COMUNICATO AIFA: il Rapporto sull’uso degli Antibiotici in Italia 2019 conferma un consumo superiore alla media europea
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In data 29-12-2020, è stato presentato e pubblicato dall’Agenzia Italiana del Farmacoil Rapporto sull’uso degli Antibiotici in Italia – 2019, un capitolo speciale della collana OsMed di AIFA sui dati e le analisi dell’andamento dei consumi e della spesa in Italia per gli antibiotici per uso umano [1]. Dal Rapporto emerge che l’Italia, con un consumo superiore alla media europea, è ancora tra i maggiori utilizzatori di antibiotici in Europa, e che, oltretutto, resta tra i Paesi con i dati peggiori sull’antibiotico-resistenza a livello ospedaliero. Per avere un impatto positivo sulle resistenze occorrono riduzioni drastiche dell’ordine del 50%, come evidenzia il DG di AIFA Nicola Magrini, ma invece il consumo di antibiotici risulta invariato rispetto al 2018.
Nel 2019 il consumo totale di antibiotici (comprensivo dell’acquisto privato) è stato di 21,4 dosi ogni mille abitanti (DDD/1000 ab die), di cui il 73% (15,6 DDD/1000 ab die) erogate da parte delle farmacie territoriali a carico del SSN e prescritte prevalentemente dai Medici di Medicina Generale e dai Pediatri di Libera Scelta, il 18,2% (3,9 DDD 1000 ab die) acquistate privatamente dal cittadino in farmacia, non a carico del SSN e il 9% (1,9 DDD/1000 ab die) erogate dalle strutture sanitarie pubbliche, per uso interno o domiciliare del paziente. Il consumo maggiore di antibiotici è stato registrato al Sud e nelle Isole (19,6 DDD/1000 ab die) e al Centro (16,8 DDD/1000 ab die), rispetto al Nord (12,4 DDD/1000 ab die).
Rispetto alle altre categorie di medicinali, l’uso di antibiotici corrisponde all’1,5% dei consumi totali dei farmaci a carico del SSN e al 3,6% della spesa del SSN (antibiotici erogati dalle farmacie pubbliche e private e acquisti strutture pubbliche). Il trend di consumo e spesa in convenzionata dal 2013 al 2019 rivela una riduzione dei consumi del 15,2% e della spesa del 17,7%.
Profili di inappropriatezza nell’uso degli antibiotici
Sebbene i tassi di inappropriatezza siano in calo, l’impiego inappropriato di antibiotici supera il 25% in tutte le condizioni cliniche osservate (influenza, raffreddore comune, laringotracheite, faringite e tonsillite, cistite non complicata e bronchite acuta) ad eccezione della bronchite acuta. Il tasso di inappropriatezza d’uso più evidente è quello per la cistite non complicata. È generalmente considerato inappropriato l’uso di:
- amoxicillina/acido clavulanico nei bambini al posto della sola amoxicillina;
- qualunque antibiotico a seguito di una diagnosi di influenza, raffreddore comune o laringotracheite acuta;
- fluorochinoloni e cefalosporine in presenza di una diagnosi di faringite e tonsillite acuta;
- macrolidi come trattamento di prima linea di faringite e tonsillite acuta (a causa dell’elevato rischio di sviluppare resistenze);
- fluorochinoloni in prima linea nella cistite non complicata.
Tutti gli usi inappropriati degli antibiotici per le infezioni delle vie respiratorie sono stati registrati prevalentemente nella popolazione femminile, negli individui di età avanzata e nelle regioni del Sud.
I dati confermano che, al di là della possibile incidenza dell’epidemiologia delle malattie infettive, esistono altri fattori che causano un uso non sempre appropriato di questi farmaci. L’uso inappropriato degli antibiotici concorre ad aggravare il problema della resistenza batterica agli antibiotici, rendendo sempre meno efficaci farmaci che in molte situazioni rappresentano dei veri e propri salvavita.
Gli antibiotici restano i farmaci più prescritti nella popolazione pediatrica, in parte a causa dell’elevata incidenza delle malattie infettive in questa fascia d’età, con il 40,9% della popolazione pediatrica (0-13 anni) che ha ricevuto almeno una prescrizione di antibiotici nel corso dell’anno. Il maggior livello di esposizione si evidenzia nella fascia compresa tra 2 e 6 anni. Oltre il 40% delle prescrizioni nella popolazione pediatrica non ha riguardato un antibiotico di prima scelta in base alla classificazione OMS.
Il Rapporto presenta anche un confronto tra i consumi del primo semestre 2020 e quelli del periodo corrispondente del 2019 per valutare l’impatto dell’epidemia da COVID-19. Dal confrontosi evidenzia che il consumo di antibiotici registrato nel primo semestre 2020 nell’ambito dell’assistenza convenzionata è stato pari a 13,2 DDD/1000 ab die, in riduzione del 26,3% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. L’incremento degli acquisti registra un picco nel mese di marzo 2020, con un valore raddoppiato rispetto al 2019. I macrolidi mostrano un incremento del 77% rispetto al 2019, con l’azitromicina che fa registrare un aumento del 160%.
Il Rapporto include inoltre dei focus sulle prescrizioni di fluorochinoloni in sottogruppi specifici di popolazione, sulle analisi dell’impiego in ambito ospedaliero e dell’acquisto privato di antibiotici di fascia A (rimborsabili dal SSN), sul confronto con gli altri Paesi europei e una panoramica delle iniziative intraprese a livello regionale per promuovere l’uso appropriato di questi farmaci.
Il Rapporto è disponibile qui: https://www.aifa.gov.it/documents/20142/1283180/Rapporto_Antibiotici_2019.pdf/0b3d4536-8aa7-e59c-a0a5-add457abe48d ed è possibile rivedere la presentazione al link https://youtu.be/Egzd9Tf0tEc
Referenze
1. Rapporto antibiotici 2019 al sito https://www.aifa.gov.it/web/guest/-/aifa-pubblica-il-rapporto-antibiotici-2019