Cosmetovigilanza

COSMETIC TOILETRY AND PERFUMERY ASSOCIATION (CTPA) E COSMETICA ITALIA (UNIPRO): SICUREZZA D’USO DEI COLLUTTORI

Lidia Sautebin - Dipartimento di Farmacia, Università di Napoli Federico II.

 

L’Associazione delle Industrie Cosmetiche del Regno Unito (CTPA, The Cosmetic Toiletry and Perfumery Association) ha recentemente pubblicato un articolo, che chiarisce alcuni aspetti riguardanti la sicurezza d’uso dei colluttori.

Nell’articolo in questione, CTPA ha preso in considerazione lo studio condotto dalla Dental School dell’Università di Glasgow, in collaborazione con il tedesco Leibniz Institute for Prevention Research and Epidemiology, il quale ha rilevato una maggiore incidenza di tumori alla bocca in soggetti aventi una scarsa igiene orale.
Riguardo all’argomento, il Dott. Chris Flower, biologo, tossicologo e direttore generale di CTPA, ha affermato che, nonostante alcuni media abbiano utilizzato i risultati dello studio per suggerire che il rischio di tumore alla bocca sia correlato all’eccessivo uso di colluttori, in realtà non è questo il messaggio che lo studio vuole trasmettere. Il Dott. Flower ha continuato dichiarando che, lo studio sopracitato associa la scarsa igiene orale al rischio di tumori, e che i soggetti praticanti una scarsa igiene orale siano spesso utilizzatori frequenti di colluttori (due o tre volte al giorno). Quest’utilizzo frequente viene associato alla volontà di mascherare gli effetti di alcool o fumo, ormai consistenti fattori di rischio per il cancro orale.
Con le sue considerazioni, il Dott. Flower ha confermato che l’uso eccessivo di colluttori non è associabile al rischio di tumore alla bocca, e rinfrancato i consumatori sulla sicurezza dei colluttori e di tutti i prodotti cosmetici, sottoposti a rigide legislazioni e procedure di valutazione della sicurezza.
Il Dott. Flower ha concluso ricordando che, per i colluttori, come per tutti i prodotti cosmetici è importante seguire le indicazioni fornite dai produttori.

Per ulteriori informazioni consultare il sito: http://www.thefactsabout.co.uk/.

Lo stesso argomento è stato anche trattato, nella nota informativa del 7 aprile del 2014 dall’Associazione delle Imprese Cosmetiche Italiane [Cosmetica Italia (Unipro)].
A questo proposito, Cosmetica Italia, l’associazione italiana delle imprese cosmetiche, al fine di rassicurare i consumatori, afferma che, a dispetto di quanto riportato da giornali e siti di informazione, il suddetto studio non mette in correlazione il rischio di tumori alla bocca e l’uso eccessivo di colluttori.
Inoltre, Cosmetica Italia aggiunge che la sicurezza dei consumatori è prerogativa assoluta delle industrie cosmetiche italiane ed europee, e al fine di salvaguardarla, ogni prodotto viene sottoposto a valutazioni specifiche sulla sicurezza prima dell’immissione in commercio.
Nella nota informativa Cosmetica Italia conclude affermando che non ci sono evidenze nello studio sopracitato, che colleghino il cancro orale con l’eccessivo uso di colluttori, per tali motivi questi prodotti così come tutti i cosmetici, sono prodotti sicuri.

Per ulteriori informazioni consultare il sito: http://www.abc-cosmetici.it/

DERMATITE ALLERGICA DA CONTATTO INDOTTA DA METILISOTIAZOLINONE IN UNA BAMBINA INIZIALMENTE SENSIBILIZZATA CON L’USO DI SALVIETTE UMIDIFICATE.

Lidia Sautebin - Dipartimento di Farmacia, Università di Napoli Federico II.
 
Riportiamo di seguito un articolo apparso su Contact Dermatitis (Contact Dermatitis 2014: 70, 183–184), di Jakob Torp Madsen e Klaus Ejner Andersen(Department of Dermatology and Allergy Centre, Odense University Hospital, University of Southern Denmark), relativo ad un caso particolare di dermatite da contatto indotta dal Metilisotiazolinone.
 
In Europa, il Metilisotiazolinone (MI) sta causando un’epidemia di dermatiti allergiche da contatto (1 - 4). Nel suddetto articolo, gli Autori hanno descritto il caso di una bambina di 3 anni, sensibilizzata al MI presente in salviette umidificate, la quale ha poi sviluppato una dermatite facciale causata dal MI emesso da muri appena dipinti.
La bambina di 3 anni, senza storia pregressa di dermatite atopica, è stata indirizzata al Dipartimento di Pediatria a causa di una persistente dermatite periorale durata 10 settimane; questa manifestazione fu inizialmente trattata come impetigine con antibiotici topici e sistemici, i cui effetti furono scarsi. Anche il trattamento topico con idrocortisone/miconazolo ebbe effetti limitati. La paziente fu dunque considerata un caso da ricovero e trattata topicamente con acido fusidico e betametasone 17-valerato (FucicortTM), mostrando un miglioramento della dermatite. Le colture microbiologiche e fungine diedero risultati negativi.
I patch test furono eseguiti con la serie di base Europea (TRUE Test™; SmartPractice, Hillerød, Denmark) completata con i rimanenti allergeni di base in Finn Chambers® su Scanpor® tape (SmartPractice, Phoenix, AZ, USA). Gli Autori hanno riferito che la paziente è stata testata anche con i prodotti di sua proprietà. I risultati ottenuti furono i seguenti:
                 - metilisotiazolinone/metilisotiazolinone       giorno 3 ++; giorno 7 +;
                 - metilisotiazolinone/acqua 0,02%              giorno 3 +++;
                 - Fucidin™ crema                                       giorno 3  +;
                 - Fucidin™ unguento                                  negativo
                 - acido fusidico sale sodico 2% pet.          negativo.
Di conseguenza, dai risultati si sospettò che l’allergene fosse un eccipiente della Fucidin™ crema. Gli Autori hanno riportato che non furono eseguiti ulteriori patch test per identificare la sostanza imputata. Un ulteriore anamnesi riguardo alle precedenti esposizioni, mostrò che, da neonata, la bambina soffrì di dermatite cronica da pannolino per circa 18 mesi. Gli Autori hanno riferito che la madre ricordò di aver usato salviette umidificate sia nell’area del pannolino che sulle mani. Quando comparve la dermatite facciale, la famiglia si era da poco trasferita in un appartamento dipinto da poco. La famiglia trovò inoltre, un ammorbidente, un balsamo per capelli ed uno shampoo contenenti MI. Gli Autori hanno sottolineato che la paziente, cinque mesi dopo esser stata dimessa dal Dipartimento di Dermatologia, si trasferì ancora una volta con la famiglia, in un appartamento appena dipinto, dove per poche settimane, fu affetta da dermatite facciale, poi eliminata con il trattamento topico.
La salviette umidificate contenevano MI, possibile colpevole della sensibilizzazione. L’allergia da contatto al MI è un argomento  trattato da diversi autori (1, 3, 4) ed è stato recentemente pubblicato un caso simile a quello trattato dagli Autori, riguardante una bambina di 4 anni che soffriva di dermatite indotta da MI presente nell’aria simile alla dermatite atopica provocata da una stanza appena dipinta (dove le pitture rilasciano MI). In questo caso la prima sensibilizzazione era probabilmente dovuta alla carta igienica umida, utilizzata quando la bambina era più piccola (5). Gli Autori hanno evidenziato che sono già stati riportati casi di dermatiti allergiche da contatto a salviette umidificate contenenti MI (6). La dermatite causata da MI presente nell’aria è divenuta un problema per chi dipinge (7) e per le persone già sensibilizzate al MI, le quali vogliono trasferirsi in appartamenti appena dipinti (8 – 10). Gli Autori hanno menzionato anche una serie di casi riportati in Australia, dove 7 genitori di bambini piccoli presentavano la dermatite allergica da contatto alle mani, causata dalle salviette per neonati contenenti MI (11).
Questo caso aggiunge ulteriori evidenze riguardo alla sicurezza del MI nei prodotti di consumo e in vernici ad acqua, anche perché l’allergia da contatto dura tutta la vita e le esposizioni possono verificarsi durante tutta la vita.
 
BIBLIOGRAFIA
 

$11.      Urwin R, Wilkinson M. Methylchloroisothiazolinone and methylisothiazolinone contact allergy: a new ‘epidemic’. Contact Dermatitis 2013: 68: 253–255.

$12.      Mcfadden J P, Mann J, White J M, Banerjee P, White I R. Outbreak of methylisothiazolinone allergy targeting those aged ≥40 years. Contact Dermatitis 2013: 69: 53–55.

$13.      Lundov M D, Opstrup M S, Johansen J D. Methylisothiazolinone contact allergy – a growing epidemic. Contact Dermatitis 2013: 69: 271–275.

$14.      Gonc¸alo M, Goossens A. While Rome burns: the epidemic of contact allergy to methylisothiazolinone. Contact Dermatitis 2013: 68: 257–258.

$15.      Aerts O, Cattaert N, Lambert J, Goossens A. Airborne and systemic dermatitis, mimicking atopic dermatitis, caused by methylisothiazolinone in a young child. Contact Dermatitis 2013: 68: 250–251.

$16.      Gardner K H, Davis M D, Richardson D M, Pittelkow M R. The hazards of moist toilet paper: allergy to the preservative Methylchloroisothiazolinone/ methylisothiazolinone. Arch Dermatol 2010: 146: 886–890.

$17.      Thyssen J P, Sederberg-Olsen N, Thomsen J F, Menn´e T. Contact dermatitis from methylisothiazolinone in a paint factory. Contact Dermatitis 2006: 54: 322–324.

$18.      LundovMD, Friis U F, Menn´e T, Johansen J D. Methylisothiazolinone in paint forces a patient out of her apartment. Contact Dermatitis 2013: 69: 252–253.

$19.      Kaae J, Menn´e T, Thyssen J P. Presumed primary contact sensitization to methylisothiazolinone from paint: a chemical that became airborne. Contact Dermatitis 2012: 66: 341–342.

$110.  Lundov M D, Mosbech H, Thyssen J P, Menne T, Zachariae C. Two cases of airborne allergic contact dermatitis caused by methylisothiazolinone in paint. Contact Dermatitis 2011: 65: 176–179.

$111.  Boyapati A, Tam M, Tate B, Lee A, Palmer A, Nixon R. Allergic contact dermatitis to methylisothiazolinone: Exposure from baby wipes causing hand dermatitis. Australas J Dermatol 2013: 54: 264–267.

RAPEX: PROVVEDIMENTI RELATIVI AL RISCHIO CHIMICO, ADOTTATI NEL MESE DI GENNAIO 2014 SULLA SICUREZZA D’USO DEI PRODOTTI COSMETICI.

Lidia Sautebin - Dipartimento di Farmacia, Università di Napoli Federico II. 

                                                          RISCHIO CHIMICO  

Si sottolinea che alcune delle segnalazioni riportate sono relative ad inchiostri per tatuaggi. Pur non essendo i tatuaggi prodotti cosmetici, riteniamo utile riportare nei nostri report mensili le segnalazioni ad essi relative data l’attualità e l’importanza dell’argomento. 

IDROCARBURI AROMATICI POLICICLICI (PAH)  

Una segnalazione dalla Germania pervenuta nella 3a settimana:

  • inchiostro per tatuaggi, prodotto negli Stati Uniti dal nome sconosciuto (Tipo/numero di modello: Black 11; Data di scadenza: 12/2015; Lotto: B 44021213; 53000000-Beauty/Personal Care/Hygiene) della Silverback Ink. Il prodotto consisteva in un inchiostro per tatuaggi contenuto in una bottiglia di plastica con un tappo ad ugello, fornito di un sistema di erogazione. Il prodotto presentava un rischio chimico poiché conteneva una concentrazione dello 0,43 mg/kg d’idrocarburi aromatici policiclici (PAH), comprendenti0,37 mg/kg di naftalene e 0,06 mg/kg di benzo(a)pirene, superiore ai livelli consentiti. Secondo la Risoluzione sui requisiti e i criteri per la valutazione della sicurezza dei tatuaggi e del trucco permanente ResAP (2008), in un inchiostro per tatuaggi i livelli di benzo(a)pirene nondovrebbero superare lo 0,05 mg/kg. Il prodotto non era, quindi, conforme alla legislazione vigente e per questo è stato ritirato dal mercato.

Una segnalazione dalla Germania pervenuta nella 4a settimana:

  • set di attrezzature per tatuaggi (Shader and Liner Tattoo Set), prodotto in Cina, chiamato “Tribal Black, Crimson Red and Lavender” (Tipo/numero di modello: Tribal Black Tattoo Ink; Crimson Red Tattoo Ink; Lavender Tattoo Ink; Lotto: sconosciuto; 53000000-Beauty/Personal Care/Hygiene) della Colourking. Il prodotto in questione era contenuto in una bottiglia di plastica con un tappo di protezione ed un’etichetta adesiva. Il prodotto presentava un rischio chimico poiché conteneva 1,32 mg/kg d’idrocarburi policiclici aromatici (PAH) e 325 mg/kg dell’ammina aromatica 4-metil-m-fenilendiammina. Secondo la Risoluzione sui requisiti e i criteri per la valutazione della sicurezza dei tatuaggi e del trucco permanente ResAP (2008), gli idrocarburi policiclici aromatici (PAH) non dovrebbero essere presenti in un inchiostro per tatuaggi in una concentrazione superiore allo 0,5 ppm, mentre la 4-metil-m-fenilendiammina non dovrebbe essere presente negli inchiostri per tatuaggi né essere rilasciata da azo-coloranti, in quanto avente proprietà cancerogene. Il prodotto è stato respinto alla frontiera.

4-METIL-M-FENILENDIAMMINA, ARSENICO, PIOMBO E NICHEL

Una segnalazione dalla Germania pervenuta nella 3a settimana:

  • un inchiostro per tatuaggi, prodotto in Cina dal nome sconosciuto (Tipo/numero di modello: TP-1: 77891; TP-2: 77891; TP-3: 77891; Lotto: sconosciuto; 53000000-Beauty/Personal Care/Hygiene) della Dragon Tattoo Ink. Il prodotto era confezionato in una bottiglia di plastica con tappo contagocce fornita di etichetta. Il prodotto presentava un rischio chimico poiché conteneva 308 mg/kg di 4-metil-m-fenilendiammina, 3,1 mg/kg di arsenico, 2,4 mg/kg di piombo e 19,7 mg/kg di nichel. Secondo la Risoluzione sui requisiti e i criteri per la valutazione della sicurezza dei tatuaggi e del trucco permanente ResAP (2008), in un inchiostro per tatuaggi le ammine aromatiche come la 4-metil-m-fenilendiammina non dovrebbero essere presenti né essere rilasciate da coloranti azoici, in quanto aventi effetti cancerogeni, inoltre, i livelli di piombo e di arsenico non dovrebbero superare i 2 mg/kg, mentre quelli di nichel dovrebbero essere i più bassi possibili poiché ha un elevato potenziale allergenico. Il prodotto è stato respinto alla frontiera.

ANTIMONIO

Due segnalazioni dalla Francia pervenuta nella 3a settimana:

  • smalto a gel per unghie, prodotto in Canada, chiamato “Lac It!” (Tipo/numero di modello: Tangerine; Lotto: sconosciuto; 53000000-Beauty/Personal Care/Hygiene) dell’En Vogue. Il prodotto era venduto in una bottiglia di vetro nero con un pennello di applicazione in dotazione, il tutto confezionato in una scatola di cartone nera. Il prodotto presentava un rischio chimico poiché conteneva il colorante (CI 77091), antimonio e sostanze come l’o-xilene, il m-xilene e il p-xilene. Il prodotto non era, quindi, conforme al Regolamento sui prodotti cosmetici (CE) n. 1223/2009, e per questo ne è stata vietata la commercializzazione.
  • resina modellante per unghie, prodotta in Canada, chiamata “Soft pink modelling resin” (Tipo/numero di modello: Light pink colour ('soft pink'); Lotto: sconosciuto; 53000000-Beauty/Personal Care/Hygiene) dell’En Vogue. Il prodotto era venduto in un vasetto rotondo di vetro nero senza alcun imballaggio esterno. Il prodotto presentava un rischio chimico poiché conteneva 102 mg/kg di antimonio. Il prodotto non era, quindi, conforme al Regolamento sui prodotti cosmetici (CE) n. 1223/2009, e per questo ne è stata vietata la commercializzazione.

CROMO VI

Due segnalazioni dalla Slovacchia pervenuta nella 3a settimana:

  • set per il trucco, prodotto in Germania, chiamato “Denim colour compact” (Tipo/numero di modello: 250246_JS; Lotto: WY120444; 53000000-Beauty/Personal Care/Hygiene) della KTN - Boulevard de Beauté. Il prodotto era confezionato in una scatola con stampa denim contenente ombretti (35g), lucidalabbra compatto (14g), terra compatta (12g) e blush per le guance (12g). Il prodotto presentava un rischio chimico poiché conteneva cromo VI, in una quantità superiore ai livelli consentiti, presente nel colore per le guance: mix (13,7 mg/kg); colore rosso-rosa (33,2 mg/kg); 1. gradazione di marrone (7.79 mg/kg); 2. gradazione di marrone (17,1 mg/kg). Il prodotto non era, quindi, conforme al Regolamento sui prodotti cosmetici (CE) n. 1223/2009, e per questo ne è stata vietata la commercializzazione ed è stato ritirato dal mercato.
  • set per il trucco, prodotto in Germania, chiamato “Denim colour compact” (Tipo/numero di modello: 240005000_JS; Lotto: WY120443; 53000000-Beauty/Personal Care/Hygiene) della KTN - Boulevard de Beauté. Il prodotto era confezionato in una scatola con stampa denim contenente ombretti (10,8g), terra compatta (10g) e blush per le guance (3,4g). Il prodotto presentava un rischio chimico poiché conteneva 12,5 mg/kg di cromo VI, quantità superiore ai livelli consentiti. Il prodotto non era, quindi, conforme al Regolamento sui prodotti cosmetici (CE) n. 1223/2009, e per questo ne è stata vietata la commercializzazione.

AGENZIA NAZIONALE PER LA SICUREZZA DEI MEDICINALI E DEI PRODOTTI SANITARI (ANSM, FRANCIA): SICUREZZA RIGUARDANTE L’UTILIZZO DEL CICLOTETRASILOSSANO

Lidia Sautebin - Dipartimento di Farmacia, Università di Napoli Federico II.
 
Il 17 Dicembre 2013, presso l’Agence Nationale de Sécurité du Médicament et des Produits de Santé (ANSM, Agenzia Nazionale per la Sicurezza dei Medicinali e dei Prodotti Sanitari)il “Gruppo di lavoro sui prodotti cosmetici” ha tenuto una riunione riguardante la valutazione della sicurezza inerente al Ciclotetrasilossano, utilizzato nei prodotti cosmetici.
Questa valutazione, richiesta dall’ANSM nel 2009, inerente ai rischi attribuibili agli ingredienti presenti nei prodotti cosmetici a rischio di tossicità riproduttiva e/o interferenza endocrina, tra cui il Ciclotetrasilossano (D4), è avvenuta sotto la supervisione del Ministero dellaSalute, della Gioventù, dello Sport e della Vita associativa.
Il Ciclotetrasilossano o D4 è una sostanza chimica industriale che appartiene alla famiglia dei silossani ciclici. Questa sostanza è utilizzata in molti prodotti, tra cui quelli cosmetici, come agente emolliente, antistatico, condizionatore cutaneo e dei capelli e come solvente per le sue proprietà volatili, la sua idrofobicità e per la sua bassa tensione superficiale. Il D4 è classificato come sostanza tossica per la riproduzione di categoria 2 (CMR2), con indicazione in etichetta del codice H361, indicante la possibilità di ridurre la fertilità secondo quanto riportato nel Regolamento CLP (CE) n. 1272/2008 (CLP, Classification, labelling and packaging, Regolamento relativo alla classificazione, all’etichettatura, e all’imballaggio delle sostanze e delle miscele) della Commissione europea. Nonostante il D4 sia classificato come una sostanza tossica per la riproduzione (CMR 2), secondo l’ultima valutazione effettuata dallo Scientific Committee on Consumer Safety (SCCS, Comitato Scientifico per la Sicurezza dei Consumatori, CSSC) nel 2010, può essere utilizzato nei prodotti cosmetici. Non è, infatti, né vietato né ha avuto delle restrizioni d’uso dal Regolamento sui prodotti cosmetici (CE) n. 1223/2009. Il D4 infine, secondo la relazione dell’HID (Danish Hydraulic Institute), è anche sospettato di essere un interferente endocrino.
Gli aspetti discussi durante questa riunione sono stati:
-          la scelta dello studio sulla cancerogenicità per la valutazione del NOAEL (“No Observed Adverse Effect Level”, “livelli privi di effetti avversi osservabili”) al fine di poter calcolare i margini di sicurezza del Ciclotetrasilossano o D4;
-          eventuali osservazioni sulla valutazione del rischio del Ciclotetrasilossano o D4.
 
Nella valutazione del rischio il Gruppo di Lavoro (GL) ha sottolineato l’importanza di prendere in considerazione l’esposizione ambientale e l’assorbimento dermico del D4.
Una precedente opinione dell’SCCS (Scientific Committee on Consumer Safety, Comitato Scientifico per la Sicurezza dei Consumatori, CSSC), ritiene che l’assorbimento dermico del D4 in seguito ad applicazione topica, sia dello 0,5%. Nonostante ciò il GL ha riportato che gli studi riguardanti l’assorbimento dermico erano abbastanza obsoleti (1998) e che le concentrazioni plasmatiche della sostanza in seguito all’applicazione cutanea risultavano importanti, verosimilmente dovute al basso peso molecolare e all’elevato logP (5,1) del D4. Di conseguenza, secondo il GL è divenuto necessario che l’opinione dell’SCCS venga rivista aggiungendo che l’assorbimento della sostanza per via inalatoria ammontava a circa il 12%, probabilmente per l’elevata volatilità del D4, dato non trascurabile. Il suddetto valore di assorbimento inalatorio potrebbe, secondo il GL, essere valutato più precisamente con l’uso del ConsExpo 4.1 (software che permette la valutazione dell’esposizione a determinate sostanze).
Quindi tenuto conto di quanto detto cioè che il calcolo dell’assorbimento cutaneo sembra sottovalutato, che il prodotto è estremamente volatile (90% della dose applicata) e ne viene assorbito per via inalatoria circa il 12 %, risulta importante considerare, secondo il GL, l’esposizione totale al D4.
Infine, riguardo alla valutazione del NOAEL, poiché sono stati presi in considerazione solo alcuni studi relativi al cancro endometriale nei ratti, non ancora trasferibili all’essere umano e non sono ancora disponibili studi completi sulla cancerogenicità, il GL ha, quindi, ritenuto opportuno rinviare la discussione per mancanza di dati.

Per ulteriori informazioni consultare il sito: http://ansm.sante.fr/Produits-de-sante/Produits-cosmetiques

 

COSMETICA ITALIA (UNIPRO): EFFICACIA E SICUREZZA DEGLI INGREDIENTI PRESENTI NEI PRODOTTI COSMETICI.

Lidia Sautebin - Dipartimento di Farmacia, Università di Napoli Federico II.

Nella nota informativa del 14 gennaio del 2014 l’Associazione delle Imprese Cosmetiche Italiane [Cosmetica Italia (Unipro)] ha chiarito i termini riguardanti la sicurezza e l’efficacia degli ingredienti presenti nei prodotti cosmetici.
In seguito alle varie e numerose notizie apparse sul web inerenti agli ingredienti utilizzati nei prodotti cosmetici, Cosmetica Italia ha voluto invitare i consumatori a verificare la natura e l’autorevolezza delle fonti di queste informazioni, le quali possono essere a volte non corrette, allarmando e fuorviando senza alcun motivo i consumatori. Cosmetica Italia ha sottolineato che, gli ingredienti cosmetici sono rigorosamente testati e sottoposti ad una valutazione della sicurezza da parte di esperti, prima di essere immessi in commercio, secondo gli standard previsti dalle severe normative europee, poiché la tutela della salute del consumatore risulta essere una priorità assoluta.
L’Associazione ha evidenziato che gli ingredienti che risultano essere maggiormente presi di mira sono i petrolati e i siliconi ed ha descritto brevemente le loro caratteristiche.
- I petrolati (Olio Minerale, Paraffinum Liquidum, Vaselina filante, ecc.) sono utilizzati nei cosmetici per le loro caratteristiche di fluidità e di scorrevolezza. Sono costituenti di prodotti per capelli poiché hanno la proprietà di esaltare la flessuosità, l’elasticità e la lucentezza del capello; di prodotti per la pelle, per le loro proprietà lubrificanti ed idratanti, infatti riducono la perdita d’acqua e la desquamazione della pelle. Questi prodotti, ottenuti dalla raffinazione del petrolio, sono considerati pericolosi, ma Cosmetica Italia sottolinea che sono dei prodotti sicuri, in quanto rispondono agli standard di purezza e sicurezza della normativa europea vigente (Regolamento sui prodotti cosmetici (CE) n. 1223/2009).
- I siliconi, tra cui il dimeticone, sono sostanze impiegate in numerose formulazioni cosmetiche senza restrizioni di utilizzo secondo il Regolamento sui prodotti cosmetici, poiché sono considerate sostanze sicure.
L’Associazione nazionale delle imprese cosmetiche infine, invita tutti i consumatori a consultare il sito http://www.abc-cosmetici.it/ per maggiori informazioni o approfondimenti riguardo ai prodotti cosmetici e al loro utilizzo, in quanto il suo obiettivo primario è quello di tutelare la sicurezza dei consumatori.

   

  

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