DERMATITE ALLERGICA DA CONTATTO CAUSATA DAL SODIO METABISOLFITO CONTENUTO IN UNA CREMA SCHIARENTE

DERMATITE ALLERGICA DA CONTATTO CAUSATA DAL SODIO METABISOLFITO CONTENUTO IN UNA CREMA SCHIARENTE

Immacolata Caputo e Lidia Sautebin  - Dipartimento di Farmacia, Università di Napoli Federico II

Riportiamo di seguito una lettera all'Editor pubblicata sulla rivista "Australasian Journal of Dermatology" da un gruppo di ricercatori portoghesi, André Oliveira, Cristina Amaro e Jorge Cardoso (Department of Dermatology, Hospital de Curry Cabral – Centro Hospitalar de Lisboa Central, Lisboa, Portugal) che hanno condotto uno studio sui casi di dermatite da contatto causata da metabisolfito di sodio presente in creme schiarenti per la pelle.

 

Gli Autori riportano che i solfiti, incluso anche il metabisolfito di sodio (SMB), sono composti presenti in molte tipologie di prodotti utilizzati sia negli alimenti e nei prodotti industriali ma anche nei prodotti ad uso medico e cosmetico. La loro presenza negli alimenti è regolamentata e riportata in etichetta con la codifica E-NUMBER (SMB: E223). Gli Autori sottolineano che, sebbene tali composti siano ritenuti generalmente sicuri, sono state riportate reazioni avverse [1].

 

Gli Autori riportano il caso di una donna di 34 anni, insegnante, che si è recata presso il loro Dipartimento di dermatologia, presentando macchie scure sul viso in seguito all'utilizzo di una crema schiarente contenente, come principio attivo, idrochinone al 4%. Gli Autori riferiscono che circa 48h dopo il primo utilizzo la paziente aveva notato la comparsa di un acuto eczema facciale e che i sintomi erano spartiti dopo aver sospeso l’utilizzo del prodotto sospetto e dopo aver effettuato il trattamento con cortisonici topici. Gli Autori riportano di aver eseguito i patch test con il test Finn Chambers (Epitest, Tuusula, Finlandia) in accordo ai criteri dell’International Contact Dermatitis Research Group, ICDRG, con la serie base portoghese, con i photopatch tests e anche con il prodotto utilizzato dalla paziente (così com’è) e con tutti i suoi componenti (idrochinone 1% pet, cetostearyl alcohol 20% pet; glicole propilenico 5% pet, SMB 1% pet; isopropyl myristate 2% pet). Gli Autori riportano che la paziente aveva manifestato, dopo 48h e 96h, una reazione positiva, con la stessa intensità (++), al prodotto, testato così com'è, e al SMB sia nelle aree irradiate che non. Gli Autori sottolineano che la paziente aveva manifestato una reazione positiva al prodotto anche in seguito all'esecuzione di un test effettuato dopo una settimana dall'applicazione della crema. Gli Autori, quindi, considerano la reazione avversa come una dermatite allergica da contatto al SMB e alla crema schiarente.  Gli Autori sottolineano che un’allergia da contatto così importante non è molto frequente. A Tale proposito riportano un articolo pubblicato da Madan et al. [2] in cui erano stati eseguiti su 1728 pazienti i patch test per il SMB. Questo studio aveva mostrato reazioni positive solo in 71 pazienti, di cui 33 pazienti erano stati esposti ad una fonte nota (26 in seguito ad una seconda esposizione ai prodotti Trimovate e Timodine e 7 pazienti per esposizione occupazionale). Gli Autori, invece, riferiscono che il loro paziente aveva sviluppato una dermatite allergica al SMB presente in una crema schiarente, in cui l’SMB era usato in concentrazioni molto basse, con azione antiossidante e per promuovere la stabilità dell’idrochinone. Secondo gli Autori, quindi, se la dermatite da contatto si verifica dopo l’utilizzo di una crema all’idrochinone si dovrebbero eseguire i patch test per tutti gli ingredienti presenti nel prodotto, in quanto la dermatite allergica da contatto causata da creme contenenti l'idrochinone come principio attivo è rara [3]. Gli Autori riportano che nel loro paziente la precedente sensibilizzazione al SMB è stata favorita da un breve periodo intercorso tra il primo uso e la comparsa dell’eczema facciale, e, quindi, anche la reazione positiva a questo allergene. Tuttavia, gli Autori precisano che la fonte dell’esposizione potrebbe essere difficile da trovare sia perché i bisolfiti sono presenti in molti prodotti e sia per la rarità di tale reazione allergica [4]. Ad oggi, infatti, riferiscono che sono stati riportati meno di 5 casi di dermatiti allergiche da contatto causate dal SMB presente in creme schiarenti. Gli Autori concludono consigliando al paziente di evitare future esposizioni al SMB, ingrediente presente sia in farmaci topici che non. 

 

Bibliografia

 

1. Garcia-Gavin J, Parente J, Goossens A. Allergic contact dermatitis caused by sodium metabisulfite: a challenging allergen. A case series and literature review. Contact Dermatis. 2012; 67: 260–9.

 

2. Roberts DW, Basketter D, Kimber L et al. Sodium metabisulfite as a contact allergen – an example of a rare chemical mechanism for protein modification. Contact Dermatitis. 2012; 66: 23–127.

 

3. Huang PY, Chu CY. Allergic contact dermatitis due to sodium metabisulfite in a bleaching cream. Contact Dermatitis. 2007; 56: 123–4.

 

4. Malik MM, Hegarty MA, Bourke JF. Sodium metabisulfite allergy: a marker for cosmetic allergy? Contact Dermatitis.2007; 56: 241–2.

 

Ottobre 2015

 

 

   

  

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