Comunicato stampa dell’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) in merito all’uso compassionevole di nivolumab.

In data 21/04/2015, l’AIFA, in accordo con l’Agenzia Europea dei Medicinali (EMA), ha emanato una nota informativa in merito all’uso compassionevole di nivolumab in II linea e successive per i pazienti con diagnosi di tumore al polmone squamocellulare non resecabile e/o metastatico.

Nivolumab è un anticorpo monoclonale che agisce bloccando il PD-1 (programmed cell death protein 1), un sistema di recettori espresso sulla superficie delle cellule T attivate. In seguito al legame delle cellule tumorali a questi recettori si verifica la disattivazione dei linfociti T, con conseguente crescita del tumore. Il blocco del PD-1 da parte di nivolumab consente l’attivazione delle cellule T, la proliferazione e l’infiltrazione linfocitaria nei tumori e, dunque, consente la regressione del tumore stesso (1).

In uno studio clinico di fase I, che ha arruolato 296 pazienti con melanoma avanzato, carcinoma polmonare non a piccole cellule, carcinoma della prostata, tumore delle cellule renali e del colon retto, sono state valutate la sicurezza, l’efficacia e la farmacocinetica di nivolumab somministrato ogni due settimane  alla dose di 0,1 a 10 mg per chilogrammo di peso corporeo. Nivolumab è risultato efficace in circa un paziente su quattro a fronte di un buon profilo di tollerabilità (1).

Uno studio clinico di fase II, a singolo braccio, condotto presso 27 centri in Francia, Germania, Italia e USA, ha valutato, invece, l’efficacia e la sicurezza di nivolumab (3 mg/kg ogni 2 settimane) in 117 pazienti con tumore polmonare squamocellulare non a piccole cellule, refrattario a molteplici trattamenti. Nivolumab ha mostrato una risposta clinicamente significativa; relativamente alla tollerabilità, 20 pazienti (17%) hanno presentato eventi avversi di grado 3-4, che includevano astenia, polmonite e diarrea. Questi dati supportano la valutazione di nivolumab in studi di fase III randomizzati e controllati (2).

A tal proposito, uno studio di fase III, randomizzato, in aperto e controllato, ha valutato l’efficacia e la sicurezza di nivolumab in pazienti con melanoma avanzato per i quali il trattamento con solo ipilimumab o con ipilimumab in associazione a un inibitore del B-Raf proto-oncogene (BRAF) aveva portato ad una progressione del tumore. I risultati hanno evidenziato la presenza di un numero maggiore di pazienti trattati con nivolumab responsivi al trattamento e meno effetti tossici rispetto ai regimi chemioterapici disponibili alternativi (3).

Vengono, infine, riportati nel documento pubblicato da AIFA il 21/04/2015 i risultati dello studio di fase III CheckMate-017 che ha confrontato nivolumab vs docetaxel in pazienti con tumore al polmone non a piccole cellule (NSCLC) squamocellulare metastatico in progressione, durante o dopo una I linea di chemioterapia contenente platino. I risultati hanno mostrato un aumento altamente significativo della sopravvivenza, con una overall survival (OS) mediana di 9,2 vs 6 mesi (HR=0,59; IC95% 0,44-0,79; p=0,00025) a favore del trattamento con nivolumab.

Alla luce di questi risultati e tenuto conto dello specifico setting terapeutico caratterizzato da prognosi infausta e limitate alternative terapeutiche, l’AIFA, l’Associazione Italiana Oncologia Medica (AIOM) e il Collegio Italiano Primari Oncologi Medici Ospedalieri (CIPOMO) hanno congiuntamente richiesto a Bristol Myers Squibb l’attivazione di un programma di uso compassionevole per nivolumab per tutti i pazienti italiani. L’Azienda si è resa disponibile a procedere all’immediata attivazione di tale programma e si è impegnata ad accogliere richieste per il trattamento di nuovi pazienti sino alla data di registrazione europea (EC decision).

Si ricorda che in Italia l’uso compassionevole dei farmaci e, dunque, l’accesso a terapie farmacologiche sperimentali per un uso al di fuori della sperimentazione clinica (DM 8 maggio 2003) è previsto per pazienti affetti da patologie gravi o rare o che si trovino in pericolo di vita, quando, a giudizio del medico, non vi siano ulteriori valide alternative terapeutiche.

Siti di riferimento:

http://www.agenziafarmaco.gov.it/

http://www.ema.europa.eu/ema/

http://www.agenziafarmaco.gov.it/it/content/normativa-di-riferimento-sperimentazione-clinica

Bibliografia

1.Topalian SL, Hodi FS, Brahmer JR, et al; Safety, activity, and immune correlates of anti-PD-1 antibody in cancer. N Engl J Med. 2012;366:2443-54.

2.Rizvi NA, Mazières J, Planchard D, et al; Activity and safety of nivolumab, an anti-PD-1 immune checkpoint inhibitor, for patients with advanced, refractory squamous non-small-cell lung cancer (CheckMate 063): a phase 2, single-arm trial. Lancet Oncol. 2015;16:257-65.

3. Weber JS, D'Angelo SP, Minor D et al; Nivolumab versus chemotherapy in patients with advanced melanoma who progressed after anti-CTLA-4 treatment (CheckMate 037): a randomised, controlled, open-label, phase 3 trial. Lancet Oncol.2015;16:375-84. 

   

  

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