Sitagliptin attenua la progressione dell’ispessimento mio-intimale carotideo (IMT) in pazienti con diabete mellito tipo 2.

 

In data 22/02/2016 in una nota informativa si apprendono i risultati di uno studio pubblicato sulla rivista Diabetes Care, che ha valutato gli effetti di sitagliptin in pazienti con diabete mellito tipo 2. Sitagliptin è un ipoglicemizzante orale, inibitore della dipeptidil peptidasi 4 (DPP-4). Il miglioramento del controllo glicemico di sitagliptin è mediato dall’aumento dei livelli di incretine attive. Le incretine, ormoni che comprendono il peptide-1 glucagone-simile (GLP-1) e il polipeptide insulinotropico glucosio dipendente (GIP), sono prodotte dall’intestino, in misura maggiore in risposta ai pasti. Per valori di glicemia normali o aumentati, il GLP-1 e il GIP aumentano la sintesi e il rilascio di insulina da parte delle cellule pancreatiche beta attraverso vie di segnalazione intracellulari che coinvolgono l’AMP ciclico.

 

Nello specifico, sitagliptin agisce impedendo l’idrolisi delle incretine da parte del DPP-4, aumentando il rilascio di insulina e la riduzione dei livelli del glucagone. Numerosi studi ne hanno confermato l’efficacia nel trattamento del paziente diabetico. È stato, inoltre, dimostrato come il trattamento con sitagliptin riduca i marcatori di infiammazione e adesione cellulare (proteina C reattiva, IL-6 e IL-18, selectina E) responsabili del danno endoteliale(1).

 

Lo studio The Sitagliptin Preventive Study of Intima-Media Thickness Evaluation, SPIKE, ha incluso 282 pazienti diabetici trattati con insulina e anamnesi negativa per malattie cardiovascolari. Dei pazienti arruolati, 148 hanno ricevuto sitagliptin e 140 sono stati inclusi nel gruppo di controllo. L’endpoint primario dello studio è stata la valutazione ecografica delle variazioni del valore di IMT carotideo alla settimana 104.

 

L’IMT carotideo è un marcatore precoce di aterosclerosi e predice la comparsa di eventi ischemici (stroke ,infarto miocardico, arteriopatia obliterante periferica). Dai risultati dello studio SPIKE è emerso che sitagliptin migliora il controllo glicemico in maniera più efficace rispetto ai trattamenti convenzionali (HbA1C %: -0,5 ± 1,0% vs. -0,2 ± 0,9%; p = 0,004) senza aumentare in maniera significativa gli episodi di ipoglicemie. Sitagliptin ha inoltre ridotto in maniera significativa i valori medi di IMT della carotide comune (-0,029 mm vs 0,024 mm; p= 0,005)e dello spessore massimo della carotide comune di sinistra (-0,065 mm contro 0,022 mm; p= 0,021).Per quanto riguarda la sicurezza non sono state osservate differenze significative tra i due gruppi di trattamento nella frequenza degli eventi avversi gravi e non gravi(2).

 

I dati discussi suggeriscono quindi come gli effetti benefici di sitagliptin rappresentino un ulteriore vantaggio nella gestione del diabete mellito e delle sue complicanze.

 

Bibliografia

 

1)      Mita T, Katakami N, Shiraiwa T, et al.Sitagliptin Attenuates the Progression of Carotid Intima-Media Thickening in Insulin-Treated Patients With Type 2 Diabetes: The Sitagliptin Preventive Study of Intima-Media Thickness Evaluation (SPIKE) A Randomized Controlled Trial. Diabetes Care 2016;published online ahead of print .

 

2)      André J. Tremblaya, Benoît Lamarchea, Carolyn F. Deaconc, S. John Weisnageld, Patrick Couturea, Pirker R. Effects of sitagliptin therapy onmarkers of low-grade inflammation and cell adhesion molecules in patients with type 2 diabetes. Metabolism experimental 63(2014):1141-1148

 

   

  

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