Sicurezza a breve termine dei corticosteroidi

Recentemente, sono stati pubblicati sulla rivista British Medical Journal (BMJ) i risultati di uno studio condotto dall’Università del Michigan, che ha valutato la sicurezza della terapia a breve termine con corticosteroidi(1).

Lo studio, retrospettivo di coorte vs controllo (non utilizzatori di corticosteroidi), ha valutato i dati relativi a oltre un milione di pazienti raccolti nel Clinformatics Data Mart database, un registro Nazionale contenente i dati relativi ai pazienti con copertura assicurativa e quelli relativi alla dispensazione dei farmaci prescritti a livello sia ospedaliero che ambulatoriale. In particolare, sono stati selezionati tutti i pazienti che avevano ricevuto corticosteroidi per via orale, prescritti dal 1 gennaio 2012 al 31 dicembre 2014. Il 21% circa, ovvero un totale di 327452 pazienti, è stato incluso nello studio. Al contrario, sono stati esclusi i pazienti in trattamento con corticosteroidi per via inalatoria, intra-articolare o endovenosa, budesonide per via orale o pazienti ai quali tali farmaci sono stati prescritti in caso di trapianto d’organo o neoplasia maligna; la durata della terapia non doveva essere superiore ai 30 giorni. L’analisi multivariata dei dati ha considerato i possibili fattori di confondimento quali età, sesso, razza e la presenza di comorbilità (0, 1, 2 o ≥3).

Dei pazienti studiati, il 47,4% ha assunto la terapia per una durata media di 7 giorni. Il farmaco più prescritto è stato il metilprednisolone (46,9%), per un periodo di 6 giorni. Il 70,5% dei pazienti, nel periodo di osservazione, ha ricevuto un ciclo di corticosteroidi, il 20,7% due cicli mentre l’8,8 % tre cicli di trattamento. Nella maggior parte dei casi la terapia è stata prescritta per trattare infezioni delle vie aeree superiori e dolori del tratto lombo-sacrale. La dose media ricevuta era di 20 mg/die (range interquartile 17,5-36,8 mg/die); il 23,4% assumeva dosi ≥40 mg/die.

Per quanto riguarda il profilo di tollerabilità, l’incidenza globale delle reazioni avverse (ADRs) è stata maggiore nel gruppo di trattamento vs il gruppo di controllo; in particolare, sono stati segnalati casi di tromboembolismo (5 casi su 1000 anni persona), fratture (21 casi su 1000 anni persona) e sepsi (2 casi su 1000 anni persona).

L’incidenza delle ADRs è stata maggiore nei primi 30 giorni di trattamento. È stato, infine, calcolato il rischio di ospedalizzazione per sepsi nei 5-90 giorni successivi all’inizio del trattamento (0,05% vs 0,02%, rispettivamente), di tromboembolia (0,14% vs 0,09%,) e di fratture (0,51% vs 0,39%). 

La sicurezza dei corticosteroidi in cronico è stata ampiamente valutata. Sono pertanto necessari ulteriori studi che valutino la sicurezza a breve termine di tali terapie.

Concludendo, è necessario che i medici prescrittori pongano particolare attenzione evitando un uso inappropriato dei corticosteroidi al fine di garantire una maggiore sicurezza per il paziente.

Bibliografia

1) Waljee AK, Rogers MA, Lin P, Singal AG, Stein JD,Marks RM, Ayanian JZ, Nallamothu BK. Short term use of oral corticosteroids and related harms among adults in the United States: population based cohort study. BMJ 2017; 357:j1415.

   

  

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