Farmacovigilanza

Antibiotico resistenza in Europa: valutazioni dell’ECDC

L’antibiotico-resistenza è considerata oggi una delle maggiori minacce per la sanità pubblica e rappresenta una delle più grandi sfide del ventunesimo secolo. Recenti stime basate sui dati dell’European Antimicrobial Resistance Surveillance Network (EARSNet) mostrano che ogni anno si verificano più di 670.000 infezioni nei paesi dell’Unione Europea e dello Spazio Economico Europeo (UE/SEE) a causa di batteri resistenti agli antibiotici e che circa 33.000 persone muoiono come conseguenza diretta di questi tipi di infezione [1]. Inoltre, il costo relativo dei sistemi sanitari di questi paesi è di circa 1,1 miliardi di euro [2] e dalle stime dell’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE) il fenomeno dell’antibiotico-resistenza costerà all’Italia 13 miliardi di dollari da qui al 2050 [3].

In un recente report dell’European Centre for Disease Prevention and Control (ECDC) sono stati pubblicati risultati ottenuti dalla valutazione dei dati di EARSNet offrendo un’analisi dei trend di antibiotico-resistenza raccolti nel periodo 2015-2018 dai 30 paesi dell’UE/SEE [4]. Come negli anni precedenti, il fenomeno dell’antibiotico-resistenza in Europa mostra ampie variazioni a seconda delle specie batteriche, del gruppo antimicrobico e della regione geografica. In generale, sono state segnalate stime percentuali di resistenza inferiori nei paesi del nord, mentre sono state riportate percentuali più elevate nel Sud e nell’Est dell’Europa.

Nel 2018, più della metà (58,3%) dei ceppi isolati di Escherichia coli segnalati alla rete EARS-Net dell’ECDC sono risultati resistenti ad almeno un gruppo antimicrobico sotto sorveglianza regolare (ovvero aminopenicilline, fluorochinoloni, cefalosporine di terza generazione, aminoglicosidi e carbapenemi), ed è frequente la resistenza combinata a diversi gruppi antimicrobici. Nel 2018, la percentuale più alta di resistenza media ponderata per popolazione UE/SEE è stata registrata per le aminopenicilline (57,4%), seguita da quella per i fluorochinoloni (25,3%), per cefalosporine di terza generazione (15,1%) e per aminoglicosidi (11,1%), mentre la resistenza ai carbapenemi resta rara. Tra il 2015 e il 2018, ci sono state piccole ma significative tendenze in diminuzione della resistenza ad aminopenicillina, ad aminoglicosidi e a carbapenemi, mentre i trend di resistenza a fluorochinoloni e a cefalosporine di terza generazione sono aumentati significativamente nello stesso periodo di osservazione. In particolare, l’Italia si colloca al quinto posto in Europa dopo Bulgaria, Cipro, Ungheria e Slovacchia per percentuale di ceppi di E. coli resistenti a combinazioni di antibiotici e ha registrato una delle quattro stime percentuali più elevate di resistenza ad aminopenicilline (oltre il 66% dei ceppi).

Dalla valutazione dei dati sull’antibiotico-resistenza di Klebsiella pneumoniae emerge che più di un terzo (37,2%) dei ceppi isolati di K. pneumoniae sono resistenti ad almeno un gruppo antimicrobico sotto sorveglianza regolare, con una resistenza maggiore a cefalosporine (31,7%), seguita da quella a fluorochinoloni (31,6%), ad aminoglucosidi (22,7%) e a carbapenemi (7,5%). Tra il 2015 e il 2018, si evidenzia un trend in crescita della resistenza a fluorochinoloni e carbapenemi. In particolare, diversi paesi hanno riportato percentuali di resistenza a carbapenemi superiori al 10% per K. Pneumoniae, e l’Italia ha registrato il terzo valore più elevato d’Europa. Si osserva, inoltre, che i paesi che riportano le percentuali più alte di resistenza ai carbapenemi da K. pneumoniae siano anche i paesi con percentuale di resistenza maggiore agli altri gruppi antibatterici.

La situazione di antibiotico-resistenza di Streptococcus pneumoniae appare stabile nella maggior parte dei paesi europei, tra cui l’Italia, con pochi paesi che mostrano un trend positivo o negativo negli anni 2015-2018. Ancora meno preoccupante è la situazione di antibiotico-resistenza di Staphylococcus aureus alla meticillina. Infatti, la percentuale in diminuzione di ceppi isolati resistenti alla meticillina riportata negli anni precedenti continua a decrescere anche nel 2018, con i dati sull’Italia che appaiono stabili.

Uno sviluppo particolarmente significativo negli ultimi tre anni è stato segnalato per Enterococcus faecium resistente alla vancomicina, con una percentuale media ponderata per la popolazione europea cresciuta dal 10,5% nel 2015 al 17,3% nel 2018, un trend preoccupante che ha coinvolto molti paesi europei tra cui l’Italia.

Per quanto riguarda Pseudomonas aeruginosa, un terzo (32,1%) dei ceppi isolati di P. aeruginosa sono risultati resistenti ad almeno un gruppo antimicrobico sotto sorveglianza regolare, con una resistenza maggiore a fluorochinoloni (19,7%), seguiti da piperacillina±tazobactam (18,3%), carbapenemi (17,2%), ceftazidima (14,1%) e aminoglicosidi (11,8%).

In conclusione, nonostante gli sforzi effettuati dai singoli paesi europei per contrastare il fenomeno dell’antibiotico-resistenza, risulta evidente che le attuali azioni di sanità pubblica non sono sufficienti per affrontare la preoccupante situazione dell’antibiotico-resistenza.


Bibliografia

1. Cassini A, Högberg LD, Plachouras D, Quattrocchi A, Hoxha A, Simonsen GS, et al. Attributable deaths and disability-adjusted lifeyears caused by infections with antibiotic-resistant bacteria in the

EU and the European Economic Area in 2015: a population-level modelling analysis. Lancet Infect Dis. 2019 Jan; 19(1): 56-66.

2. Organisation for Economic Co-operation and Development (OECD) and European Centre for Disease Prevention and Control (ECDC). Antimicrobial Resistance. Tackling the burden in the European Union. Briefing note for EU/EEA countries. Paris: OECDC 2019

3. The Organisation for Economic Co-operation and Development. ANTIMICROBIAL-RESISTANCE. https://www.oecd.org/els/health-systems/antimicrobial-resistance.htm

4. European Centre for Disease Prevention and Control. SURVEILLANCE OF ANTIMICROBIAL RESISTANCE IN EUROPE 2018. https://www.ecdc.europa.eu/en/publications-data/surveillance-antimicrobial-resistance-europe-2018

Attivazione registro web e pubblicazione schede di monitoraggio - Registro TAFINLAR in associazione con MEKINIST (melanoma adiuvante)

L’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) comunica che, a seguito della pubblicazione della Determina AIFA nella GU n. 294 del 16/12/2019, il medicinale Tafinlar® (dabrafenib) è prescrivibile in regime di rimborsabilità da parte del SSN, a partire dal 17/12/2019, in associazione a Mekinist® (trametinib) per il trattamento adiuvante di pazienti adulti con melanoma in stadio III positivo alla mutazione BRAF V600, dopo resezione completa [1].

Dabrafenib è un inibitore delle RAF chinasi. Le mutazioni oncogene di BRAF sono state identificate ad alta frequenza in specifici tumori, incluso il 50% circa dei melanomi. La mutazione BRAF più comunemente osservata è la V600E, che rappresenta il 90% circa delle mutazioni BRAF che sono state osservate nel melanoma.

Trametinib è un inibitore allosterico, reversibile, altamente selettivo dell’attivazione e dell’attività chinasica della chinasi 1 regolata dal segnale extracellulare attivata da mitogeno (MEK1) e di MEK2. Le proteine MEK sono componenti della via delle chinasi regolata dal segnale extracellulare (ERK). Nel melanoma ed in altri tumori questa via è spesso attivata da forme mutate di BRAF che attivano MEK. Trametinib inibisce l’attivazione di MEK tramite la proteina BRAF e inibisce l’attività kinasica di MEK, inibendo la crescita delle linee cellulari di melanoma con mutazione BRAF V600.

Il registro in oggetto è reso disponibile sulla piattaforma web a partire dal 17/12/2019. Pertanto, vista l’importanza della puntuale tracciatura dei dati e al fine di permettere l’accesso alle strutture sanitarie pubbliche al Fondo dei farmaci innovativi, si ricorda ai referenti regionali di procedere all’abilitazione dei Centri sanitari autorizzati accedendo al sistema.

Riferimento bibliografico

1 Agenzia Italiana Del Farmaco. Attivazione web e pubblicazione schede di monitoraggio - Registro TAFINLAR in associazione con MEKINIST (melanoma adiuvante). Disponibile al link:

https://www.aifa.gov.it/web/guest/-/attivazione-web-e-pubblicazione-schede-di-monitoraggio-registro-tafinlar-in-associazione-con-mekinist-melanoma-adiuvante-

Inserimento nuova AIC, attivazione web e pubblicazione schede di monitoraggio - Registro ZYKADIA

L’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) comunica che, a seguito della pubblicazione della Determina AIFA nella GU n. 295 del 17/12/2019, a partire dal 18/12/2019, è stata inserita nel Registro Zykadia® (ceritinib) la seguente nuova Autorizzazione all’Immissione in Commercio: A.I.C. n. 044233031/E (in base 10) - 150 mg capsula rigida uso orale - blister (PVC/PCTFE/ALU) - 90 capsule per il trattamento di pazienti adulti con carcinoma polmonare non a piccole cellule (NSCLC) positivo per la chinasi del linfoma anaplastico (ALK), sia in prima linea in monoterapia che in stadio avanzato, precedentemente trattati con crizotinib [1, 2].

Ceritinib è un inibitore altamente selettivo e potente della chinasi del linfoma anaplastico (ALK), da somministrare per via orale. Inibisce l’auto-fosforilazione dell’ALK, la fosforilazione ALK mediata di proteine di segnale a valle e la proliferazione delle cellule tumorali dipendenti dall’ALK sia in vitro sia in vivo.

Il registro in oggetto è reso disponibile sulla piattaforma web a partire dal 18/12/2019.

Riferimenti bibliografici

1 Agenzia Italiana Del Farmaco.Inserimento nuova AIC - Registro ZYKADIA. Disponibile al link:

https://www.aifa.gov.it/web/guest/-/inserimento-nuova-aic-registro-zykadia

2 Agenzia Italiana Del Farmaco.Attivazione web e pubblicazione schede di monitoraggio - Registro ZYKADIA. Disponibile al link: https://www.aifa.gov.it/web/guest/-/attivazione-web-e-pubblicazione-schede-di-monitoraggio-registro-zykadia

Terapia genica: tecnica innovativa eseguita per la prima volta a Napoli fa recuperare la vista a due bambini ipovedenti

Nel corso della conferenza stampa tenutasi Lunedì 16 dicembre a Napoli la prof.ssa Simonelli, direttrice della Clinica Oculistica dell’Università degli studi della Campania L. Vanvitelli, ha presentato i dati ottenuti con Luxturna (voretigene neparvovec) una terapia rivoluzionaria per il trattamento di alcune forme di distrofia retinica ereditaria.

Il farmaco, sviluppato da Novartis, è stato approvato dall’Agenzia Europea dei Medicinali (EMA) nel 2018 per il trattamento di pazienti con perdita della vista dovuta a mutazione genetica in entrambe le copie del gene RPE65.

La proteina codificata dal gene RPE65 è coinvolta in un processo a più fasi chiamato ciclo visivo, che converte la luce che entra nell'occhio in segnali elettrici che vengono trasmessi al cervello. Quando la luce colpisce i pigmenti fotosensibili nella retina, trasforma il retinale 11-cis (una forma di vitamina A) in una molecola trans-retinale. Questa conversione innesca una serie di reazioni chimiche che fanno si che il ciclo visivo possa ricominciare [1].

Le malattie retiniche ereditarie sono un gruppo di patologie rare che portano a cecità totale e colpiscono soprattutto adolescenti e bambini.

Voretigene neparvovec (Luxturna) utilizza il vettore virale adenoassociato di sierotipo 2 (AAV2) per trasportare una copia funzionale del gene RPE65 nelle cellule dell'epitelio pigmentato retinico (RPE) al fine di compensare la mutazione di tale gene [2-4].Con un gene RPE65 funzionante, le cellule iniziano a produrre la proteina RPE65 e il cis-retinale ripristina il ciclo visivo [5-11].

Questi sono i primi due bambini affetti da distrofia retinica ereditaria causata da mutazioni bi-alleliche in un gene denominato RPE65 che vengono trattati in Italia con questa nuova terapia: Il farmaco Luxturna (voretigene neparvovec) che fornisce una copia funzionante di questo gene ed è in grado, attraverso una singola somministrazione, di migliorare la capacità visiva dei pazienti- ha dichiarato la Professoressa Simonelli – I risultati sono evidenti dopo pochi giorni dall’intervento e consistono in uno straordinario miglioramento visivo evidente soprattutto nelle condizioni di scarsa luminosità. Dopo la terapia il bambino ha già recuperato una piena autonomia nel muoversi, scendere le scale, camminare da solo, correre e giocare a pallone. Fino ad oggi, non avevamo terapie per il trattamento delle distrofie retiniche ereditarie ma, grazie ai passi avanti ottenuti negli ultimi anni e che stiamo continuando a ottenere in campo clinico, genetico e tecnologico, possiamo solo augurarci che il risultato di oggi sia solo il primo di una lunga e futura serie.”

Bibliografia

$11.     Genetic Home Reference. https://ghr.nlm.nih.gov/gene/RPE65

$12.     LUXTURNA [package insert]. Philadelphia, PA: Spark Therapeutics, Inc; 2017.

$13.     Gupta PR, Huckfeldt RM. Gene therapy for inherited retinal degenerations: initial successes and future challenges. J Neural Eng. 2017;14(5):051002.

$14.     Kay C. Gene therapy: the new frontier for inherited retinal disease. Retina Specialist. March 2017. http://www.retina-specialist.com/CMSDocuments/2017/03/RS/rs0317I.pdf. Accessed November 14, 2017

$15.     Polinski NK, Gombash SE, Manfredsson FP, Lipton JW, Kemp CJ, Cole-Strauss A, Kanaan NM, Steece-Collier K, Kuhn NC, Wohlgenant SL and Sortwella CE. Recombinant adeno-associated virus 2/5-mediated gene transfer is reduced in the aged rat midbrain. Neurobiol Aging. 2015;36(2):1110-1120.

$16.     Simonelli F, Maguire A M, Testa F, Pierce EA, Mingozzi F, JL Bennicelli, Rossi S, Marshall K, Banfi S, Surace EM, Sun J, Redmond TM, Zhu X, Shindler KS, Ying G, Ziviello C, Acerra C., Wright JF, McDonnell JW, High KA, Bennett J and Auricchio A. Gene therapy for Leber’s congenital amaurosis is safe and effective through 1·5 years after vector administration. Mol Ther 2010; 18: 643–50

$17.     Russell S., Bennett J., Wellman JA, Chung DC, Yu ZF, Tillman A, Wittes J, Pappas J, Elci O, McCague S, Cross D, Marshall KA, Walshire J, Kehoe TL, Reichert H, Davis M, Raffini L, George LA, Hudson FP, Dingfield L, Zhu X, Haller JA, Sohn EH, Mahajan VB, Pfeifer W, Weckmann M, Johnson C, Gewaily D, Drack A, Stone E, Wachtel K, Simonelli F, Leroy BP, Wright JF, High KA, Maguire AM. Efficacy and safety of voretigene neparvovec (AAV2-hRPE65v2) in patients with RPE65-mediated inherited retinal dystrophy: a randomised, controlled, open-label, phase 3 trial. VOLUME 390, ISSUE 10097, P849-860, AUGUST 26, 2017.

$18.     Bennett J, Wellman J, Marshall KA, McCague S, Ashtari M, DiStefano-Pappas J, Elci OU, Chung DC, Sun J, Wright JF, Cross DR, Aravand P, Cyckowski LL, Bennicelli JL, Mingozzi F, Auricchio A, Pierce EA, Ruggiero J, Leroy BP, Simonelli F, High KA, Maguire AM. Safety and durability of effect of contralateral-eye administration of AAV2 gene therapy in patients with childhood-onset blindness caused by RPE65 mutations: a follow-on phase 1 trial. Lancet. 2016 Aug 13;388(10045):661-72.

$19.     Testa F, Maguire AM, Rossi S, Marshall K, Auricchio A, Melillo P, Bennett J, Simonelli F. Evaluation of Ocular Gene Therapy in an Italian Patient Affected by Congenital Leber Amaurosis Type 2 Treated in Both Eyes. Adv Exp Med Biol. 2016;854:533-9.

$110.  Trapani I, Banfi S, Simonelli F, Surace EM, Auricchio A. Gene therapy of inherited retinal degenerations: prospects and challenges. Hum Gene Ther. 2015 Apr;26(4):193-200.

$111.  Colella P, Trapani I, Cesi G, Sommella A, Manfredi A, Puppo A, Iodice C, Rossi S, Simonelli F, Giunti M, Bacci ML, Auricchio A. Efficient gene delivery to the cone-enriched pig retina by dual AAV vectors. Gene Ther. 2014 Apr;21(4):450-6.

Attivazione registro web e pubblicazione schede di monitoraggio - Registro OPDIVO (melanoma adiuvante)

L’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) comunica che, a seguito della pubblicazione della Determina AIFA nella GU n. 295 del 17/12/2019, il medicinale Opdivo® (nivolumab) è prescrivibile in regime di rimborsabilità da parte del SSN, a partire dal 18/12/2019, per il trattamento adiuvante in monoterapia del melanoma con coinvolgimento dei linfonodi, dopo resezione completa, o con malattia metastatica in pazienti adulti [1].

Nivolumab è un anticorpo monoclonale immunoglobulina G4 (IgG4) umano (HuMAb), che si lega al recettore programmed death-1 (PD-1) e blocca la sua interazione con PD-L1 e PD-L2. Il recettore PD-1 è un regolatore negativo dell’attività delle cellule T che è stato dimostrato essere coinvolto nel controllo delle risposte immunitarie T cellulari. L’interazione del PD-1 con i ligandi PD-L1 e PD-L2, che sono espressi dalle cellule presentanti l’antigene e che possono essere espressi dalla cellula tumorale o da altre cellule nel microambiente tumorale, comporta l’inibizione della proliferazione delle cellule T e della secrezione delle citochine. Nivolumab potenzia le risposte delle cellule T, incluse le risposte antitumorali, attraverso il blocco del legame del PD1 ai ligandi PD-L1 e PD-L2. In modelli singenici murini, il blocco dell’attività del PD-1 ha portato ad una diminuzione della crescita del tumore.

Il registro in oggetto è reso disponibile sulla piattaforma web a partire dal 18/12/2019. Pertanto, vista l’importanza della puntuale tracciatura dei dati e al fine di permettere l’accesso alle strutture sanitarie pubbliche al Fondo dei farmaci innovativi, si ricorda ai referenti regionali di procedere all’abilitazione dei Centri sanitari autorizzati accedendo al sistema.

Riferimento bibliografico

1 Agenzia Italiana Del Farmaco. Attivazione web e pubblicazione schede di monitoraggio - Registro OPDIVO (melanoma adiuvante). Disponibile al link:

https://www.aifa.gov.it/web/guest/-/attivazione-web-e-pubblicazione-schede-di-monitoraggio-registro-opdivo-melanoma-adiuvante-

   

  

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