Nota informativa dell’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) sul rischio di insorgenza di nuovo tumore maligno primitivo a seguito del trattamento con Xgeva® (denosumab).

In data 16 Maggio 2018 è stata pubblicata sul portale dell’AIFA un importante nota informativa sul rischio di insorgenza di nuovo tumore maligno primitivo a seguito dell’assunzione di Xgeva® (denosumab).

Denosumab è un anticorpo monoclonale di tipo IgG2, completamente umano, con elevata specificità ed affinità per il Receptor activator of nuclear factor kappa-Β ligand (RANKL) a cui si lega, mimando l’azione dell’osteoprotegerina (OPG) e impedendo al ligando di raggiungere il proprio recettore RANK sulla superficie degli osteoclasti, in questo modo denosumab inibisce l’osteclastogenesi e la funzione degli osteoclasti maturi, oltre ad aumentarne l’apoptosi [1] determinando quindi una riduzione dell’assorbimento osseo. Pertanto, denosumb trova applicazione in tutte quelle patologie caratterizzate da aumentato riassorbimento osseo, come nel caso dell’osteoporosi postmenopausale, nelle neoplasie maligne in fase avanzata che coinvolgono l’osso e negli adulti e adolescenti con apparato scheletrico maturo con tumore a cellule giganti dell’osso non resecabile o per i quali la resezione chirurgica potrebbe provocare severa morbilità [2].

Finora, il denosumab aveva mostrato un buon profilo di tollerabilità con un incidenza di comparsa di eventi avversi simile al gruppo placebo o al gruppo trattato con alendronato.

Una recente analisi combinata di quattro studi clinici di fase III [3-6], condotti su pazienti affetti da neoplasie maligne in fase avanzata che conivolgono l’osso, ha fatto emergere un aumento del rischio di sviluppare nuovi tumori maligni primitivi nei pazienti trattati con denosumab rispetto al braccio di confronto.

In particolare, la prevalenza di insorgenza nei pazienti trattati con denosumab 120 mg una volta al mese è stata dell’1,5% dopo un’esposizione mediana di 13,8 mesi (range: 1,0-51,7) rispetto allo 0,9% dopo un’esposizione mediana di 12,9 mesi (range: 1,0 – 50,8) nei pazienti trattati con acido zoledronico 4 mg una volta al mese. L’incidenza è stata dell’1,1% nel gruppo trattato con denosumab rispetto allo 0,6% nel gruppo trattato con acido zoledronico.

Al fine di aggiornare le informazioni sulla sicurezza del prodotto, l’azienda ha annunciato che provvederà all’aggiornamento del Riassunto delle Caratteristiche del prodotto (RCP) e del Foglietto illustrativo (FI).

Bibliografia

$11.      M.L. Brandi.Denosumab: a new therapeutic approach in the treatment of osteoporosis. G.I.O.T. 2010;36:268-277.

$12.      Denosumab – Riassunto delle Caratteristiche del Prodotto.

$13.      NCT00330759 - A Randomized, Double-Blind, Multicenter Study of Denosumab Compared With Zoledronic Acid (Zometa) in the Treatment of Bone Metastases in Subjects With Advanced Cancer (Excluding Breast and Prostate Cancer) or Multiple Myeloma.

$14.      NCT00321620 - A Randomized, Double-Blind, Multicenter Study of Denosumab Compared With Zoledronic Acid (Zometa®) in the Treatment of Bone Metastases in Men With Hormone-Refractory Prostate Cancer.

$15.      NCT00321464 - A Randomized, Double-Blind, Multicenter Study of Denosumab Compared With Zoledronic Acid (Zometa®) in the Treatment of Bone Metastases in Subjects With Advanced Breast Cancer.

$16.      NCT00091832 - A Randomized Active-controlled Study of AMG 162 in Breast Cancer Subjects With Bone Metastasis Who Have Not Previously Been Treated With Bisphosphonate Therapy.

   

  

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