Nota Informativa Importante dell’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) in merito a nuove informazioni di sicurezza sui contraccettivi orali e il rischio di comportamento suicidario e suicidio

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In data 15/11/2019, l’AIFA, in accordo con le aziende titolari di AIC di medicali che rientrano nella categoria dei contraccettivi orali, ha pubblicato una Nota Informativa Importante circa nuove informazioni di sicurezza relative all’uso di contraccettivi orali e il rischio di comportamento suicidario e di suicidio come possibili conseguenze della depressione.

I contraccettivi orali sono spesso utilizzati dalle donne per prevenire le gravidanze o ridurre i sintomi mestruali. Il successo del controllo della fertilità comporta numerosi benefici sociali ed economici, come una migliore istruzione e autonomia personale. Tuttavia, il 32%-60% delle donne interrompe l’uso di contraccettivi orali entro 6 mesi dall’inizio del trattamento per vari motivi, tra cui il cambiamento dell’umore. I dati di letteratura in merito evidenziano che questa sintomatologia varia da donna a donna in un range che va dal miglioramento dell’umore (score 5-11) al peggioramento dell’umore (score 12-17) o a nessun effetto (score 18-25). Questi risultati suggeriscono che alcune donne possono beneficiare dell’uso dei contraccettivi orali, mentre altre no a causa dell’influenza negativa sull’umore.

In uno studio di coorte pubblicato di recente su JAMA Psychiatry, è stato evidenziato che il rischio di depressione è maggiore nelle adolescenti che utilizzano contraccettivi orali. Lo studio longitudinale prevedeva la compilazione da parte delle donne arruolate di una survey sui sintomi depressivi, quali pianto, alimentazione, sonno, idee suicidarie, autolesionismo, sentimenti di inutilità e senso di colpa, energia, tristezza e mancanza di piacere. Le loro risposte sono state utilizzate per generare un punteggio di gravità dei sintomi depressivi. Sebbene non sia emersa alcuna associazione significativa tra uso di contraccettivi orali e gravità dei sintomi depressivi nell’intera coorte studiata (oltre 1000 donne di età compresa tra i 16 e i 25 anni), l’analisi raggruppata per età ha evidenziato un aumento della gravità della sintomatologia depressiva nelle ragazze di 16 in trattamento rispetto a quelle della stessa età che non usano contraccettivi orali. In media, le partecipanti di 16 anni in terapia avevano punteggi relativi alla gravità dei sintomi depressivi che erano superiori del 21% rispetto a quelli riportati dalle donne che non assumevano contraccettivi orali, riferendo problematiche correlate al pianto, al sonno e all’alimentazione.

Uno studio più ampio condotto su registri nazionali di patologia e di farmacoutilizzazione pubblicato su American Journal of Psychiatry ha valutato l’associazione tra uso di contraccettivi ormonali e depressione in una coorte prospettica danese di oltre un milione di donne di età media pari a 24 anni senza pregressa malattia psichiatrica (come documentato dalle cartelle cliniche consultate), non trattate con antidepressivi e che non avevano assunto contraccettivi ormonali prima dei 15 anni. Rispetto ai non utilizzatori, le donne in trattamento presentavano un rischio relativo (RR) più elevato di iniziare il trattamento con un antidepressivo. Inoltre, l’entità di tale rischio sembrava variare in base al tipo di contraccettivo utilizzato:

$1·         Contraccettivi orali combinati: RR= 1,23 (1,22-1,25)

$1·         Pillole progestiniche: RR= 1,34 (1,27-1,40)

$1·         Patch transdermico (norgestrolmin): RR= 2,0 (1,76-2,18)

$1·         Anello vaginale (etonogestrel): RR = 1,6 (1,55-1,69)

$1·         Levonorgestrel IUD: RR = 1,4 (1,31-1,42).

Per le diagnosi di depressione, sono state osservate stime di rischio simili o leggermente inferiori.

I ricercatori hanno anche osservato che questi rischi generalmente diminuivano con l’aumentare dell'età. Le adolescenti (fascia di età compresa tra 15 e 19 anni) che usano contraccettivi orali combinati hanno mostrato un RR di iniziare una terapia farmacologica antidepressiva di 1,80 (IC 95% 1,75-1,84), rischio ancora più alto in quelle che utilizzavano solo pillole progestiniche (RR= 2,20; IC 95% 1,99-2,52).

Lo stesso gruppo di ricerca ha anche studiato l’associazione tra uso dei contraccettivi ormonali e tentativo di suicidio e suicidio, identificando in una coorte di quasi mezzo milione di donne trattate 6.999 tentativi di suicidio e 71 suicidi. Rispetto alle donne che non hanno mai usato contraccettivi ormonali, il rischio relativo tra gli utenti attuali e recenti è stato di 1,97 (IC 95% 1,85-2,10) per il tentativo di suicidio e 3,08 (IC 95% 1,34-7,08) per il suicidio completato. Le stime del rischio per il tentativo di suicidio variavano in base al tipo di contraccettivo utilizzato:

$1·         Contraccettivi orali combinati: RR= 1,91 (1,79-2,03)

$1·         Pillole a base di solo progestinico: RR= 2,29 (1,77-2,95)

$1·         Anello vaginale (etonogestrel): RR= 2,58 (2,06-3,22)

$1·         Patch transdermico (norgestrolmin): RR = 3,28 (2,08-5,16)

L’associazione tra uso di contraccettivi ormonali e un primo tentativo di suicidio ha raggiunto il picco dopo circa 2 mesi di utilizzo.

A seguito dei dati riportati in letteratura le Agenzie Regolatorie hanno concordato con i titolari dell’Autorizzazione all’Immissione in Commercio dei medicinali contenenti contraccettivi orali di inviare a tutti gli operatori sanitari la seguente comunicazione:

Riassunto

  • • L’umore depresso e la depressione sono effetti indesiderati noti associati all’uso dei contraccettivi ormonali. La depressione può essere grave ed è un noto fattore di rischio per l’insorgenza di comportamento suicidario e suicidio.
  • • A conclusione della valutazione del segnale di sicurezza condotta a livello europeo, relativo al rischio di comportamento suicidario e suicidio, associati a depressione, in pazienti che utilizzano contraccettivi ormonali, è stato deciso l’aggiornamento delle informazioni sul prodotto dei contraccettivi ormonali con una nuova avvertenza.
  • • Le pazienti devono essere informate sulla necessità di contattare il proprio medico in caso di cambiamenti d’umore e sintomi depressivi, anche se questi si verificano poco dopo l'inizio del trattamento.

Le informazioni sul prodotto di tali medicinali, che riportavano alcuni disturbi psichiatrici come effetti indesiderati, sono in corso di aggiornamento.

Siti di riferimento

http://www.agenziafarmaco.gov.it/it

http://www.ema.europa.eu/ema/

Bibliografia

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