DERMATITE ALLERGICA DA CONTATTO CAUSATA DA UN PENNARELLO INDELEBILE NERO CONTENENTE UN COLORANTE AZOICO, CHIMICAMENTE CORRELATO ALLA PARAFENILENDIAMMINA, IN UNA PAZIENTE AD ESSA SENSIBILIZZATA IN SEGUITO A UN TATUAGGIO ALL’HENNE’ NERO.

Lidia Sautebin - Dipartimento di Farmacia (ex Dip.to di Farmacologia Sperimentale), Università di Napoli Federico II.

Riportiamo di seguito un articolo apparso su Contact Dermatitis (Contact Dermatitis 2012: 67, 375–376), di Pailin Puangpet, Jonathan M. L. White, Ian R.White e John P. McFadden, relativo ad una dermatite allergica da contatto causata da un pennarello indelebile nero contenente un colorante azoico, chimicamente correlato alla parafenilendiammina, in una paziente ad essa sensibilizzata in seguito a un tatuaggio all’henne’ nero.

Sono rari in letteratura casi di allergie da contatto causate da pennarelli indelebili. Gli Autori riportano nell’articolo citato un caso di sensibilità ad un tatuaggio temporaneo all’henné, ad una tintura per capelli e ad un pennarello indelebile nero.
L’articolo tratta del caso di un’assistente dentistica ventenne, che in passato aveva già fatto tatuaggi all’henné (tatuaggi temporanei), e che in seguito ad una successiva applicazione di un tatuaggio all’henné nero sviluppa, dopo tre giorni dall’applicazione, una dermatite acuta nel sito di applicazione. Successivamente a tale manifestazione, la paziente presenta una reazione eczematosa sul viso, sul collo e sulla parte superiore della schiena dopo pochi giorni dall’applicazione, in due diverse occasioni, di una tintura per capelli di colore marrone scuro e nero. La paziente, di conseguenza, smette di applicare tinture per capelli.
Qualche tempo dopo la paziente disegna sul dorso della propria mano alcune figure, utilizzando un pennarello nero indelebile. Pochi giorni più tardi le compare sulla mano una dermatite eritematosa e pruriginosa, in corrispondenza delle linee tracciate con il pennarello. L’eruzione cutanea dura una settimana.
La paziente, al fine di verificare le cause degli episodi riportati, viene sottoposta a patch test eseguiti con Finn Chambers® su cerotto Scanpor®* utilizzando varie serie di base europee, che includono parafenilendiamina diluita (PPD), Disperse Orange 3 (colorante) e anestetici locali (procaina, lidocaina, etc). La lettura dei test, al secondo e al quarto giorno, come previsto dai criteri dell’International Contact Dermatitis Group, fornisce i seguenti risultati:
- PPD (0.01% pet.) gg 2 ++ gg 4 ++
- Disperse Orange 3 (0.05% pet.) gg 2 ++ gg 4 ++
- Pennarello indelebile gg 2 ++ gg 4 ++
- Nichel (5% pet.) gg 2 + gg 4 +
- Anestatici locali gg 2 - gg 4 –

Gli Autori evidenziano la presenza, nella letteratura scientifica, di casi di allergia ai coloranti azoici contenuti in pennarelli indelebili. A tal proposito, essi riportano il caso di una donna sessantaduenne affetta da una dermatite nel sito di applicazione di un pennarello verde utilizzato per disegnare le zone per un’irradiazione. I risultati del patch test dimostrarono positività (+) per il Solvent Yellow 146, un colorante mono azoico privo di metalli, usato nel pennarello verde (1). Gli Autori sottolineano che in letteratura sono riportati raramente casi di dermatite allergica da contatto causata da altri agenti presenti nei pennarelli indelebili. Essi citano un caso, riportato nel 1975, di una dermatite allergica da contatto causata da una resina a rapida essiccazione, l’Arochem 455, presente in un pennarello indelebile (2). Gli Autori riportano anche il caso di una dermatite allergica da contatto causata dalla colofonia contenuta in un pennarello indelebile “Pentel”. Tale sostanza è utilizzata negli inchiostri come addensante, al fine di tracciare linee nette (3). Un altro caso riportato è quello di un’allergia ad un pennarello utilizzato per tracciare linee durante un patch test. Il paziente soggetto a tale reazione risulta negativo ai patch test per tutti i singoli costituenti della soluzione presente nel pennarello (violetto di genziana, diidrossiacetone e acetone) e, anche, per altri coloranti, ma il patch test per la soluzione dà esito +. L’analisi cromatografica condotta sulla soluzione non individua le sostanze chimiche responsabili (4).
Nel caso oggetto dell’articolo riportato non è stato possibile conoscere l’esatta composizione della soluzione presente nel pennarello, tuttavia, gli Autori ritengono che la reazione allergica sia dovuta ad un colorante azoico, chimicamente correlato alla parafenilendiammina (PPD). Questo caso viene da noi riportato poiché la paziente molto probabilmente, come sottolineato dagli Autori, era stata sensibilizzata alla PPD, in seguito all’applicazione dei tatuaggi all’henné. Essa, infatti, mostrava una reazione ++ alla PPD allo 0.01% pet., concentrazione pari ad un centesimo di quella che si usa nel patch test standard per la PPD. Gli Autori indicano, a tal proposito, che circa l’80% dei patch test con esito ++/+++ per la PPD potrebbero cross-reagire almeno con un colorante azoico (5). Gli Autori sottolineano infine che la paziente presentava anche una reazione + al patch test per il nichel.

Bibliografia:
1. Komericki P, Kern T, Aberer W, Kranke B. Contact dermatitis from Solvent Yellow 146 in a permanent marker. Contact Dermatitis 2001: 44: 256.
2. Maibach H I. Marking pen dermatitis: allergic contact dermatitis due to a fast drying resin (Arochem 455). Contact Dermatitis 1975: 1: 268.
3. Fesquet E, Guillot B, Raison-Peyron N. Allergic contact dermatitis to rosin after a single accidental permanent marker skin contact. Contact Dermatitis 2006: 55: 58–59.
4. Cox N H, Moss C, Hannon M F. Compound allergy to a skin marker for patch testing: a chromatographic analysis. Contact Dermatitis 1989: 21: 12–15.
5. Goon A T, Gilmour N J, Basketter D A, White I R, Rycroft R J, McFadden J P. High frequency of simultaneous sensitivity to Disperse Orange 3 in patients with positive patch tests to para-phenylenediamine. Contact Dermatitis 2003: 48: 248–250.


* Finn Chamber® è un dispositivo per test epicutaneo che offre una buona occlusione delle sostanze da testare grazie alla forma particolare delle cellette “chambers” che lo compongono. Le cellette sono in alluminio con un diametro di 8 mm e un’area di 50 mm², ed hanno un volume di circa 20 microlitri. Per impieghi particolari sono disponibili cellette con diametro più grande (12 mm) oppure ricoperte di polipropilene (8, 12, 18 mm). Le Finn Chambers vengono fornite su cerotto Scanpor®, Actavis Norway AS, Norgesplaster Facility (Norvegia) con carta protettiva che può essere tolta facilmente.

   

  

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