Nota informativa importante concordata con l’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA).

In data 30/09/2013, l‘AIFA in accordo con l’Istituto Lusofarmaco d’Italia S.p.A. e l'Agenzia Europea per i Medicinali (EMA), ha emanato un comunicato in cui raccomandano importanti restrizioni d’uso dei beta agonisti a breve durata d’azione (SABA) nelle indicazioni ostetriche.
Le formulazioni orali e suppositorie dei SABA, in particolare ritodrina (Miolene®) e isossisuprina (Vasosuprina®), non devono essere utilizzate in alcuna indicazione ostetrica; inoltre l’uso parenterale deve essere limitato al massimo a 48 ore e consentito solo con la supervisione dello specialista per le indicazioni: inibizione del parto pretermine tra la 22a e 37a settimana di gestazione. Si specifica, inoltre, che le formulazioni parenterali dei SABA non devono essere somministrate in pazienti con storia pregressa di malattia cardiaca, in quanto sono associate alla comparsa e all’aggravamento di eventi avversi cardiovascolari sia per la madre che per il nascituro.
Sono farmaci che agiscono sui recettori β2-adrenergici dell’utero e determinano inibizione della contrazione della muscolatura liscia del miometrio mediante attivazione dell’adenilciclasi e conseguente aumento della concentrazione intracellulare di adenosin monofosfato ciclico (AMPc). Nella classe dei β-agonisti, quelli maggiormente usati come tocolitici sono ritodrina, isossisuprina e terbutalina, che, ampiamente studiati nel corso di una meta-analisi, si sono dimostrati efficaci nel prolungare la gravidanza di 2-7 giorni, senza però ridurre il rischio di mortalità perinatale. Nel corso di questa meta-analisi, le reazioni avverse presentatesi a carico della madre sono risultate gravi, come nel caso di aritmie cardiache ed edema polmonare (1).
In generale, le reazioni avverse maggiormente associate all’assunzione di β2-agonisti a breve durata d’azione includono tachicardia, sudorazione, tremori, nausea e mal di testa nelle, prime ore successive all’assunzione, e alterazioni delle concentrazioni di potassio e glucosio. Tali effetti tendono a ridursi in seguito ad esposizioni ripetute al farmaco; i casi di aritmia risultano maggiormente frequenti se presente ipossemia. È stata, inoltre, riscontrata un’aumentata incidenza di reazioni cardiovascolari gravi quali morte cardiovascolare, ischemia ed insufficienza cardiaca, a seguito dell’assunzione delle formulazioni orali di β2-agonisti, che hanno incluso (2).
A causa della comparsa di reazioni cardiovascolari gravi in ostetricia, il Comitato per la Valutazione dei rischi in Farmacovigilanza (PRAC) presso l'EMA ha rivalutato il rapporto rischio/beneficio di tutti i SABA nelle indicazioni ostetriche e ha concluso che i β2-agonisti a breve durata d’azione, per uso orale e suppositori sono associati ad eventi avversi gravi e dose-dipendenti, soprattutto cardiovascolari, osservati sia nella madre che nel feto. Non ci sono sufficienti evidenze a supporto dell'uso dei beta-agonisti orali nella prevenzione del parto pretermine nelle donne ad alto rischio. In studi randomizzati e controllati non è stato osservato alcun effetto statisticamente significativo della tocolisi su mortalità o morbilità perinatale.
Dato che i vantaggi dei SABA orali e suppositori nelle indicazioni ostetriche non superano i rischi, i suddetti farmaci non devono più essere utilizzati e pertanto, le indicazioni ostetriche saranno rimosse da tutte le formulazioni orali o suppositorie dei SABA. Pertanto riguarda le formulazioni parenterali dei β2-agonisti a breve durata sono ritenute efficaci nella rapida distensione dell'utero;le donne con maggiore probabilità di trarre beneficio dall'uso di farmaci tocolitici sono quelle con una minaccia di parto pretermine molto precoce. Il tempo ottenuto nel ritardo del parto pretermine può essere utilizzato per mettere in atto altre misure note per migliorare la salute perinatale (3). Anche in questo caso il PRAC ha concluso che i benefici delle formulazioni parenterali dei SABA superano i rischi nelle indicazioni ostetriche della tocolisi nel breve termine, in particolare quando vengono assunti per periodi di tempo > 48 ore per le pazienti tra la 22a e la 37a settimana di gestazione e con la supervisione di uno specialista.
Il PRAC ha quindi raccomandato, per ridurre al minimo il rischio di eventi avversi cardiovascolari nella madre e nel feto, che l'uso nella tocolisi richiede un adeguato screenig pre-trattamento e un monitoraggio della paziente al fine di individuare l'insorgenza precoce di eventi cardiovascolari e minimizzare ulteriormente il rischio di un evento cardiovascolare grave. I SABA non devono inoltre essere utilizzati nelle donne con una storia di malattia cardiaca o nelle condizioni in cui il prolungamento della gravidanza è pericoloso per la madre o per il feto.




Siti di riferimento:

http://www.agenziafarmaco.gov.it/
http://www.ema.europa.eu/ema/


Bibliografia

1. Ekkehard Schleußner et al., The Prevention, Diagnosis and Treatment of Premature Labor Dtsch Arztebl Int. 2013; 110: 227–236.

2. Abramson MJet al. Adverse effects of β-agonists: are they clinically relevant? Am J Respir Med. 2003;2:287-97.

3. McParland PC. Obstetric management of moderate and late preterm labour. Seminars in Fetal and Neonatal Medicine 2012; 17:138-142

   

  

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