Comunicato stampa dell'Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) in merito alla restrizione d’uso, emanata dal Pharmacovigilance Risk Assessment Committee (PRAC), dei β-agonisti a breve durata d’azione per le indicazioni ostetriche. Leggi archivio>>

In data 06/09/2013, l’AIFA, in accordo con il PRAC dell’Agenzia Europea dei Medicinali (EMA), ha emanato un comunicato in cui raccomanda la restrizione d’uso delle forme orali o suppositorie dei β-agonisti a breve durata d’azione per indicazioni ostetriche, quali il blocco del parto pretermine o delle contrazioni eccessive del parto.
I suddetti farmaci agiscono sui recettori β2-adrenergici dell’utero e determinano inibizione della contrazione della muscolatura liscia del miometrio mediante attivazione dell’adenilciclasi e conseguente aumento della concentrazione intracellulare di adenosin monofosfato ciclico (AMPc). I β-agonisti a breve durata d’azione sono stati autorizzati con procedure nazionali in diversi Stati membri dell’Unione Europea; in particolare, quelli oggetto della rivalutazione europea sono fenoterolo, exoprenalina, isossisuprina, ritodrina, salbutamolo e terbutalina, autorizzati per il trattamento tocolitico e disponibili sul mercato nelle formulazioni a compresse, soluzione orale, soluzione per iniezione o infusione e suppositori.
Tra i β-agonisti, quelli maggiormente usati come tocolitici sono la ritodrina e la terbutalina, che, ampiamente studiati nel corso di una meta-analisi di studi clinici presenti nel database Cochrane, si sono dimostrati efficaci nel prolungare la gravidanza di 2-7 giorni, senza però ridurre il rischio di mortalità perinatale. Nel corso di questa meta-analisi, le reazioni avverse presentatesi a carico della madre sono risultate gravi, come nel caso di aritmie cardiache ed edema polmonare [1].
In generale, le reazioni avverse maggiormente associate all’assunzione di β-agonisti a breve durata d’azione includono tachicardia, sudorazione, tremori, nausea e mal di testa nelle prime ore successive all’assunzione, ed alterazioni delle concentrazioni di potassio e glucosio. Tali effetti tendono a ridursi in seguito ad esposizioni ripetute al farmaco. I casi di aritmia risultano maggiormente frequenti se presenti comorbidità ed ipossemia. Variazioni genetiche dei recettori β-adrenergici hanno condotto, inoltre, alla comparsa di reazioni avverse a carico della funzionalità respiratoria, inclusi 2 casi di morte per asma da assunzione di isoproterenolo e fenoterolo [2]. È stata, inoltre, riscontrata un’aumentata comparsa di gravi reazioni cardiovascolari, conseguenti all’assunzione delle formulazioni orali di β-agonisti, che hanno incluso morte cardiovascolare, ischemia ed insufficienza cardiaca [3].
La comparsa di tali reazioni ha indotto l’Agenzia dei Medicinali ungherese a richiedere al PRAC una rivalutazione dei β-agonisti a breve durata d’azione. Il PRAC, dopo un’attenta analisi dei dati provenienti da studi clinici, segnalazioni post-marketing e letteratura, ha concluso che vi è un notevole rischio di eventi avversi gravi cardiovascolari, sia per la madre che per il nascituro, in particolare quando i suddetti farmaci vengono assunti per periodi di tempo > 48 ore. Pertanto, le formulazioni orali e suppositorie dei β-agonisti non saranno più utilizzate per il trattamento tocolitico; al tempo stesso, il PRAC ha concluso che i benefici delle formulazioni iniettabili superano i rischi cardiovascolari e che, dunque, possono essere utilizzati per bloccare il parto prematuro tra la 22a e 37a settimana, per non più di 48 ore, sotto supervisione di uno specialista con il monitoraggio continuo della madre e del nascituro.
Le raccomandazioni del PRAC saranno trasmesse e valutate dal Coordination Group for Mutual Recognition and Decentralised Procedures – Human (CMDh), che, nel corso della riunione del 16-18 settembre 2013, adotterà una posizione finale.

Siti di riferimento:
http://www.agenziafarmaco.gov.it/
http://www.ema.europa.eu/ema/

Bibliografia
1. Ekkehard Schleußner et al., The Prevention, Diagnosis and Treatment of Premature Labor Dtsch Arztebl Int. 2013; 110(13): 227–236.

2. Malcolm R. Sears et al. “Adverse effects of β-agonists”. J Allergy Clin Immunol 2002;110:S322-8.

3. Abramson MJet al. Adverse effects of β-agonists: are they clinically relevant? Am J Respir Med. 2003;2:287-97.

   

  

cerca