La prevalenza delle infezioni croniche da HBV e HCV in Europa: nuova review del Centro Europeo per la Prevenzione e il Controllo delle Malattie (CEPCM)

Il 22 novembre sono stati pubblicati i risultati di una revisione sistematica condotta dal Centro Europeo per la Prevenzione e il Controllo delle Malattie (CEPCM) al fine di ottenere una stima più precisa e robusta della prevalenza delle epatiti B e C croniche nell’Unione Europea (UE) e nello Spazio Economico Europeo (SEE).  
Le epatiti virali sono processi infettivi a carico del fegato che, pur avendo quadri clinici simili, differiscono dal punto di vista eziologico (diversi virus responsabili dell’infezione), epidemiologico (diversa distribuzione e frequenza di infezione e malattia) ed immuno-patogenetico. Seppur negli ultimi anni molto si è speso in prevenzione e in diagnosi precoci, tali patologie costituiscono ancora un serio problema per la sanità pubblica.              
I virus dell’epatite B (HBV) e quello dell’epatite C (HCV), trasmissibili per via sessuale,  verticale (trasmissione madre-figlio) o per contatto ematico, possono causare epatiti acute e croniche. In particolare, le infezioni croniche da HBV e HCV risultano correlate a gravi malattie epatiche, quali cirrosi epatica e carcinoma epatocellulare e, a differenza di quelle acute, risultano spesso asintomatiche. Pertanto i dati ottenuti dalle diagnosi registrate di epatiti B e C croniche non riflettono la reale diffusione di tali patologie nella popolazione. Da ciò emerge dunque l’esigenza di definire la prevalenza, così da permettere la pianificazione di adeguati programmi di prevenzione e controllo più efficaci.     
Il CEPCM ha quindi condotto una revisione sistematica degli studi pubblicati dal 2005 al 2015 per stimare più accuratamente la prevalenza di tali infezioni croniche nella popolazione generale dell’UE e dell’SEE e in specifici sottogruppi di popolazione ritenute maggiormente a rischio, quali donatori di sangue, tossicodipendenti, omosessuali, detenuti e immigrati. Dalla ricerca in letteratura sono stati dunque selezionati 125 studi di prevalenza, di cui 48 condotti sulla popolazione generale, 32 su donne in gravidanza, 32 su detenuti e 13 condotti su omosessuali. Dai risultati di tale review, la prevalenza dell’HBV è stata stimata allo 0.9% (4,7 milioni di casi), mentre quella dell’ HCV a circa 1,1% (5,6 milioni di casi). Sono inoltre emerse differenze tra i vari paesi: i tassi di prevalenza di tali infezioni croniche risultano maggiori nei paesi della parte orientale e meridionale dell’UE e dell’SEE rispetto ai paesi settentrionali ed occidentali. In particolare, la prevalenza delle epatiti croniche di tipo B varia dallo 0,1% registrato in Irlanda al 4,4% della Romania, mentre la prevalenza delle epatiti croniche di tipo C varia dallo 0,1% registrato in Irlanda, Belgio e Paesi Bassi al 5,9% in Italia. Inoltre, i dati emersi dalla review hanno confermato, così come previsto, maggiori tassi di prevalenza per le sottopopolazioni maggiormente a rischio rispetto alla popolazione generale. Tuttavia, poiché i dati di prevalenza riferiti a tali patologie non sono risultati disponibili per diversi paesi, il CEPCM ha sottolineato la necessità di un migliore monitoraggio e di ulteriori ricerche al fine di fornire informazioni strategiche affidabili e complete, utili per la progettazione e l’attuazione di programmi di prevenzione secondaria per le infezioni da HBV e HCV in UE/SEE.

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Fonti:

AIFA - http://www.agenziafarmaco.gov.it/

ECDC - http://ecdc.europa.eu/

   

  

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