Cosmetovigilanza

DERMATITE ALLERGICA DA CONTATTO INDOTTA DALL’OLIO ESSENZIALE DI LEVISTICUM OFFICINALIS

Lidia Sautebin - Dipartimento di Farmacia (ex Dip.to di Farmacologia Sperimentale), Università di Napoli Federico II.

Riportiamo di seguito un articolo apparso su Contact Dermatitis (Contact Dermatitis 2013: 69, 181–182), di Hilde Lapeere*, Barbara Boone, Evelien Verhaeghe, Katia Ongenae e Jo Lambert, relativo ad un caso particolare di dermatite da contatto indotta da Levisticum Officinalis.

Gli oli essenziali sono utilizzati come ingredienti di profumi ed anche come sostanze terapeutiche in aromaterapia e alcuni sono stati identificati come sostanze che inducono sensibilizzazione. Gli Autori hanno riportato il primo caso di dermatite allergica da contatto indotta da Levisticum Officinalis.
L’articolo tratta il caso di una donna di 31 anni, che si era presentata con un’eruzione di tipo eritematoso con macchie nettamente delimitate e leggermente squamose, presente sul cavo ascellare e sulla spalla destra. Le lesioni comparvero due settimane dopo l’applicazione di due oli essenziali non diluiti: fifth Chakra (miscela di Geranium spp., Boswellia carterii, Jasminum grandiflorum, Pogostemon cablin, e Citrus aurantium ssp. bergamia) e Lavas (Levisticum officinalis), entrambi prodotti a Sjankara, in Belgio. Le lesioni si rimarginarono dopo un trattamento con steroidi ad uso topico e sistemico.
La paziente, al fine di verificare le cause delle lesioni riportate, fu sottoposta a patch test eseguiti con serie di base belga, con la serie cosmetica e con quella di fragranze e piante, e con prodotti appartenenti al paziente (fifth Chakra e Lavas, entrambi diluiti al 5% in etanolo). I patch test furono posti sulla parte superiore della schiena, lasciati occlusi per due giorni con van der Bend® square chambers (Van der Bend, Brielle, The Netherlands) e fissati con Hypafix® (BSN Medical, Hamburg, Germany). La lettura dei test fu eseguita secondo i criteri dell’International Contact Dermatitis Research Group ai giorni D2 e D4.
I Patch test risultarono positivi per: p-fenilendiammina (+), Myroxylon pereirae (++), miscela di lattoni sesquiterpenici (+), eugenolo (+), isoeugenolo (++), olio di ylang-ylang (+), gelsomino assoluto (+), fifth Chakra (+), e Lavas (+++); mentre un patch test con Lavas al 5% in etanolo risultò negativo in quattro gruppi di controllo di soggetti sani.
Gli oli essenziali, come riportato dagli Autori, sono liquidi aromatici ottenuti da foglie, fusti, fiori, cortecce, radici ed altri elementi vegetali. I metodi utilizzati per estrarre gli oli essenziali sono distillazione, macerazione, estrazione con solvente e con biossido di carbonio, spremitura ed enfleurage. Gli oli essenziali sono utilizzati come profumi, ma possono essere utilizzati anche in aromaterapia per i loro presunti benefici terapeutici (1).
Gli Autori hanno aggiunto, inoltre, che gli oli essenziali sono delle sostanze con un rilevante potere sensibilizzante, e quelli che solitamente sono considerati degli allergeni sono: l’olio di ylang-ylang, l’olio di citronella, il gelsomino assoluto, l’olio di legno di sandalo e quello ai chiodi di garofano. Anche se molti pazienti, allergici agli oli essenziali, risultano essere positivi alla miscela di fragranze I o II, è importante eseguire patch test anche con gli oli essenziali di proprietà del paziente stesso, in quanto una percentuale considerevole di pazienti reagisce soltanto ad un olio essenziale specifico, e non ad una miscela di fragranze (2).
Gli Autori sottolineano ch il caso da loro riportato è il primo di dermatite allergica da contatto causata dall’olio essenziale levistico (L. officinalis) (CAS no. 84837-06-9), proveniente da una pianta aromatica appartenente alla famiglia delle Apiaceae, ed è utilizzato in profumi, alimenti, bevande e nel tabacco. A questa pianta sono state attribuite anche proprietà medicinali (3).
Gli Autori, inoltre, hanno riportato che, secondo la scheda tecnica fornita dal produttore, l’olio essenziale levistico, utilizzato dal paziente, conteneva principalmente β-fellandrene, acetato di terpinile, cis-β-ocimene, ligustilide e mircene. Il β-fellandrene e l’acetato di terpinile sono stati indicati come i due componenti principali anche da Bylaite et al.. Gli Autori hanno tuttavia anche dimostrato che la composizione dell’olio essenziale dipende dalla parte della pianta analizzata (foglie, fusto, fiori e semi o radici), e dalla fase di crescita della pianta (4).

Bibliografia:
1. Trattner A, David M, Lazarov A. Occupational contact dermatitis due to essential oils. Contact Dermatitis 2008: 58: 282–284.
2. Uter W, Schmidt E, Geier J et al. Contact allergy to essential oils: current patch test results (2000–2008) from the IVDK. Contact Dermatitis 2010: 63: 277–283.
3. Verdian Rizi M, Abbas H. The essential oil composition of Levisticum officinalis from Iran. Asian J Biochem 2007: 2: 161–163.
4. Bylaite E, Roozen J P, Legger A et al. Dynamic deadspace-gas chromatography-olfactometry analysis of different anatomical parts of lovage (Levisticum officinale Koch.) at eight growing stages. J Agric Food Chem 2000: 48: 6183–6190.

FOOD AND DRUG ADMINISTRATION (FDA): RICHIAMO E RITIRO DI PRODOTTI COSMETICI.

Lidia Sautebin - Dipartimento di Farmacia (ex Dip.to di Farmacologia Sperimentale), Università di Napoli Federico II.

La Food and Drug Administration (FDA) è l’Agenzia americana che si occupa di supervisionare e regolare il mercato statunitense dei prodotti alimentari, sanitari e cosmetici. L’Agenzia ha emanato un comunicato stampa riguardo un prodotto cosmetico, ritirato dal commercio: The Hasmi Surma Special Eyeliner.
Il 15 Novembre 2013, New Reliance Traders Inc. ha volontariamente ritirato tutti i lotti di Hashmi Surma Special Eyeliner, poiché è stata rilevata la presenza di alti livelli di piombo (167.387 parti per milione (ppm)) che potrebbero causare problemi di salute ai consumatori, in particolare ai neonati, ai bambini piccoli e alle donne incinte. New Reliance Traders, inoltre, sta informando sia i consumatori sia i clienti di non utilizzare questo prodotto. L’Agenzia americana ha riportato di aver ricevuto al momento dell’emanazione del comunicato soltanto una denuncia. Il prodotto ritirato era stato distribuito al dettaglio, in negozi presenti nei seguenti stati statunitensi: Connecticut, Pennsylvania, Maryland e Rhode Island. Il prodotto, utilizzato come trucco per gli occhi, era confezionato all'interno di una bottiglia dorata (12 gr), racchiuso in una confezione blu su cui vi erano scritte in inglese mentre sul retro vi erano caratteri in lingua straniera. Questo reclamo è stato avviato dopo che il Dipartimento di tutela dei consumatori del Connecticut ha eseguito dei test di laboratorio e ha scoperto l’elevata presenza di piombo all’interno del prodotto. FDA ha invitato i consumatori che hanno acquistato il prodotto a non utilizzarlo e a restituirlo a New Reliance Traders per ottenere un rimborso completo.

MINISTERO DELLA SALUTE: REGOLAMENTAZIONE SUI PRODOTTI DEFINITI “DOPO PUNTURA”

Lidia Sautebin - Dipartimento di Farmacia (ex Dip.to di Farmacologia Sperimentale), Università di Napoli Federico II.

Riportiamo di seguito una notizia apparsa sul sito del Ministero della Salute, relativa alla normativa riguardanti i prodotti cosiddetti “dopo puntura”, utilizzati per lenire o attenuare il prurito, provocato da agenti urticanti o da punture d’insetti. I prodotti “dopo puntura” sono ormai da anni presenti sul mercato sia italiano sia europeo. Nell’articolo citato, il Ministero della Salute in precedenza aveva inquadrato la normativa di questi prodotti con la circolare del 16 febbraio 2011 (protocollo 6518), la quale con l’entrata in vigore del nuovo Regolamento sui prodotti cosmetici (CE) n. 1223/2009, si è dovuta aggiornare e sostituire.
Il Ministero con la nuova Circolare del 14 ottobre 2013 ha evidenziato come sia importante dare le giuste indicazioni agli operatori, i quali hanno il compito di porre in commercio soltanto i prodotti conformi alla normativa vigente. Nella circolare, si evidenzia come i responsabili della commercializzazione dei prodotti “dopo puntura” devono verificare che sia le etichette che il materiale informativo, che accompagna la commercializzazione del prodotto, siano conformi all’attuale normativa.

UNIPRO: L’UTILIZZO DEI CONSERVANTI NEI PRODOTTI COSMETICI.

Lidia Sautebin - Dipartimento di Farmacia (ex Dip.to di Farmacologia Sperimentale), Università di Napoli Federico II.

Nella nota informativa del 5 Novembre del 2013 l’Associazione delle Imprese Cosmetiche Italiane (Unipro) ha chiarito i termini di utilizzo dei conservanti nei prodotti cosmetici.
I conservanti sono sostanze che normalmente sono aggiunti alla formulazione di cosmetici, farmaci, alimenti per garantirne l’efficacia e la sicurezza nel tempo. Queste sostanze hanno la capacità di svolgere un’adeguata azione antibatterica e prevenire la contaminazione da funghi, virus, lieviti e muffe, che possono essere presenti nell’ambiente e sulla nostra pelle. Se questi prodotti cosmetici non contenessero conservanti, dopo l’apertura e il contatto con l’esterno, incomincerebbero a deteriorarsi, divenendo in tal modo pericolosi per la salute del consumatore, in quanto potrebbero causare irritazioni ed infiammazioni, soprattutto a livello delle zone della cute più sensibili e della cute dei bambini.
Unipro ha rassicurato i consumatori riguardo alla sicurezza dei prodotti cosmetici contenenti conservanti, in quanto la sicurezza dei prodotti e la conseguente tutela della salute dei consumatori, rappresenta una loro priorità assoluta.
L’Associazione, inoltre, ha sottolineato che i conservanti sono stati esaminati attentamente dallo Scientific Committee on Consumer Safety (SCCS, Comitato Scientifico per la Sicurezza dei Consumatori, CSSC), e successivamente inseriti nell’allegato V del Regolamento sui prodotti cosmetici (CE) n. 1223/2009, nel quale sono elencate le quantità dei conservanti che possono essere utilizzate nei prodotti cosmetici. I parabeni sono tra i conservanti maggiormente utilizzati, questi sono stati esaminati dall’SCCS e sono stati considerati sicuri poiché non sono interferenti endocrini come si era sospettato in passato. L’Associazione nazionale delle imprese cosmetiche infine rassicura che l’utilizzo dei conservanti è indispensabile per la sicurezza finale del prodotto e per un suo utilizzo sicuro.

COSMETIC TOILETRY AND PERFUMERY ASSOCIATION (CTPA): SICUREZZA RIGUARDANTE I PRODOTTI CONTENENTI METILISOTIAZOLINONE.

Lidia Sautebin - Dipartimento di Farmacia (ex Dip.to di Farmacologia Sperimentale), Università di Napoli Federico II.

L’Associazione delle Industrie Cosmetiche del Regno Unito (CTPA, The Cosmetic Toiletry and Perfumery Association) ha recentemente pubblicato diversi articoli, che chiariscono alcuni aspetti riguardanti la sicurezza del Metilisotiazolinone.
L’Associazione ha riportato che recentemente è apparso un articolo sul Mail on Sunday (tabloid britannico), il quale riportava le opinioni di alcuni dermatologi relative all’aumentato sospetto di contrarre fenomeni allergici, causati dal contatto con il conservante Metilisotiazolinone (MI o MIT), causando allarmismo riguardo all’utilizzo di questi prodotti cosmetici.
Il MI è utilizzato nei prodotti cosmetici in maniera sicura, per questo motivo, CTPA, ha ritenuto importante contestualizzare i dati discussi nell’articolo. L’Agenzia ha evidenziato che l’articolo tratta di patch test che sono solitamente eseguiti dai dermatologi per determinare se un individuo è allergico o meno ad una particolare sostanza. Le persone tendono ad essere sottoposte a patch test, dopo esser state visitate dal proprio medico di famiglia a causa della comparsa di una reazione cutanea. CTPA, ha sottolineato che pur essendo molto importante, soprattutto per l’individuo interessato, il patch test non riflette lo scenario reale nella popolazione generale. Spesso nella somministrazione dei patch test, infatti, si tende ad utilizzare livelli più elevati delle sostanze da testare rispetto a quelli a cui sarebbe esposto realmente l’individuo; essi, inoltre, vengono praticati in un particolare tipo di popolazione cioè in soggetti potenzialmente allergici. Ciò significa che i soggetti esposti potrebbero non reagire ad una determinata sostanza, poiché essa è presente a bassi livelli nei prodotti di consumo, come quelli cosmetici, e, quindi, non è detto che 1 individuo su 10 sia realmente allergico ai prodotti cosmetici contenenti MI. Inoltre, la causa della reazione iniziale potrebbe non essere dovuta ai prodotti cosmetici.
Il MI è presente nella lista dei conservanti, approvati per l’utilizzo nei prodotti cosmetici, come specificato nelle rigorose leggi, che controllano la vendita di questi prodotti nel Regno Unito e in Europa. CTPA ha riportato che, gli esperti scientifici dello Scientific Committee on Consumer Safety (SCCS, Comitato Scientifico per la Sicurezza dei Consumatori, CSSC), il cui ruolo è di valutare la sicurezza degli ingredienti cosmetici, hanno preso in esame anche l’utilizzo di tale composto ritenendolo sicuro. L’Associazione ha sottolineato che i conservanti sono essenziali per i cosmetici, in quanto non è possibile ottenere un uso sicuro di questi prodotti, evitando del tutto il loro utilizzo. Ogni persona, inoltre, in quanto diversa reagisce in maniera differente a questi prodotti, per cui una persona può risultare allergica a sostanze che altri impiegano normalmente e senza alcun problema. Se, tuttavia, una persona ha ricevuto una diagnosi di allergia al MI, può identificare i prodotti da evitare, cercando il nome “Methylisothiazolinone” nella lista degli ingredienti presente sulla confezione.
Chris Flower, Direttore Generale di CTPA, ha dichiarato che i consumatori potrebbero sentirsi preoccupati in merito alla recente discussione condotta su questo conservante. Il Direttore ha sottolineato anche che i cosmetici vengono prodotti accuratamente al fine di assicurare un loro normale utilizzo e generalmente, questo include la presenza dei conservanti onde di evitare la contaminazione da parte di microrganismi, garantendo in tal modo la sicurezza d’uso. E’ necessario aggiungere solo piccole quantità di conservanti nei prodotti cosmetici, e senza di essi questi prodotti potrebbero essere contaminati come succede con il cibo, portando al deterioramento del prodotto e forse anche a manifestazioni di irritazioni o infezioni.
Chris Flower, ha affermato, inoltre, che la sicurezza è una priorità del settore cosmetico, infatti, ogni prodotto cosmetico deve essere sottoposto a una rigorosa valutazione della sicurezza prima di essere immesso sul mercato. Questa valutazione, eseguita da personale scientifico altamente qualificato, tiene conto del prodotto finito e dei suoi ingredienti, di come e dove, con quale frequenza e da chi il prodotto è solitamente utilizzato.
In un ulteriore articolo, CTPA ha risposto a dati forniti dall’Associazione Britannica dei Dermatologi inerenti ai conservanti metilisotiazolinone (MI) e metilcloroisotiazolinone (MCI), presentati anche in una conferenza durante la quale i dermatologi hanno esposto le loro preoccupazioni in merito all’uso di tali composti. I dermatologi, infatti, hanno notato un incremento del numero di persone che si presentano presso le cliniche di dermatologia per sottoporsi a patch-test e che risultano positivi al MI. L’Associazione ha sottolineato come questo sia un problema importante, e per questo motivo l’industria cosmetica si è impegnata a collaborare con i dermatologi, con la più ampia comunità scientifica e con le autorità regolatorie al fine di valutare che cosa questo implichi per la popolazione in generale e come il problema possa essere gestito efficacemente ed in maniera tempestiva.
CTPA, in un successivo articolo ha riportato che recentemente si è svolta durante il programma televisivo della BBC, Watchdog (18.09.13) una discussione riguardante l’uso del MI e le reazioni allergiche che alcuni individui hanno avuto in seguito al suo utilizzo. Argomento trattato anche dal Daily Mail (tabloid britannico) e da altri media. Anche in questo articolo CTPA riporta quanto esposto negli altri articoli riguardo ai conservanti e alla sicurezza d’uso dei cosmetici e incoraggia i consumatori che credono di aver avuto una reazione al MI di contattare l’azienda produttrice del cosmetico (recapiti, spesso compresi i servizi di assistenza clienti, previsti sull’imballaggio). In questo modo, cita l’Associazione, si potrà avere un’idea dell’entità del problema onde prendere eventuali provvedimenti. Consiglia, inoltre, di consultare un medico se la reazione persiste nonostante la sospensione dell’utilizzo del prodotto, potendo il medico suggerire una visita dermatologica per ulteriori test al fine di determinare meglio la causa della reazione.


   

  

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