Il Gruppo di Coordinamento per le Procedure Decentralizzate e di Mutuo Riconoscimento - Medicinali ad uso umano (CMDh) concorda con il rafforzamento delle restrizioni all’uso del valproato nelle donne gravide o in età fertile

In data 10/10/2014, come pubblicato sul nostro sito, l’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA), in accordo con l’Agenzia Europea dei Medicinali (EMA), ha divulgato un comunicato stampa relativo al rafforzamento delle restrizioni d’uso del valproato nelle donne gravide o in età fertile. Il valproato appartiene alla classe degli antiepilettici derivati degli acidi grassi; a tutt'oggi non è stato identificato un unico meccanismo d'azione di questo farmaco, ma sono state effettuate molteplici ipotesi relativamente al suo meccanismo d'azione. Si ipotizza che il valproato sia in grado di rafforzare la via GABAergica attraverso una debole inibizione dell'attività catalitica della GABA transaminasi, un enzima deputato alla metabolizzazione del GABA, un neurotrasmettitore inibitorio, determinando in tal modo un aumento delle sue concentrazioni nel sistema nervoso centrale. Un altro meccanismo d'azione ipotizzato per l'acido valproico è la sua capacità di favorire l'attività catalitica dell'enzima glutammatodecarbossilasi (GAD), deputato alla conversione del glutammato in GABA. Il valproato, secondo alcuni ricercatori, risulterebbe anche in grado di inibire la trasmissione eccitatoria del glutammato riducendo la conduttanza dei canali del sodio voltaggio-dipendenti e dei canali del calcio di tipo T (1-7). La revisione del valproato fa seguito alla pubblicazione di nuovi dati sui rischi di malformazioni in fase di sviluppo nei bambini esposti al valproato durante il periodo gestazionale. Tale revisione è stata effettuata in un primo momento dal Comitato di Valutazione del Rischio per la Farmacovigilanza (PRAC) che ha inviato le proprie raccomandazioni al CMDh che ha adottato una posizione definitiva. Infatti, il CMDh, organismo regolatorio che rappresenta gli Stati Membri dell’Unione Europea, ha reso noto che concorda con il rafforzamento delle raccomandazioni sull’uso dei farmaci a base di valproato a causa del rischio di malformazioni nei bambini esposti al valproato nel periodo gestazionale. Ai medici dell’Unione Europea è stato attualmente consigliato di non prescrivere il valproato per trattare l’epilessia o il disturbo bipolare nelle donne in età fertile a meno che altri trattamenti non siano risultati inefficaci o non tollerati. Le donne per cui il valproato rappresenta l’unica scelta terapeutica devono essere esortate ad utilizzare metodi contraccettivi efficaci e la terapia deve essere iniziata e supervisionata da un medico esperto nel trattare queste condizioni. Si precisa che le donne già in trattamento non devono smettere di assumere il farmaco senza prima consultare il proprio medico. Tali raccomandazioni fanno seguito a una revisione di studi che hanno dimostrato l’esistenza del rischio fino al 30-40% di alterazioni nello sviluppo in bambini di età prescolare esposti al valproato in utero, incluso ritardo nell’attività motoria e nel linguaggio, problemi di memoria e ridotta abilità intellettiva. Inoltre, è noto che i bambini esposti al valproato durante il periodo gestazionale, presentano un aumentato rischio di sviluppare disturbi caratteristici dell’autismo nell’infanzia. D’altra parte, ci sono dati limitati che suggeriscono che i bambini esposti al valproato in utero possano avere una maggiore probabilità di sviluppare sintomi di disturbo da deficit di attenzione/iperattività (ADHD) (8). Questi problemi si sommano ai ben noti effetti teratogeni del valproato quali difetti del tubo neurale e palatoschisi (9, 10). Sulla base di tali evidenze, l’EMA raccomanda ai medici di assicurarsi che le loro pazienti siano adeguatamente informate sul rischio legato all’assunzione di valproato durante la gravidanza e sottolinea quindi la necessità di rivalutare periodicamente il trattamento nelle donne in età fertile, nonché riesaminare il rapporto rischio/beneficio dei farmaci a base di valproato in tutte le donne in età fertile.

Bibliografia

1. Johannessen CU. Mechanisms of action of valproate: a commentatory. Neurochem Int. 2000;37:103-10.

2. Davis R, Peters DH, McTavish D. Valproic acid. A reappraisal of its pharmacological properties and clinical efficacy in epilepsy. Drugs. 1994;47:332-72.

3. Löscher W. Valproate: a reappraisal of its pharmacodynamic properties and mechanisms of action. Prog Neurobiol. 1999;58:31-59.

4. Löscher W. Basic pharmacology of valproate: a review after 35 years of clinical use for the treatment of epilepsy. CNS Drugs. 2002;16:669-94.

5. Stephen LJ. Drug treatment of epilepsy in elderly people: focus on valproic Acid. Drugs Aging. 2003;20:141-52.

6. Perucca E. Pharmacological and therapeutic properties of valproate: a summary after 35 years of clinical experience. CNS Drugs. 2002;16:695-714.

7. Bruni J, Wilder BJ. Valproic acid. Review of a new antiepileptic drug. Arch Neurol. 1979;36:393-8.

8. Christensen J. Prenatal valproate exposure and risk of autism spectrum disorders and childhood autism. JAMA. 2013 Apr 24;309:1696-703.

9. Roullet FI, Lai JK, Foster JA. In utero exposure to valproic acid and autism-a current review of clinical and animal studies. Neurotoxicol Teratol. 2013;36:47-56.

10. Kulza M et al. Valproic acid concentration in the blood serum of pregnant women and umbilical cord blood in relation to the condition of the newborn--case studies. Przegl Lek. 2013;70:842-47.

Siti di riferimento:

http://www.ema.europa.eu/ema

http://www.farmacovigilanza.unina2.it

   

  

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