Farmacovigilanza

EMERGENZA COVID: EMA avvia la valutazione di Kineret® (anakinra) per il trattamento di pazienti adulti con COVID-19 a maggiore rischio di insufficienza respiratoria severa

In data 19 Luglio 2021, il Comitato per i Medicinali per Uso Umano (Committee for Medicinal Products for Human Use – CHMP) dell’Agenzia Europea per i Medicinali (EMA) ha avviato la valutazione della domanda di estensione d’uso di Kineret® (anakinra) per includere il trattamento della malattia da coronavirus 2019 (COVID-19) in pazienti adulti con polmonite, a rischio di sviluppare un’insufficienza respiratoria severa [1].

Anakinra è un antagonista del recettore dell’interleuchina-1 (IL-1), autorizzato nell'Unione Europea dal marzo 2002 con il nome commerciale Kineret® [2]. Attualmente è indicato per il trattamento dell’artrite reumatoide (AR), delle sindromi febbrili periodiche autoinfiammatorie, delle sindromi periodiche associate alla criopirina (CAPS), della febbre mediterranea familiare (FMF) e della malattia di Still. Comportandosi da antagonista competitivo del recettore di tipo I dell’IL-1 (IL-1RI), anakinra inibisce l’attività biologica dell’interleuchina-1α (IL-1α) e dell’interleuchina-1β (IL-1β), potenti citochine proinfiammatorie. Pertanto, l’utilizzo di tale farmaco in pazienti affetti da COVID-19 potrebbe avere effetti importanti sull’entità della tempesta citochina e, di conseguenza, ridurre il rischio di insorgenza di sindrome da distress respiratorio acuto (ARDS), insufficienza respiratoria, insufficienza d'organo e, potenzialmente, morte.

Il CHMP valuterà i risultati di due studi clinici in corso riguardanti la sicurezza e l'efficacia del medicinale, in pazienti adulti con COVID-19 ricoverati in ospedale, al fine di stabilire se raccomandare o meno l’estensione di indicazione. In particolare, i risultati dello studio di fase III SAVE-MORE (suPAR-Guided Anakinra Treatment for Management of Severe Respiratory Failure by COVID-19), condotto su oltre 600 pazienti ospedalizzati, hanno mostrato che la somministrazione precoce di Kineret® in associazione con lo standard terapeutico attuale è associato a una riduzione relativa del 55% della mortalità e a una riduzione della progressione verso l’insufficienza respiratoria grave nei pazienti con COVID-19 ricoverati con prognosi sfavorevole. Inoltre, è stata osservata una riduzione del tempo medio alla dimissione dalla terapia intensiva di 4 giorni [3, 4]. Kineret® viene somministrato precocemente al paziente ospedalizzato con COVID-19 grazie alla misurazione della concentrazione del suPAR (recettore dell’attivatore del plasminogeno urochinasi solubile), un biomarcatore del plasma che funge da strumento prognostico per l’attivazione immunitaria precoce e che è stato già associato a una prognosi sfavorevole in diverse condizioni.

Il CHMP effettuerà una valutazione dei dati e trasmetterà il proprio parere alla Commissione Europea; quest’ultima adotterà una decisione finale giuridicamente vincolante e applicabile in tutti gli Stati membri dell’UE. L’EMA renderà noto l’esito della valutazione entro ottobre 2021.


Bibliografia

  1. AIFA–EMA avvia la valutazione di Kineret per il trattamento di pazienti adulti con COVID-19 a maggiore rischio di insufficienza respiratoria severa (Disponibile al link: https://www.aifa.gov.it/documents/20142/1289823/2021.07.19_com-EMA_Kineret_IT.pdf)
  2. EMA, European public assessment report (EPAR) – Kineret® (Disponibile al link: https://www.ema.europa.eu/en/medicines/human/EPAR/kineret)
  3. ClinicalTrials.gov - suPAR-Guided Anakinra Treatment for Management of Severe Respiratory Failure by COVID-19 (SAVE-MORE) (ClinicalTrials.gov Identifier: NCT04680949) (Disponibile al link: https://clinicaltrials.gov/ct2/show/NCT04680949)
  4. Evdoxia Kyriazopoulou, Garyfallia Poulakou, Haralampos Milionis, et al. (2021). Early Anakinra Treatment for COVID-19 Guided by Urokinase Plasminogen Receptor. 10.1101/2021.05.16.21257283.

EMERGENZA COVID-19: AIFA pubblica il sesto report sulla sorveglianza dei vaccini COVID-19

In data 9 Luglio 2021, è stato pubblicato dall’Agenzia Italiana del Farmaco il sesto report sulle attività di vaccinovigilanza relative ai vaccini anti-COVID-19 autorizzati in Italia e somministrati tra il 27/12/2020 e il 26/06/2021: Comirnaty, prodotto da Pfizer/BioNTech, Vaxzevria, commercializzato da AstraZeneca, Spikevax, prodotto da Moderna e Vaccino Janssen, prodotto da Johnson&Johnson [1].

Nel periodo di analisi, sono state riportate nel database italiano di farmacovigilanza (Rete Nazionale di Farmacovigilanza-RNF) 76.206 segnalazioni di reazioni avverse a vaccino anti-COVID-19 (n=52.604, 69,0% Comirnaty; n=18.827, 24,7% Vaxzevria; n=3.947, 5,2% Spikevax; n=816, 1,1% Vaccino Janssen) su un totale di 49.512.799 dosi somministrate (n=34.962.870, 70,6% Comirnaty; n=8.600.057, 17,3% Vaxzevria; n=4.733.984, 9,6% Spikevax e n=1.215.888, 2,5% Vaccino Janssen). Indipendentemente dal tipo di vaccino e dalla dose somministrata, sono state inserite 154 segnalazioni ogni 100.000 vaccini effettuati [2].

Come descritto nel report precedente [3], si conferma un incremento delle segnalazioni (+15%) rispetto al considerevole aumento del numero di somministrazioni, con un andamento stabile negli ultimi mesi.

L’età media delle persone che hanno manifestato un evento avverso è 49 anni; il tasso di segnalazione è maggiore nelle fasce di età comprese tra i 20 e 60 anni, per poi diminuire nelle fasce d’età più avanzate. Inoltre, l’estensione dell’indicazione del vaccino Comirnaty agli adolescenti 12-15 anni [4] ha permesso di calcolare i tassi relativi a tale fascia di età che tuttavia resta poco rappresentata (tasso di segnalazione 1a dose 23/100.000 dosi somministrate, tasso di segnalazione 2a dose 103/100.000 dosi somministrate).

Nel periodo in esame, le segnalazioni in oggetto sono riferite prevalentemente al genere femminile (73%, tasso di segnalazione 209/100.000 dosi somministrate) rispetto al maschile (26%, tasso di segnalazione 88/100.000). Tale andamento è osservabile anche negli altri Paesi europei. Questa differenza si mantiene pressoché costante nelle varie classi di età.

Inoltre, dall’analisi dei dati, si evidenzia che poco meno dell’80% delle segnalazioni proviene da operatori sanitari, prevalentemente medici (41%) e farmacisti (20%), mentre circa il 23% da paziente/cittadino. Il 97% circa di queste segnalazioni è di tipo spontaneo.

Come riportato nei precedenti Rapporti, indipendentemente dal vaccino, dalla dose e dalla tipologia di evento, la reazione si è verificata nella maggior parte dei casi (80% circa) nella stessa giornata della vaccinazione o il giorno successivo e solo più raramente l’evento si è verificato oltre le 48 ore successive.

La maggior parte degli eventi avversi segnalati fino al 26/06/2021 sono classificati come non gravi (87,9%) corrispondenti a un tasso di segnalazione di 135/100.000 dosi somministrate, mentre l’11,9% ad eventi avversi gravi, delle segnalazioni riportava un evento grave (tasso di segnalazione 18/100.000), indipendentemente dalla dose (1a o 2a dose), dal tipo di vaccino o dal nesso di causalità circa la vaccinazione. Gli eventi avversi gravi sono indicati come “altra condizione clinicamente rilevante” (7,0%). Nello 0,6% dei casi gravi l’evento ha messo in pericolo la vita e nello 0,6% ha provocato il decesso. Inoltre, nella maggior parte dei casi, le reazioni avverse hanno avuto un esito favorevole, ovvero si sono risolte completamente o la sintomatologia è migliorata.

Al fine di determinare la probabilità con cui un vaccino e un evento temporalmente associato siano legati da un rapporto di causalità, è in corso a livello europeo la valutazione del ruolo causale dei vaccini nelle segnalazioni gravi in base alle evidenze disponibili. Al 26/06/2021, il nesso di causalità secondo l’algoritmo redatto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità - OMS è stato inserito nel 69% delle segnalazioni di eventi avversi gravi (6.306/9.087). Complessivamente, il 46% di tutte le segnalazioni gravi valutate (2.882/6.306) è correlabile alla vaccinazione, il 33% (2.097/6.306) è indeterminato, il 19% (1.175/6.306) è non correlabile e il 2% (152/6.306) inclassificabile.

Relativamente al tipo di evento, le sospette reazioni avverse sono state raggruppate in base alla Classificazione per Organi e Sistemi (System Organ Class-SOC) e sono risultate distribuite uniformemente tra i quattro vaccini. Gli eventi avversi maggiormente segnalati sono relativi alla SOC “Patologie generali e condizioni relative alla sede di iniezione” (febbre, dolore in sede di iniezione, stanchezza/astenia), seguiti da quelli appartenenti alle “Patologie del sistema nervoso” (cefalea, parestesie prevalentemente per Comirnaty e Vaxzevria), “Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo” (mialgie, artralgie e dolore muscoloscheletrico) e “Patologie gastrointestinali” (nausea, vomito e diarrea). Per Spikevax, sono stati segnalati più frequentemente anche eritema, rossore e reazioni orticarioidi, afferenti alla SOC “Patologie della cute e del sottocutaneo” mentre più raramente gli eventi gastrointestinali (essenzialmente nausea e vomito). Inoltre, per il vaccino Vaxzevria, sono state inserite nella RNF 55 segnalazioni di sospetta trombosi venosa cerebrale e/o trombosi venosa in sede atipica con o senza piastrinopenia, manifestatesi dopo la somministrazione della 1a dose in persone di età inferiore ai 65 anni.

Per tutti i vaccini le reazioni avverse gravi con nesso correlabile più frequentemente segnalate si configurano in un quadro di sindrome simil-influenzale con sintomatologia intensa, più frequente dopo la seconda dose dei vaccini a mRNA e dopo la prima dose di Vaxzevria. I tassi di segnalazione degli eventi gravi dei singoli vaccini sono 14 (Comirnaty), 14 (Spikevax), 37 (Vaxzevria) e 12 (Janssen) ogni 100.000 dosi somministrate.

Nel periodo in esame, relativamente alla distribuzione per numero di dose, circa il 33% del totale delle dosi somministrate è stato utilizzato per completare il ciclo vaccinale (seconde dosi), prevalentemente con il vaccino Comirnaty. Non sono state osservate sostanziali differenze dei tassi di segnalazione fra la 1a e la 2a dose dei vaccini Comirnaty e Spikevax, che risultano in linea con il tasso cumulativo. Per il vaccino Vaxzevria, invece, il tasso di segnalazione relativo alla 2a dose è significativamente inferiore a quello relativo alla 1a dose, verosimilmente in relazione alla maggiore distanza tra prima e seconda dose di Vaxzevria rispetto ad altri vaccini, sia da un minor numero di eventi avversi associati alla seconda dose di questo vaccino.

Nel periodo d’analisi, inoltre sono stati riportati 423 casi con esito fatale dopo vaccinazione COVID-19, per un tasso di segnalazione pari a 0,85/100.000 dosi somministrate, relativi principalmente a soggetti di genere femminile (51,5%) e con un’età media di 77 anni. Nonostante il maggior numero di casi fatali (n=262), il tasso di segnalazione di eventi fatali a seguito della vaccinazione con Comirnaty è risultato più basso (0,75 su100.000 dosi), seguito da Vaxzevria (0,84 con 73, segnalazioni), dal vaccino di Janssen (1,15 e 14 segnalazioni) e, in ultimo, da Spikevax con il tasso più alto (1,58) a fronte del basso numero di segnalazioni (n=75).

Il differente tasso di segnalazione di eventi con esito fatale è in larga parte dipendente dal diverso target di popolazione esposta ai singoli vaccini. I tassi sono in diminuzione per tutti i vaccini già in uso rispetto alla precedente analisi, così come il tasso globale. I casi corredati di informazioni dettagliate e complete riportano cause alternative al vaccino, in particolare complicanze di patologie intercorrenti o pregresse, in soggetti con fragilità cliniche e politerapia, che rendono complessa la valutazione della causa di morte e del rapporto di causalità. L’applicazione dell’algoritmo dell’OMS ha evidenziato per il 59,6% dei casi ad esito fatale un nesso di causalità non correlabile, per il 33,6% un nesso di causalità indeterminato, mentre per il 4,2% un nesso di causalità inclassificabile per mancanza di informazioni necessarie all’applicazione dell’algoritmo Soltanto in sette casi (2,6% del totale), la causalità è risultata correlabile.

Infine, sono stati riportati 14 casi di miocardite (età media 32,3 anni) e 55 casi di pericardite (età media 52,6 anni) associati a Comirnaty, con un tasso di segnalazione pari rispettivamente 0,03 casi e 0,1 casi/100.000 dosi somministrate. È bene precisare che le segnalazioni di miocardite si sono verificati nel 50% dei casi dopo la 1a dose e dopo la 2a dose nel restante 50% dei casi. Per quanto concerne le segnalazioni di pericardite si sono verificate nel 92% dei casi dopo la 1a dose, mentre il restante 8% dopo la 2a dose. Anche per Spikevax sono stati segnalati 5 casi di miocardite (età media 29 anni), e 9 casi di pericardite (età media a 51 anni), con un tasso di segnalazione di 0,1 e 0,2 casi ogni 100.000 dosi somministrate. A tal proposito, il Comitato per la Valutazione dei Rischi per la Farmacovigilanza (PRAC) dell’Agenzia Europea dei Medicinali (EMA) ha concluso che tali eventi possono verificarsi in casi molto rari a seguito della vaccinazione con i vaccini COVID-19 Comirnaty e Spikevax [5].


BIBLIOGRAFIA

  1. Agenzia Italiana del Farmaco. Farmacovigilanza su vaccini COVID-19. Disponibile al link: https://www.aifa.gov.it/farmacovigilanza-vaccini-covid-19
  2. Agenzia Italiana del Farmaco. Rapporto sulla Sorveglianza dei vaccini COVID-19 – Rapporto numero 6 – Periodo dal 27/12/2020 al 26/06/2021. Disponibile al link: https://www.aifa.gov.it/documents/20142/1315190/Rapporto_sorveglianza_vaccini_COVID-19_6.pdf
  3. CRFV Regione Campania. EMERGENZA COVID-19: AIFA pubblica il quinto report sulla sorveglianza dei vaccini COVID-19. Disponibile al link: http://www.farmacovigilanza.unina2.it/index.php?option=com_content&view=article&id=1157:emergenza-covid-19-aifa-pubblica-il-quinto-report-sulla-sorveglianza-dei-vaccini-covid-19&catid=72:farmacovigilanza&Itemid=485&lang=en
  4. CRFV Regione Campania. EMERGENZA COVID-19: EMA estende l’uso del vaccino Comirnaty negli adolescenti. Disponibile al link: http://www.farmacovigilanza.unina2.it/index.php?option=com_content&view=article&id=1152:emergenza-covid-19-ema-estende-l-uso-del-vaccino-anti-covid-19-comirnaty-in-pazienti-pediatrici-con-eta-compresa-tra-12-e-15 anni&catid=72:farmacovigilanza&Itemid=485&lang=it
  5. CRFV Regione Campania. EMERGENZA COVID-19: Comirnaty e Spikevax e rari casi di miocardite e pericardite. Disponibile al link: http://www.farmacovigilanza.unina2.it/index.php?option=com_content&view=article&id=1163:emergenza-covid-19-comirnaty-e-spikevax-possibile-collegamento-a-casi-molto-rari-di-miocardite-e-pericardite&catid=72:farmacovigilanza&Itemid=485&lang=en

EMERGENZA COVID-19: EMA sconsiglia l’uso del vaccino Janssen nelle persone con pregressa sindrome da perdita capillare

Il Comitato per la Valutazione dei Rischi per la Farmacovigilanza (Pharmacovigilance Risk Assessment Committee - PRAC) dell’Agenzia Europea dei Medicinali (EMA), ha stabilito, al termine della riunione mensile tenutasi nei giorni 05-08 Luglio 2021, che le persone precedentemente affette da sindrome da perdita capillare (Capillary Leak Syndrome - CLS) non devono essere vaccinate con il vaccino COVID-19 Janssen [1]. La stessa raccomandazione era stata formulata durante la riunione precedente per il vaccino COVID-19 Vaxzevria (precedentemente COVID-19 Vaccine AstraZeneca) [2].

La CLS è una condizione rara e molto grave che deriva da una risposta infiammatoria disfunzionale. Come riportato dall’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA), tale sindrome provoca un aumento della permeabilità capillare, con conseguente calo della pressione sanguigna, episodi acuti di edema degli arti superiori e/o inferiori, emoconcentrazione e ipoalbuminemia (un’importante proteina ematica) [1, 3].

Al 21 giugno 2021, sono state oltre 18 milioni le dosi somministrate del vaccino COVID-19 Janssen in tutto il mondo. Autorizzato in Europa in data 11/03/2021, il vaccino COVID-19 Janssen appartiene al gruppo dei vaccini vettoriali in quanto è costituito da un adenovirus modificato contente il gene per la proteina virale spike, solitamente presente sulla superficie di SARS-CoV-2 e indispensabile per la penetrazione del virus nelle cellule. Una volta all’interno delle cellule, il gene verrà utilizzato per la produzione della proteina spike e, riconosciuta come estranea dall’organismo, stimolerà il sistema immunitario con conseguente produzione di anticorpi e attivazione delle cellule T. In questo modo, il sistema immunitario sarà in grado di riconoscere SARS-CoV-2 qualora ne entri in contatto e sarà pronto a combatterlo, non solo eliminando il virus, ma anche prevenendo l’ingresso dello stesso nelle cellule dell’organismo e distruggendo le cellule infette. Il vettore virale non è in grado di replicarsi e pertanto non provoca la malattia. Il vaccino è somministrato in un’unica dose [4].

Il PRAC ha esaminato 3 casi di sindrome da perdita capillare, insorti entro due giorni dalla vaccinazione, nelle persone che avevano ricevuto il vaccino COVID-19 Janssen; dall’anamnesi di una delle persone interessate è emersa una pregressa sindrome da perdita capillare, mentre due di loro sono in seguito deceduti [1].

In data 8 Luglio, come noto sul sito istituzionale della Food and Drug Administration (FDA) e dell'EMAè stato aggiornato il Riassunto Delle Caratteristiche Del Prodotto (RCP) in cui viene reso noto nelle controindicazioni la somministrazione sconsigliata a soggetti che in precedenza hanno manifestato episodi di sindrome da perdita capillare. Sebbene la sindrome da perdita capillare sia un evento non noto, sono stati segnalati rari casi d’insorgenza della suddetta patologia [5], pertanto, è fondamentale che gli operatori sanitari siano consapevoli della sintomatologia tipica di questa sindrome, nonché del suo rischio di recidiva nei pazienti a cui è stata precedentemente diagnosticata tale condizione. In caso di un episodio acuto è necessario un attento monitoraggio specialistico e una terapia di supporto intensiva. Pertanto, il personale sanitario è tenuto ad informare la popolazione da vaccinare con COVID-19 Janssen di contattare tempestivamente il medico se, nei giorni successivi alla vaccinazione, si riscontra:

  • Edema (gonfiore) degli arti inferiori e/o superiori;
  • Improvviso aumento di peso.

Questi sintomi possono essere concomitanti e sono spesso associati a sensazione di svenimento (a causa della bassa pressione sanguigna). Ad oggi, comunque, il numero di casi di sindrome da aumentata permeabilità capillare in persone che hanno ricevuto Janssen è molto basso. Inoltre, sarà inviata una comunicazione diretta agli operatori sanitari che prescrivono, dispensano o somministrano il vaccino.

Come per tutti i vaccini, EMA monitora costantemente la sicurezza e l’efficacia del vaccino per fornire in maniera tempestiva le ultime informazioni e ribadisce che i benefici apportati dalla vaccinazione superano notevolmente i rischi, per qualsivoglia tipologia di evento avverso preso finora in considerazione.


Riferimenti sitografici

  1. EMA advises against use of COVID-19 Vaccine Janssen in people with history of capillary leak syndrome. Disponibile al link: EMA advises against use of COVID-19 Vaccine Janssen in people with history of capillary leak syndrome | European Medicines Agency (europa.eu)
  2. CRFV Regione Campania - EMERGENZA COVID-19: news di aggiornamento dal PRAC su vaccini e terapie. Disponibile al link: http://www.farmacovigilanza.unina2.it/index.php?option=com_content&view=article&id=1156:emergenza-covid-19-news-di-aggiornamento-dal-prac-su-vaccini-e-terapie&catid=72:farmacovigilanza&Itemid=485&lang=it
  3. EMA sconsiglia l’uso del vaccino Janssen COVID-19 in persone con pregressa sindrome da perdita capillare. Disponibile al link: https://www.aifa.gov.it/-/l-ema-sconsiglia-l-uso-del-vaccino-janssen-covid-19-in-persone-con-pregressa-sindrome-da-perdita-capillare
  4. CRFV Regione Campania - EMERGENZA COVID-19: EMERGENZA COVID-19: su raccomandazione di EMA, AIFA autorizza l’immissione in commercio del quarto vaccino anti COVID-19, prodotto dalla Janssen. Disponibile al link: http://www.farmacovigilanza.unina2.it/index.php?option=com_content&view=article&id=1110: emergenza-covid-19-ema-e-aifa-autorizzano-l-immissione-in-commercio-di-covid-19-vaccine-janssen&catid=72&Itemid=485&lang=it
  5. Riassunto delle caratteristiche del prodotto: disponibile al link: https://www.ema.europa.eu/en/documents/product-information/covid-19-vaccine-janssen-epar-product-information_it.pdf

EMERGENZA COVID-19: EMA ed ECDC delineano aggiornamenti riguardanti la diffusione di COVID-19

In data 14/07/2021, l’Agenzia Europea dei Medicinali (EMA) e il Centro Europeo per la Prevenzione e il Controllo delle Malattie (European Centre for Disease Prevention and Control – ECDC) hanno reso pubblici nuovi aggiornamenti relativi alla malattia da coronavirus (COronaVIrus Disease 2019 -COVID-19).

La diffusione dell’attuale pandemia ha determinato la necessità di attuare misure di protezione contro il COVID-19. La principale strategia messa in vigore per contrastare la diffusione del virus è rappresentata dalla somministrazione del vaccino. L’EMA e l’ECDC esortano i cittadini dell'UE a vaccinarsi e ad attenersi al ciclo vaccinale completo prestabilito, poiché solo così facendo sarà possibile ridurre le restrizioni, garantendo il termine della pandemia.

Ciò che recentemente sta preoccupando l’Europa riguarda la diffusione della variante Delta (B.1.617.2), che risulta essere dal 40% al 60% più trasmissibile rispetto alla precedente variante Alpha (Β.1.1.7), con un aumento del rischio di ospedalizzazione. È stato stimato che al termine di agosto tale variante sarà quella maggiormente diffusa in Europa. Pertanto, risulta di fondamentale importanza il completamento delle campagne vaccinali nel minor tempo possibile. Attuando tale strategia sarà possibile colmare le lacune immunitarie, riducendo lo sviluppo di ulteriori varianti. Prove preliminari hanno suggerito l’importanza delle due dosi del vaccino contro il SARS-CoV-2, evidenziando che esclusivamente il ciclo di vaccinazione completo potrebbe garantire una protezione adeguata anche verso la variante Delta [1-2].

La copertura vaccinale risulta fondamentale, in particolare per le popolazioni a più alto rischio come gli individui gli anziani o soggetti con comorbilità, popolazioni per le quali il rischio di ospedalizzazione e mortalità è elevato. Nonostante tali popolazioni rientrino nelle fasce prioritarie di vaccinazione, insieme agli operatori sanitari, l’ECDC ha evidenziato che circa il 30% dei soggetti con età superiore a 80 anni appartenenti a 10 paesi dell’UE (e Spazio Economico Europeo, SEE) non ha ancora completato il ciclo vaccinale. Inoltre, è indispensabile la totale copertura vaccinale degli operatori sanitari e del personale ospedaliero, al fine di tutelare la loro salute e quella di chi si trova a stretto contatto, come i familiari e gli assistiti.

Al fine di garantire e massimizzare la copertura vaccinale, i diversi Paesi possono attenuare diverse strategie. Tra le più discusse si evidenza la vaccinazione eterologa o “mix and match”, per una protezione più rapida ed un uso migliore delle scorte dei vaccini disponibili [1]. Tale strategia prevede la somministrazione del vaccino vettoriale Vaxzevria come prima dose e quella di un vaccino a mRNA (Comirnaty o Spikevax) come dose booster. Risultati preliminari provenienti da uno studio ancora in corso evidenziano in elevata risposta umorale dopo 14 giorni dalla seconda dose, senza sostanziali differenze con la vaccinazione omologa per quanto concerne il profilo di sicurezza [3]. Tuttavia, nonostante tali risultati, l’EMA e l’ECDC non sono attualmente in grado di formulare raccomandazioni definitive in seguito a tale strategia vaccinale.

Attualmente, a causa della diffusione delle varianti e della carenza di dati relativi alla risposta immunitaria a lungo termine, non è possibile stabilire se sarà necessaria una dose di richiamo. In ogni caso, l’EMA e l’ECDC hanno già avviato la collaborazione con i gruppi nazionali di consulenza tecnica per l’immunizzazione (NITAG) che comprendono esperti nazionali, i quali forniscono consulenza sui programmi di vaccinazione coordinati dall’ECDC. Il loro scopo sarà quello di esaminare rapidamente ogni nuova evidenza correlata a tale argomento, pertanto tutti i dati sull'efficacia proveniente dalla Real World, da studi europei e non, risultano particolarmente utili per integrare i dati derivanti dagli studi clinici sulle dosi di richiamo.

Nonostante le strategie per la velocizzazione delle campagne vaccinali, i cittadini dovranno continuare a seguire le norme nazionali, utilizzando la mascherina e mantenendo distanziamento sociale, sino a quando un maggior numero di popolazioni non sarà completamente vaccinato. Queste norme saranno fondamentali per evitare un aumento dei ricoveri e dei deceduti [1].


 

Riferimenti bibliografici e sitografici

  1. European Medicines Agency. EMA and ECDC update on COVID-19. Disponibile al link: https://www.ema.europa.eu/en/news/ema-ecdc-update-covid-19
  2. Bernal JL, Andrews N, Gower C, et al. Effectiveness of COVID-19 vaccines against the B.1.617.2 variant. Disponibile al seguente link: https://www.medrxiv.org/content/10.1101/2021.05.22.21257658v1
  3. Borobia AM, et al; CombiVacS Study Group. Immunogenicity and reactogenicity of BNT162b2 booster in ChAdOx1-S-primed participants (CombiVacS): a multicentre, open-label, randomised, controlled, phase 2 trial. Lancet. 2021 Jul 10;398(10295):121-130.

EMERGENZA COVID-19: warning dell’Agenzia Europea dei Medicinali sul potenziale rischio della sindrome di Guillain-Barrè da Vaxzevria

Nell’ultima riunione plenaria del Comitato per la valutazione dei rischi per la farmacovigilanza (Pharmacovigilance Risk Assessment Committee - PRAC) dell’Agenzia Europea dei Medicinali (European Medicines Agency - EMA), tenutasi nei giorni 05-08 Luglio 2021, sono stati discussi i risultati di una prima analisi dei casi di Sindrome di Guillain-Barrè (GBS) riportati nel database europeo delle segnalazioni di reazione avversa (Eudravigilance) a seguito della vaccinazione con il vaccino COVID-19 Vaxzevria e della revisione delle relative evidenze di letteratura attualmente disponibili, iniziate nel corso della precedente riunione [1]. L’Agenzia ha concluso che, alla luce dei dati disponibili, non può essere né esclusa né confermata una possibile associazione con il vaccino Vaxzevria®. Tuttavia, considerando la gravità della reazione avversa, il PRAC ha raccomandato di aggiungere unavvertenza per GBS nella Sezione 4.4 del Riassunto delle caratteristiche del prodotto e nella sezione 4 del foglio illustrativo per Vaxzevria e di avvisare gli operatori sanitari e le persone che assumono il vaccino di questo potenziale rischio [2].

La GBS è una malattia autoimmune correlata al sistema nervoso periferico, caratterizzata dalla progressiva debolezza degli arti e dalla riduzione o perdita dei riflessi tendinei (rispettivamente iporeflessia e areflessia) [3, 4]. La GBS è solitamente causata da un’infezione virale o batterica. In risposta all’antigene, il sistema immunitario viene attivato e le radici nervose e i nervi periferici vengono danneggiati a causa della somiglianza strutturale di questo antigene con gli assoni e la mielina [5]. I sintomi raggiungono il picco entro 4 settimane e i pazienti devono essere monitorati in quanto potrebbero necessitare di ventilazione meccanica [6, 7].

Le manifestazioni neurologiche nei pazienti affetti da COVID-19 sono ben note. Rahimi et al. [8] hanno pubblicato i risultati di uno studio il cui obiettivo era valutare la correlazione tra infezione da SARS-CoV-2 e insorgenza di GBS. Tramite una ricerca bibliografica su SCOPUS, PubMed, Embase, database Cochrane, Google Scholar e Ovid, utilizzando le parole chiave “SARS-CoV”, “MERS-CoV”, “COVID-19”, “SARS-CoV2”, “neurologia”, “sistema nervoso”, “manifestazioni neurologiche”, “sindrome di Guillain-Barré”, sono stati selezionati circa 31 casi di GBS associati all’infezione da SARS-CoV-2. In media i primi sintomi di GBS si manifestano 12 giorni (± 6,2) dopo l’infezione, nell’intervallo tra 3-24 giorni. L’età media dei pazienti è 57 anni (±15,8), con il paziente più giovane di 5 anni e il paziente più anziano di 84 anni. I casi hanno riguardato sia uomini che donne. Gli anticorpi anti-ganglioside sono risultati positivi in 5 pazienti e negativi in 26 pazienti. Gli autori hanno suggerito, quindi, una possibile correlazione tra l’insorgenza di GBS e COVID-19 ma hanno sottolineato la necessità di ulteriori studi al fine di stabilire il meccanismo con cui la GBS viene innescata a seguito dell’infezione.

Alcuni autori [9, 10] suggeriscono che i coronavirus causino GBS in alcuni pazienti direttamente attraverso la capacità neuroinvasiva (recettori ACE2 sui tessuti neuronali) o indirettamente attraverso la risposta del sistema immunitario (meccanismo infiammatorio). I dati indicano che SARS-CoV-2 è in grado di provocare una reazione immunitaria che determina un aumento dei livelli di interleuchina-6 che stimola la cascata infiammatoria e danneggia i tessuti. Pertanto, i fattori infiammatori possono svolgere un ruolo importante nelle disfunzioni d’organo dei pazienti con infezione da COVID-19 [11-13]. Questi processi immunologici sono probabilmente responsabili della maggior parte delle manifestazioni neurologiche.

In attesa di ulteriori aggiornamenti, gli operatori sanitari devono prestare attenzione ai segni e ai sintomi di GBS nella popolazione sottoposta al vaccino, consentendo diagnosi precoci, cure di supporto e trattamento. Si consiglia alle persone che assumono il vaccino di rivolgersi immediatamente a un medico se sviluppano debolezza e paralisi alle estremità che possono progredire fino al torace e al viso.

La possibile correlazione tra GBS e vaccino a vettore virale (vaccino monodose prodotto da Johnson & Johnson) è stata attentamente valutata anche dalla Food and Drug Administration (FDA) che ha imposto l’inserimento di tale patologia nella scheda informativa del vaccino [14]. La decisione dell’FDA fa seguito alla segnalazione di 100 casi di GBS su 12,5 milioni di dosi attualmente somministrate, prevalentemente uomini con un’età superiore a 50 anni. Di queste, 95 sono state gravi e hanno richiesto l’ospedalizzazione. Un solo caso ha avuto come esito il decesso.

Entrambe le Agenzie Regolatorie sottolineano che il rapporto beneficio-rischio di questi vaccini resta favorevole.


Bibliografia

  1. Meeting highlights from the Pharmacovigilance Risk Assessment Committee PRAC 5-8 July 2021. Disponibile al link: https://www.ema.europa.eu/en/news/meeting-highlights-pharmacovigilance-risk-assessment-committee-prac-5-8-july-2021
  2. Meeting highlights from the Pharmacovigilance Risk Assessment Committee (PRAC) 7-10 June 2021. Disponibile al link: https://www.ema.europa.eu/en/news/meeting-highlights-pharmacovigilance-risk-assessment-committee-prac-7-10-june-2021
  3. Guillain G, Barré JA, Strohl A. Radiculoneuritis syndrome with hyperalbuminosis of cerebrospinal fluid without cellular reaction. Notes on clinical features and graphs of tendon reflexes. 1916. Annales de medecine interne. 1999;150(1):24–32. 
  4. Van der Meché FG, Van Doorn PA, Meulstee J, Jennekens FG. Diagnostic and classification criteria for the Guillain-Barré syndrome. Eur Neurol. 2001;45(3):133–139.
  5. Sejvar JJ, Baughman AL, Wise M, Morgan OW. Population incidence of Guillain-Barré syndrome: a systematic review and meta-analysis. Neuroepidemiology 2011;36(2):123–133.
  6. Orlikowski D, Prigent H, Sharshar T, Lofaso F, Raphael JC. Respiratory dysfunction in Guillain-Barré syndrome. Neurocrit Care. 2004;1(4):415–422.
  7. Yuki N, Hartung HP. Guillain-Barré syndrome. N Engl J Med. 2012;366(24):2294–2304. doi: 10.1056/NEJMra1114525.
  8. Kaveh Rahimi. Guillain-Barre syndrome during COVID-19 pandemic: an overview of the reports. Neurol Sci. 2020 Nov;41(11):3149-3156.
  9. Zhou Z, Kang H, Li S, Zhao X (2020) Understanding the neurotropic characteristics of SARS-CoV-2: from neurological manifestations of COVID-19 to potential neurotropic mechanisms. J Neurol. 2020 Aug;267(8):2179-2184.
  10. Zhao H, Shen D, Zhou H, Liu J, Chen S. Guillain-Barré syndrome associated with SARS-CoV-2 infection: causality or coincidence? The Lancet Neurology. 2020;19(5):383–384.
  11. Carod-Artal FJ. Neurological complications of coronavirus and COVID-19. Rev Neurol. 2020;70(9):311–322. 
  12. Helms J, et a. Neurologic features in severe SARS-CoV-2 infection. N Engl J Med. 2020;382(23):2268–2270.
  13. Sedaghat Z, Karimi N. Guillain Barre syndrome associated with COVID-19 infection: a case report. Journal of clinical neuroscience: official journal of the Neurosurgical Society of Australasia 2020;76:233–235.
  14. Coronavirus (COVID-19) Update: July 13, 2021. Disponibile al link: https://www.fda.gov/news-events/press-announcements/coronavirus-covid-19-update-july-13-2021

   

  

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