COMUNICATO DI SICUREZZA: CHMP sospende l’uso di tutti i medicinali a base di ranitidina in UE a causa della presenza, a basse concentrazioni, di N-nitrosodimetilammina

In data 30 Aprile 2020, AIFA ha comunicato la decisione del Comitato per i medicinali per uso umano (CHMP) di EMA circa la raccomandazione di sospendere l’uso di tutti i medicinali a base di ranitidina nell’Unione Europea (UE) a causa della presenza di un’impurezza, la N-nitrosodimetilammina (NDMA), anche se a basse concentrazioni.

La ranitidina è un antagonista specifico e rapido dei recettori H2 dell’istamina che agisce inibendo sia la secrezione acida gastrica basale che quella stimolata con riduzione sia del volume che del contenuto di acido e di pepsina della secrezione. Già nel settembre del 2019 era stato disposto, da parte delle autorità regolatorie Europee, il ritiro di alcuni lotti di medicinali a base di ranitidina a causa della presenza di NDMA.

L'NDMA è un sottoprodotto di disinfezione riscontrato, specialmente, nel caso in cui si ricorra a tecniche di cloramminazione. La sua presenza può essere dovuta anche ad inquinamento industriale o al fumo da sigaretta, nonché all’utilizzo di polimeri con effetto coagulante/flocculante nei confronti delle acque destinate al consumo umano. Dalla United States Environmental Protection Agency (US EPA) è classificata come probabile cancerogeno per l’uomo, il che rende ragione del crescente interesse sviluppatosi in questi ultimi anni nei confronti di tale sostanza. Gli effetti cancerogeni di NDMA sui ratti sono stati a lungo studiati. L’inalazione di NDMA provoca su tali animali forme tumorali a livello di fegato, polmoni e reni. Analoghi effetti sono stati riscontrati nel caso di somministrazione per iniezione intramuscolare o interperitoneale, ma anche in seguito a somministrazione per via orale.

US EPA ha classificato l’NDMA tra i probabili cancerogeni per l’uomo, con un livello di rischio di 10-6 per esposizione ad una concentrazione di 0,7 ng/L nel corso della vita, mentre secondo il California Office of Environmental Health Hazard Assessment (COEHHA) lo stesso livello di rischio si riscontra per un’esposizione a concentrazioni più alte (2 ng/L).

Esistono evidenze [1, 2] che l’NDMA possa formarsi a partire dalla degradazione della ranitidina stessa, con livelli crescenti osservati nel corso del periodo di conservazione. Non è chiaro se l’NDMA possa anche formarsi a partire dalla ranitidina all’interno dell’organismo quando somministrata. Alcuni studi suggeriscono che ciò possa avvenire, altri lo escludonoTuttavia, dati clinici ed epidemiologici ad oggi disponibili non rivelano che la ranitidina aumenta il rischio di cancro.

Alla luce di queste incertezze, il CHMP ha raccomandato di sospendere in via precauzionale l’uso di questi medicinali nell'UE.

I pazienti in cura con farmaci a base di ranitidina devono rivolgersi al proprio medico prima di interrompere il trattamento ed eventualmente concordare un trattamento alternativo.

Gli operatori sanitari devono informare i pazienti che necessitano di assistenza, compresi quelli che hanno assunto ranitidina senza prescrizione medica, su come trattare o gestire condizioni quali il bruciore di stomaco e le ulcere gastriche.


Bibliografia

  1. Juan Lv , Lin Wang , Yongmei Li. Characterization of N-nitrosodimethylamine formation from the ozonation of ranitidine. Journal of environmental sciences. Volume 29,2017,Pages 116-126.
  2. Roux JL, Gallard H, Croué JP, Papot S, Deborde M. NDMA formation by chloramination of ranitidine: kinetics and mechanism. Environ Sci Technol. 2012 Oct 16;46(20):11095-103.

   

  

cerca