DANISH ENVIRONMENTAL PROTECTION AGENCY (DEPA): PRESENZA DI PPD E DI PTD NELLE TINTURE PER CAPELLI.

Lidia Sautebin - Dipartimento di Farmacia (ex Dip.to di Farmacologia Sperimentale), Università di Napoli Federico II.

L’Agenzia danese per la protezione dell’ambiente (DEPA, Danish Environmental Protection Agency) ha recentemente pubblicato un dossier, che riporta i risultati di un progetto finalizzato al monitoraggio degli effetti riguardanti la presenza di p-fenilendiammina (PPD), p-toluenediammina (PTD) e di sostanze allergeniche nelle tinture per capelli.
Il progetto è stato eseguito dai membri del FORCE Technology (Istituzione Indipendente senza scopo di lucro approvata dal Ministero danese degli Affari e dell'Industria):
- Pia Brunn Poulsen, responsabile del progetto e della valutazione d’indagine e di rischio;
- Bjorn Erik e Susan Geschke, responsabili delle analisi chimiche;
- Maria Strandesen, responsabile della garanzia della qualità.
Il progetto è stato supervisionato da Louise Fredsbo Karlsson, Lærke Ambo Nielsen e Bettina Ørsnes Andersen della DEPA, ed è stato ultimato nel periodo giugno 2011/novembre 2012. I prodotti analizzati sono stati acquistati su internet o ottenuti da produttori e distributori nel periodo luglio 2011/novembre 2011.
L’Agenzia, è arrivata alla conclusione che, sono in commercio, in Danimarca, circa 4.000 diverse tinture per capelli (prendendo in considerazione tutti i possibili colori e tonalità), di cui sono state prese in considerazione circa 365 (206 tinture per uso professionale e 159 per uso domestico), e ne è stata valutata la composizione dichiarata sulla confezione.
L’Agenzia ha creato un database, inserendo tutti gli ingredienti, elencati insieme ad altre informazioni (tipo di tinture per capelli, per uso professionale o privato, e così via).
Lo scopo dell'indagine, oltre a quello di raccogliere informazioni sulle tinture per capelli presenti sul mercato danese, era di prestare particolare attenzione all’eventuale presenza di PPD, PTD, dei loro sali o derivati, e di sostanze con estremo, forte o moderato potenziale di sensibilizzazione. E’ stato verificato, inoltre, se esistessero tinture permanenti per capelli senza PPD, PTD, sali e derivati e, in generale, se fossero disponibili sul mercato danese tinture prive di sostanze con estremo, forte, o moderato potenziale di sensibilizzazione. L’ultimo obiettivo dell’indagine, infine, era di poter fornire qualche consiglio ai consumatori sulla scelta delle tinture per capelli da utilizzare, al fine di ridurre al minimo il rischio di contrarre fenomeni allergici. Questo studio non ha posto la propria attenzione su altri ingredienti presenti nelle tinture per capelli.
Lo studio ha rilevato che il mercato professionale delle tinture per capelli è più vasto di quello delle tinture per uso domestico ed è proprio questo il motivo per cui nell’indagine sono state incluse 206 tinture per uso professionale, e 159 per uso domestico. L’indagine ha messo, inoltre, in evidenza che le tinture permanenti per capelli rappresentano una maggioranza rispetto a quelle semi-permanenti e ai coloranti diretti, infatti il 77% dei prodotti esaminati era costituito da tinture permanenti, il 22% da quelle semi-permanenti e soltanto l'1% da coloranti diretti.
L’indagine ha mostrato che sono presenti sul mercato tinture di tipo permanente e semi-permanente in cui non vi è presenza di PPD, PTD o dei loro sali e derivati. In totale, il 24% dei prodotti esaminati non conteneva PPD, PTD o i loro sali e derivati. Inoltre, queste sostanze non erano contenute nel 18% delle tinture di tipo permanente, nel 41% di quelle semi-permanenti e nel 100% dei coloranti diretti. Prodotti senza PPD, PTD o i loro sali e derivati, principalmente presenti nel mercato professionale erano, infatti, presenti nel 30% di tutte le tinture analizzate per uso professionale, e nel 16% di quelle per uso domestico.
Nel sondaggio, tuttavia, i prodotti presenti sul mercato professionale non erano del tutto rappresentativi del mercato, poiché i “saloni verdi” erano maggiormente rappresentati.
I risultati dell'analisi chimica hanno indicato che:
- I coloranti per capelli di tonalità scura avevano una maggiore concentrazione di sostanze come il PTD rispetto a quelli con tonalità chiara;
- Non vi era alcuna differenza tra le concentrazioni dei coloranti delle tinture per capelli di tipo permanente e quelle di tipo semi-permanente.
Riguardo alla presenza di sostanze con forte o moderato potere di sensibilizzazione, si è visto che in 40 prodotti (11%) non ve ne era presenza. Una parte considerevole di questi prodotti era per uso professionale, e 26 erano tinture per capelli di tipo permanente. Analizzando ulteriormente questo gruppo di 40 prodotti, è stato riscontrato che era principalmente costituito da tinture per capelli di tipo non ossidativo, il cui funzionamento si basa su principi diversi rispetto alle classiche tinture per capelli di tipo ossidativo, ed alcuni di questi prodotti erano a base di sostanze vegetali come l’henné. Non era, tuttavia, nello scopo del progetto studiare l'efficacia delle tinture per capelli in relazione alla loro durata (permanente/semi permanente) o alla loro capacità di copertura del colore originale di capelli.
Sempre nell’ambito di questo gruppo di 40 prodotti sono state trovate 12 sostanze prive di estremo, forte o moderato potenziale di sensibilizzazione. Di queste 12 sostanze, 7 sono state valutate dal CSSC (SCCS, Comitato Scientifico per la Sicurezza dei Consumatori, CSSC) come sostanze sicure, 1 come non sicura e per le restanti 4 il CSSC ha deliberato che erano necessari ulteriori dati per una loro possibile valutazione. La Commissione Europea ha sottolineato, infatti, che 3 di queste 4 sostanze erano in fase di valutazione e che sarebbero state valutate non appena fossero stati presentati nuovi dati, mentre per la rimanente sostanza l’industria non aveva ancora presentato alcun dato, e per il momento non era chiaro se vi fosse l’intenzione di presentare un dossier a riguardo. E stato altresì detto che la sostanza, che era stata ritenuta non essere sicura era in corso di rivalutazione avendo l’industria sottoposto nuovi dati.
Nei prossimi anni, quindi, secondo gli Autori, si prevede una decisione definitiva del CSSC riguardo a 5 delle 12 sostanze, arrivando ad una conclusione finale riguardante il gruppo di tinture con debole o nullo potenziale di sensibilizzazione. Ne deriva che esistendo diverse sostanze con nullo o debole potenziale di sensibilizzazione, è prevedibile e auspicabile lo sviluppo di nuove tinture per capelli con minor rischio allergenico per i consumatori.
Analizzando la distribuzione delle 7 sostanze sopra menzionate, l’indagine ha rivelato che solo 2 tinture per capelli contenevano una o più di queste 7 sostanze, ed erano tinture permanenti per capelli di colore rosso e per uso esclusivamente professionale.
In conclusione, in questa indagine si è costatato che solo 44 delle 365 tinture analizzate non contenevano sostanze con estremo, forte o moderato potere di sensibilizzazione ed erano quindi utilizzabili, se si escludevano anche le tinture contenenti le sostanze non ritenute sicure dal CSSC, erano utilizzabili solo 2 delle 365 tinture analizzate.
D'altra parte se si escludevano solo sostanze con estremo e forte potere di sensibilizzazione si è visto che esistevano in commercio un certo numero di tinture con questi requisiti, potendo così evitare quelle con testo e simbolo di avvertimento in etichetta, come richiesto da novembre 2012. Questi requisiti di etichettatura sono, infatti, obbligatori per le tinture di tipo ossidativo e per alcune di tipo non ossidativo, contenenti sostanze con un estremo o forte potere di sensibilizzazione. L’Agenzia, inoltre, ha sottolineato che malgrado i risultati negativi dei test effettuati sugli animali, non esiste mai una piena garanzia che un prodotto non possa indurre sensibilizzazione. I ricercatori riportano, inoltre, che l’indagine da loro condotta ha valutato solo la presenza di tali sostanze nelle tinture per capelli, ma che potrebbero essere presenti anche altre sostanze come profumi, che in alcuni casi potrebbero causare la sensibilizzazione della pelle.


   

  

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