Cosmetovigilanza

DERMATITE ALLERGICA DA CONTATTO CAUSATA DAL FENILETIL RESORCINOLO, UN AGENTE SCHIARENTE CONTENUTO IN UNA PROTEZIONE SOLARE

DERMATITE ALLERGICA DA CONTATTO CAUSATA DAL FENILETIL RESORCINOLO, UN AGENTE SCHIARENTE CONTENUTO IN UNA PROTEZIONE SOLARE

Immacolata Caputo e Lidia Sautebin - Dipartimento di Farmacia - Università di Napoli Federico II

Riportiamo di seguito un articolo pubblicato sulla rivista scientifica Contact Dermatitis [75, 240–259] a cura di un gruppo di ricercatori spagnoli María-Antonia Pastor-Nieto1, Paloma Sánchez-Pedreño2, Teresa Martínez-Menchón2, Virginia Melgar-Molero1, Francisco Alcántara-Nicolás1 e Pablo de la Cruz-Murie3 (1Dermatology Department, University Hospital of Guadalajara, 19002 Guadalajara, Spagna,  2Dermatology Department, University Clinical Hospital Virgen de la Arrixaca, 30120 Murcia, Spagna, e 3Pharmacy Department, University Clinical Hospital Virgen de la Arrixaca, 30120 Murcia, Spagna) che hanno descritto due casi di dermatite allergica da contatto causata dal feniletil resorcinolo presente in una protezione solare.

Il feniletil resorcinolo (CAS no. 85-27-8), un derivato diidrossilato del difenilmetano con potente attività inibitoria dell'enzima tirosinasi, è uno dei più potenti agenti schiarenti [1].

Casi clinici

Il primo caso si riferisce ad una parrucchiera di 30 anni che presentava placche eritematose lichenificate, che avevano coinvolto inizialmente solo il labbro superiore diffondendosi in seguito al viso causandole un disagio sociale. Aveva applicato, diverse volte al giorno, per due mesi, una protezione solare specifica per pazienti con melasma o iperpigmentazione.

La paziente è stata sottoposta a patch testdai dermatologi a cui si era rivolta con la serie standard dello Spanish Contact Dermatitis Research Group (GEIDAC), la seria cosmetica, la serie per parrucchieri e la serie delle fragranze (forniti da AllergEAZE, Calgary, Canada) e, inoltre, con i prodotti da lei utilizzati. Sono stati ottenuti risultati positivi (3+) nei giorni 2 e 4 solo con la crema solare testata tal quale.

Successivamente sono stati condotti ulteriori patch test con le diluizioni di ogni singolo ingrediente della protezione solare, fornito dal produttore, e con la serie dei filtri solari ottenendo risultati positivi solo con il feniletil resorcinolo in pet.  I patch test effettuati in 10 pazienti controllo avevano, invece, mostrato risultati negativi.

Gli Autori precisano, inoltre, che il produttore aveva confermato che la concentrazione degli ingredienti fornita per i patch test, era uguale a quella utilizzata nel prodotto originale e aveva dichiarato che la concentrazione di feniletil resorcinolo era < 0.5%.

Il secondo caso riguarda una donna di 50 anni con rinite allergica, che si era presentata al pronto soccorso manifestando una reazione al viso, che la donna attribuiva all'applicazione di una protezione solare. La donna era stata sottoposta a patch test con la serie standard di GEIDAC e la serie dei filtri solari (Chemotechnique, Vellinge, Svezia) nonché con la protezione solare da lei utilizzata, testata tal quale. Sono stati ottenuti risultati positivi (3+) il giorno 4 con la protezione solare.

Sono stati eseguiti, inoltre, ulteriori patch test con le materie prime, fornite dal produttore e diluite in maniera appropriata. Il feniletil resorcinolo 2% in pet. aveva determinato una reazione positiva (3+) il giorno 4. Gli Autori precisano che i patch test effettuati in 5 pazienti controllo avevano mostrato risultati negativi.

Discussione

Gli Autori riferiscono che il primo caso di sensibilizzazione da feniletil resorcinolo, contenuto in un prodotto schiarente, manifestatosi in una donna giapponese è stato riportato nel 2013 [2] e che, in base alle loro conoscenze, finora, non sono stati pubblicati altri casi.

Gli Autori aggiungono che, in letteratura, sono stati riportarti 19 casi di dermatite da contatto causata da diversi agenti depigmentanti presenti in prodotti cosmetici, che avevano interessato tutti donne di mezza età [2-14]. Gli Autori precisano, inoltre, che gli ingredienti con funzione schiarente, citati in questi articoli, erano chimicamente abbastanza diversi e che tutte le manifestazioni erano state causate da creme schiarenti, ad eccezione dei due casi da loro descritti in questo articolo in cui la reazione era stata causata da una protezione solare. Aggiungono che quasi tutti i casi erano stati riportati da Autori giapponesi o spagnoli, precisando che non è certo che questo dato rispecchi l'esposizione regionale, anche se è probabile che l'uso di agenti schiarenti sia più diffuso nelle popolazioni con carnagione più scura, che sono più inclini a sviluppare melasma o iperpigmentazione.

Gli Autori hanno analizzato gli ingredienti di 338 prodotti, indicati come protezioni solari, anti-età e schiarenti, di 15 marchi dermocosmetici in Spagna, al fine di determinare l'eventuale presenza di derivati del resorcinolo (feniletil resoricinolo, esil resorcinolo e butil resorcinolo). La metà dei marchi e il 36% dei prodotti schiarenti contenevano alcuni dei 3 derivati. L'ingrediente rintracciato con maggiore frequenza nelle  creme schiarenti è stato il butil resorcinolo (circa il 20%). Il feniletil resorcinolo, invece, è stato trovato solo in 6 (1,7%) prodotti (4 schiarenti e 2 protezioni solari, incluso il prodotto causa di dermatite nei casi riportati dagli Autori) di 3 diversi marchi. In nessun'altra protezione solare è stato rinvenuto uno dei 3 derivati del resorcinolo. Pochi altri prodotti diversi dagli schiarenti contenevano i derivati del resorcinolo. Gli Autori fanno notare, tuttavia, che, finora, né l'esil resorcinolo né il butil resorcinolo sono stati mai stati ritenuti causa di dermatite da contatto.

In conclusione gli Autori sottolineano che: 1) il feniletil resorcinolo, una nuova sostanza depigmentante, è stata rinvenuta non solo in alcuni prodotti schiarenti ma anche in alcune protezioni solari e può provocare dermatite allergica da contatto; 2) considerando l'uso delle protezioni solari destinato a varie tipologie di consumatori con esigenze individuali specifiche e la conseguente diversificazione degli ingredienti, è probabile che si manifestino casi di reazioni causate da nuovi ingredienti, utilizzati per scopi diversi dalla fotoprotezione. Per questo motivo la serie dei filtri solari disponibile potrebbe non essere sufficiente per fare una diagnosi; 3) per la diagnosi di nuovi allergeni è spesso indispensabile che il paziente si sottoponga a patch test sia con i prodotti sospetti che con i singoli ingredienti, forniti dai produttori. 

Bibliografia

$   1.     Shamaus G, Vielhaber G, Jacobs K, Franke H. 4-(1-Phenylethyl) 1,3-benzenediol: a new highly potent lightening agent. J Cosmet Sci 2006: 57: 197–198.

$  2.     Gohara M, Yagami A, Suzuki K et al. Allergic contact dermatitis caused by phenylethyl resorcinol [4-(1-phenylethyl)-1,3-bencenediol], a skin-lightening agent in cosmetics. Contact Dermatitis 2013: 69: 311–322.

$   3.     Barrientos N, Ortiz-Frutos J, Gómez E, Iglesias L. Allergic contact dermatitis from a bleaching cream. Am J Contact Dermat 2001: 12: 33–34.

$  4.     Tatebayashi M, Oiso N,Wada T et al. Possible allergic contact dermatitis with reticulate postinflammatory pigmentation caused by hydroquinone. J Dermatol 2014: 41: 669–670.

$    5.     Nakagawa M, Kawai K, Kawai K. Contact allergy to kojic acid in skin care products. Contact Dermatitis 1995: 32: 9–13.

$   6.     Serra-Baldrich E, Tribó M J, Camarasa J G. Allergic contact dermatitis from kojic acid. Contact Dermatitis 1998: 39: 86–87.

$   7.     Mata T L, Sánchez J P, de la Cuadra Oyanguren J. Allergic contact dermatitis due to kojic acid. Dermatitis 2005: 16: 89.

$  8.     García-Gavin J, González-Vilas D, Fernández-Redondo V, Toribio J. Pigmented contact dermatitis due to kojic acid. A paradoxical side effect of a skin lightener. Contact Dermatitis 2010: 62: 63–64.

$  9.     Matsuo Y, Ito A, Masui Y, Ito M. A case of allergic contact dermatitis caused by arbutin. Contact Dermatitis 2015: 72: 404–405.

10.  Yagami A, Suzuki K, Morita Y et al. Allergic contact dermatitis caused by 3-o-ethyl-L-ascorbic acid (vitamin C ethyl). Contact Dermatitis 2014: 70: 76–77.

11.  Gallo R, Baldari M. Allergic contact dermatitis from methyl gentisate in a bleaching cream. Contact Dermatitis 2006: 54: 220–221.

12.  Serra-Baldrich E, Rincón C, Guedes A et al. Allergic contact dermatitis to methyl gentisate. Contact Dermatitis 2009: 60: 225–226.

13.  Suzuki K, Yagami A, Matsunaga K. Allergic contact dermatitis caused by a skin-lightening agent, 5,5' dipropylbiphenyl-2,2-diol. Contact Dermatitis 2012: 66: 51–52.

14.  Yagami A, Suzuki K, Sano A et al. Rhododendrol-induced leukoderma accompanied by allergic contact dermatitis caused by a non-rhododendrol skin-lightening agent, 5,5-dipropylbiphenyl-2,2-diol. J Dermatol 2015: 42: 739–740.

DUE CASI DI DERMATITE ALLE PALPEBRE CAUSATI DAL COBALTO IMPIEGATO COME COLORANTE IN ALCUNI PRODOTTI COSMETICI

DUE CASI DI DERMATITE ALLE PALPEBRE CAUSATI DAL COBALTO IMPIEGATO COME COLORANTE IN ALCUNI PRODOTTI COSMETICI

Immacolata Caputo e Lidia Sautebin – Dipartimento di Farmacia -  Università di Napoli Federico II

Riportiamo di seguito un articolo pubblicato sulla rivisita scientifica Contact Dermatitis [75, 384–395] a cura di un gruppo di dermatologi sud coreani Hye Jin Lee, Ji Yeon Byun, You Won Choi and Hae Young Choi

(Department of Dermatology, Ewha Womans University School of Medicine, Seoul 07985, Sud Corea) che riguarda due casi di dermatite alle palpebre provocati dal cobalto presente in alcuni prodotti cosmetici.

Gli Autori riferiscono che la prevalenza di dermatite alle palpebre varia dal 3% al 21% [1,2]. Secondo gli Autori questa tipologia di dermatite può essere causata da una varietà di fattori visto che le palpebre sono esposte ad agenti irritanti e/o allergeni presenti nell’aria, ma sono anche sito di applicazione di molti prodotti cosmetici. Gli Autori, in questo lavoro, riportano i casi relativi a 2 pazienti con dermatite alle palpebre, che avevano manifestato una reazione positiva al cloruro di cobalto, un metallo presente come colorante nei prodotti cosmetici che utilizzavano abitualmente. 

Casi clinici

Il primo caso si riferisce ad una donna di 52 anni che manifestava una dermatite nella zona periorbitale da circa 5-6 mesi. La paziente mostrava chiazze eritematose e pruriginose che iniziavano dalle sopracciglia e si estendevano su tutta la fronte. Gli Autori precisano che la paziente non aveva utilizzato colliri o tinture per capelli. La paziente era stata sottoposta al TRUE test® (Smart-Practice, Hillerød, Danimarca) che aveva mostrato reazioni positive, nei giorni 2 e 4, al solfato di nichel e al cloruro di cobalto.

La paziente aveva riferito di aver utilizzato un prodotto cosmetico per delineare le sopracciglia. Gli Autori riportano che il metallo contenuto nel cosmetico utilizzato dalla donna era stato analizzato con una tecnica quale la spettrometria di massa a plasma accoppiato induttivamente* mostrando la presenza di una notevole quantità di cobalto (76.9 ppm).

Il secondo caso riguarda una donna di 40 anni con una dermatite ricorrente alle palpebre nell'arco di un anno. La paziente presentava chiazze pruriginose ed eritematose su entrambe le palpebre superiori. Anche in questo caso, la paziente aveva riferito di non utilizzare colliri o tinture per capelli e di non soffrire di allergia ai metalli. Gli Autori riportano che avevano sottoposto la paziente al TRUE test che aveva dato reazioni positive, nei giorni 2 e 4, alla neomicina solfato, al dicromato di potassio, al cloruro di cobalto e ad un mix di parabeni. La donna su richiesta degli Autori aveva riferito di aver utilizzato due prodotti cosmetici per gli occhi prima dell’insorgenza dei sintomi: un ombretto glitterato e un eyeliner marrone. Gli Autori riferiscono che entrambi i prodotti erano privi di parabeni, ma che l’ombretto conteneva i coloranti Green 17 (CI 77288) e Green 18 (CI 77289), che sono, rispettivamente, a base di ossido di cromo e idrossido di cromo.

Le analisi dei contenuti in metalli  dei prodotti utilizzati dalle due pazienti indicavano il cromo e il cobalto come principali allergeni sospetti.

Discussione

Gli Autori riferiscono che tutti i prodotti per il make-up colorati possono contenere metalli. I metalli possono essere inseriti nelle formulazione dei prodotti cosmetici o intenzionalmente in quanto presenti nei coloranti oppure in maniera non intenzionale come impurezze [3-4]. Gli Autori riportano che secondo il Regolamento (CE) n. 1223/2009 sui prodotti cosmetici è accettabile che i prodotti cosmetici contengano “tracce tecnicamente inevitabili” di metalli**, ma non esiste una legge riguardo la quantità ammessa di nichel, cobalto o cromo. Gli Autori riferiscono che è stato proposto che i livelli di nichel o cobalto non superino i 5 ppm, e che sarebbe preferibile che non superino 1 ppm. Tuttavia, un lavoro pubblicato nel 2000, in cui è stata eseguita l’analisi di ombretti, il livello di cobalto più alto riscontrato era pari a 41 ppm e solo il 25% dei prodotti analizzati ne conteneva una quantità inferiore a 1 ppm.

Gli Autori sottolineano che, in letteratura, sono stati segnalati pochi casi di dermatite causata dal cobalto, riferiti a prodotti cosmetici come gel per unghie e creme da massaggio [5-6] e che, in base alle loro conoscenze, non erano stati descritti precedentemnete casi di allergia al cobalto associata ai prodotti cosmetici per occhi. Concludono , infine, che i dermatologi non devono valutare in pazienti con dermatite periorbitale solo l’uso di cosmetici colorati ma anche educare i pazienti sulla possibilità della presenza di metalli in tali cosmetici al fine di evitare recidive.

Bibliografia  

$11.     Feser A, Plaza T, Vogelgsang L, Mahler V. Periorbital dermatitis – a recalcitrant disease. Br J Dermatol 2008: 159: 858–863.

$12.     Landeck L, John S M, Geier J. Periorbital dermatitis in 4779 patients. Contact Dermatitis 2013: 70: 205–212.

$13.     Wolf R, Orion E, Tüzün Y. Periorbital (eyelid) dermatides. Clin Dermatol 2014: 32: 131–140.

$14.     Goh C L, Ng S K,Kwok S F. Allergic contact dermatitis form nickel in eyeshadows. Contact Dermatitis 1989: 20: 380–381.

$15.     Sainio E L, Jolanki R, Hakala E, Kanerva L. Metals and arsenic in eye shadows. Contact Dermatitis 2000: 42: 5–10.

$16.     Guarneri F, Guarneri C, Cannavò S P. Nail-art and cobalt allergy. Contact Dermatitis 2010: 62: 320–321.

*http://www.airproducts.it/industries/Analytical-Laboratories/analytical-lab-applications/product-list/inductively-coupled-plasma-icp-analytical-laboratories.aspx?itemId=8E471387439C4B518218FC44F3748E3D

**articolo 17 "Tracce di sostanze vietate" Regolamento (CE) n.1223/2009 sui prodotti cosmetici

COMITATO SCIENTIFICO SULLA SICUREZZA DEI CONSUMATORI (SCCS): OPINIONE SUL COLORANTE PER CAPELLI ORANGE No.6 (B125)

COMITATO SCIENTIFICO SULLA SICUREZZA DEI CONSUMATORI (SCCS): OPINIONE SUL COLORANTE PER CAPELLI ORANGE No.6 (B125)

Immacolata Caputo e Lidia Sautebin – Dipartimento di Farmacia – Università di Napoli Federico II

Il Comitato Scientifico per la Sicurezza dei Consumatori (Scientific Committee on Consumer Safety, SCCS) ha, recentemente, pubblicato un’opinione riguardo alla sicurezza della sostanza "HC Orange No 6 (B125)", con nome chimico Di-[2-[(E)-2-[4-[bis(2-hydroxyethyl)aminophenyl]vinyl]pyridin-1-ium]-ethyl]disulphide dimethanesulfonate (CAS 1449653-83-1), utilizzata come colorante nelle tinture per capelli di tipo non ossidativo ad una concentrazione massima dello 0.5%.

Già nel dicembre 2015 Cosmetics Europe aveva sottoposto all'attenzione di SCCS, per la prima volta (Submission I), questo ingrediente.

A SCCS è stato chiesto di rispondere alle seguenti domande:

1. Alla luce dei dati forniti, SCCS considera sicuro il colorante HC Orange No 6 (B125), quando utilizzato nelle tinture per capelli di tipo non ossidativo ad una concentrazione massima dello 0.5%?

SCCS: Sulla base dei dati forniti SCCS è del parere che l'uso del colorante HC Orange No 6 (B125) è sicuro quando presente nelle tinture per capelli di tipo non ossidativo ad una concentrazione massima dello 0.5%.

2. SCCS è in possesso di ulteriori informazioni sull’uso del colorante  HC Orange No 6 (B125) in altri prodotti cosmetici?

SCCS: Il Comitato manifesta dei dubbi rispetto alla potenziale presenza di impurezze di metansolfonati, in particolare dell’etil metansolfonato. Non sono state fornite informazioni riguardo a queste impurezze.

INGREDIENTI COSMETICI CHE CAUSANO ORTICARIA DA CONTATTO

INGREDIENTI COSMETICI CHE CAUSANO ORTICARIA DA CONTATTO

Immacolata Caputo e Lidia Sautebin – Dipartimento di Farmacia – Università di Napoli Federico II

Riportiamo di seguito l’abstract di un articolo pubblicato sulla rivista scientifica Contact Dermatitis [75, 333-344] da due dermatologi belgi Lien Verhulst e An Goossens (Department of Dermatology, University Hospitals KU Leuven, Leuven 3000, Belgio) riguardante una revisione nella letteratura scientifica sugli ingredienti cosmetici che provocano orticaria da contatto.

Gli Autori riportano che le reazione cutanee immediate sono comuni manifestazioni dermatologiche che spesso vengono sottovalutate. L’obiettivo del loro lavoro è stato quello di fornire un aggiornamento sui dati riportati nella letteratura scientifica riguardanti le reazioni di tipo immediato e le orticarie da contatto/sindrome da orticaria da contatto causate da ingredienti cosmetici, in termini di sintomi clinici immediati,  reazioni positive manifestate in seguito a diversi test quali l’open test, lo scratch test, il prick test e a volte alla ricerca di specifici anticorpi IgE.

A questo fine gli Autori hanno eseguito una ricerca selettiva su diversi database di letteratura medica, da cui è emersa una lista di ingredienti cosmetici che causano reazioni immediate. La lista include: tinture per capelli e decoloranti, conservanti, fragranze e aromi chimici, protezioni solari, colle per capelli, componenti di origine vegetale o animale, trucco permanente e tatuaggi, acido glicolico per peeling, volumizzanti per le labbra e alcoli. Gli Autori precisano che molti dei casi segnalati mancano di adeguati controlli e di indagini più dettagliate.

Gli Autori concludono affermando l’orticaria da contatto può essere causata da diversi cosmetici e può manifestarsi con o senza sintomi sistemici, che, talvolta, possono mettere in pericolo la vita del paziente.

ESTRATTO DI SCUTELLARIA BAICALENSIS: UN NUOVO ALLERGENE DA CONTATTO DI ORIGINE BOTANICA PRESENTE NEI COSMETICI?

ESTRATTO DI SCUTELLARIA BAICALENSIS: UN NUOVO ALLERGENE DA CONTATTO DI ORIGINE BOTANICA PRESENTE NEI COSMETICI?

Immacolata Caputo e Lidia Sautebin -Dipartimento di Farmacia - Università di Napoli Federico II

Riportiamo di seguito un articolo pubblicato sulla rivisita scientifica Contact Dermatitis [75, 384–395] a cura di un gruppo di ricercatrici italiane Rosella Gallo 1,2, Carlotta Pastorino 1,2, Giulia Gasparini 1,2, Giulia Ciccarese 1,2 e  Aurora Parodi 1,2(1Dipartimento di Scienze della Salute, Sezione di Dermatologia, Università di Genova, e  2IRCCS, AOU San Martino-IST, Genova) riguardo al primo caso di dermatite allergica da contatto causata dall'estratto di Scutellaria Baicalensis  presente in una crema per il viso.

Gli Autori riferiscono che i prodotti cosmetici che contengono sostanze di origine naturale sono molto popolari tra i consumatori che li considerano sicuri perche "naturali". Tuttavia, come sottolineano, questi prodotti potrebbero determinare reazioni inaspettate.

Caso clinico

La paziente, una donna di 49 anni, aveva sviluppato un eczema sul viso dopo l'utilizzo, per alcune settimane, di una crema per il viso contenente resveratrolo. Gli Autori precisano che la dermatite della donna migliorava quando non utilizzava la crema ma si ripresentava appena la riutilizzava. La donna, quindi, era stata sottoposta al Repeated Open Application Testing (ROAT test), che consiste nell’applicazione di una quantità minima di prodotto a livello della superficie del cavo antecubitale, 2 volte al giorno, mostrando una reazione positiva entro 2 giorni. La donna, inoltre, era stata sottoposta a patch test con la crema testata tal quale e aveva manifestato reazioni positive (1+) nei giorni 1 e 2. I patch test eseguiti con le serie di base italiana e la serie cosmetica, invece, avevano dato reazioni negative. Solo il solfato di nichel aveva provocato una reazione positiva (1+) correlata ad una precedente allergia da contatto dovuta ad un paio di orecchini. Successivamente la donna era stata sottoposta ad ulteriori patch test con gli ingredienti della crema da lei utilizzata, forniti dal produttore, che avevano dato una reazione positiva (1+) all'estratto di Scutellaria baicalensis  0.5% aq. e al resveratrolo 1% in pet. Poiché i patch test avevano, inoltre, mostrato reazioni dubbie ad altri ingredienti (incluso il cloruro di sodio 0.9%), erano stati ripetuti dopo una settimana e non era stata osservata alcuna reazione. I patch test con l'estratto di Scutellaria Baicalensis e resveratrolo erano stati eseguiti anche su 15 pazienti controllo e nessuno aveva manifestato una reazione positiva. Gli Autori, quindi, hanno diagnosticato alla paziente una dermatite allergica da contatto causata dalla crema per il viso utilizzata, considerando la sensibilizzazione dimostrata per l'estratto di Scutellaria Baicalensis  e la possibile co-sensibilizzazione al resveratrolo. Gli Autori riportano, infine, che sospendendo l'uso della crema la dermatite al viso non era più ricomparsa.

Discussione  

Gli Autori riferiscono che la S. baicalensis è stata spesso utilizzata come rimedio tradizionale a base di erbe in quanto contiene diversi flavonoidi attivi, incluse la baicalina e la bacaileina, che presentano entrambe attività antiinfiammatorie e antiossidanti [1]. Gli Autori riportano che l'estratto di Scutellaria Baicalensis ha determinato effetti benefici quando applicata topicamente in modelli di dermatite da contatto, suggerendo che potrebbe essere utile nel trattamento della dermatite da contatto [2].Gli Autori riportano che tale estratto non è mai stato indicato in precedenza come causa di dermatite allergica da contatto.

Per quanto riguarda l’identificazione dell'allergene presente nell’estratto gli Autori precisano che non sono stati capaci di identificarlo e che poteva essere uno qualsiasi dei suoi componenti. La paziente aveva manifestato, inoltre, una reazione positiva al solfato di nichel ma non sono state eseguite le analisi specifiche per verificare l'eventuale presenza di tracce di nichel nell’estratto. Riferiscono tuttavia che 5 su 15 pazienti controllo erano risultati allergici al nichel e nessuno all’estratto. Gli Autori sottolineano che il caso da loro riportato di reazione positiva al resveratrolo, ingrediente cosmetico utilizzato per le sue proprietà antiossidanti, è il secondo caso riportato in letteratura di sensibilizzazione da contatto causato da questa sostanza [3].

Come riportato dagli Autori gli estratti di origine botanica sono delle miscele complesse la cui composizione potrebbe variare, in base alla loro origine e al processo di produzione. Potrebbero contenere, infatti, allergeni o agenti contaminanti inaspettati che sono difficili da identificare [4]. Gli Autori concludono affermando che questo caso supporta la crescente preoccupazione dei dermatologi riguardo all'impiego di sostanze di origine naturale nei prodotti cosmetici, il cui utilizzo è in crescita [5].

Bibliografia

$11.     Jung H S, Kim MH, Gwak N G et al. Antiallergic effects of Scutellaria baicalensis on inflammation in vivo and in vitro. J Ethnopharmacol 2012: 14: 345–349.

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$14.     Gallo R, Paolino S, Salis A et al. Positive patch test reaction to Lonicera japonica extract in a patient sensitized to formaldehyde. Contact Dermatitis 2012: 66: 47–49.

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