Rischio di ideazione e comportamento suicidari in pazienti trattati con apremilast: warning dell’ Agenzia Italiana del Farmaco

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In data 7 novembre 2016 è stata pubblicata sul portale web dell’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) un’importante nota informativa di sicurezza relativa agli eventi avversi di ideazione e comportamenti suicidari riferiti alla specialità medicinale Otezla® (apremilast) [1].
L’apremilast, farmaco immunosoppressore selettivo per la fosfodiesterasi-4 (PDE-4), permette miglioramenti significativi di segni e sintomi della psoriasi e dell’artrite psoriasica (PsA), per le quali il farmaco è indicato in monoterapia o in terapia combinata con farmaci antireumatici modificanti la malattia (Disease Modifying Antirheumatic Drugs, DMARD), in pazienti adulti che hanno avuto una risposta inadeguata o sono risultati intolleranti a una precedente terapia con DMARD. L’inibizione della PDE-4 permette, infatti, una riduzione della risposta infiammatoria, modulando l’espressione di citochine pro- ed anti-infiammatorie  (TNF-α, IL-23, IL-17, IL-10) coinvolte nella psoriasi e nella PsA. In letteratura è riportato che gli inibitori PDE-4, come il roflumilast, sono stati associati ad un aumento di depressione, ideazione e comportamenti suicidari riferiti come eventi avversi al farmaco. Inoltre, da un’analisi globale dei dati di sicurezza emersi da tre studi clinici, multicentrici, randomizzati, in doppio cieco, controllati verso placebo (PALACE 1, PALACE 2 e PALACE 3) in cui sono state valutate sicurezza e efficacia di apremilast, risulta che i pazienti trattati con apremilast hanno riportato più frequentemente depressione o umore depresso rispetto ai pazienti trattati con placebo (1,0% vs 0,8%) e allo stesso modo sono state osservate ideazione e comportamento suicidari nei pazienti in trattamento con apremilast rispetto al placebo (0,2% vs 0%) [2].
Dalla nota informativa, emessa dalla stessa azienda produttrice del farmaco, Celgene Europe Limited, in accordo con l’Agenzia Europea per i Medicinali (EMA) ed AIFA, si apprende che, in seguito ad un’approfondita revisione dei dati emersi dagli studi clinici e dall’esperienza post-marketing effettuata dalle autorità regolatorie, è emersa un’associazione causale tra ideazione e comportamento suicidari e l’uso di apremilast. È infatti riportato che dall’autorizzazione all’immissione in commercio del farmaco (gennaio 2015) fino a 20 marzo 2016 sono stati segnalati 65 casi di comportamenti suicidari (in particolare 5 suicidi, 4 tentativi di suicidio, 50 casi di ideazione suicidaria, 5 casi di depressione suicida e 1 caso di comportamento suicidario). Inoltre, per  32 dei 65 casi, quando tale informazione è risultata disponibile, è stato riferito un miglioramento in seguito all’interruzione del trattamento con apremilast.
Pertanto, l’azienda e le agenzie regolatorie sopracitate raccomandano ai medici prescrittori di:

- valutare attentamente il rapporto rischio/beneficio prima di intraprendere il trattamento con apremilast in pazienti con disturbi psichiatrici e/o depressivi pregressi o in atto, o i quali sono già in trattamento con farmaci concomitanti che possono causare sintomi psichiatrici

- informare i pazienti e coloro che li assistono di tali rischi psichiatrici, invitandoli a segnalare ed informare il medico riguardo qualsiasi alterazione del comportamento o dell’umore o qualsiasi segno di ideazione suicida

- interrompere il trattamento con apremilast in seguito all’insorgenza o al peggioramento di disturbi psichiatrici del paziente o qualora vengano rilevati ideazioni o tentativi suicidari da parte del paziente.

Gli stampati di tale farmaco sono in fase di aggiornamento per l’inserimento di una specifica avvertenza riguardo depressione, comportamenti e ideazione suicidari.

Bibliografia:

[1] http://www.agenziafarmaco.gov.it

[2] Philip J. Mease, Apremilast: A Phosphodiesterase 4 Inhibitor for the Treatment of Psoriatic Arthritis.  Rheumatol Ther. 2014 Dec; 1(1): 1–20.