Vaccini

 

I vaccini, come i farmaci, sono sottoposti prima dell'autorizzazione all'uso umano, ad una lunga serie di sperimentazioni e di controlli per verificarne non solo l'efficacia, ma anche la tollerabilita'. I vaccini che superano la fase della sperimentazione pre-clinica, vengono testati dapprima su una popolazione selezionata di volontari adulti per valutarne la tollerabilita'; in seguito, inizia la sperimentazione clinica su larga scala per valutare la frequenza delle reazioni avverse e l'efficacia. Una volta immessi in commercio e’ necessario identificare e segnalare correttamente tutti gli eventi avversi per chiarire, per quanto possibile, la loro reale natura, discriminando quelli in cui vi e' un vero nesso di causalita' da quelli in cui esiste soltanto un’associazione puramente temporale tra la somministrazione del vaccino e la comparsa di eventi avversi. E' da tenere presente che l’insorgenza di una sintomatologia clinica in seguito alla somministrazione di un vaccino non sempre e' causata dal vaccino stesso. Un metodo per potere stabilire un rapporto causa-effetto tra la vaccinazione e l’evento avverso e' quello di analizzare elementi di tipo epidemiologico, temporale e patogenetico; l’incidenza piu' alta di una particolare manifestazione clinica fra i soggetti che hanno ricevuto un determinato tipo di vaccino, rispetto ai soggetti compresi nella stessa fascia d’eta' e nella stessa area geografica, suggerisce l’esistenza di una correlazione precisa. In base al criterio epidemiologico e' possibile stabilire se un determinato evento si e' manifestato con maggiore frequenza tra i vaccinati rispetto ai non vaccinati. Non sempre e' dimostrata la correlazione tra la somministrazione del vaccino e l’evento avverso. Al fine di chiarire, per quanto possibile, la reale natura di tali eventi e la loro correlazione con la vaccinazione, esiste in Italia, da diversi anni, un sistema specifico di sorveglianza. Lo scopo del sistema di monitoraggio degli eventi avversi a vaccino e' anche quello di stabilire, raccogliendo i dati epidemiologici, se esiste effettivamente un reale rapporto causa-effetto con la pregressa vaccinazione, oppure si tratta solo di un rapporto semplicemente temporale. L’immunizzazione attiva si ha quando la risposta immunitaria e la memoria immunologica vengono stimolate da un immunogeno. Tale immunizzazione si verifica dopo l’esposizione ad un agente infettivo (immunizzazione naturale) oppure in seguito all’esposizione a microrganismi o ad antigeni microbici contenuti nei vaccini (immunizzazione artificiale). L’immunoprofilassi ha lo scopo di aumentare la resistenza dei soggetti sani verso agenti patogeni e conferire una protezione immunitaria. L’immunoprofilassi si divide in: vaccinoprofilassi e sieroprofilassi.

La vaccinoprofilassi stimola il paziente a produrre anticorpi contro l’agente patogeno. Essa da' un’immunita' non immediata e di lunga durata. La sieroprofilassi fornisce al soggetto gli anticorpi contro il patogeno; essa conferisce un’immunita' immediata, ma di breve durata. Il vaccino e' un preparato biologico ad elevato potere antigenico e in grado di indurre (conferire) uno stato di immunita' attiva nei confronti di determinati microrganismi patogeni.

   

  

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