Il PRAC conferma le restrizioni d’uso per i mezzi di contrasto a base di gadolinio

In una nota informativa del 07/07/2017, si apprende che il Comitato di Valutazione dei Rischi per la Farmacovigilanza (PRAC) dell’Agenzia Europea dei Medicinali (EMA), ha confermato le precedenti raccomandazioni in merito all’uso di mezzi di contrasto lineari a base di gadolinio(1).

In data 10/03/2017 il PRAC aveva raccomandato la sospensione delle autorizzazioni all’immissione in commercio (AIC) di quattro mezzi di contrasto lineari a base di gadolinio (acido gadobenico, gadodiamide, acido gadopentetico e gadoversetamide), a seguito dell’evidenza che piccole quantità possono accumularsi a livello cerebrale(2).

In relazione alla struttura chimica, i mezzi di contrasto a base di gadolinio, impiegati allo scopo di migliorare il contrast enhancement delle scansioni corporee effettuate in risonanza magnetica (RMN), sono distinti in lineari (ionici e non ionici) e macrociclici.  I mezzi di contrasto macrociclici (gadobutrolo, acido gadoterico e gadoteridolo) sono più stabili e hanno una minore propensione a rilasciare gadolinio e possono, pertanto, continuare ad essere utilizzati nelle rispettive indicazioni autorizzate e alla dose più bassa.  

Studi clinici hanno dimostrato la presenza di aree di maggiore intensità di segnale in scansioni di RMN dell’encefalo, a distanza di mesi dall’ultima somministrazione del mezzo di contrasto lineare, che dimostrano l’accumulo del tracciante nel tessuto cerebrale. In particolare, un recente studio caso-controllo pubblicato sulla rivista Radiology, ha dimostrato che il tracciante si accumula prevalentemente nel nucleo pallido e nel nucleo dentato in assenza di anomalie o alterazioni della barriera ematoencefalica, in pazienti che hanno ricevuto il mezzo di contrasto(3).

Revisioni sistematiche condotte tra il 2006 ed il 2010 hanno dimostrato che l’accumulo di gadolinio in altri tessuti è associato alla comparsa di placche cutanee e fibrosi nefrogenica sistemica (FSN)(4). La Food and Drug Association (FDA) già nel 2006 aveva pubblicato un rapporto dettagliato sui possibili rischi associati a gadolinio, con particolare attenzione all’insorgenza di FSN in pazienti con grave compromissione della funzionalità renale dopo mezzo di contrasto contenente gadolinio.

Pertanto, alla luce di tali evidenze, il PRAC ha adottato un approccio precauzionale in attesa di valutare gli effetti di tali accumuli a lungo termine sul tessuto cerebrale. La revisione esclude le formulazioni iniettabili per via intra-articolare, che rimarranno disponibili all’utilizzo.

Attualmente, in Unione Europea, OptiMARK® (gadoversetamide) è l’unico mezzo di contrasto a base di gadolinio autorizzato con procedura centralizzata.

Le raccomandazioni del PRAC, saranno ora trasmesse al Comitato per i Medicinali ad Uso Umano (CHMP), che adotterà il parere dell’Agenzia Europea. La fase finale della procedura, sarà l’adozione da parte della Commissione Europea di un decisione vincolante applicabile in tutti gli Stati Membri.

Bibliografia

1) http://www.aifa.gov.it/sites/default/files/Gadolinium_IT_07.07.2017.pdf

2) http://www.aifa.gov.it/sites/default/files/Gadolinium_agents_comunicato.pdf

3)McDonald RJMcDonald JSKallmes DFJentoft MEPaolini MAMurray DLWilliamson EEEckel LJ.Gadolinium Deposition in Human Brain Tissues after Contrast-enhanced MR Imaging in Adult Patients without Intracranial Abnormalities.Radiology. 2017 Jun 27:161595.

4)http://www.ema.europa.eu/ema/index.jsp?curl=pages/medicines/human/referrals/Gadolinium-containing_contrast_agents/human_referral_000182.jsp&mid=WC0b01ac05805c516f

   

  

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