Farmacovigilanza

Comunicato EMA: il PRAC avvia la revisione sull'uso del topiramato in gravidanza e nelle donne in età fertile.

In data 1 settembre 2022, il Comitato per la Valutazione dei Rischi per la Farmacovigilanza (Pharmacovigilance Risk Assessment Committee, PRAC) dell’Agenzia Europea dei Medicinali (European Medicine Agency, EMA) ha avviato una revisione sull’uso topiramato in gravidanza per valutare il potenziale rischio di disturbi dello sviluppo neurologico nei nascituri [1].

Il topiramato è un medicinale utilizzato in monoterapia o in associazione ad altri antiepilettici per il trattamento dell'epilessia e, in assenza di alternative terapeutiche, per la prevenzione dell'emicrania.
L’esatto meccanismo d’azione con cui il topiramato esercita i suoi effetti (anticonvulsivante e di profilassi dell’emicrania) non è ancora del tutto chiarito, ma le attività del farmaco dimostrate in specifici studi elettrofisiologici consistono nel blocco dei canali del sodio voltaggio-dipendenti, nel potenziamento dell'azione inibitoria dell'acido gamma-aminobutirrico (GABA) e nell’inibizione dell'anidrasi carbonica, anche se blanda [2].

È noto che l'uso del topiramato nelle donne in gravidanza aumenta il rischio di difetti congeniti. Pertanto, alle donne con epilessia in trattamento con topiramato si consiglia di evitare una gravidanza e di rivolgersi al proprio medico nel caso in cui la desiderino. Inoltre, nelle donne in gravidanza e nelle donne in età fertile, che non utilizzano metodi contraccettivi altamente efficaci, l’uso di topiramato per la profilassi dell'emicrania è controindicato [1,2].

A luglio 2022, nell'ambito di una valutazione del segnale di sicurezza, il PRAC ha revisionato i risultati di uno studio che hanno evidenziato un possibile aumento del rischio di disturbi del neurosviluppo (in particolare disturbi dello spettro autistico e disabilità intellettiva) nei bambini le cui madri assumevano topiramato durante la gravidanza. In particolare, lo studio pubblicato sulla rivista medica JAMA Neurology ha mostrato che i potenziali impatti sullo sviluppo neurologico associati al farmaco antiepilettico topiramato, se utilizzato in gravidanza, possono essere più significativi di quanto si pensasse in precedenza.

Lo studio si basa sui dati provenienti da diversi registri di pazienti di paesi nordici (Danimarca, Finlandia, Islanda, Norvegia e Svezia) e include informazioni di oltre 24.000 bambini esposti in utero ad almeno un farmaco antiepilettico. Di questi, 471 sono stati esposti al solo topiramato, inclusi 246 bambini nati da madri che soffrivano di epilessia [3].

Dunque, dai risultati dello studio è emerso un "segnale di sicurezza", ovvero un’informazione che suggerisce una nuova potenziale associazione causale o un nuovo aspetto di un’associazione nota tra un medicinale e un evento avverso, che è ritenuta essere sufficientemente possibile da giustificare ulteriori indagini [4].

Alla luce dell'importanza di questo nuovo segnale di sicurezza, il PRAC ha ritenuto necessaria tale revisione, volta ad una valutazione approfondita dei dati disponibili sui benefici e sui potenziali rischi sull’uso del topiramato in gravidanza e nelle donne in età fertile, alle indicazioni approvate.

Il comitato esaminerà, in particolare, le attuali misure di minimizzazione del rischio e considererà la necessità di appropriate azioni regolatorie al fine di prevenire o ridurre al minimo i rischi dell'uso di topiramato in queste donne.

Mentre la revisione è in corso, il topiramato deve continuare ad essere utilizzato secondo quanto riportato nelle informazioni del prodotto autorizzate.

A seguito di questa revisione, il PRAC formulerà la propria raccomandazione in merito alle eventuali azioni regolatorie necessarie per prodotti medicinali contenenti topiramato [1].

Bibliografia e Sitografia

[1] EMA - Meeting highlights from the Pharmacovigilance Risk Assessment Committee (PRAC) 29 August – 1 September 2022 – Disponibile al link: https://www.ema.europa.eu/en/news/meeting-highlights-pharmacovigilance-risk-assessment-committee-prac-29-august-1-september-2022

[2] AIFA – Riassunto delle Caratteristiche del Prodotto Topamax (topiramato) – Disponibile al link: https://farmaci.agenziafarmaco.gov.it/aifa/servlet/PdfDownloadServlet?pdfFileName=footer_001445_032023_RCP.pdf&retry=0&sys=m0b1l3

[3] 1 Bjørk M, Zoega H, Leinonen MK, et al. Association of Prenatal Exposure to Antiseizure Medication With Risk of Autism and Intellectual Disability. JAMA Neurol. Published online May 31, 2022. doi:10.1001/jamaneurol.2022.1269.

[4] CRFV - Nuovo segnale di sicurezza: il PRAC avvia la revisione sul rischio di disturbi del neurosviluppo con topiramato – Disponibile al link: http://www.farmacovigilanza.unina2.it/index.php?option=com_content&view=article&id=1250:nuovo-segnale-di-sicurezza-il-prac-avvia-la-revisione-sul-rischio-di-disturbi-del-neurosviluppo-con-topiramato&catid=72&Itemid=485&lang=it

EMERGENZA COVID-19: AIFA pubblica il dodicesimo report sulla sorveglianza dei vaccini anti COVID-19

In data 27 luglio 2022, l’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) ha pubblicato il dodicesimo report sulle attività di sorveglianza dei vaccini anti COVID-19 autorizzati in Italia e somministrati tra il 27/12/2020 ed il 26/06/2022 [1]. Nel periodo di analisi sono state riportate nel database italiano di farmacovigilanza (Rete Nazionale di Farmacovigilanza, RNF) 137.899 segnalazioni di eventi avversi successivi alla vaccinazione con vaccini anti-COVID19 (Comirnaty: N = 91.468, 65,4%; Spikevax: N =20.572, 24,7%; Vaxzevria: N = 24.002, 8,8%; Vaccino Janssen: N =1.755, 1,1%; Nuvaxovid: N=134; 0,03%) su un totale di 138.199.076 dosi somministrate (Comirnaty 66,3%, Vaxzevria 17,4%, Spikevax 14,9%, Jcovden 1,3%, Nuvaxovid 0,1%). Al 26/06/2022 indipendentemente dal tipo di vaccino e dalla dose somministrata, sono state inserite 100 segnalazioni ogni 100.000 dosi somministrate. Le segnalazioni inserite in RNF riguardano soprattutto Comirnaty, che è stato il vaccino più utilizzato, e in minor misura Spikevax, mentre Vaxzevria, Jcovden (ex-COVID-19 Vaccino Janssen) e Nuvaxovid risultano meno utilizzati.

Dal mese di marzo sono in corso le somministrazioni della 4ª dose di vaccino per alcune categorie fragili. Di queste sono state somministrate circa 1,2 milioni di dosi, in relazione alle quali sono presenti in RNF solo 65 segnalazioni di sospette reazioni avverse.

L’età media delle persone che hanno manifestato un evento avverso è 46,9 anni; il tasso di segnalazione è maggiore nelle fasce di età comprese tra i 20 e i 60 anni, per poi diminuire nelle fasce d’età più avanzate e nei giovanissimi, con un tasso di segnalazione inferiore dopo la 2ª dose e ancora più basso dopo la 3ª dose. L’ andamento si riscontra anche per le seconde dosi booster (4ª dose).

Come descritto nel report, nel periodo in esame, il 69% delle segnalazioni riguarda il sesso femminile (tasso di segnalazione di 135/100.000 dosi somministrate) e il 30% il sesso maschile (61/100.000 dosi somministrate), nonostante l’esposizione sia pressoché sovrapponibile fra i sessi (51% delle dosi somministrate nel sesso femminile e 49% nel sesso maschile), tale differenza si mantiene pressoché costante nelle varie classi di età.

Inoltre, dall’analisi dei dati si evidenzia che circa il 62% delle segnalazioni proviene da operatori sanitari, prevalentemente medici e farmacisti (rispettivamente il 34,4% e il 15,4%), mentre si registra un lieve aumento della segnalazione da parte del paziente/cittadino (38% rispetto al 37,6% riportata precedentemente). Il 93% circa di queste segnalazioni è di tipo spontaneo.

La maggior parte delle segnalazioni (N=81,8%; 112.739) inserite al 26/06/2022 è riferita a eventi avversi non gravi, con un tasso di segnalazione pari a 82/100.000 dosi somministrate, mentre il 18,1% (N=24.992) riguarda eventi avversi gravi, con un tasso di segnalazione di 18 eventi gravi ogni 100.000 dosi somministrate, indipendentemente dal tipo di vaccino, dalla dose somministrata e dal possibile ruolo causale della vaccinazione. Nelle restanti 168 segnalazioni (0,1%) la gravità non è stata riportata. A prescindere dalla gravità, la maggior parte delle segnalazioni riporta come esito “risoluzione completa” o “miglioramento” già al momento della segnalazione.

Indipendentemente dal vaccino, dalla dose e dalla tipologia di evento, la reazione è insorta nella maggior parte dei casi (70% circa) nella stessa giornata della vaccinazione o il giorno successivo e più raramente nelle prime 48 ore dopo la vaccinazione.

La correlazione tra vaccinazione e insorgenza dell’evento avverso è stata valutata attraverso l’applicazione dell’algoritmo dei vaccini redatto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). Il nesso di causalità è stato inserito nel 92% (22.992/24.992) delle segnalazioni di eventi avversi gravi, ed è risultato correlabile alla vaccinazione nel 32,6% di tutte le segnalazioni gravi valutate (7.506/22.992), indeterminato nel 38,4% (8.836/22.992) e non correlabile nel 23,1% (5.321/22.992). Il 5,8% (1.329/22.992) delle segnalazioni valutate è inclassificabile, per mancanza di informazioni sufficienti.

Complessivamente, sono state riportate 916 segnalazioni gravi con esito fatale, indicato al momento della segnalazione o come informazione ottenuta successivamente nel follow-up, con tasso di 0,66 su 100.000 dosi somministrate. Il 46% dei casi (n. 420) riguarda donne, il 53% uomini (n. 487) mentre l’1% (9 schede) non riporta questo dato. L’età media è di 79 anni e nel 70,9% dei casi il tempo intercorrente tra la somministrazione e il decesso è compreso tra 0 e 14 giorni. Solo 29 casi di decesso (3,8%) sui 772 valutati tramite l’applicazione dell’algoritmo OMS, sono risultati correlabili (circa 0,2 casi ogni milione di dosi somministrate), di cui 27 sono stati già descritti nei Rapporti precedenti. Le rimanenti 2 segnalazioni si riferiscono ad un paziente 83enne, deceduto a causa di complicanze legate al COVID-19, per vaccinazione inefficace; e ad un paziente 94enne, che dopo 3ª dose segnalava malessere generale diarrea, stanchezza, mal di schiena, astenia il cui decesso è avvenuto 3 mesi dopo per deterioramento delle condizioni di salute generali.

Infine, relativamente al tipo di evento, le sospette reazioni avverse sono state raggruppate in base alla Classificazione per Organi e Sistemi (System Organ Class, SOC). Per tutti e cinque i vaccini, gli eventi avversi maggiormente segnalati appartengono alla SOC “Patologie generali e condizioni relative alla sede di iniezione” (soprattutto reazioni nel sito di inoculazione, febbre e stanchezza/astenia), seguita da quelli appartenenti alle “Patologie del sistema nervoso” (cefalea, parestesie), “Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo” (mialgie, artralgie) e “Patologie gastrointestinali” (nausea, vomito e diarrea).

L’unico vaccino autorizzato nel periodo di analisi considerato per la vaccinazione dei i bambini di età compresa fra 5 e 11 anni in Italia è Comirnaty. A tale scopo, viene utilizzato un dosaggio pari a 1/3 della dose dell’adulto e il ciclo primario consiste in 2 dosi somministrate a distanza di almeno 3 settimane. Al 26/06/2022 risultano inserite complessivamente 471 segnalazioni per il vaccino Comirnaty nella fascia di età 5-11 anni, con un tasso di segnalazione di circa 18 casi ogni 100.000 dosi, in assenza di una particolare distribuzione per sesso. Il 95% circa di queste segnalazioni è attribuito alla 1ª dose e il 5% circa alla 2ª. La maggior parte delle segnalazioni inserite è riferita ad eventi avversi non gravi (88% circa), mentre il 12% dei casi è stato definito come grave. L’esito “risoluzione completa della reazione avversa” è stato riportato in circa il 61% dei casi e “miglioramento” in circa il 19% dei casi. Non sono presenti segnalazioni di decesso in questa fascia di età. Gli eventi avversi più frequentemente segnalati per il vaccino Comirnaty, indipendentemente dalla gravità e dal nesso di causalità, sono stati dolore in sede di iniezione, cefalea, febbre e stanchezza.

Riferimenti bibliografici

1. Agenzia Italiana del Farmaco. Dodicesimo Rapporto sulla Sorveglianza dei vaccini COVID-19. Disponibile al link https://www.aifa.gov.it/documents/20142/1315190/Rapporto_sorveglianza_vaccini_COVID-19_12.pdf

Comunicato EMA: Imvanex, vaccino antivaiolo, autorizzato anche per la prevenzione del vaiolo delle scimmie in Unione Europea.

Nell’ambito della riunione tenutasi a luglio 2022, il Comitato per i medicinali per uso umano (Committee for Medicinal Products for Human Use, CHMP) dell'Agenzia Europea dei Medicinali (European Medicines Agency, EMA) ha raccomandato di estendere l’utilizzo del vaccino antivaiolo Imvanex anche per l’immunizzazione degli adulti contro il vaiolo delle scimmie [1].

Il vaiolo delle scimmie (in inglese Monkeypox) è una malattia rara, caratterizzata da un periodo di incubazione che va da 5 giorni a 3 settimane. Tale malattia è causata da un virus (monkeypox virus) appartenente agli Orthopoxviridae, la stessa famiglia di cui fanno parte altri virus capaci di infettare sia uomo che animali, quali il virus del vaiolo (Variola), il virus del vaiolo bovino (Cowpox virus) e il virus vaccinico (Vaccinia virus). Il vaiolo delle scimmie provoca sintomi simili a quelli del vaiolo, quali febbre, mal di testa, dolori muscolari, mal di gola, linfoadenopatia e lesioni cutanee. L'eruzione cutanea si sviluppa comunemente da uno a tre giorni dopo l'inizio della febbre, ed interessa dapprima il viso per diffondendosi poi ad altre parti del corpo, inclusi mani e piedi. Generalmente la malattia si risolve spontaneamente in 2-4 settimane senza richiedere terapie specifiche, sebbene possono essere somministrati antivirali, se necessario. Attualmente, l’unico trattamento antivirale contro il vaiolo delle scimmie autorizzato nell'Unione Europea (UE) è il Tecovirimat, indicato inoltre anche per il trattamento del vaiolo e il vaiolo bovino. Il vaiolo delle scimmie, anche se in genere è meno pericoloso del vaiolo, può causare malattia anche grave con complicanze quali polmonite, encefalite e infezioni agli occhi, soprattutto in quelle categorie più fragili, quali persone immunodepresse, bambini e donne in gravidanza. Viene trasmesso all’uomo da animali selvatici infetti, come roditori e primati, ma può anche essere trasmesso da uomo a uomo attraverso rapporti sessuali e contatto diretto con le lesioni di persone infette [2].

Dall'inizio di maggio 2022 al 28 luglio sono stati segnalati in tutto il mondo 21.067 casi di vaiolo delle scimmie [3]. In Italia risultano registrati 426 casi, di cui 14 casi nella regione Campania. Il primo caso di positività al virus in Campania è stato accertato dall’ospedale Cotugno di Napoli, risale a metà giugno e fa riferimento ad un uomo di 40 anni rientrato dall’Africa che lavora nella base NATO di Gricignano di Aversa.

In virtù dell’alto numero di casi di infezione, il 23 luglio 2022 l’Organizzazione Mondiale della Sanità (World Health Organization, WHO) ha ufficializzato la classificazione di Monkeypox come una emergenza sanitaria di rilevanza internazionale che costituisce un rischio per la salute pubblica [4].

Dal 2013 il vaccino Imvanex è autorizzato nell'Unione Europea (UE) per la prevenzione del vaiolo negli adulti. Contiene una forma modificata del virus “Vaccinia Ankara”, strettamente correlato al virus del vaiolo, ma non in grado di replicarsi nelle cellule umane. Una volta somministrato, il vaccino simula il primo contatto con l’agente infettivo evocando una risposta immunologica (immunità umorale e cellulare) simile a quella causata dall’infezione naturale, senza però causare la malattia e le sue complicanze. In questo modo, si sviluppa la memoria immunologica, ossia la capacità del sistema immunitario di riconoscere il virus, qualora ne entri in contatto, ed essere pronto a combatterlo [5].

Per far fronte all’emergenza sanitaria che stiamo vivendo, il CHMP di EMA ha espresso parere positivo in merito all’estensione dell’indicazione terapeutica del vaccino antivaiolo Imvanex per la prevenzione negli adulti del vaiolo delle scimmie. Tale decisione fa leva sulla netta somiglianza tra i due virus e sui dati provenienti da diversi studi in vivo relativi a primati non umani vaccinati con Imvanex, che hanno mostrato l’efficacia di protezione del vaccino contro il virus del vaiolo delle scimmie. Tuttavia, per confermare l'efficacia del vaccino Imvanex contro la malattia negli esseri umani, l’Agenzia ha richiesto i risultati di studi post-marketing. Per questa ragione, Bavarian Nordic, azienda titolare dell'autorizzazione all'immissione in commercio, condurrà uno studio osservazionale di Imvanex nel corso dell'epidemia di vaiolo delle scimmie nell’UE. Il profilo di sicurezza del vaccino risulta favorevole e gli effetti indesiderati sono di entità lieve o moderata. Pertanto, il CHMP ha concluso che i benefici del vaccino sono superiori ai rischi. Pertanto, dal 22 luglio 2022 nell'UE Imvanex è stato autorizzato per la profilassi degli adulti contro il virus del vaiolo delle scimmie e del virus vaccinico, che provoca sintomi simili a quelli del vaiolo ma di più lieve entità. [6].

BIBLIOGRAFIA

$11.      Meeting highlights from the Committee for Medicinal Products for Human Use (CHMP) 18-21 July 2022 – Disponibile al link: https://www.ema.europa.eu/en/news/meeting-highlights-committee-medicinal-products-human-use-chmp-18-21-july-2022

$12.      Guarner J, del Rio C, Malani PN. Monkeypox in 2022—What Clinicians Need to Know. JAMA. 2022;328(2):139–140. doi:10.1001/jama.2022.10802

$13.      Edouard Mathieu, Saloni Dattani, Hannah Ritchie, Fiona Spooner and Max Roser (2022) - "Monkeypox". Published online at OurWorldInData.org. Retrieved from: 'https://ourworldindata.org/monkeypox'

$14.      WHO Director-General declares the ongoing monkeypox outbreak a Public Health Emergency of International Concern - Disponibile al link: https://www.who.int/europe/news/item/23-07-2022-who-director-general-declares-the-ongoing-monkeypox-outbreak-a-public-health-event-of-international-concern

$15.      Riassunto delle caratteristiche del prodotto – Disponibile al link https://www.ema.europa.eu/en/documents/product-information/imvanex-epar-product-information_it.pdf

$16.      EMA recommends approval of Imvanex for the prevention of monkeypox disease – Disponibile al link: https://www.ema.europa.eu/en/news/ema-recommends-approval-imvanex-prevention-monkeypox-disease

NOTA INFORMATIVA IMPORTANTE AIFA: l’EMA restringe l’uso del farmaco antitumorale Rubraca® (rucaparib camsilato) che non potrà essere utilizzato come trattamento di terza linea.

In data 8 agosto 2022, sul portale web dell’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) è stata pubblicata una Nota Informativa Importante (NII) relativa ad una restrizione d’indicazione d’uso per il farmaco antitumorale Rubraca® (rucaparib camsilato) stabilita recentemente dall’Agenzia Europea dei Medicinali (European Medicine Agency – EMA). In particolare, tale NII informa tutti gli operatori sanitari del settore che “Rubraca® non deve essere più utilizzato come trattamento monoterapico di pazienti adulte con carcinoma ovarico epiteliale di alto grado, delle tube di Falloppio o peritoneale primario con mutazione di BRCA (germinale e/o somatica), platino-sensibile, in recidiva o progressione, precedentemente trattate con due o più linee chemioterapiche a base di platino e che non sono idonee a tollerare ulteriore chemioterapia a base di platino” [1].

Tale limitazione fa seguito alla revisione effettuata dal Comitato per i medicinali per uso umano (CHMP) di EMA, avviata su richiesta della Commissione Europea in base all’articolo 20 del regolamento (CE) n. 726/2004, tenuto conto dei risultati emersi dallo studio ARIEL4.

Rubraca® è un farmaco antitumorale autorizzato per il trattamento del cancro di alto grado dell’ovaio, delle tube di Falloppio e del peritoneo. Può essere, inoltre, utilizzato come trattamento di mantenimento nelle pazienti con cancro recidivante, precedentemente trattato con medicinali antitumorali a base di platino. Rubraca® ha ricevuto un’autorizzazione subordinata nel maggio 2018 a condizione che l’azienda avesse fornito dati supplementari derivanti dallo studio ARIEL4, in quanto l’entità dell'effetto di Rubraca® nell’indicazione di trattamento di terza linea erano ancora limitati.

Lo studio di fase 3 ARIEL4 ha confrontato Rubraca® con la chemioterapia in pazienti con cancro epiteliale di alto grado dell’ovaio, delle tube di Falloppio o peritoneale primario, recidivato e con mutazione del gene BRCA. Dallo studio è emerso che l'outcome primario di sopravvivenza libera da progressione (progression-free survival, PFS) era a favore di Rubraca, con una mediana di 7,4 mesi, rispetto ai 5,7 mesi per il gruppo trattato con chemioterapia. Tuttavia, la sopravvivenza globale (overall survival, OS) con Rubraca (19,4 mesi) era inferiore rispetto a quella osservata con la chemioterapia (25,4 mesi). Sulla base di tale effetto negativo in termini di sopravvivenza globale recentemente emerso, il CHMP di EMA ha concluso che il rapporto beneficio/rischio di rucaparib non può più essere considerato favorevole nell'indicazione per il trattamento di terza linea.


Pertanto, sebbene Rubraca continua a essere autorizzato come monoterapia per il trattamento di mantenimento di pazienti adulte con recidiva platino-sensibile di carcinoma ovarico epiteliale di alto grado, delle tube di Falloppio o peritoneale primario, in risposta (completa o parziale) dopo chemioterapia a base di platino, non potrà essere più utilizzato come trattamento di terza linea.
Secondo quanto riportato nella NII, i trattamenti già in corso in questo setting dovranno essere riconsiderati e le pazienti dovranno essere adeguatamente informate circa le recenti raccomandazioni alla luce degli ultimi dati emersi.

Referenze

1. https://www.aifa.gov.it/documents/20142/1622129/NII_Rubraca_IT_08-08-22.pdf

Nota Informativa Importante AIFA su MITOMICINA MEDAC

In data 22 Luglio 2022, l’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) ha emesso una Nota Informativa Importante (NII) circa la necessità di utilizzare filtri antiparticolato durante la somministrazione endovenosa di Mitomicina Medac® 10mg (AIC n. 044530044) [1].

La mitomicina è un farmaco antibiotico con effetto antineoplastico che viene utilizzato come trattamento palliativo di diversi tipi di tumori. Tale farmaco appartiene alla classe degli agenti alchilanti, sostanze capaci di legare il DNA (in misura minore anche RNA) e di inibirne la sintesi. Essa è in grado di esplicare maggiormente la sua attività durante la fase G tardiva e la fase S del ciclo cellulare. Ad elevate concentrazioni, la mitomicina può essere particolarmente utile anche contro virus, batteri e spirocheti data la sua capacità di inibire l’RNA e di conseguenza la sintesi proteica. Il suo impiego come antibiotico resta però limitato a causa della sua tossicità [2].     
Circa il meccanismo d’azione, la mitomicina, presente inizialmente in forma inattiva, viene convertita rapidamente nella sua forma attiva di agente alchilante trifunzionale a pH fisiologico, grazie alla presenza di NADPH a livello sierico o ubiquitariamente a livello intracellulare, ad eccezione delle cellule cerebrali. Per quanto concerne il profilo farmacocinetico, la mitomicina ha una emivita breve (circa 40 – 50 minuti) e viene metabolizzata ed eliminata principalmente per via epatica mentre l’escrezione renale assume un ruolo marginale.

Mitomicina medac® può essere somministrato sia per via endovenosa per il trattamento di carcinoma colorettale, gastrico, mammario, esofageo, della testa e del collo, cervicale e pancreatico in stadio avanzato, oltre che per il carcinoma bronchiale non a piccole cellule, oppure per via endovescicale per la prevenzione di recidive di carcinoma della vescica.

Gli studi condotti su modelli animali hanno fornito dati preclinici circa la tossicità del farmaco a livello dei tessuti proliferanti come midollo osseo e dell’apparato gastrointestinale, oltre che indurre l’inibizione della spermatogenesi [3].

Recentemente, studi di stabilità hanno evidenziato risultati fuori specifica per le particelle visibili contenute nei lotti D210131C e D210131BC di Mitomicina medac®. Se non opportunamente filtrate, le particelle in soluzione per i due lotti di riferimento, potrebbero aumentare il rischio di eventi tromboembolici a livello delle arterie capillari.

Pertanto, è emersa la necessità di utilizzare un filtro antiparticolato (dimensione dei pori di 5 µm) nella sola somministrazione endovenosa per i due lotti succitati. Inoltre, sebbene siano già state messe in atto misure correttive e non risultano criticità per quanto riguarda i nuovi lotti in distribuzione, l’uso del filtro antiparticolato è consigliato in via precauzionale per tutti i lotti in distribuzione, in attesa di risultati finali.

E’ opportuno precisare che il processo di filtrazione della soluzione, mediante filtro antiparticolato, non riduce né la quantità di mitomicina presente né l’efficacia della soluzione filtrata. Ad oggi, dai dati disponibili, non si rende necessario l’utilizzo di filtri antiparticolato circa la somministrazione endovescicale.

L’azienda Medac GmbH, titolare dell’autorizzazione all’immissione in commercio, garantisce la distribuzione e la fornitura delle specialità medicinali a base di mitomicina [1].

Bibliografia

$11.      Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA). Nota informativa importante su MITOMICINA. Disponibile al link: Nota Informativa Importante su MITOMICINA MEDAC (aifa.gov.it)

$12.      Sinawe H, Casadesus D. Mitomycin. [Updated 2021 Jul 29]. In: StatPearls [Internet]. Treasure Island (FL): StatPearls Publishing; 2022 Jan-. Available from: https://www.ncbi.nlm.nih.gov/books/NBK562249/

$13.      Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA). Riassunto delle Caratteristiche del Prodotto (RCP): Mitomicina medac. Disponibile al link: https://farmaci.agenziafarmaco.gov.it/aifa/servlet/PdfDownloadServlet?pdfFileName=footer_001233_044530_RCP.pdf&retry=0&sys=m0b1l3

   

  

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