Aggiornamento della Nota AIFA 96: nuovi criteri d’idoneità prescrittiva dell'integrazione con vitamina D

In data 20 febbraio 2023, l'Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) ha aggiornato la Nota 96 (Delibera AIFA n. 48/2023 pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n. XX) sui requisiti di adeguatezza prescrittiva dell'integrazione con vitamina D e suoi analoghi (colecalciferolo, calcifediolo), per la prevenzione e il trattamento degli stati di carenza negli adulti. Nello specifico, si raccomanda la determinazione dei livelli di 25(OH) vitamina D (25(OH)D) e la conseguente prescrizione terapeutica solo a casi clinici specifici [1].

La vitamina D, oltre ad essere assunta con l’alimentazione è anche prodotta per effetto dei raggi ultravioletti di tipo B sulla cute, che trasformano il precursore pro-vitamina D in pre-vitamina D e successivamente in vitamina D3 (colecalciferolo). La vitamina D può essere quindi depositata nel tessuto adiposo o riversata nel circolo ematico, previa trasformazione in 25OH D. La sua funzione primaria è quella di stimolare a livello intestinale l’assorbimento di calcio e fosforo, rendendoli disponibili per una corretta mineralizzazione dell’osso. Quando indicato, la vitamina D promuove la salute dell’osso e, insieme al calcio, contribuisce a proteggere dalla demineralizzazione [2]. Metanalisi che includono diversi studi randomizzati evidenziano una modesta riduzione del rischio di frattura con l’utilizzo di dosi specifiche di vitamina D3. Tuttavia, da studi realizzati in popolazioni non istituzionalizzate, viventi in autonomia, la riduzione di rischio legata alla somministrazione di vitamina D risulta non è risultata statisticamente significativa [2].

L'aggiornamento della Nota segue la pubblicazione di nuove evidenze scientifiche in merito al ruolo del trattamento con colecalciferolo sulla base del solo riscontro di ipovitaminosi, in assenza di concomitanti condizioni di rischio.

Nello studio randomizzato americano VITAL, l’integrazione di vitamina D in soggetti sani, sia con livelli di 25(OH)D >30 ng/ml che con bassa 25(OH)D, non riduce (vs placebo) il rischio di frattura [3]. Conclusioni analoghe emergono dallo studio europeo DO-HEALTH condotto su una popolazione anziana. In tale contesto, l’integrazione con dosi adeguate di vitamina D per tre anni non è stata in grado di modificare parametri di rischio cardiovascolare o ridurre il rischio di fratture non vertebrali [4].

Inoltre, è stata smentita l’efficacia della vitamina D nella lotta al COVID-19, nonostante alcuni dati sembravano legare il contagio e la gravità della malattia alla carenza di vitamina D. Diversi studi progettati e condotti con disegni appropriati non hanno mostrato alcun effetto protettivo della vitamina D nei confronti di durata del ricovero, gravità e mortalità da COVID-19 [2].

Particolare attenzione è stata riservata anche ai problemi di sicurezza legati all’assunzione di dosi elevate di vitamina D, cui consegue un invito alla prudenza e a non oltrepassare i livelli fisiologici. I principali eventi avversi sono rappresentati dall’ipercalcemia, che in genere risulta infrequente e associata all’utilizzo concomitante di integratori, e dall’aumento della calciuria con possibile incremento del rischio di litiasi, correlato alla assunzione contemporanea di supplementi di calcio [2].

Le principali novità introdotte con l'aggiornamento della Nota 96 sono, dunque, le seguenti:

- conferma dell’inappropriatezza del dosaggio della 25(OH)D in assenza di indicazioni cliniche o condizioni di rischio;

- introduzione della nuova categoria di rischio "persone con gravi disabilità motorie o allettate che vivono in casa";

- riduzione da 20 a 12 ng/ml (o da 50 a 30 nmol/L) del livello massimo di vitamina 25(OH)D sierica necessaria ai fini del rimborso;

- aggiornamento del paragrafo relativo alle evidenze più recenti, inserimento di un breve paragrafo su vitamina D e COVID-19 e di un paragrafo sui potenziali rischi connessi all'uso improprio di preparati a base di vitamina D [1].

La Nota 96 aggiornata e il suo allegato sono disponibili sul portale AIFA alla pagina dedicata.

Bibliografia e Sitografia

1.      AIFA – AIFA Note 96 'Prevention and treatment of vitamin D deficiency' has been updated – Disponibile al link: https://www.aifa.gov.it/en/-/aggiornata_nota_96_vitamina_d_21_02_2023

2.      AIFA – Nota 96 – Disponibile al link: https://www.aifa.gov.it/en/nota-96

3.      LeBoff, M. S., Greenspan, S. L., Insogna, K. L., Lewiecki, E. M., Saag, K. G., Singer, A. J., & Siris, E. S. (2022). The clinician's guide to prevention and treatment of osteoporosis. Osteoporosis international: a journal established as result of cooperation between the European Foundation for Osteoporosis and the National Osteoporosis Foundation of the USA, 33(10), 2049–2102

4.      Bischoff-Ferrari, H. A., Vellas, B., Rizzoli, R., Kressig, R. W., da Silva, J. A. P., Blauth, M., Felson, D. T., McCloskey, E. V., Watzl, B., Hofbauer, L. C., Felsenberg, D., Willett, W. C., Dawson-Hughes, B., Manson, J. E., Siebert, U., Theiler, R., Staehelin, H. B., de Godoi Rezende Costa Molino, C., Chocano-Bedoya, P. O., Abderhalden, L. A., … DO-HEALTH Research Group (2020). Effect of Vitamin D Supplementation, Omega-3 Fatty Acid Supplementation, or a Strength-Training Exercise Program on Clinical Outcomes in Older Adults: The DO-HEALTH Randomized Clinical Trial. JAMA, 324(18), 1855–1868.

   

  

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