Comunicato stampa dell’Agenzia Europea del Farmaco (EMA) sulla rivalutazione degli inibitori del SGLT2.

In data 12/06/2015, l’EMA, su richiesta della Commissione Europea, ai sensi dell’ articolo 20 del Regolamento (CE) 726/2004, ha avviato una revisione dei farmaci inibitori del SGLT2 (inibitori del cotrasportatore del sodio glucosio di tipo 2). Gli inibitori del SGLT2 sono indicati nel trattamento del diabete di tipo 2 ed autorizzati in Unione Europea con i nomi commerciali Forxiga (dapagliflozin), Invokana (canagliflozin), Jardiance (empagliflozin), Synjardy (empagliflozin/metformina), Vokanamet (casnagliflozin/metformina) e Xigduo (dapagliflozin/metformina). Gli SGLT2 sono proteine espresse quasi esclusivamente nel rene e sono responsabili per il 90% del riassorbimento del glucosio nel filtrato urinario. Questi farmaci, bloccando l’azione del SGLT2, determinano una maggiore escrezione di glucosio attraverso l’urina, riducendone così i livelli plasmatici. La revisione, che sarà condotta dal Comitato di valutazione dei rischi per la farmacovigilanza (PRAC), è stata richiesta in seguito all’insorgenza di casi di chetoacidosi diabetica in pazienti con diabete di tipo 2 in trattamento con tali farmaci ed è stata avviata al fine di valutare il rischio di insorgenza di chetoacidosi diabetica. Tale patologia è una condizione grave che, solitamente, si sviluppa in pazienti con diabete di tipo 1, quando i livelli di insulina sono troppo bassi e, seppur raramente, può insorgere anche in pazienti con diabete di tipo 2. Essa può essere potenzialmente fatale ed è tipicamente caratterizzata da iperglicemia (glicemia>300 mg/dL), concentrazioni di bicarbonati inferiori a 15 mEq/L, e pH inferiore a 7,30, con chetonemia e chetonuria. La chetoacidosi diabetica è dovuta a una marcata carenza di insulina. Da ciò scaturisce una risposta compensatoria dell'organismo che, per la produzione di energia, passa ad un metabolismo di tipo lipidico con conseguente produzione di corpi chetonici . Questi ultimi, passando nel sangue, ne acidificano marcatamente il pH. I principali sintomi della chetoacidosi sono vomito, disidratazione, respirazione ansimante profonda, confusione mentale e coma. Nel maggio 2015, la FDA Adverse Event Report System (FAERS) ha condotto una ricerca in cui è documentato che, nel periodo marzo 2013/giugno 2014, sono stati identificati 20 casi di ospedalizzazioni per l’insorgenza di chetoacidosi diabetica in pazienti trattati con inibitori di SGLT-2 (1). Solitamente, la chetoacidosi non si osserva nei pazienti con diabete di tipo 2; infatti nelle note della FDA , tale evento viene definito come atipico in quanto i livelli di glucosio risultano solo leggermente elevati, mentre, in confronto, i pazienti con diabete di tipo 1 manifestano livelli di glucosio di gran lunga superiori. In riferimento a quanto detto, l’ EMA rivaluterà tutti i dati disponibili sul rischio di chetoacidosi diabetica associata ai farmaci inibitori SGLT2 e valuterà la necessità di cambiare le modalità di utilizzo di tali medicinali. Durante l’iter della revisione, gli operatori sanitari saranno informati per iscritto circa il rischio di chetoacidosi diabetica e circa le modalità di gestione di tale patologia.

Bibliografia:
1) Sacks GS, Rough S, Kudsk KA. Frequency and severity of harm of medication errors related to the parenteral nutrition process in a large university teaching hospital. Pharmacotherapy. 2009;29:966-74.

 

   

  

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