HCV: nuova associazione sofosbuvir/velpatasvir/voxilaprevir

In una nota informativa del 23/01/2017 si apprende che l’Agenzia Europea del Farmaco (EMA), ha validato la domanda di autorizzazione all’immissione in commercio (AIC) dell’associazione fissa dei principi attivi sofosbuvir/velpatasvir/voxilaprevir per il trattamento dell’epatite cronica C.

Sviluppato da Gilead Sciences, il farmaco ha dimostrato efficacia e sicurezza nel trattamento delle forme di epatite con attività pangenotipica.

La domanda di AIC, presentata da Gilead, include i dati di 4 studi clinici di fase III (POLARIS-1, POLARIS-2, POLARIS-3 e POLARIS-4)[1], che hanno valutato efficacia e sicurezza della combinazione a dose fissa di 400 mg di sofosbuvir (inibitore dell’RNA polimerasi NS5B RNA-dipendente), 100 mg di velpatasvir (inibitore della proteina virale NS5A del complesso proteico della polimerasi virale) e 100 mg di voxilaprevir (inibitore sperimentale pangenotipico di NS3/4A, serin-proteasi virali).

Gli studi POLARIS-1 e POLARIS-4 hanno arruolato 445 pazienti con HCV, genotipi 1-6, che per 12 settimane hanno ricevuto la combinazione sofosbuvir/velpatasvir/voxilaprevir. Nello studio POLARIS-1 i pazienti erano stati sottoposti a precedente trattamento con inibitori di NS5A (ledipasvir e daclatasvir), mentre in POLARIS-4 avevano ricevuto altri antivirali (DAA) con mancata risposta terapeutica (l’85% era stato trattato con sofosbuvir). Al contrario, gli studi POLARIS-2 e POLARIS-3, hanno arruolato 611 pazienti naïve al trattamento con antivirali. In particolare, il 18% dei 501 pazienti arruolati nello studio POLARIS-2 presentava cirrosi scompensata, mentre tutti i 110 pazienti dello studio POLARIS-3 avevano diagnosi di cirrosi compensata HCV, genotipo 3, difficilmente eradicabile[2]. Tutti i pazienti sono stati trattati per 8 settimane.

L’endpoint primario è stato la valutazione della riduzione della carica virale a 8 e 12 settimane di terapia (SVR).

I risultati degli studi erano già stati presentati al Congresso Americano sulle malattie epatiche (AASLD), tenutosi a Boston nel novembre 2016. Nello studio POLARIS-3, il 96% dei pazienti trattati ha raggiunto l’endpoint di efficacia, mentre nello studio POLARIS-2 il 98% dei pazienti con cirrosi scompensata ha risposto al trattamento. Inoltre, è emersa una minore incidenza di ricadute.

Per quanto riguarda il profilo di sicurezza, gli eventi avversi più comuni sono stati cefalea, stanchezza, diarrea e nausea.

A dicembre 2016 Gilead ha presentato alla US Food and Drug Administration (FDA) la New Drug Application (NDA, domanda di registrazione per un nuovo farmaco) ed ha sottoposto l’associazione dei tre principi attivi al Comitato per i Medicinali ad uso umano (CHMP) che ha espresso parere positivo.

La richiesta sarà ora riesaminata da EMA nell’ambito della procedura centralizzata per tutti i 28 stati membri dell’Unione Europea, Norvegia e Islanda. La revisione seguirà la procedura di fast track per accelerare l’accesso dei pazienti al medicinale.

Bibliografia:

[1] http://www.gilead.com/news/press-releases/2016/10/gilead-announces-svr12-rates-from-four-phase-3-studies-of-a-oncedaily-fixeddose-combination-of-sofosbuvir-velpatasvir-and-voxilaprevir-in-treatmentna%C3%AFve-and-treatmentexperienced-genotype-16-chronic-hcvinfected-patients

[2] Lawitz EJ,Dvory-Sobol H,Doehle B,Worth A,McNally J,Brainard DM,Link JO,Miller MD,Mo H. Clinical Resistance toVelpatasvir(GS-5816), a Novel Pan-Genotypic Inhibitor of the Hepatitis C Virus NS5A Protein. Antimicrob Agents Chemother.2016 Jun 27.

   

  

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