COMUNICATO AIFA: presentato il primo rapporto sull’uso dei farmaci nella popolazione anziana

In data 13 Ottobre 2021,l’Agenzia Italiana del Farmaco ha pubblicato il primo Rapporto “L’uso dei farmaci nella popolazione anziana in Italia”, realizzato dall’Osservatorio Nazionale sull’Impiego dei Medicinali (OsMed) con il coordinamento di AIFA e dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS).

In particolare, AIFA ha pubblicato un documento riassuntivo che descrive le caratteristiche della prescrizione farmaceutica nella popolazione ultrasessantacinquenne andando ad evidenziare l’uso concomitante di farmaci nei pazienti in trattamento per alcune patologie quali diabete, demenza, BPCO, parkinsonismo; ha valutato nuovi indicatori di qualità e appropriatezza prescrittiva, con particolare riferimento alla politerapia, alle interazioni farmacologiche e all’uso di farmaci potenzialmente inappropriati; ha analizzato l’uso dei farmaci nelle fasce di età più avanzate (pazienti ultranovantenni); ha descritto alcune esperienze nazionali di deprescrizione farmacologica (deprescribing) e infine ha analizzato l’impatto della pandemia da COVID-19 sull’uso dei medicinali nella popolazione anziana nel 2020 (a confronto con il 2019).

Secondo tale rapporto il 98% degli over 65 ha ricevuto almeno una prescrizione farmaceutica con una spesa annua media pro-capite di 660 euro. Sia a livello nazionale che regionale gli uomini mostrano un consumo superiore a quello delle donne, in tutte le classi di età. Per quasi tutte le categorie terapeutiche il consumo dei farmaci aumenta con l’età fino agli 84 anni, per poi diminuire nelle classi successive (“healthy survivor effect”). Nel 2019 i farmaci del sistema cardiovascolare, in particolare gli antipertensivi, sono stati tra quelli a maggiore prescrizione, mentre metà della popolazione ha ricevuto farmaci antibiotici o gastroprotettori.

La politerapia nella popolazione anziana risulta frequente. Nel rapporto è stato analizzato nel dettaglio il pattern prescrittivo dei soggetti in trattamento con farmaci antidiabetici, antidemenza, per la BPCO e per il morbo di Parkinson. Le categorie di farmaci più utilizzate nei pazienti in trattamento con farmaci per il diabete e la BPCO rispecchiano le principali comorbilità e/o complicanze associate a tali patologie, mentre nei soggetti in trattamento con farmaci antidemenza e con anti Parkinson è stato rilevato un potenziale uso inappropriato di alcuni farmaci in associazione, principalmente antipsicotici, che non portano a un reale beneficio clinico per il paziente. Sempre relativamente alla politerapia è emerso che il problema delle interazioni farmacologiche necessita di molta attenzione in quanto è emerso che a livello nazionale, il 29,0% degli uomini e il 30,3% delle donne di età ≥65 anni utilizzano 10 o più sostanze contemporaneamente. In particolare, dal rapporto si evidenzia che l’uso concomitante di 2 o più farmaci che aumentano il rischio di sanguinamento gastrointestinale è pari al 6,6%, con una più alta prevalenza al Sud (11,0%), rispetto al Centro (7,1%) e al Nord (3,6%). Valori di prevalenza d’uso pari al 9,5%, che risultano maggiori al Sud (15,3%) e nella popolazione femminile (10,4%) sono stati riscontrati anche per i farmaci la cui assunzione contemporanea aumenta il rischio di insufficienza renale.

Per quanto concerne l’impatto della pandemia da COVID-19 sull’uso dei farmaci nella popolazione anziana è emerso che nell’anno 2020 durante il periodo di lockdown vi è stato un enorme decremento delle visite per patologie croniche e un decremento dell’utilizzo di antibiotici e FANS per il trattamento delle patologie delle alte e basse vie respiratorie attribuibile alla riduzione della trasmissione di patologie infettive delle alte e basse vie respiratorie grazie all’adozione di norme igieniche finalizzate a contenere la diffusione dell’infezione da COVID-19. Al contrario, la categoria degli anticoagulanti è quella che ha subito il maggiore incremento durante il periodo pandemico ed è probabilmente il risultato dell’aumento di prescrizioni per eventi tromboembolici COVID-19 correlati o per la loro profilassi.

Dal monitoraggio del registro REPOSI sull’uso dei farmaci in ospedale emerge un incremento in ingresso e dimissione dei principi attivi in grado di causare allungamento dell’intervallo QT e il rischio di emorragie gastrointestinali.

Infine, dall’analisi sull’utilizzo dei farmaci nelle RSA in cinque Regioni italiane (PA di Bolzano, Veneto, FVG, Emilia-Romagna e Umbria) emerge come nel 2019 la spesa per giornata di degenza (pari a 1,30 euro) e il consumo (pari a 797,9 DDD/100 giornate di degenza) siano in riduzione rispetto all’anno precedente (rispettivamente di -1,6% e -5,2%). I farmaci cardiovascolari, quelli attivi sul metabolismo e tratto gastrointestinale, i farmaci del sangue e quelli del sistema nervoso centrale sono risultati quelli a maggior consumo.

Come sottolineato dal Direttore Generale di AIFA Nicola Magrini: «Questo nuovo Rapporto, centrato sul consumo dei farmaci negli anziani, rappresenta uno strumento prezioso per promuovere interventi e progetti mirati a migliorare la qualità e la sicurezza dell’uso del farmaco in questa popolazione», e come concluso dal Presidente dell’ISS Silvio Brusaferro: «Si stima, che un terzo degli over 65enni utilizzi 10 o più farmaci contemporaneamente. Questo rapporto aiuta a comprendere diversi aspetti di questo fenomeno individuando nella deprescrizione farmacologica, ovvero nella riduzione del numero dei principi attivi prescritti, una risposta mirata per garantire una maggior sicurezza e appropriatezza delle cure. Non sempre, infatti, la prescrizione di un numero elevato di farmaci corrisponde alle migliori cure o a più salute».


 

Bibliografia

https://www.aifa.gov.it/-/presentato-rapporto-uso-farmaci-popolazione-anziana

   

  

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