L’Agenzia Europea dei Medicinali (EMA) esamina i dati sui rischi a livello del pancreas per le terapie basate sul GPL-1 (incretino-mimetici) nel trattamento del diabete mellito di tipo II.

In data 26/03/2013, l’EMA ha diramato un comunicato stampa sull’inizio della revisione di alcuni dati provenienti da un gruppo di ricercatori indipendenti che suggeriscono un aumento dei rischi a carico del pancreas a seguito della terapia con farmaci incretino-mimetici, quali agonisti del recettore del peptide-1-glucagone-simile (GLP-1) e inibitori della dipeptidil peptidasi-4 (DPP-4), entrambi utilizzati per la terapia del diabete mellito di tipo II. 
Tali dati suggeriscono un aumento del rischio di pancreatite e modificazioni pre-cancerose (metaplasie) del dotto pancreatico. 
Complessivamente, sono tre i gruppi di sostanze che hanno un effetto incretinomimetico: ormoni naturali simil-GLP-1 (exendin-4), analoghi sintetici del GLP-1 e inibitori dell’enzima DPP-4 
Il GLP-1 è un ormone di 30-31 amminoacidi prodotto dalle cellule L dell’ileo e del colon che stimola la produzione di insulina da parte delle cellule beta-pancreatiche, diminuisce il rilascio di glucagone da parte delle cellule alfa-pancreatiche e rallenta la motilità e lo svuotamento gastrico [1]. Il primo agonista sintetico, derivato dall’agonista naturale exentin-4 (isolato dalla saliva della lucertola Gila Monster), è stato l’exenatide, approvato dalla Food and Drug Administration nel 2005. L’exenatide, un agonista del recettore del GLP-1, promuove la secrezione di insulina in maniera glucosio-dipendente, inibisce la secrezione di glucagone e riduce l'assunzione di cibo in quanto rallenta lo svuotamento gastrico [2]. 
Un approccio differente rispetto agli analoghi del GLP-1 è quello che si basa sull’impiego di farmaci inibitori dell’enzima DPP-4 mirato a potenziare l’azione del GLP-1 endogeno. L’inibizione dell’attività del DPP-4 determina, infatti, un aumento delle concentrazioni circolanti di questo ormone con conseguente stimolazione della secrezione insulinica, inibizione della secrezione del glucagone e rallentamento dello svuotamento gastrico [3]. 
Alcuni studi hanno, già in passato, messo in evidenza la possibilità che le terapie con analoghi del GLP-1 o inibitori della dipeptidil peptidasi-4 aumentare il rischio di pancreatite acuta e tale evento avverso era già stato inserito in scheda tecnica in quanto alcuni casi rari di pancreatite acuta si erano già verificati durante gli studi pre-marketing. 
Attualmente l’EMA sta valutando i risultati di un gruppo di ricercatori indipendenti che si basano sull’esame di un piccolo numero di campioni di tessuto pancreatico ottenuti da donatori con o senza diabete mellito di tipo II, morti per cause diverse dal diabete; in particolare reazioni avverse a livello pancreatico. 
Il Comitato per i Medicinali per Uso Umano (CHMP) dell’EMA e il comitato per la valutazione dei rischi per la Farmacovigilanza (PRAC) stanno riesaminando le informazioni fornite dai ricercatori per valutare la necessità di eventuali azioni regolatorie. 
Pertanto per il momento non vi è alcuna modifica della raccomandazione d’uso di questi medicinali e non vi è la necessità di interromperne l’assunzione. I medici devono continuare a prescrivere questi farmaci in accordo con quanto riportato nelle informazioni del prodotto. 
Siti di riferimento 
http://www.agenziafarmaco.gov.it/it 
http://www.ema.europa.eu 
Bibliografia 
1) Drucker DJ: Enhancing incretin action for the treatment of type 2 diabetes. Diabetes Care 26, 2929-2940, 2003. 
2) Macconell L, Pencek R, Li Y, Maggs D, Porter L. Exenatide once weekly: sustained improvement in glycemic control and cardiometabolic measures through 3 years. Diabetes Metab Syndr Obes. 2013;6:31-41. 
3) Singh S, Chang HY, Richards TM, Weiner JP, Clark JM, Segal JB. Glucagonlike 
4) Peptide 1-Based Therapies and Risk of Hospitalization for Acute Pancreatitis in Type 2 Diabetes Mellitus: A Population-Based Matched Case-Control Study. JAMA Intern Med. 2013 Feb 25:1-6. 

   

  

cerca