STUDIO DI COSMETOVIGILANZA NEI PAESI BASSI

Lidia Sautebin e Francesca Santilli - Dipartimento di Farmacia, Università di Napoli Federico II.
 
In un articolo pubblicato su Contact Dermatitis (Cont Derm 2013: 68: 139–148), gli Autori Joanne G. W. Salverda, Peter J. C. Bragt, Lianne de Wit-Bos, Thomas Rustemeyer, Pieter Jan Coenraads, Ron. A. Tupker, Lia C. M. Kunkeler, Anna-Marijke Laheij-de Boer, Harma J. Stenveld, Cees J. W. van Ginkel, Myrna W. Kooi, François. C. Bourgeois, Teetske F. van Gorcum, Jacqueline G. M. van Engelen, Remmelt van Dijk, Judith de Graaf, Ge´ A. Donker, Cees de Heer e Derk Bruynzeel hanno analizzato i risultati di uno studio di cosmetovigilanza condotto nei Paesi Bassi, di cui riportiamo la traduzione.
 
I cosmetici sono costituiti da un ampio range di prodotti per l’igiene e la cura della persona ed includono prodotti per bagno e doccia, profumi, deodoranti e creme per il corpo. Molte persone utilizzano i cosmetici quotidianamente per curare l’igiene, la bellezza, la pulizia e la protezione del corpo.
In Europa la sicurezza dei prodotti cosmetici è stata garantita dalla Direttiva Europea 76/768/CEE, poi sostituita a luglio 2013 dal Regolamento europeo per i prodotti cosmetici EC N. 1223/2009 (1, 2). Tale legislazione richiede ai produttori di garantire la sicurezza dei prodotti cosmetici quando utilizzati in condizioni normali o ragionevolmente prevedibili, e alle Autorità Nazionali competenti di sorvegliare il mercato nazionale e il rispetto del Regolamento.
Nonostante la presenza di una Legislazione europea sui cosmetici e la sua costante applicazione, i consumatori possono manifestare reazioni avverse (effetti indesiderabili) dovute all’uso di cosmetici. Tali reazioni sono principalmente localizzate sulla pelle, e includono eritema, prurito, desquamazione e bruciore. Possono verificarsi, inoltre, più raramente gravi reazioni, come ustioni, formazione di vesciche, perdita di capelli, o anche perdita di coscienza. Gli effetti indesiderati più comuni sono dermatiti allergiche da contatto e dermatiti da contatto di tipo irritante (3-5). E’ stato verificato, inoltre, che le fragranze e i conservanti contribuiscono notevolmente all’insorgenza di dermatiti allergiche da contatto (6-9).
Gli effetti indesiderabili causati dai prodotti cosmetici possono portare a disturbi acuti e/o cronici, per tale motivo il Consiglio d'Europa nel 2006 ha adottato una Risoluzione in cui raccomandava agli Stati membri di attuare un sistema di registrazione degli effetti indesiderati dovuti all’uso di cosmetici (cosmetovigilanza), diretto a proteggere la salute pubblica (6). Per rispondere a tale richiesta, la Netherlands Food and Consumer Product Safety Authority (NVWA, Autorità dei Paesi Bassi per la Sicurezza dei Prodotti Alimentari e di Consumo) ha richiesto al National Institute for Public Health and the Environment (RIVM, Istituto Nazionale per la Salute Pubblica e Ambientale) di realizzare un progetto pilota per monitorare e valutare i reports di effetti indesiderabili dovuti all’uso dei cosmetici. Il progetto pilota, denominato Consumer Exposure, Skin Effects and Surveillance (CESES, Esposizione dei Consumatori, Effetti sulla Pelle e Sorveglianza), ha fornito una visione d’insieme degli effetti indesiderabili attribuibili ai prodotti cosmetici. I dati ottenuti potrebbero contribuire alla valutazione dell’attuale Legislazione europea sui cosmetici e a fornire un’adeguata protezione dei consumatori.
Il progetto ha permesso di raccogliere segnalazioni riguardanti gli effetti indesiderabili causati dai prodotti cosmetici, di individuare i prodotti e gli ingredienti che causano tali effetti, e di allertare la NVWA nei casi di un potenziale problema per la salute. Il progetto ha permesso di creare un forum per lo scambio d’informazioni con le parti interessate, ovvero consumatori, medici di medicina generale, dermatologi, agenti governativi, e ispettorati (10).
In quest’articolo, gli Autori hanno descritto com’è stato istituito il progetto CESES, e hanno fornito una panoramica degli effetti indesiderabili, attribuibili ai prodotti cosmetici, segnalati nel periodo compreso tra luglio 2009 e maggio 2011.
 
Metodi
Partecipazione di medici di medicina generale e dermatologi
Gli effetti indesiderabili attribuibili ai prodotti cosmetici sono stati registrati dai medici di medicina generale e dai dermatologi nel periodo compreso tra luglio 2009 e maggio 2011. I medici di medicina generale hanno partecipato alla Continuous Morbidity Registration (CMR, Registrazione Continua della Morbilità) utilizzando il Sentinel GP Network of the Netherlands Institute for Health Services Research (NIVEL, Network dell’Istituto dei Paesi Bassi per la Ricerca sui Servizi Sanitari). Tale network comprendeva 61 medici di medicina generale operanti in 42 diversi ambiti, rappresentativi per età, sesso, distribuzione geografica e densità di popolazione dei Paesi Bassi.
I pazienti coinvolti in questo progetto rappresentavano lo 0,8% della popolazione olandese, e erano distribuiti in modo uniforme in tutto il paese (vedere anche il sito www.nivel.nl.). Nei due anni del progetto, i medici di medicina generale hanno riferito regolarmente il verificarsi di effetti indesiderabili indotti da prodotti cosmetici (11,12). Anche i dermatologi hanno contribuito al progetto pilota CESES, infatti, nel luglio 2009, hanno partecipato al progetto quattro centri dermatologici, ai quali se ne sono aggiunti altri tre nel luglio 2010. I centri dermatologici partecipanti includevano tre ospedali universitari, ospedali periferici (St Antonius Hospital, Reinier de Graaf Hospital e Deventer Hospital), e un centro di riferimento per le malattie della pelle indotte da attività lavorative (Centrum voor Huid en Arbeid). I centri sono stati selezionati tra tutti quelli presenti nei Paesi Bassi, in modo da coprire sia le aree urbanizzate sia quelle rurali. Per diagnosticare gli effetti indesiderabili e le loro potenziali cause, i dermatologi hanno eseguito sui pazienti patch test con serie di base europee (più alcune sostanze aggiuntive, tra cui methylisothiazolinone (MI) ad una concentrazione di 0,05% in acqua, prodotti cosmetici, e, quando necessario, anche specifiche serie di test cosmetici). I patch test sono stati applicati sulla parte superiore del dorso per due giorni (48 h) utilizzando Van der Bend®square chambre (Brielle, The Netherlands) e Fixomull stretch® (Beiersdorf, Germany). La lettura dei test è stata effettuata al 2° e 3° giorno, e in alcuni casi, anche al 6° e 7° giorno, da dermatologi esperti che hanno seguito le linee guida dell’International Contact Dermatitis Research Group. In alcuni casi il risultato dei patch test standard non è stato sufficiente per identificare la causa di un effetto indesiderabili, per tale motivo i dermatologi hanno richiesto alla NVWA di ottenere campioni degli specifici ingredienti contenuti nei prodotti cosmetici dalla società responsabile dell’immissione del prodotto sul mercato.
Report dei consumatori
Il progetto CESES comprendeva anche la raccolta di segnalazioni effettuate dai consumatori, attraverso l’utilizzo di un questionario on line presente sul sito internet www.cosmeticaklachten.nle lanciato dal RIVM. I consumatori hanno potuto effettuare segnalazioni anche telefonando al call center della NVWA. Per creare nei consumatori la consapevolezza dei possibili rischi d’uso dei cosmetici, è stata condotta una campagna mediatica fatta di notizie, interviste (giornali, radio e televisione), pubblicità on line, articoli in riviste femminili, e opuscoli dispensati in occasione di fiere e convegni.
Questionario
Tutti i partecipanti (medici di medicina generale, dermatologi, e consumatori) sono stati invitati a compilare un questionario sugli effetti indesiderabili dovuti all’uso di prodotti cosmetici. Il questionario comprendeva:
  • informazioni generali (età, sesso, professione, familiarità con i disturbi della pelle e allergie);
  • descrizione, regione del corpo in cui si è manifestata la reazione e sua gravità;
  • diagnosi e trattamento;
  • descrizione dettagliata del cosmetico potenzialmente responsabili della reazione, che include marca, lotto, scadenza e punto vendita.
Sono state effettuate anche domande specifiche ai diversi gruppi di partecipanti:
  • ai pazienti è stato chiesto se avevano consultato un medico o un dermatologo;
  • ai medici di medicina generale è stato chiesto se avevano inviato i pazienti da un dermatologo;
  • ai dermatologi è stato chiesto di riportare i risultati dei patch test eseguiti sia secondo serie di base europee che con ingredienti specifici presenti nei lotti di cosmetici.
Le risposte fornite sono state supervisionate da un dermatologo senior per maggior completezza dell’indagine. La relazione causa-effetto è stata stabilita secondo il modello fornito da Cosmetic Europe (13, 14).
Valutazione
Tutti i report sono stati analizzati dal RIVM. I casi in cui non erano riportate informazioni specifiche sul prodotto o che non erano concernenti un prodotto cosmetico sono stati eliminati. Casi gravi come perdita di capelli, formazione di vesciche, problemi respiratori, perdita di coscienza, vertigini, ustioni della pelle e nausea, o casi di numerosi effetti indesiderabili attribuiti allo stesso cosmetico, sono stati segnalati alle Autorità nazionali competenti.
 
Risultati
Casi riportati
Nel periodo compreso tra luglio 2009 e maggio 2011, sono stati segnalati 1294 casi di effetti indesiderabili attribuibili ai cosmetici da parte dei consumatori, 153 casi dai medici di medicina generale e 163 casi dai dermatologi partecipanti. Il 38% dei consumatori (n. soggetti 494) segnalanti ha consultato il proprio medico e il 12% (n. soggetti 158) ha consultato un dermatologo per sottoporsi a ulteriori trattamenti o a patch test diagnostici. Prima di prendere in considerazione l’ipotesi di consultare il medico il 62% (n. soggetti 797) dei consumatori ha trattato la zona colpita dalla reazione con una crema lenitiva, inoltre il 17% (n. soggetti 205) ha segnalato la reazione al rivenditore e il 10% (n. soggetti 120) ha contattato il produttore.
Nella maggior parte dei casi, i produttori erano apparentemente inconsapevoli di reazioni cutanee causate dai prodotti cosmetici. Gli Autori hanno evidenziato, inoltre, che il numero di reports è aumentato dopo ogni evento della campagna mediatica lanciata per creare sensibilizzazione dei consumatori (dati non riportati).
Tra i soggetti coinvolti (età media di ~ 41 anni) sono state riportate molte più segnalazioni dalle donne (78-91% delle segnalazioni) che dagli uomini. Le segnalazioni ricevute hanno compreso una fascia d’età molto ampia compresa tra 1-92 anni. Un numero considerevole di consumatori (15-26%) aveva familiarità con una malattia della pelle come l’eczema o la dermatite atopica, e il 20-39% aveva un'allergia di fondo (ad esempio polline, metalli, o alimenti).
Localizzazione e sintomi
Le reazioni avverse riportate riguardavano varie aree del corpo e si presentavano simultaneamente anche in più punti. I reports di pazienti, medici e dermatologi hanno evidenziato che le aree del corpo più colpite erano le palpebre, il contorno occhi, il viso ed il collo. Le reazioni a livello delle mani sono state riportate principalmente dai dermatologi (17%, n. 49). Generalmente la regione del corpo affetta dalla reazione era direttamente correlata al sito di applicazione del prodotto. Le reazioni più diffuse erano eritema e prurito. Il dolore è stato segnalato nel 2% delle segnalazioni riportate dai dermatologi e nel 6% di quelle riportate dai consumatori. Effetti indesiderabili gravi, come perdita di capelli, formazione di vesciche, problemi respiratori, vertigini, ustioni della pelle e nausea, sono stati riportati nell’1-4% dei casi riportati. Sono stati segnalati, inoltre, due casi di perdita di coscienza: uno è stato segnalato da un medico di medicina generale e riguardava una tintura per capelli; un altro è stato riportato da un dermatologo e riguardava un prodotto per la decolorazione dei capelli. È stato dimostrato, inoltre, che gli effetti indesiderabili si manifestano rapidamente, ovvero in circa 30 min, come riportato dal 16% (n. 202) dei consumatori e dal 6% (n. 8) dei medici. La maggior parte dei report effettuati dai dermatologi non includevano informazioni circa il tempo intercorso tra il momento dell’esposizione e l’insorgere della reazione.
Categorie di prodotti oggetto di segnalazioni
I prodotti maggiormente imputati di causare reazioni sono stati i prodotti per il make-up e gli idratanti. Gli effetti indesiderati attribuibili ai prodotti per il make-up sono stati riportati principalmente dai medici e dai consumatori, e generalmente erano dovuti ad ombretti, mascara e struccanti. Gli idratanti, invece, erano principalmente lozioni per il corpo e creme per il viso da giorno e da notte. In totale il 13% (n. 42) dei prodotti per il viso segnalati dai consumatori erano creme per il contorno occhi, e il 12% (n. 8) degli idratanti segnalati dai dermatologi erano unguenti non profumati. I dermatologi, rispetto ai consumatori e ai medici, hanno riportato un maggior numero di segnalazioni relative a prodotti per la cura dei capelli (23%, n. 51) e ai saponi (22%, n. 49). Di tali segnalazioni gli shampoo rappresentavano i prodotti più segnalati (82%, n. 42) tra quelli per capelli, e i prodotti per il bagno e la doccia, quelli più segnalati (61%, n. 30) tra i saponi. Le tinture per capelli rappresentavano il 6% delle segnalazioni effettuate dai medici e il 4% di quelle effettuate dai dermatologi. Nonostante sia noto che gli ingredienti delle fragranze siano noti allergeni, i prodotti idroalcolici come i profumi sono stati menzionati come possibili cause di reazioni solo nel 2-3% dei casi riportati.
Risultati dei patch test
Nel 96% (n. 156) dei casi riportati dai dermatologi sono stati effettuati patch test diagnostici eseguiti secondo le serie di base europee. Molti pazienti (97%, n. 151) sono risultati positivi ai test per uno o più allergeni/sostanze/prodotti. Gli allergeni che hanno dato il maggior numero di esiti positivi nei test sono stati l’isotiazolinone (23%), il mix di fragranze di tipo I (21%), il cocamidopropyl betaine (CAPB; 21%) e il mix di fragranze di tipo II (18%). Il colorante per tinture para-fenilendiammina e l’ingrediente per fragranze hydroxyisohexyl 3-cyclohexene carboxaldehyde (HICC), hanno causato rispettivamente il 9% e il 6% di esiti positivi nei pazienti testati. Il quaternium 15 e la formaldeide, hanno causato rispettivamente il 4% e il 3% di esiti positivi nei pazienti testati. Sulla base dei risultati ottenuti è stato valutato il nesso di causalità tra la reazione avversa e il cosmetico utilizzato. Nei casi in cui l'allergene che aveva dato positività nei test era un ingrediente del prodotto cosmetico segnalato, il nesso di causalità è stato ritenuto probabile o molto probabile. Nei casi in cui il prodotto imputato non conteneva nessun allergene a cui il soggetto risultava positivo, il nesso di causalità è stato ritenuto improbabile. Tuttavia, il nesso di causalità non è stato stabilito in quei casi in cui non è stato fornito l’elenco degli ingredienti contenuti nel prodotto, o se il dermatologo non aveva riportato un chiarimento circa il nesso di causalità ipotizzato. Il nesso di causalità non è stato valutato in caso di risultati positivi dei test per allergeni quali solfato di nichel, metildibromo glutaronitrile (MDBGN), e cloruro di cobalto. Secondo gli Autori, infatti, tali risultati vanno valutati cautamente, poiché si tratta di sostanze vietate nei cosmetici.
I dermatologi hanno anche richiesto un elenco completo degli ingredienti presenti negli specifici lotti di cosmetici utilizzati da 62 pazienti (38%). L’NWMA, di conseguenza, ha ottenuto tale elenco dai produttori, ma solo per i prodotti utilizzati da 20 pazienti (32%).
Dei pazienti sopraindicati, 15 (75%) sono risultati positivi per uno o più ingredienti presenti nei campioni cosmetici, nello specifico tensioattivi/emulsionanti (in 7 casi), sostanze aromatiche (in 4 casi) e conservanti (in 3 casi). Tre dei 15 pazienti risultati positivi hanno sviluppato una reazione a copolimeri/cross-polimeri che includono i C30-38 usati in schermi solari.
Diagnosi
Basandosi sulla storia clinica e sui risultati dei patch test diagnostici, ai pazienti è stata diagnostica una dermatite allergica da contatto (56%, n. 86) o una combinazione di dermatite allergica da contatto e dermatite atopica (19%, n. 29). A 14 (9%) pazienti è stata diagnosticata una combinazione di dermatite da contatto allergica ed irritante. A nessun paziente è stata diagnosticata esclusivamente una dermatite irritante da contatto.
Nesso di causalità e notifiche
La valutazione del nesso di causalità ha dimostrato che esso era improbabile, discutibile o sconosciuto nel 18% dei casi (n. 30) riportati dai dermatologi, ma era confermato e valutato come probabile nel 52% dei casi (n. 84) e come molto probabile nel 30% dei casi (n. 49).
Il RIVM, inoltre, ha notificato alla NVWA le reazioni causate da sei specifici cosmetici. Il RIVM, infatti, per tali casi, aveva ricevuto un considerevole numero di segnalazioni su uno specifico lotto di prodotto cosmetico, o aveva considerato la gravità degli effetti indesiderabili riportati tale da allertare la NVWA. La NVWA, di conseguenza, ha contattato il produttore o l’importatore per i Paesi Bassi, per effettuare un'ispezione del fascicolo di sicurezza. I controlli non hanno portato al ritiro del prodotto dal mercato, ma in un caso, il produttore ha considerato l’ipotesi di riformulazione dei prodotti.
 
Discussione
Dato che i prodotti cosmetici hanno un mercato globale, i risultati del CESES sono stati confrontati con i risultati di altri sistemi di cosmetovigilanza nell’UE. Vari sistemi di cosmetovigilanza sono operativi in Norvegia, Svezia, Belgio, Danimarca, Germania, Francia e Italia (3, 15-21). Tali Sistemi possono distinguersi per:
-         metodo di registrazione (volontaria o per obbligo di legge);
-         i partecipanti (dermatologi, farmacisti, dentisti o consumatori);
-         le Agenzie responsabili del sistema di cosmetovigilanza (governo, sanità pubblica, associazione di consumatori, o industrie).
Secondo le conoscenze degli Autori, il progetto CESES è il primo sistema di cosmetovigilanza che comprende anche un sito web dedicato alla raccolta di segnalazioni inviate dai consumatori. Anche se tali segnalazioni non sono convalidate dal medico professionista, e si basano sulla percezione dei consumatori, esse forniscono comunque indicazioni circa il verificarsi di effetti indesiderabili attribuibili a prodotti cosmetici, e permettono di prestare maggiore attenzione ad uno specifico cosmetico o ad un ingrediente. Dal 2003, inoltre, il Netherlands Pharmacovigilance Centre (Lareb, Centro di Farmacovigilanza dei Paesi Bassi) ha anche raccolto le segnalazioni dei pazienti circa gli effetti indesiderabili causati da farmaci. Il Lareb ha sottolineato che le segnalazioni dei consumatori hanno fornito un prezioso contributo, che si aggiunge a quello fornito dai reports inviati dalle varie figure professionali (22).
Dall’inizio del progetto CESES, nel luglio 2009, fino a maggio 2011, il RIVM ha ricevuto più di 1.600 segnalazioni (~ 73 relazioni/ mese) di effetti indesiderabili attribuibili a prodotti cosmetici. Dalle relazioni dei medici di medicina generale è stato stimato chenei Paesi Bassi circa 22 000 individui (considerando i 16,7 milioni di abitanti registrati) hanno consultato un medico di famiglia a causa di effetti indesiderabili, di tipo cutaneo, attribuiti ai prodotti cosmetici. I report dei consumatori hanno dimostrato che nel 38% dei casi (n. 494) è stato consultato un medico, quindi, ciò implica che, annualmente, nei Paesi Bassi circa 60 000 persone hanno effetti indesiderabili attribuibili ai cosmetici. Molto probabilmente, secondo gli Autori, questa è una sottostima dei dati poiché molti consumatori non consultano un medico o un dermatologo, poiché spesso la reazione non è grave e sparisce con la sospensione del prodotto, o grazie ad un’automedicazione. I consumatori, inoltre, tendono a non consultare un operatore sanitario, anche in casi di reazioni gravi. Risulta, infatti, da un sondaggio condotto su richiesta del Consiglio d’Europa nel periodo 2002-2005, che solo il 25-36% delle persone ha consultato un medico in caso di effetti indesiderabili (6). Il problema degli effetti indesiderabili connessi ai prodotti cosmetici è sottovalutato, infatti, non tutti i consumatori sono disposti a riferire le reazioni, per tale motivo, il progetto CESES ha previsto una campagna di sensibilizzazione, e una maggiore attività dei media, che ha determinato un aumento diretto del numero di segnalazioni.
È risultato, inoltre, che un numero considerevole di segnalatori ha riferito di essere affetto da un'allergia (20-39%) o da una malattia della pelle (15-26%). Queste percentuali risultano superiori rispetto a quelle indicate nella Review di Wijnhoven et al. (23), probabilmente perché le reazioni indesiderate ai prodotti cosmetici si verificano più frequentemente nei pazienti con dermatite da contatto o dermatite atopica (24). Inoltre, le persone con un’allergia o una malattia della pelle possono anche essere più inclini a riferire di effetti indesiderabili su un sito web o a consultare un medico per ulteriori diagnosi. Le quattro tipologie di prodotti cosmetici più frequentemente riportati sono stati gli idratanti, i prodotti per il make-up, i prodotti per la cura dei capelli e i saponi. Le creme per il contorno occhi e gli unguenti non profumati costituiscono una specifica sottocategoria di idratanti, spesso oggetto di segnalazione da parte dei consumatori e dei dermatologi. L’alto numero di effetti indesiderabili attribuibili agli idratanti risulta in linea con i risultati di altri sistemi di cosmetovigilanza (3, 6, 15, 17, 25-27). La maggior parte degli effetti indesiderabili attribuibili a prodotti per il make-up riguarda quelli utilizzati su palpebre e contorno occhi, il che è in accordo con altri studi (24, 25).
Come risulta anche in altri sistemi di monitoraggio (3, 15, 17, 21, 24, 26), la maggior parte degli effetti indesiderabili sono stati riportati dalle donne, e ciò può essere spiegato dal fatto che le donne hanno un elevato livello di utilizzo di tali prodotti. Cosmetici come quelli per il make-up e le creme per la pelle, inoltre, sono principalmente usati dalle donne. Le donne sono anche più inclini a cercare assistenza medica e a riportare gli effetti sulla salute. Inoltre, sensibilizzazione della pelle e dermatite allergica da contatto sono più comuni nelle donne (24, 26, 28, 29).
Tra i pazienti sottoposti a patch test effettuati con serie di base europee, il 23% (n. 34) ha reagito agli isotiazolinoni (MI o una miscela di methylchloroisothiazolinone (MCI) e MI). Nel 47% dei casi (16/34), gli isotiazolinoni sono risultati essere il nesso di causalità tra l'effetto indesiderabile e il prodotto cosmetico. MI, MCI e MCI / MI sono potenti sensibilizzanti e sono ampiamente usati come conservanti nei prodotti di consumo, come prodotti per la pulizia domestica e prodotti cosmetici (23, 30, 31). La miscela MCI / MI (in rapporto 3:1) è consentita nei prodotti cosmetici fino ad un concentrazione massima di 0,0015%, mentre il MI è consentito ad una concentrazione massima dello 0,01% (1, 32).
Dal 2005, la miscela MCI / MI è stata spesso sostituita dal solo MI per ridurre la prevalenza di dermatite allergica da contatto causata da conservanti. Il MI, però, è un conservante più debole, quindi, viene associato ad un altro conservante, come ad esempio il fenossietanolo, che è un allergene raro utilizzato soprattutto in prodotti per la cura della pelle (9). Recenti case report hanno dimostrato anche che il solo MI può indurre dermatiti allergiche da contatto (31, 33, 34). La combinazione tra la potenza degli allergeni e l’uso frequente in prodotti di consumo, significa che l'esposizione al MI e alla miscela MCI / MI comporta un rischio elevato di sviluppare dermatite allergica da contatto (35), e soprattutto dermatiti professionali (31, 35).
I risultati del progetto CESES e altri studi (31, 34, 36-38), hanno indicato la necessità di un attento monitoraggio della prevalenza di dermatite allergica da contatto MI-indotta. Un recente studio (39) ha mostrato, inoltre, che un numero considerevole di pazienti ha reagito a una concentrazione di MI 20 volte inferiore a quella consentita in cosmetica, e, quindi, ha evidenziato che la concentrazione consentita di MI nei prodotti cosmetici dovrebbe essere ridotta rispetto a quanto previsto attualmente.
Le fragranze sono note sostanze allergeniche presenti nei prodotti cosmetici (9, 27, 40). Le stime indicano che l’1,0-4,2% della popolazione generale risulta sensibile agli ingredienti delle fragranze, infatti, l’allergia ai profumi, come quella ai conservanti, è una causa frequente di effetti indesiderabili dei prodotti cosmetici (41, 42). Nel progetto CESES, il 21% dei pazienti sottoposti a patch test ha reagito al mix di fragranze I, e il 18% ha avuto una reazione positiva al mix di fragranze II. È noto, tuttavia, che possono verificarsi molto comunemente reazioni falsamente positive al mix I e al mix II. A tal proposito, è importante sottolineare che, nella maggior parte delle reazioni positive al mix I o al mix II, vengono eseguiti ulteriori test con i singoli ingredienti dei due mix. La diagnosi di allergia ad una fragranza è basata non solo su una reazione positiva alla mix I e/o al mix II, ma anche sulla storia clinica del paziente e sulle reazioni ai singoli ingredienti delle fragranze e a marcatori. Nel progetto pilota CESES, il 6% (n. 9) dei pazienti testati con la serie europea di riferimento è risultato positivo per l’ingrediente di alcune fragranze noto come HICC. In merito a tale sostanza, lo Scientific Committee on Consumer Safety (SCCS, Comitato Scientifico per la Sicurezza dei Consumatori, CSSC) ha riferito che essa risulta responsabile di un numero considerevole di casi di dermatite allergica da contatto a partire dal 1999 (43). Sulla base di queste informazioni, il Comitato Scientifico ha stabilito il suo divieto d’uso nei prodotti di consumo.
Secondo gli Autori è stato interessante notare che, anche se le fragranze sono usate in vari prodotti cosmetici (idratanti, saponi, deodoranti e profumi), ci sono stati pochi report relativi ai profumi, quali causa di effetti indesiderabili. Forse i consumatori sono consapevoli del potenziale allergenico dei profumi, e lo spruzzano sui loro vestiti piuttosto che direttamente sulla pelle. Un’altra spiegazione è che l’esposizione attraverso creme profumate e lozioni è superiore rispetto a quella ai profumi.
Un altro dato interessante da valutare è la reazione positiva al CAPB nel 21% (n. 32) dei pazienti testati con la serie europea di base. Il CAPB è un detergente sintetico ampiamente utilizzato in prodotti cosmetici come shampoo, maschere per capelli e struccanti (44, 45). Le proprietà sensibilizzanti del CAPB sono oggetto di un dibattito scientifico. Uno studio recente ha dimostrato che i patch test per il CAPB hanno prodotto un gran numero di reazioni falsamente positive (46).
I risultati dei patch test con specifici ingredienti contenuti nei prodotti hanno mostrato che 3 dei 15 pazienti risultati positivi hanno sviluppato una reazione a copolimeri/cross-polimeri che includono i C30-38 usati in schermi solari. I copolimeri/cross-polimeri sono utilizzati in prodotti cosmetici per ottenere la formazione di film, aumento della viscosità, stabilizzazione delle emulsioni e aumento delle proprietà di fissaggio dei capelli (32, 47). Le proprietà allergeniche di queste sostanze, tuttavia, sono ancora sconosciute. I risultati CESES sono in linea con un recente studio (48) che descrive diversi casi di dermatite allergica da contatto attribuibile a un co-polimero contenuto in un solare. La componente sensibilizzante di tali sostanze non è stata identificata, e, per tale motivo, sono necessarie ulteriori indagini sul loro potenziale allergenico (7, 47).
I risultati positivi dei patch test per solfato di nichel, MDBGN e cloruro di cobalto dovrebbero essere interpretati con cautela, perché l'uso di questi allergeni nei prodotti cosmetici è proibito. I risultati positivi possono essere la conseguenza dell’esposizione storica. Tuttavia, tracce di nichel possono essere presenti nei cosmetici decorativi e negli strumenti per l’applicazione, come i pennelli del mascara. La causa più probabile di allergia al nichel è, infatti, l’uso di alcuni gioielli. Nel 2007, in un aggiornamento della Direttiva 76/768/CEE, è stato stabilito il divieto d’uso di MDBGN nei cosmetici, e, dal giugno 2008, i prodotti contenenti MDBGN non sono più presenti sul mercato. L’esposizione all’MDBGN attraverso prodotti cosmetici potrebbe derivare dall'uso di prodotti fabbricati prima del divieto, esso, inoltre, è ancora usato in altri prodotti di consumo.
Sarebbe stato interessante approfondire lo studio CESES eseguendo ulteriori patch diagnostici, ma la configurazione del progetto non lo ha previsto, ciò, quindi, potrebbe essere possibile in un nuovo progetto. Nel complesso, il progetto pilota CESES ha mostrato di fornire preziose informazioni sui sintomi e la localizzazione di effetti indesiderabili dovuti ai prodotti cosmetici. Il progetto, inoltre, ha contribuito all’identificazione dei prodotti e degli ingredienti che causano effetti indesiderabili. Secondo gli Autori un sistema di cosmetovigilanza è uno strumento importante per ottenere informazioni sulla sicurezza degli ingredienti cosmetici e potrebbe essere utilizzato per valutare se l’attuale legislazione UE sui cosmetici prevede un’adeguata protezione. Sulla base dell’esperienza acquisita e grazie alla positiva valutazione del CESES come strumento per il monitoraggio degli effetti indesiderabili dei prodotti cosmetici, la Netherlands Food and Consumer Product Safety Authority e il Ministero per la Salute, il benessere e lo sport hanno deciso di continuare la registrazione di effetti indesiderabili nel 2012.
 
Bibliografia
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