Sicurezza della terapia ormonale sostitutiva transdermica

Da un recente studio pubblicato sulla rivista Stroke, è emerso come la terapia ormonale sostitutiva postmenopausale per via transdermica, rappresenti la più sicura opzione terapeutica nel trattamento dei sintomi del climaterio. Le attuali linee guida suggeriscono la necessità di prescrivere una terapia di breve durata e a basse dosi, per ridurre il rischio di tromboembolia venosa e stroke, correlato all’uso degli estroprogestinici[1-3]. I dati disponibili circa l’associazione tra stroke e estrogeni per via transdermica sono relativamente scarsi. Al contrario, lo studio in questione, ha concluso come tale rischio si modifichi in relazione alla via di somministrazione, alla dose e al tipo di progestinico prescritto.

I dati dello studio sono stati estrapolati da un database nazionale, il Système National d’Information Inter-Régimes d’Assurance Maladie, che raccoglie il 97% delle informazioni demografiche della popolazione francese (sesso, età, codice di avviamento postale), nonché delle prescrizioni farmacologiche e delle patologie croniche classificate secondo il sistema dell’International Classification of Disease 10th edition (ICD-10). Il database, infatti, è collegato ad una seconda banca dati, il Program de Médicalisation des Systèmes d’Information, contenente le schede di dimissione ospedaliera. Tale studio, di tipo caso-controllo nested, ha incluso un totale di 3144 casi e 12158 controlli, di età compresa tra 51 e 62 anni, selezionati nel periodo compreso dal 1 gennaio 2009 al 31 dicembre 2011. Sono stati esclusi tutti i soggetti con storia di malattia cardiovascolare, tumori ginecologici e precedente ospedalizzazione. I casi e i controlli sono stati appaiati in modo del tutto casuale mediante codice di avviamento postale. L’uso della terapia sostitutiva era simile tra i due gruppi (6,2% vs 6,8%, rispettivamente) per dose e via di somministrazione, con la sola differenza che tra i controlli vi era un maggior numero di soggetti che assumeva antipertensivi in associazione al norpregnano.

L’analisi dei dati, ha dimostrato come il rischio di stroke sia maggiore nelle donne che assumono estrogeni (in particolare 17β-estradiolo) per via orale (OR 1,58; IC 95%, 1,01-2,49), rispetto alla formulazione transdermica che, inoltre, non ha mostrato correlazione statisticamente significativa con il rischio di stroke (OR 0,83; IC 95%, 0,56-1,24). Tale rischio è ridotto a basse dosi (≤ 1 mg/die/os) e varia in relazione al progestinico somministrato (progesterone, pregnano e derivati, nortestosterone e derivati, norpregnano e derivati). Per le donne che hanno assunto nomegestrolo acetato (circa l’85%), l’OR è risultato pari a 2,85, con IC 95%, 1,15-7,06 [4].

A supporto dello studio, recenti evidenze[5] dimostrano che gli estrogeni somministati per via orale (non per via transdermica) attivano la cascata coagulativa e modificano la produzione di trombina, marcatore dello stato di ipercoagulabilità. In ultimo, un recente studio cross-sectional[6], ha suggerito come i derivati del norpregnano aumentino l’attivazione dei fattori della coagulazione e inducano resistenza alla proteina C.

Bibliografia:

[1] Canonico M, Oger E, Plu-Bureau G, et al. Estrogen and Thromboembolism Risk (ESTHER) Study Group. Hormone Therapy and venous thromboembolism among postmenopausal women: impact of the route of estrogen administration and progestogens: the ESTHER study. Circulation. 2007; 115:840-845.

 [2] Olié V, Canonico M, Scarabin PY. Risk of venous thrombosis with oral versus transdermal estrogen therapy among postmenopausal women.  Curr Opin Haematol. 2010; 17:457-463.

[3] Canonico M. Hormone Therapy and haemostasis among post-menopausal women: a review. Menopause. 2014; 21:753-762.

 [4] Canonico M, Carcaillon L, Plu-Bureau G, Oger E, et al. Postmenopausal Hormone Therapy and Risk of Stroke. Impact of the route of estrogen administration and type of progestogen. Stroke. July 2016; 1-7.

   

  

cerca