Cosmetovigilanza

DERMATITE PALPEBRALE ECZEMATOSA CAUSATA DA NICHEL CONTENUTO IN UNA MATITA PER GLI OCCHI.

Lidia Sautebin - Dipartimento di Farmacia, Università di Napoli Federico II.
 
Riportiamo di seguito un articolo apparso su Contact Dermatitis (Contact Dermatitis 2014: 70, 247–249), di Lien Verhulst, Lena Persson, Erik Zimerson, Magnus Bruze, Katrien Vanden Broecke e An Goossens (Department of Dermatology, University Hospitals K.U. Leuven,Belgium) relativo ad un caso particolare di dermatite palpebrale eczematosa provocato dal nichel contenuto in una matita per occhi.
 
Tutti i prodotti per il make-up pigmentati possono contenere metalli allergenici, incluso il nichel (1). Per questo motivo, come premesso dagli Autori, è già stata riportata una possibile relazione tra il nichel presente nelle matite per gli occhi, e le allergie da contatto alle palpebre, dove la pelle sottile facilita la penetrazione (2, 3).
L’articolo tratta il caso di una donna caucasica, non atopica, di 67 anni, presentatasi nell’ottobre del 2012, all’Unità di Allergie da Contatto di Leuven in Belgio per la sua storia pregressa di eczema palpebrale, verosimilmente connesso all’uso di una matita per occhi, in particolare la matita per occhi blu Duo-Tone. L’eritema e la desquamazione delle palpebre erano notevolmente migliorati passando ad un altro marchio. Dai precedenti patch test con reazione positiva al nichel, si sono evinte intolleranze della paziente alla bigiotteria e anche al tiomersale, per il quale non sono state trovate prove rilevanti.
Quindi sono stati eseguiti altri patch test con la serie europea di riferimento, una serie cosmetica, tetracloropalladato di sodio (sostanza usata per testare l’allergia al palladio, nell’ambito di uno studio multicentrico effettuato dal Gruppo di Ricerca Europeo sull’Ambiente e sulle Dermatiti da Contatto), e anche con i prodotti per la cura personale della paziente, con “IQ Ultra® patch test chambers" (Chemotechnique Diagnostics, Vellinge, Svezia).
Gli Autori hanno riferito le seguenti reazioni positive ai patch test eseguiti:
                 - nichel                                               giorno 2 ++; giorno 4 ++;
                 - tiomersale                                      giorno 2 +; giorno 4 ++;
                 - amerchol                                        giorno 5 +:
                 - palladio                                           giorno 2 +; giorno 4 +:
                 - parti colorate della matita Duo-Tone   giorno 4 ++.
Successivamente sono state eseguite analisi chimiche, in particolare, alcuni campioni della matita per occhi sono stati analizzati con cromatografia liquida ad alta prestazione (HPLC), per riscontrare la presenza di tiomersale. L’analisi è stata preceduta dall’estrazione di 136 mg della pasta blu della matita e di 247 mg di quella grigia in 2 ml di acqua in un bagno ad ultrasuoni per 10 minuti. Gli Autori hanno sottolineato che gli estratti analizzati mediante HPLC con rilevazione a serie di diodi (4), non hanno rilevato tiomersale, nonostante il limite di rilevamento stimato nelle due paste colorate della matita per occhi fosse dello 0,0002% p/p (2ppm).
L’analisi per la presenza di lanolina nella matita per occhi è invece stata effettuata con la gas cromatografia-spettrometria di massa (GC/MS). Gli Autori hanno riportato che un campione di 2 mg della pasta blu è stato disciolto in 0,5 ml di acetato di etile e poi filtrato, su questo campione è stata quindi eseguita l’analisi (5). I risultati mostravano che la pasta era formata da una crema base contenente esteri di acidi grassi, olio di silicone, cera di silicone e alcuni acidi grassi, ma nel campione non erano presenti tracce di lanolina o suoi derivati.
L’analisi per la presenza di metalli nella matita per gli occhi è stata effettuata con la spettrometria ad assorbimento atomico (AAS). Gli Autori hanno riferito che alcuni campioni della matita sono stati trattati con 0,5% di acido nitrico e poi riscaldati a 70°C per un’ora. La soluzione così ottenuta è stata filtrata e poi analizzata con l’AAS, in cui lo spettrometro era dotato della correzione di Zeman e di un fornetto di grafite (AAnalyst 800; Perkin Elmer Instruments, Norwalk, CT, USA). Gli Autori hanno evidenziato che questa analisi, condotta per rivelare la presenza di nichel e palladio, mostrava che la parte grigia della matita per occhi conteneva 0,029 mg/g di nichel e la parte blu della matita 0,015mg/g del suddetto metallo, mentre il palladio non è stato rilevato.
Al fine di assumere rilevanza clinica, questi risultati sono stati confrontati con la quantità di nichel riscontrata in un patch test ordinario con 20 mg di nichel solfato esaidrato 5% in un Finn Chamber®, che risulta essere 460 μg/cm2.
Nelle conclusioni, gli Autori hanno sottolineato che le analisi chimiche provavano che il tiomersale, il palladio, la lanolina e i suoi derivati non avevano causato la dermatite alla paziente. Inoltre, l'analisi GCMS non mostrava altri allergeni sospetti nella matita. I risultati raccolti dagli Autori indicavano quindi che la quantità di nichel rilevata era la causa della dermatite.
Dati analitici hanno dimostrato che i prodotti di consumo costituiscono un fonte di contatto con il nichel piuttosto piccola, le tracce ritrovate in questi prodotti non causeranno la prima sensibilizzazione a questi metalli in quanto i livelli sarebbero troppo bassi e l’esposizione altrettanto breve. Gli Autori hanno sottolineato che la maggior parte dei soggetti allergici al nichel subisce una prima sensibilizzazione nel contatto quotidiano con gioielli e altri oggetti di metallo, come accaduto alla paziente in questione. Gli Autori suggeriscono quindi che è meglio focalizzare l’attenzione sulla diminuzione dell’esposizione a questi metalli di transizione provenienti da fonti diverse dai prodotti di consumo che invece li contengono in tracce (6). I livelli sicuri di nichel nei prodotti di consumo non dovrebbero superare le 5 ppm (µg/g) e il massimo valore potrebbe essere di 1 ppm (6). Tuttavia gli Autori hanno sottolineato che anche basse quantità di nichel presenti in una matita per gli occhi (o qualsiasi altro prodotto make-up per gli occhi), possono provocare dermatiti allergiche da contatto per applicazione ripetuta, che porta quindi ad un accumulo dell’allergene. Nel caso specifico gli Autori hanno evidenziato che le palpebre sono particolarmente inclini allo sviluppo di dermatite allergica da contatto, anche a basse concentrazioni di allergene, o con tempi di esposizione breve.
 
BIBLIOGRAFIA
  1. 1.    Thyssen J P, Linneberg A, Menné T, Nielsen N H, Johansen J D. No association between nickel allergy and reporting cosmetic dermatitis from mascara or eye shadow: a cross-sectional general population study. J Eur Acad Dermatol Venereol 2010: 24: 722–725.
  2. 2.    Travassoss A R, Bruze M, Dahlin J, Goossens A. Allergic contact dermatitis caused by nickel in a green eye pencil. Contact Dermatitis 2011: 65: 307–308.
  3. 3.    Zemba C, Ramaguera C, Vilaplana J. Allergic contact dermatitis from nickel in an eye pencil. Contact Dermatitis 1992: 27: 116.
  4. 4.    Tleugabulova D, González Péres I. Reversed-phase high-performance liquid chromatographic study of thimerosal stability in Cuban recombinant hepatitis B vaccine. J Chromatogr 1996: 729: 219–227.
  5. 5.    Lammintausta K, Zimerson E, Hasan T et al. An epidemic of furniture-related dermatitis: searching for a cause. Br J Dermatol 2010: 162: 108–116.
  6. 6.    Basketter D A, Angelini G, Ingber A et al. Nickel, chromium and cobalt in consumer products: revisiting safe levels in the new millennium. Contact Dermatitis 2003: 49: 1–7.

DERMATITE ALLERGICA DA CONTATTO INDOTTA DAL MENTOSSIPROPANEDIOLO CONTENUTO IN UN BALSAMO PER LE LABBRA

Lidia Sautebin - Dipartimento di Farmacia, Università di Napoli Federico II.

Riportiamo di seguito un articolo apparso su Contact Dermatitis (Contact Dermatitis 2013: 69, 377–378), di Lonneke Franken, Anton de Grooted Anna-Marijke Laheij-de Boer (Department of Dermatology, University Medical Centre Utrecht) relativo ad un caso particolare di dermatite da contatto indotta dal Mentossipropanediolo.

 

L’articolo tratta il caso di una donna di 46 anni, avente un eritema periorale con una desquamazione. La donna stava utilizzando diversi prodotti cosmetici per le labbra, tra cui Blistex Med Plus ® (una marca di un balsamo per le labbra). Al fine di verificare le cause delle lesioni riportate, la paziente è stata sottoposta a patch test eseguiti con la serie di allergeni di base europea, con la serie cosmetica, e con prodotti cosmetici ad essa appartenenti, mostrando una reazione positiva (gg 3 ++) al patch test eseguito con Blistex Med Plus ® non diluito. In un primo momento, è stato consigliato alla paziente di evitare l’uso del balsamo labbra Blistex ® e di effettuare una prova aperta ripetuta di applicazione (“repeated open application test”, ROAT) per qualsiasi nuovo prodotto. Dopo la ricomparsa dei sintomi periorali la paziente si rivolse al Dipartimento di Dermatologia dell’Università di Utrecht Fu quindi eseguita una biopsia con diagnosi di dermatite. Alla paziente fu consigliato di effettuare una prova aperta ripetuta di applicazione (ROAT) con il prodotto sospettato, con risultante comparsa in pochi giorni di una reazione eritematosa e papulosa che causava prurito. Così gli Autori hanno consultato il Consumer Exposure Skin Effects and Surveillance (CESES; Esposizione dei Consumatori, Effetti sulla Pelle e Sorveglianza), un sistema che monitora gli effetti dell’esposizione della pelle ai prodotti di consumo, creato dal Dutch National Institute for Public Health and the Environment (Istituto Nazionale Olandese per la Salute Pubblica e l’Ambiente) e tramite il quale è possibile segnalare gli effetti indesiderabili causati dai cosmetici. (1). Proprio grazie alle informazioni ottenute attraverso il CESES, gli Autori effettuarono un patch test su tutti gli ingredienti contenuti nel Blistex Med Plus®: benzofenone-3, alcool benzilico, canfora, cera microcristallina, estratto della radice di Daucus carota sativa, olio del seme di Daucus carota sativa, etilexil metossicinnamato, olio della foglia di Eucaliptus globulus, olio del fiore di Eugenia carophyllus, lanolina, mentolo, mentossipropanediolo, mentil lattato, metil salicilato, miristil miristato, profumo, petrolato, olio di semi di Ricinus communis, saccarina e il burro di semi di Theobroma cacao. Fu riscontrata una reazione positiva al patch test solo per il mentossipropanediolo 5% pet. (gg 2+; gg 3+); mentre il mentolo 5% pet. era negativo. Inoltre la paziente fu sottoposta ad ulteriori test con serie diluite di mentossipropanediolo riportando i seguenti risultati :

                 - mentossipropanediolo al 5% pet.   giorno 2 +; giorno 3 ++;

                 - mentossipropanediolo al 2% pet.   giorno 2 −; giorno 3 +;

                 - mentossipropanediolo al 0.5% pet. giorno 2 −; giorno 3 ?+.

Il mentossipropanediolo 5% pet. ha dato risultati negativi su 5 soggetti di controllo. La concentrazione di mentossipropanediolo nel Blistex Med Plus® era dello 0,4%.

Gli Autori ricordano inoltre che, il mentossipropanediolo [3-(5-metil-2-propan-2-ilcicloesil)ossipropan-1,2-diol; 1,2-propanediol, 3{[5-metil-2-(1-metiletil)cicloesil]ossi}-; CAS no. 87061-04-9, EINECS 289-296-2] è un derivato sintetico del mentolo. Le funzioni di questa molecola nei cosmetici sono descritte, nell’Unione Europea, come “protettive” e “rinfrescanti”(2), mentre negli Stati Uniti è usato come “agente di gusto” e “agente di fragranza” (3). Gli Autori indicano anche che questo è stato il primo caso di dermatite allergica da contatto indotta da mentossipropanediolo. Questa sostanza, tuttavia, non è molto utilizzata, infatti, solo otto degli oltre sessantaduemila prodotti presenti nel database dei cosmetici dell’Environmental Working Group (EWG) Skin Deep® contengono metossipropanediolo. Ad ogni modo, Blistex® è un marchio molto popolare nei Paesi Bassi. Gli Autori sottolineano inoltre che, nella paziente non si era verificata reattività crociata con il mentolo. Quest’ultimo è un ingrediente utilizzato più spesso nei cosmetici: è contenuto nella lista di ingredienti di 510 prodotti nel database dell’EWG Skin Deep® (4). Nei prodotti farmaceutici è invece ancor più utilizzato, anche in concentrazioni elevate, per il trattamento del prurito e delle dermatosi purulente. Nonostante ciò gli Autori sottolineano che, sono stati riportati solo casi sporadici di allergie da contatto (5), spesso in combinazione con l’allergia all’olio di Mentha Piperita (menta), che contiene il 35-60% di mentolo (6). Infine gli Autori riportano che la scarsità delle allergie da contatto al mentolo è stata dimostrata anche da uno studio recente effettuato dall’Information Network of Departments of Dermatology (IVDK), il quale evidenziava che tra 1147 pazienti, affetti da dermatite, testati con il mentolo tra il 2005 e 2008, solo 1 (0,09%) aveva dato reazione positiva al mentolo (7).

Gli Autori suggeriscono quindi, una concentrazione di metossipropanediolo da utilizzare nei test del 5% pet.

BIBLIOGRAFIA

  1. 1.      Salverda J G W, Bragt P J C, de Wit-Bos L et al. Results of a cosmetovigilance survey in The Netherlands. Contact Dermatitis 2013: 68: 139–148. CrossRef, Web of Science®
  2. 2.      CosIng database. Available at: http://ec.europa.eu/consumers/cosmetics/cosing" href="http://ec.europa.eu/consumers/cosmetics/cosing">http://ec.europa.eu/consumers/cosmetics/cosing.
  3. 3.      Personal Care Council Database. Available at: http://www.personalcarecouncil.org" href="http://www.personalcarecouncil.org/">http://www.personalcarecouncil.org/ (last accessed 30 July 2013).
  4. 4.      EWG Skin Deep® Cosmetics Database. Available at: http://www.ewg.org/skindeep" href="http://www.ewg.org/skindeep">www.ewg.org/skindeep (last accessed 30 July 2013).
  5. 5.      Nakagawa S, Tagami H, Aiba S. Erythema multiforme-like generalized contact dermatitis to l-menthol contained in anti-inflammatory medical compresses as an ingredient. Contact Dermatitis 2009: 61: 178–179. CrossRef
  6. 6.      Herro E, Jacobs S E. Mentha piperita (peppermint). Dermatitis 2010: 21: 327–329. Web of Science® Times Cited: 3
  7. Uter W, Geier J, Frosch P, Schnuch A. Contact allergy to fragrances: current patch test results (2005–2008) from the Information Network of Departments of Dermatology. Contact Dermatitis 2010: 63: 254–261. CrossRef, CAS

RAPEX: PROVVEDIMENTI RELATIVI AL RISCHIO CHIMICO, ADOTTATI NEI MESI DI GENNAIO-FEBBRAIO-MARZO 2014 SULLA SICUREZZA D’USO DEI PRODOTTI COSMETICI.

Lidia Sautebin - Dipartimento di Farmacia, Università di Napoli Federico II.
 
 
                                                          RISCHIO CHIMICO
 
Si sottolinea che alcune delle segnalazioni riportate sono relative ad inchiostri per tatuaggi. Pur non essendo i tatuaggi prodotti cosmetici, riteniamo utile riportare nei nostri report mensili le segnalazioni ad essi relative data l’attualità e l’importanza dell’argomento.
 
5-CLORO-2-METIL-ISOTIAZOL-3-(2H)-ONE E 2-METIL-ISOTIAZOL-3-(2H)-ONE
 
Una segnalazione dalla Germania pervenuta nella 5a settimana (Gennaio):
  • set composto da un profumo e un gel per doccia, prodotto in Cina, chiamato “Pink Dragon for Woman” (Tipo/numero di modello: Pink Dragon for Woman; codice a barre: EAN 66556001511000000300; 53000000-Beauty/Personal Care/Hygiene) della Streets Looks. Il prodotto era costituito da una bottiglia di profumo (85 ml) e da un tubetto di gel per doccia (50 ml). Il prodotto presentava un rischio chimico poiché conteneva una quantità eccessiva di 5-cloro-2-metil-isotiazol-3(2H)-one e di 2-metil-isotiazol-3(2H)-one, presenti nel gel per doccia (4 mg/100g). Il prodotto non era, quindi, conforme al Regolamento sui prodotti cosmetici (CE) n. 1223/2009, in quanto la loro concentrazione era superiore allo 0,0015%, e per questo è stato chiesto agli utilizzatori finali di riconsegnarlo.
NICHEL
 
Una segnalazione dalla Germania pervenuta nella 5a settimana (Gennaio):
  • inchiostro per tatuaggi, prodotto negli Stati Uniti, chiamato “Dark Purple” (Tipo/numero di modello: ST1012DP; Lotto: SS83; Data di scadenza: 30/09/16; 53000000-Beauty/Personal Care/Hygiene) dell’Intenze. Il prodotto consisteva in un inchiostro per tatuaggi di colore viola scuro contenuto in una bottiglia (29,6 ml). Il prodotto presentava un rischio chimico poiché conteneva una concentrazione di nichel superiore al 6,8 mg/kg. Secondo la Risoluzione sui requisiti e i criteri per la valutazione della sicurezza dei tatuaggi e del trucco permanente ResAP (2008)1, in un inchiostro per tatuaggi i livelli di nichel dovrebbero essere i più bassi possibili, poiché è una sostanza che presenta un elevato potenziale allergenico. Il prodotto non era, quindi, conforme alla legislazione vigente e per questo è stato ritirato dal mercato.
METACRILATO DI METILE
 
Una segnalazione dalla Repubblica Ceca pervenuta nella 5a settimana (Gennaio):
  • prodotto modellante per unghie di origine sconosciuta, chiamato “LENZ 3000 SERIES Liquid, HIGH PERFORMANCE” (Tipo/numero di modello: sconosciuto; Lotto: DO216-A117; 53000000-Beauty/Personal Care/Hygiene) della LENZ. Il prodotto era venduto in una bottiglia di plastica bianca con un tappo a vite, avente un’etichetta con le seguenti scritte: “Professional Liquid, 1 gallone, New Low Odor”; “Ingredients: Acrylic Ester Monomers, Dimethyl-p-toluidene, MEHQ”. Il prodotto presentava un rischio chimico poiché conteneva il 90,2% di metacrilato di metile (MMA). Il 22 dicembre 2011, il Bundesinstitut für Risikobewertung (BfR, Istituto Federale Tedesco per la Valutazione del Rischio), nella sua “Health assessment of nail modelling cosmetics containing methyl metacrylate” (Valutazione del rischio di salute dovuto all’utilizzo di prodotti cosmetici modellanti per unghie contenenti metacrilato di metile), ha ritenuto che il metacrilato di metile quando presente in concentrazioni dell’80-90% nei prodotti cosmetici, può risultare nocivo per la salute a causa del suo elevato potenziale di sensibilizzazione, inoltre, può anche provocare danni permanenti alle unghie. Il prodotto per questo è stato ritirato dal commercio.
Una segnalazione dalla Germania pervenuta nella 8a settimana (Febbraio):
  • prodotto liquido per dipingere le unghie, prodotto negli Stati Uniti, chiamato “J 2000 (CO) acrylic liquid (watermelon)” (Tipo/numero di modello:Watermelon; codice a barre: 1001226COW (Codice Articolo) LIQ-002001 (Codice Lotto); 53000000-Beauty/Personal Care/Hygiene) della Keystone. Il prodotto consisteva in un liquido per dipingere unghie finte, formato da due componenti, una liquida e una in polvere per l’autoindurimento, contenuti in un barattolo di plastica bianca (5L). Il prodotto presentava un rischio chimico poiché conteneva un’elevata concentrazione (96%) di metil-metacrilato, il quale ha un notevole potere di sensibilizzazione e può causare danni permanenti alle unghie e/o alla mani che possono durare per anni, inoltre, non era adeguatamente etichettato. Il prodotto non era, quindi, conforme al Regolamento sui prodotti cosmetici (CE) n. 1223/2009, e per questo è stato ritirato dal commercio.
ANTIMONIO
 
Una segnalazione dalla Francia pervenuta nella 6a settimana (Febbraio):
  • gel per unghie, prodotto in Germania, chiamato “Celest Plus - Matrex 3 Supreme” (Tipo/numero di modello: 2032-15; Lotto:2032130502; codice a barre: sconosciuto; 53000000-Beauty/Personal Care/Hygiene) della Onglemod. Il prodotto era costituito da un gel trasparente di colore rosa ed era venduto in una bottiglia di plastica (15 ml) di colore blu metallico. Il prodotto presentava un rischio chimico poiché conteneva 18 mg/kg di antimonio che è una concentrazione superiore ai livelli consentiti. Il prodotto non era, quindi, conforme al Regolamento sui prodotti cosmetici (CE) n. 1223/2009, e per questo è stato ritirato dal commercio.
Due segnalazioni dalla Francia pervenute nella 7asettimana (Febbraio):
  • smalto per unghie in gel magnetico, prodotto in Germania, chiamato “Rouge métal, 15g. (Metallic red)” (Tipo/numero di modello: REF. IV-138M; Lotto: 565 103 02; 53000000-Beauty/Personal Care/Hygiene) della IVIN Cosmetics. Il prodotto era venduto in un contenitore di plastica con coperchio a vite bianco e due fasce d'argento. Il prodotto presentava un rischio chimico poiché conteneva 102 mg/kg di antimonio. Il prodotto non era, quindi, conforme al Regolamento sui prodotti cosmetici (CE) n. 1223/2009, e per questo è stato ritirato dal commercio.
  • gel semipermanente per unghie, prodotto negli Stati Uniti, chiamato “Early Morning” (Tipo/numero di modello:REF G008; codice a barre: sconosciuto; 53000000-Beauty/Personal Care/Hygiene) della GEL II - Manicure. Il prodotto era contenuto in una boccetta di vetro nero con un tappo di plastica grigia, dotato di un applicatore a pennello, il tutto confezionato in una scatola di cartone di colore nero e lilla. Il prodotto presentava un rischio chimico poiché conteneva antimonio e non era adeguatamente etichettato. Il prodotto non era, quindi, conforme al Regolamento sui prodotti cosmetici (CE) n. 1223/2009, e per questo è stato ritirato dal commercio.
Una segnalazione dalla Francia pervenuta nella 9a settimana (Febbraio):
  • gel rafforzante per unghie, prodotto in Belgio, chiamato “Builder Gel” (Tipo/numero di modello: 4604724 Extra White; Lotto: 1239/01/5 446 899 053 740; 53000000-Beauty/Personal Care/Hygiene) della Nails by JM (Jean Marin). Il prodotto era confezionato in un contenitore rotondo di plastica bianca. Il prodotto presentava un rischio chimico poiché conteneva una concentrazione di 219 mg/kgdi antimonio. Il prodotto non era, quindi, conforme al Regolamento sui prodotti cosmetici (CE) n. 1223/2009, e per questo è stato respinto dal mercato.
FORMALDEIDE
 
Una segnalazione dalla Francia pervenuta nella 6a settimana (Febbraio):
  • prodotto per il trattamento dei capelli, prodotto negli Stati Uniti, chiamato “COCO Nouvelle Formule” (Tipo/numero di modello:lotto: H1319C (1000 ml); codice a barre: 7 29440 30800 1; 53000000-Beauty/Personal Care/Hygiene) della  Hair Go Straight. Il prodotto era costituito da un liquido di colore rosa-beige ed era contenuto in una bottiglia (1L), confezionato in un sacchetto di plastica trasparente. Il prodotto presentava un rischio chimico poiché conteneva lo 0,3% di formaldeide, concentrazione superiore rispetto al livello consentito dello 0,2%. Il prodotto non era, quindi, conforme al Regolamento sui prodotti cosmetici (CE) n. 1223/2009, e per questo è stato ritirato dal commercio e dagli utilizzatori finali ed infine è stato distrutto.
IDROCHINONE
 
Due segnalazioni dalla Francia pervenute nella 6a settimana (Febbraio):
  • schiarente per la pelle, prodotto nella Repubblica Democratica del Congo, chiamato “Caro Light” (Data di produzione: 07/2011; codice a barre: 9501101371743; 53000000-Beauty/Personal Care/Hygiene) della Angel Cosmetics. Il prodotto era costituito da una lozione schiarente in una formula concentrata di olio di carota, contenuta in un tubetto (30 ml) di colore arancione e bianco con tappo arancione. Il prodotto presentava un rischio chimico poiché conteneva una concentrazione d’idrochinone, dichiarata in etichetta, superiore al 2% in peso. Il prodotto non era, quindi, conforme al Regolamento sui prodotti cosmetici (CE) n. 1223/2009, e per questo è stato ritirato dal commercio.
  • schiarente per la pelle, prodotto nella Repubblica Democratica del Congo, chiamato “Caro Light” (Data di produzione: 03/2010; codice a barre: 9501101371033; 53000000-Beauty/Personal Care/Hygiene) della Angel Cosmetics. Il prodotto era costituito da una crema schiarente all’olio di carota utilizzata per un trattamento intensivo, contenuta in un tubetto (30 ml) di colore arancione e bianco con tappo arancione. Il prodotto presentava un rischio chimico poiché conteneva una concentrazione d’idrochinone, dichiarata in etichetta, superiore al 2% in peso, sebbene questo ingrediente sia proibito. Il prodotto non era, quindi, conforme al Regolamento sui prodotti cosmetici (CE) n. 1223/2009, e per questo è stato ritirato dal commercio.
Una segnalazione pervenuta da Malta nella 8a settimana (Febbraio):
  • crema schiarente per la pelle, prodotta in Costa D’Avorio, chiamata “Sivoclair Crème éclaircissante/Lightening cream” (Tipo/numero di modello: lotto 4910; codice a barre: sconosciuto; 53000000-Beauty/Personal Care/Hygiene) della Sivop. Il prodotto era contenuto in un vasetto di plastica bianca con un coperchio a vite. Il prodotto presentava un rischio chimico poiché conteneva idrochinone, il cui uso è proibito nei cosmetici e nei prodotti per l’igiene personale. Il prodotto non era, quindi, conforme al Regolamento sui prodotti cosmetici (CE) n. 1223/2009, e per questo è stato respinto alla frontiera.
DIBUTILFTALATO
 
Una segnalazione dalla Finlandia pervenuta nella 9a settimana (Febbraio):
  • smalto per unghie, prodotto in Cina dal nome sconosciuto (Tipo/numero di modello: numero colori: 21, 40, 23, 12, 43, 27, 24, 35, 08, 13, 56, 31; Lotto: sconosciuto; 53000000-Beauty/Personal Care/Hygiene) della True Lover. Il prodotto era costituito da smalti di diverso colore, di cui ognuno era contenuto in una boccetta di vetro a forma di fiore con un tappo dorato, il tutto era confezionato in una scatola di cartone sulla quale vi era la lista degli ingredienti. Il prodotto presentava un rischio chimico poiché conteneva dibutilftalato (DBP). Il prodotto non era, quindi, conforme al Regolamento sui prodotti cosmetici (CE) n. 1223/2009, e per questo è stato respinto alla frontiera.
IDROCARBURI POLICICLICI AROMATICI (PAH)
 
Sette segnalazioni dall’Italia pervenute nella 10a settimana (Marzo):
  • crema colorante per capelli, prodotta in Italia, chiamata “Renée Color” (Tipo/numero di modello: Nuovo 10N - biondo extra chiarissimo (New 10N - extra light blonde); Lotto: 8006569524805; 53000000-Beauty/Personal Care/Hygiene) della Renée Blanche. Il prodotto era costituito da una crema colorante per capelli, uno shampoo, dei guanti e le istruzioni per l’uso, il tutto confezionato in un involucro rosso/viola. Sul retro della scatola c’era una breve descrizione degli effetti del prodotto, mentre sui lati una descrizione del contenuto e le istruzioni per l’uso. Il prodotto presentava un rischio chimico poiché conteneva idrocarburi policiclici aromatici (PAH) tra cui 4,9 µg/kgdi benzo[a]pirene, 8,6 µg/kg di pirene e 10,4 µg/kg di benzo[ghi]perilene. Il prodotto non era, quindi, conforme al Regolamento sui prodotti cosmetici (CE) n. 1223/2009, e per questo è stato ritirato dal mercato.
  • gel colorante per capelli, prodotto in Italia, chiamato “Refling” (Tipo/numero di modello: Ammonia-free 7N biondo [blond]; Lotto: 8006569001610; 53000000-Beauty/Personal Care/Hygiene) della Renée Blanche. Il prodotto era contenuto in una bottiglia di plastica trasparente (dimensioni: 16×8.5×4.5). Sul davanti della confezione c’erano stampati categoria, nome, marca e tipo/numero di modello del colore finale. Sul retro c’era una descrizione degli effetti del prodotto, mentre sui lati la descrizione del contenuto e le istruzioni d’uso. Il prodotto presentava un rischio chimico poiché conteneva idrocarburi policiclici aromatici (PAH) compresi 8,5µg/kgdi pirene e 2,4 µg/kgdi benzo[ghi]perilene. Il prodotto poteva essere quindi irritante per gli occhi e la pelle, e per questo è stato ritirato dal mercato.
  • shampoo colorante per capelli, prodotto in Italia, chiamato “Refling” (Tipo/numero di modello: Castano violino [purple-brown] Ammonia-free; Lotto: 8006569000798; 53000000-Beauty/Personal Care/Hygiene) della Renée Blanche. Il prodotto era contenuto in una bottiglia di plastica trasparente (dimensioni: 16×8.5×4.5). Sul davanti della confezione c’erano stampati categoria, nome, marca e tipo/numero di modello del colore finale. Sul retro c’era una descrizione degli effetti del prodotto, mentre sui lati la descrizione del contenuto e le istruzioni d’uso. Il prodotto presentava un rischio chimico poiché conteneva idrocarburi policiclici aromatici (PAH) tra cui 14,7 µg/kgdi benzo[a]pirene, 10,5 µg/kgdi pirene, 5,7 µg/kgdi benzo[ghi]perilene, 12,7 µg/kgdi benzo[b]fluorantene, 2,2 µg/kg di benzo[k]fluorantene e 10,5 µg/kgdi crisene. Il prodotto non era, quindi, conforme al Regolamento sui prodotti cosmetici (CE) n. 1223/2009, e per questo è stato ritirato dal mercato.
  • gel colorante per capelli, prodotto in Italia, chiamato “Refling” (Tipo/numero di modello: Plum [colour] Ammonia-free; Lotto: 8006569001597; 53000000-Beauty/Personal Care/Hygiene) della Renée Blanche. Il prodotto era contenuto in una bottiglia di plastica trasparente (dimensioni: 16×8.5×4.5). Sul davanti della confezione c’erano stampati categoria, nome, marca e tipo/numero di modello del colore finale. Sul retro c’era una descrizione degli effetti del prodotto, mentre sui lati la descrizione del contenuto e le istruzioni d’uso. Il prodotto presentava un rischio chimico poiché conteneva idrocarburi policiclici aromatici (PAH), tra cui 6,6 µg/kgdi fluorantene, 6,5 µg/kgdi crisene, 87 µg/kg di pirene e 1,8 µg/kgdi benzo[ghi]perilene. Il prodotto non era, quindi, conforme al Regolamento sui prodotti cosmetici (CE) n. 1223/2009, e per questo è stato ritirato dal mercato.
  • gel colorante per capelli, prodotto in Italia, chiamato “Refling” (Tipo/numero di modello: 1NB nero blu (blu black); Lotto: 8006569000804; 53000000-Beauty/Personal Care/Hygiene) della Renée Blanche. Il prodotto era contenuto in una scatola colorata di viola (dimensioni: 16×8.5×4.5). Sul davanti della confezione c’erano stampati categoria, nome, marca e tipo/numero di modello del colore finale. Sul retro c’era una descrizione degli effetti del prodotto, mentre sui lati la descrizione del contenuto e le istruzioni d’uso. Il prodotto presentava un rischio chimico poiché conteneva idrocarburi policiclici aromatici (PAH), tra cui 1,9 µg/kgdi benzo[a]pirene, 7,5µg/kgdi pirene e 14,1 µg/kgdi benzo[ghi]perilene. Il prodotto non era, quindi, conforme al Regolamento sui prodotti cosmetici (CE) n. 1223/2009, e per questo è stato ritirato dal mercato.
  • crema colorante per capelli, prodotta in Italia, chiamata “Renée Color” (Tipo/numero di modello: Nuovo 4N Castano; Lotto: 8006569824080; 53000000-Beauty/Personal Care/Hygiene) della Renée Blanche. Il prodotto era contenuto in una scatola colorata di rosso (dimensioni: 16×8.5×4). Sul davanti della confezione c’erano stampati categoria, nome, marca e tipo/numero di modello del colore finale. Sul retro c’era una descrizione degli effetti del prodotto, mentre sui lati la descrizione del contenuto e le istruzioni d’uso. Il prodotto presentava un rischio chimico poiché conteneva idrocarburi policiclici aromatici (PAH), tra cui 3,6 µg/kgdi benzo[a]pirene, 1,9 µg/kgdi pirene e 10,6 µg/kgdi benzo[ghi]perilene. Il prodotto non era, quindi, conforme al Regolamento sui prodotti cosmetici (CE) n. 1223/2009, e per questo è stato ritirato dal mercato.
  • crema colorante per capelli, prodotta in Italia, chiamata “Renée Color” (Tipo/numero di modello:Nuovo 7.66 - biondo rosso veneziano; Lotto: 8006569975058; 53000000-Beauty/Personal Care/Hygiene) della Renée Blanche. Il prodotto era contenuto in una scatola rossa (dimensioni: 16×8.5×4.5). Sul davanti della confezione c’erano stampati categoria, nome, marca e tipo/numero di modello del colore finale. Sul retro c’era una descrizione degli effetti del prodotto, mentre sui lati la descrizione del contenuto e le istruzioni d’uso. Il prodotto presentava un rischio chimico poiché conteneva idrocarburi policiclici aromatici (PAH), tra cui 10,1 µg/kgdi pirene. Il prodotto non era, quindi, conforme al Regolamento sui prodotti cosmetici (CE) n. 1223/2009, e per questo è stato ritirato dal mercato.
RISCHIO MICROBIOLOGICO
 
Una segnalazione pervenuta dalla Croazia nella 5a settimana (Gennaio):
  • gel da doccia, prodotto nel Regno Unito, chiamato “Lemon Burst Refreshing moisturising shower gel” (Tipo/numero di modello: sconosciuto; Lotto: 13353; codice a barre: EAN 5037378005110; 53000000-Beauty/Personal Care/Hygiene) dell’Anovia. Il prodotto era costituito da un tubetto di plastica trasparente, avente l’immagine sul davanti di una fetta di limone e le seguenti scritte: “Anovia”, “Naturally 97% derived” e “Lemon burst wow refreshing moisturizing shower gel”. Il prodotto presentava un rischio microbiologico poiché conteneva un’elevata quantità di microrganismi mesofili aerobici (50000 UFC/g), e quindi avrebbe potutocausare un’infezione quando utilizzato. Il prodotto non era, quindi, conforme al Regolamento sui prodotti cosmetici (CE) n. 1223/2009, e per questo è stato distrutto e vietata la sua commercializzazione.
Una segnalazione pervenuta dalla Finlandia nella 7a settimana (Febbraio):
  • tintura per capelli, prodotta in Germania, chiamata “100 % Pflanzen Haarfarbe” (Tipo/numero di modello: 1) Strawberry Blonde 2) Nut Brown; codice a barre: 1) 12100160 2) 13020363; 53000000-Beauty/Personal Care/Hygiene) della Sante. Il prodotto era costituito da un colore per capelli a base di erbe al 100% (polvere), il 1) modello confezionato in una scatola di cartone giallo e bianco, mentre il 2) in una scatola di cartone marrone e bianco. Il prodotto presentava un rischio microbiologico poiché conteneva un’elevata quantità di microrganismi mesofili aerobi (1): 90 000 UFC/g; 2): 370 000 UFC/g), che può compromettere la propria qualità e causare rischi per la salute dei consumatori. Inoltre, è stata rilevata nella tintura per capelli 2) “Nut Brown” la presenza di Enterobacter cloacae, che può causare infezioni alla pelle danneggiata. Il prodotto non era, quindi, conforme al Regolamento sui prodotti cosmetici (CE) n. 1223/2009, e per questo ne è stata vietata la commercializzazione.

ISTITUTO FEDERALE TEDESCO PER LA VALUTAZIONE DEL RISCHIO (BfR):

Lidia Sautebin - Dipartimento di Farmacia, Università di Napoli Federico II.
 
Il 31 gennaio 2014, l’Istituto Federale Tedesco per la Valutazione del Rischio (BfR) ha emanato un comunicato stampa riguardante la necessità di ridurre l’apporto di Vitamina A attraverso i cosmetici.
Con il termine “Vitamina A”, s’intende un gruppo di sostanze liposolubili, appartenenti alla categoria dei retinoidi. Eccetto il retinolo (Vitamina A1), questo gruppo contiene sostanze strutturalmente correlate alle proprietà biologiche del retinolo ele singole attività sono indicate come equivalenti di retinolo. Nel suddetto comunicato il BfR premette che assumere eccessive quantità di Vitamina A, può causare mal di testa e nausea, e, in caso di abuso cronico, anche epatopatie e pelle squamosa. Sebbene riguardo all’argomento ci siano pochi dati disponibili, e talvolta perfino contraddittori, l’Istituto ricorda che un elevato apporto di Vitamina A è stato identificato come possibile causa di demineralizzazione ossea.
Alcuni studi epidemiologici affermano che la giusta razione giornaliera di Vitamina A va da 1,5 a 2 mg. Il BfR ricorda, inoltre, che le fonti da cui l’organismo umano ricava la vitamina sono prevalentemente alimentari, compresi gli alimenti arricchiti in vitamina A e gli integratori.
Nei prodotti cosmetici, quel gruppo di sostanze denominato come Vitamina A (compreso il retinolo e i suoi esteri), è spesso utilizzato per ridurre le piccole rughe. Più precisamente, l’Istituto afferma, che questi prodotti sono comunemente pubblicizzati per la loro azione “anti-età”.
La German Nutrition Society, DGE, Società Tedesca di Nutrizione, raccomanda per gli adulti, una quantità giornaliera di Vitamina A pari a circa 1 mg di equivalenti di retinolo, facilmente raggiunta con una dieta bilanciata. L’Istituto raccomanda agli adulti di non assumere più di 3 mg di equivalenti di retinolo al giorno, quantità pari all’Apporto Massimo Tollerabile (massima quantità sicura per un assunzione quotidiana a lungo termine da tutte le fonti). Tuttavia, lo Scientific Committe on Food, SCF, Comitato Scientifico sugli Alimenti, raccomanda un apporto massimo giornaliero di equivalenti di retinolo pari a 1,5 mg in casi particolari, ossia per persone ad elevato rischio di osteoporosi o di frattura, specialmente le donne in post-menopausa, consumatrici assidue di prodotti anti-età. Il BfR evidenzia, come la raccomandazione dello Scientific Committe on Food, SCF, Comitato Scientifico sugli Alimenti sia giustificata dalla verosimile correlazione tra elevata assunzione di Vitamina A e demineralizzazione ossea.
Studi sul consumo alimentare hanno mostrato che una donna è in grado di ingerire fino a 1,8 mg di equivalenti di retinolo provenienti dalla sola dieta, il che costituisce il 60% dell’Apporto Massimo Tollerabile. Quindi i dati disponibili mostrano, eccetto casi-limite, la possibilità di assumere un ulteriore 25% di Vitamina A da altre fonti, compresi i cosmetici. Ciò nonostante, il BfR asserisce che questa assunzione addizionale dovrebbe essere limitata, per questo raccomanda una riduzione delle concentrazioni di Vitamina A nei prodotti per la cura del viso e delle mani, mentre in quelli per la cura del corpo e delle labbra non deve essere del tutto presente.
 
Per ulteriori informazioni consultare il sito: http://www.bfr.bund.de/en/home.html .

STUDIO PILOTA SUL POTENZIALE RISCHIO ASSOCIATO ALLE SOSTANZE CONTENUTE NELLE CREME SCHIARENTI.

Lidia Sautebin - Dipartimento di Farmacia, Università di Napoli Federico II.

Recentemente è apparso sulla rivista Dermatology (2013 Ago; Vol 226, No. 3; pag. 200-206), un articolo in cui gli Autori Cristaudo A., D'Ilio S., Gallinella B., Mosca A., Majorani C., Violante N., Senofonte O., Morrone A. e Petrucci F., descrivono i potenziali rischi associati alle sostanze presenti nelle creme ad uso schiarente. Si ricorda come questo argomento di grande attualità sia stato più volte trattato nel sito in quanto espone gli utilizzatori di tali prodotti, quasi sempre immigrati, a gravi rischi.

Nelle città Europee come riportato dagli Autori, l’uso di creme schiarenti è sempre più comune. Questi prodotti, tuttavia, possono contenere sostanze vietate ai sensi del Regolamento sui prodotti cosmetici (CE) n. 1223/2009 (es. il mercurio, idrochinone e corticosteroidi topici), in quanto capaci di indurre effetti avversi, come reazioni cutanee e sistemiche.

Obiettivi dello studio pilota: Valutare l’informazione, le attitudini e gli usi delle donne riguardo all’utilizzo di prodotti schiarenti per la pelle e determinare il potenziale rischio delle sostanze presenti in questi prodotti.

Metodi applicati nello studio: Gli Autori riportano di aver condotto uno studio trasversale su 82 donne straniere in visita presso una struttura ambulatoriale a Roma, in Italia. Alle donne è stato presentato un questionario le cui domande riguardavano l’uso di prodotti schiarenti, gli effetti collaterali e la consapevolezza del rischio connesso. Gli Autori sottolineano anche di aver eseguito un patch test a 48 di queste donne che presentavano una dermatite da contatto. Inoltre, gli Autori hanno quantificato le sostanze allergeniche e tossiche presenti in 14 prodotti sospettati di aver causato la dermatite (creme, oli e saponi da bagno), grazie ad una sofisticata tecnica analitica (Inductively Coupled Plasma Mass Spectrometry, ICP/MS) per individuare i metalli e la cromatografia liquida ad alta prestazione (HPLC/MS) per l’idrochinone ed i corticosteroidi topici.

Risultati: Gli Autori hanno riportato che delle 82 donne, 33 utilizzavano prodotti schiarenti per la pelle e, di queste solo una su quattro era a conoscenza dei potenziali rischi. Dei prodotti analizzati tre creme e due saponi contenevano alte concentrazioni di metalli (Cr, Ni e Pb); mentre l’idrochinone è stato ritrovato in tre creme e un olio. Un solo prodotto conteneva un corticosteroide topico, il desametasone. Ancora, gli Autori sottolineano che, più della metà delle donne sottoposte allo studio clinico presentavano una dermatite irritante da contatto (risposta negativa al patch test).

Conclusioni: Gli Autori concludono evidenziando che, l'uso di prodotti schiarenti per la pelle sembra essere abbastanza comune tra le donne straniere immigrate e che alcuni di questi prodotti contengono sostanze potenzialmente pericolose. Di conseguenza, per gli Autori è importante che i consumatori vengano informati riguardo ai potenziali rischi e le normative attualmente vigenti nell’Unione europea vengano applicate più rigorosamente.

Bibliografia:

  1. Ladizinski B, Mistry N, Kundu RV: Widespread use of toxic skin lightening compounds: medical and psychosocial aspects. Dermatol Clin 2011;29:111-123.
  2. de Souza MM: The concept of skin bleaching in Africa and its devastating health implications. Clin Dermatol 2008;26:27-29.
  3. Lin CH, Sheu JY, Wu HL, Huang YL: Determination of hydroquinone in cosmetic emulsion using microdialysis sampling coupled with high-performance liquid chromatography. J Pharm Biomed Anal 2005;38:414-419.
  4. Petit A, Cohen-Ludmann C, Clevenbergh P, Bergmann JF, Dubertret L: Skin lightening and its complications among African people living in Paris. J Am Acad Dermatol 2006;55:873-878.
  5. Topping DC, Bernard LG, O'Donoghue JL, English JC: Hydroquinone: acute and subchronic toxicity studies with emphasis on neurobehavioral and nephrotoxic effects. Food Chem Toxicol 2007;45:70-78.
  6. Mahé A, Perret JL, Ly F, Fall F, Rault JP, Dumont A: The cosmetic use of skin-lightening products during pregnancy in Dakar, Senegal: a common and potentially hazardous practice. Trans R Soc Trop Med Hyg 2007;101:183-187.
  7. AlGhamdi KM: The use of topical bleaching agents among women: a cross-sectional study of knowledge, attitude and practices. J Eur Acad Dermatol 2010;24:1214-1219.
  8. Regulation (EC) No 1223/2009 of the European Parliament and of the Council of 30 November 2009 on cosmetic products.
  9. Council Directive of 27 July 1976 on the approximation of the laws of the Member States relating to cosmetic products (76/768/EEC).

   

  

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