EMERGENZA COVID-19: tocilizumab a carico del SSN per la terapia dei pazienti ospedalizzati

In data 18 giugno 2021, la Commissione Tecnico Scientifica (CTS) dell’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) ha espresso parere favorevole in merito all’inserimento di tocilizumab nella lista dei farmaci erogabili a totale carico del Servizio Sanitario Nazionale (SSN), ai sensi della Legge 648/96, per il trattamento di soggetti adulti ospedalizzati con COVID-19 grave e/o con livelli elevati degli indici di infiammazione sistemica, in condizioni cliniche rapidamente ingravescenti [1]. In particolare, sulla base dei 9 studi clinici randomizzati controllati (RCT) che negli ultimi mesi hanno valutato l’efficacia e la sicurezza di TCZ nel trattamento del COVID-19 [2], si considerano candidabili al trattamento con tocilizumab:

  • pazienti recentemente ospedalizzati, ricoverati in terapia intensiva da meno di 24/48 ore che ricevono ventilazione meccanica o ossigeno ad alti flussi; 
  • pazienti recentemente ospedalizzati con fabbisogno di ossigeno in rapido aumento che richiedono ventilazione meccanica non invasiva o ossigeno ad alti flussi in presenza di elevati livelli di indici di flogosi (CRP≥75 mg/L);
  • pazienti ospedalizzati in rapida progressione clinica dopo 24/48 ore di utilizzo di desametasone, o altri cortisonici.

Tocilizumab (TCZ) è un anticorpo monoclonale umanizzato in grado di legarsi in modo aspecifico ai recettori dell’IL-6 sia solubile (sIL-6R) che di membrana (mIL-6R), dimostrando di inibire i segnali da essi mediati. Pertanto, è indicato nel trattamento di patologie autoimmuni come artrite reumatoide (AR), AR idiopatica e poliartrite idiopatica giovanile. Il dosaggio raccomandato di tocilizumab nei pazienti adulti è di pari a 8 mg/kg, da somministrare mediante infusione endovenosa della durata di 60 minuti una volta ogni 4 settimane [3].

Numerosi studi hanno evidenziato una correlazione tra i livelli di IL-6 e una più veloce progressione della malattia da SARS-CoV-2 [4]. È stato ipotizzato che le terapie che hanno come bersaglio le citochine coinvolte in questa aberrante risposta infiammatoria (tra cui appunto IL-6) possano avere un importante ruolo terapeutico nel ritardare il danno polmonare nei pazienti affetti da infezione da SARS-CoV-2. Dunque, l’utilizzo del TCZ nei pazienti complessi con infezione da SARS-CoV-2 si basa proprio sulla capacità di bloccare il recettore dell’IL-6 (IL-6R), impedendo così gli effetti dell’attivazione della cascata pro-infiammatoria.

Tocilizumab è un farmaco ospedaliero con prescrizione limitativa. Per l’indicazione ammessa alla rimborsabilità in L648/96 la prescrizione è limitata ai clinici operanti nei centri indicati dalla Regione per la gestione del COVID-19.


Bibliografia

1. AIFA - Utilizzo di tocilizumab per la terapia dei pazienti affetti da COVID-19. Disponibile al link: https://www.aifa.gov.it/-/utilizzo-di-tocilizumab-per-la-terapia-dei-pazienti-affetti-da-covid-19

2. Gazzetta Ufficiale - Determina n. 73543/2021 - Inserimento del medicinale «Tocilizumab» nell’elenco dei medicinali erogabili a totale carico del Servizio sanitario nazionale, ai sensi della legge 23 dicembre 1996, n. 648, per il trattamento dei pazienti adulti ospedalizzati con COVID-19 grave e/o con livelli elevati degli indici di infiammazione sistemica. Disponibile al link: https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2021/06/17/21A03738/SG

3. AIFA – Riassunto delle caratteristiche del prodotto (RoActemra). Disponibile al link: https://farmaci.agenziafarmaco.gov.it/aifa/servlet/PdfDownloadServlet?pdfFileName=footer_004768_038937_RCP.pdf&retry=0&sys=m0b1l3

4. Mojtabavi, H., Saghazadeh, A. & Rezaei, N. Interleukin-6 and severe COVID-19: a systematic review and meta-analysis. Eur Cytokine Netw 31, 44–49 (2020).

   

  

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