategia, in presenza di un numero limitato di dosi, può essere l’identificazione di gruppi occupazionali a maggiore rischio, al di fuori dell’ambiente sanitario, in quanto più frequentemente a contatto con altri individui (ad esempio settori quali turismo, insegnamento, ristorazione vendita al dettaglio) e dare priorità a tali gruppi. In tal modo, si potrebbe contribuire alla riduzione della circolazione del virus nella comunità e alla rapida riapertura delle aziende.
Sconfiggere la malattia: rappresenta l’ultimo importante obiettivo della strategia vaccinale, nonché il più difficile da raggiungere. A tale scopo, la vaccinazione dovrebbe essere rivolta a tutti soggetti ad alto contatto con gli altri, a prescindere dalle fasce d’età e dalla vulnerabilità degli individui. Sono inclusi in tale strategia anche i bambini. Tuttavia, il ruolo dei bambini nella diffusione della malattia non è, ad oggi, del tutto chiaro e inoltre nessun vaccino è autorizzato al di sotto dei 16 anni d’età. Tale strategia dipende dall’elevato grado di protezione dei vaccini nella trasmissione di SARS-CoV-2 che, insieme alla durata della protezione, rimane un’incognita. Inoltre, i vaccini potrebbero essere meno efficaci nei confronti di nuove varianti virali. Pertanto, in presenza di varianti resistenti alla vaccinazione, potrebbe essere necessaria la realizzazione e la disponibilità elevata di nuove formulazioni di vaccini. Poiché l’eradicazione totale di SARS-CoV-2 sembra essere difficilmente realizzabile, potrebbe essere necessario mantenere un buon livello costante nella copertura vaccinale, che rappresenta il più ambizioso programma vaccinale della storia. In alternativa, la vaccinazione potrebbe però portare ad un’accettabile endemicità della malattia, per cui una costosa campagna di eradicazione non sarebbe necessaria.
Riferimenti sitografici
1. World Health Organization. WHO Coronavirus (COVID-19) Dashboard. Disponibile al link: https://covid19.who.int/
2. European Centre for Disease Prevention and Control (ECDC). Objectives of vaccination strategies against COVID-19. Disponibile al link: https://www.ecdc.europa.eu/sites/default/files/documents/Objectives-of-vaccination-strategies-against-COVID-19.pdf